A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 23 luglio 2012

Gemmano

C'e' qualcosa, negli allenamenti che Vincenzo prepara per Carla che mi attirano, ed immancabilmente finisco per farli pure io. Venerdì un intrigante seduta composta da 20' di riscaldamento e 10 x 300m in progressione, inframezzati da 90" di recupero. Vincenzo e' non solo il tecnico riconosciuto della corsa nella Polisportiva, ma anche uno che corre a 3.10/km la mezza maratona, e come alcuni tecnici (pochi fra quelli che conosco), curiosi e con cui ci si puo' confrontare e scambiare opinioni su tecniche di allenamento. Quindi i suoi allenamenti mi risultano stimolanti, non solo da proporre, ma anche da svolgere.

Poi sabato sono ritornato alla bici e con incoscienza mi sono lanciato per una delle salite piu' dure del circondario: Gemmano da Osteria Nuova. Certo non e' il Carpegna o il Muro di Torriana, ma questi 3 km e mezzo mi hanno fatto sempre penare, ed io, cocciuto, ogni anno ci vado a sbattere. Sabato poi una congiunzione astrale di eventi: partito con il Garbino il vento di terra, nella versione piu' bastarda, ovvero a raffica, e dovendo andare verso l'entroterra, l'ho affrontato di fronte, nella leggera (ma costante) salita che dall'Adriatica arriva a San Clemente, tenendomi ancorato ai 20 all'ora di media. Da San Clemente la strada e' piu' verso nord, quindi la furia del bastardo era al fianco, ma non meno fastidiosa.

La strada per Gemmano ripiega verso ovest, e la collina sulla cui cima sorge Gemmano mi ha protetto dal vento, ma non dal caldo, che ha toccato anche i 35 gradi. Da Osteria Nuova la strada scende un po', poi comincia a salire dolce, fino al bivio per Montefiore Conca. Da li' non c'e' piu' storia. 9-10% fisso, con un leggero spianamento a meta', da cui riparte deciso al 15% e tenersi abbondantemente sopra il 10% fino alla piazza. 



La media parla di 8,6% medio, ma -appunto- e' solo la pendenza media. Pero' una volta in cima, la vista e' incantevole. 

 






Il tempo di riempire le borracce alla fontana (anche se il cartello dice acqua non potabile) , inghiottire una barretta e si torna al mare. Pero' il vento e' cambiato, ora spira furioso DAL mare. Ovvero sono di nuovo controvento. E anche se in (leggera) discesa i 30 kmh me li sogno. Vabbe', la prendo con filosofia, e nonostante la media finale sia fantozziana, il wattaggio rilevato non si discosta molto dal solito.

Ma il fine settimana sportivo non e' finito, perche', rimanda rimanda, e' arrivato il giorno (per Carla, ma come detto piu' sopra la curiosita' e' tale per cui mi cimentero' pure io) di San Luca. Si tratta di una salita su cui io svolgo in bicicletta le SFR, ovvero le ripetute di forza in salita, dato che e' piuttosto regolare, "dietro casa",  e lunga quanto basta per svolgere il compito.

La seduta di Carla consiste nel farla di corsa dal cancello di Villa Spada (incrocio con via Saragozza) fin su alla pizzeria Vito, ai piedi del Santuario. 6,5 km in totale di cui 4 in salita costante (fra il 4 e l'8%), un chilometro in discesa e l'ultimo chilometro di nuovo in salita, a strappi (3). E' una salita che viene inserita nelle podistiche ludico motorie, pero' ci si va anche per una passeggiata di salute, dato che e' immersa nella collina verde e relativamente poco trafficata. 

Ma di corsa mai ero riuscito a farla completamente. C'e' sempre una prima volta, sia pure a velocita' ridotta.

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