A Fabio, 5 aprile 2009.

martedì 28 maggio 2013

70.3 Challenge Rimini


Arrivo al Challenge bello riposato, con un ultima seduta natatoria il giovedi, in scarico completo. Gli unici dubbi sono per la bici con cui affrontare il percorso, ovviamente non miei (io ho deciso da tempo di usare la Cervelo S5 con le appendici corte e un salutare 50-34, non pensando neanche di poter affrontare il giro con la crono e il 53-39...)



Tiramolla Matteo fino all'ultimo pare molto indeciso... Poi anche lui tornera' a piu' miti propositi e  decidera' per la bdc. Il venerdi, dato che il sito e le regole riportate non sono chiarissime (e dire che una bella esperienza!), dopo la registrazione, mi fiondo al briefing, dove il Race Director, Alessandri, spiega meglio le varie regole e soddisfa molte curiosita'.



La personalizzazione e' totale, comunque. Il marchio Challenge e' ovunque. E tutto sarebbe perfetto se magari anche il meteo lo fosse. Le previsioni per domenica permangono pessime, con freddo, pioggia, vento e mare mosso. Sabato lo trascorro prima godendomi lo Sprint di tarda mattinata con alcuni dei nostri che si fanno valere, poi aiutando i miei compagni di merende a ritirare il pacco gara, capire come usare il tutto e fare un giro per l'Expo, infine mettendo la bici nel parco chiuso.  


In serata splendida cena con le famiglie, riuscita perfettamente, con anche RunRobyRun (la nostra lepre dei combinati) e un paio di atleti della Triiron venuti a vedere la gara. A letto presto: domattina la sveglia non sara' antelucana ma non si potra' perdere troppo tempo: alle 8.40 e' prevista la chiusura della zona cambio.

La mia sveglia e' alle 6.30 (abitare a Ricicone e' un vantaggio, ma comunque devo arrivarci, a Rimini, e posteggiare nei dintorni della zona cambio) ma in breve sono sulla strada e alle 7.45 sono in zona cambio, con un bel cielo plumbeo, vento e il un bel mare mosso. La pioggia smette presto, ma continua a fare un certo freddo.

 


Siamo comunque tutti (o quasi, Giulia e Mirco decideranno di non partire) pronti alla battaglia (qui io e Luca), e sulla spiaggia (all'ultimo momento la Capitaneria di porto decide di modificare il percorso, accorciandolo un bel po' e facendo ritardare lo start) si scherza e si fanno foto. Macca McCormack e' sorridente e si presta a foto con tutti, peccato che il nostro fotografo sia disperso e non abbia anche io una foto con lui. Mi devo accontantare di Aldo Rock e Pier Giorgio nella prima e di Roberto, Alan e ancora Pier Giorgio sotto.

  

 



Alle 9.30 partono i PRO e le donne, alle 9.40 la mia batteria. Il mare ha una certa onda, non e' freddissimo, ma io non posso dirlo: sono stato ripreso perche' chi e' andato a San Francisco non ha diritto di parola sulla temperatura dell'acqua... A parte arrivare alla prima boa, contro corrente, il resto e' abbastanza natabile: esco in 28 minuti (dall'acqua) ma devo fare una bella corsa per arrivare alla bici (e il tappeto e' poco prima della TZ). Un cambio veloce (e distratto, mi rimane il nasello in bocca e dimentico gli occhiali: del resto fino all'ultimo non riuscivamo a capire come vestirci e avevo 300 cose dentro la sacca bike..) alla fine metto la Craft con windstopper e i manicotti, mi imbuco la cerata nel body e via.






Il giro in bici non mi regala nulla, come previsto su per Montescudo mi superano tutti, pero' so cosa mi aspetta e attendo paziente. In discesa recupero qualcosa, le strade sono chiuse e mi posso buttare a capofitto. Montegrimano la affronto a testa bassa, e a Montecerignone arriviamo fin su alla fontana, con sommo sadismo di chi ha disegnato il percorso. Manca solo la seconda scalata a Montescudo e devo dire che mi riesce bene. Alla fine temo piu' di spaccare il telaio per le vibrazioni fortissime che il fondo infame ci riserva scendendo. Poco dopo Coriano mi raggiunge Enrico, che -tanto per cambiare- ha forato anche oggi... Ridiamo a crepapelle e rischio di volare fuori strada.. Poi si butta verso l'arrivo, da come e' arrabbiato vuole spaccare il mondo nella mezza.... Io mi godo comunque le borracce personalizzate, ennesimo trofeo..


Impieghero' anche meno delle piu' rosee previsioni, e dopo un altrettanto veloce in T2 comincio la corsa. Pero' le gambe sono un provate, e ben presto cammino. Il lungomare e' soleggiato, ma la temperatura non e' eccessiva e (potendo) si correrebbe bene. Alterno corsa a cammino, anche in compagnia del Balestro, con cui fin dal nuoto ci siamo marcati stretti. E' bellissimo incrociare un po' tutti i miei compagni, darci di 5 e incitarci a vicenda. Poi Mirco, che non e' partito, urla come un matto, ed Eugenio fotografa a piu' non posso. Ogni tanto vedo anche Carla, che gira in bici, ma siccome tutte le volte che la vedo cammino, decide di non farsi vedere e mi segue di nascosto. Cosi' -in effetti- io corro di piu'.






 
Alla fine, dopo  tanto penare, anche io arrivo, e anche stavolta, con un bel salto, a suggellare la faticaccia.  Medaglia bella, devo ammettere. Maglia, anche: se non ci fosse stato il faccione di Macca, ancora meglio. La giornata finisce come era iniziata, con un acquazzone terribile che mi costringe a venti minuti di attesa sotto una pensilina che mi ha riparato un po'. Ma poi l'arcobaleno mi saluta, e posso tornare a casa piu' o meno asciutto. Il recupero non e' propriamente "atletico", ma sicuramente meritato.

 


lunedì 20 maggio 2013

Monte Grappa, BOforBO e StraRimini

Avevo scelto la scalata da Semonzo perche' la giudico la piu' abbordabile, intrigante e spettacolare fra le 10 possibili, essendo regolare e con poche variazioni. Certo, parliamo sempre di una ventina di chilometri con pendenze medie fra il 7 e l'8%, con qualche -lungo- tratto al 12/13%, pero' prendendo un passo si puo' mantenere senza grossi patemi, mentre altri versanti riservano tratti da brivido, e variazioni di ritmo anche importanti. Mercoledi, poi, sarebbe stato l'ultimo giorno di tempo buono, prima dell'arrivo di una serie di perturbazioni che impediranno di scalare il monte per un po'. Appuntamento dunque ore 11.00 al parcheggio della fontana di Semonzo (Borso del Grappa) con Leo e Matteo (new entry nel club dei salitomani).










 

Subito alla partenza mi sono accorot che qualcosa non andava, e mano a mano che salivo d'altitudine, la circonferenza del mio stomaco si allargava. L'amato yogurt di soya con l'avena aveva deciso di fermentarmi in corpo proprio oggi, e la situazione diventava drammatica tornante dopo tornante, rallentadomi il passo senza pieta', tant'e' che alla fine ero in cima in 2 ore e 40 minuti, un tempo troppo lungo per essere vero. Pazienza: purtroppo la mia immediata voglia di riscatto dovra' aspettare dopo Rimini e il bel tempo.

In serata non potevo mancare alla bella iniziativa della nostra Teresa -BOforBO- supportata dalla Polisportiva ai Giardini Margherita, in un centinaio ci siamo ritrovati per 2 giri di corsa per commemorare i morti nel vile attentato della maratona di Boston, e tutti avevamo i colori gialloblu, che sono quelli di Boston (oltre che quelli della Polisportiva). Pur provato (molto) dal Grappa ho voluto farli anche io. 



Riposo totale fino a sabato, dove l'assemblea del condominio mi ha privato di un altro giro del percorso di bici del Challenge, ma mi ha comunque consentito di fare un po' di bici (andata e ritorno da Riccione) e accompagnare Luca per una corsa in transizione dopo il suo test sul percorso, fatto inseime a Enrico (amico di Twitter), Jacopo, Giulia e Beppe.

Jacopo, Giulia e Beppe avrebbero poi partecipato, con me, alla StraRimini, mezza maratona arrivata alla 30a edizione (ed io speravo, invano!, che almeno per questa edizione una medaglia ce la regalassero...), scelta come lungo finale di corsa pre Challenge.





Per me e' stato un buon test, solo che mi dimentico sempre che qua si corre 30" piu' veloci al chilometro, e quando dopo poco mi sono ritrovato in coda e sorpassato da tutti, temevo di andare troppo piano....In realta' stavo correndo molto forte (per la mia idea attuale di passo), ma siccome mi ci trovavo bene l'ho mantenuto, ed anzi verso il finale sono anche riuscito ad aumentarlo (di qualche secondo...) nonostante il forte vento contrario sul lungomare. Bel percorso, con passaggio dentro l'aeroporto militare e, tranne qualche tratto (il lungomare, ad esempio), poche macchine. 1:55:38 (anche se il mio Garmin non e' d'accordo su quegli 8 secondi) il mio tempo finale. Vicini ai rispettivi personali Jacopo e Giulia (e secondo alcuni i 90 km in bici del sabato sarebbero stati deleteri..)

martedì 14 maggio 2013

40a Camminata Montanara di Vergato

Non e' che fossi proprio entusista di andare a 35 km da Bologna a fare una corsa di montagna, dura, muscolare. Ma non potevo fare altrimenti, dopo che mercoledi avevo dovuto interrompere l'uscita in bici per un forte mal di schiena causato dal sollevamento di 2 motori da condizionamento che mio padre ha avuto l'improvvida idea di comprare senza pensare che per me (e per lui) sollevare 50 kg non sono piu' uno scherzo. Faccio Ironman, non il facchino. e 50 kg tutti assieme mi ha provocato uno stiramento che solo una doppia seduta di massaggio vigoroso aveva -in parte- lenito.

Oltretutto sabato avevo l'ennesimo test del Challenge Bike Course di Rimini, dove io (!) avrei dovuto fare da Cicerone a gente venuta un po' da qua e un po' da la'. In verita' poi ci siamo ritrovati solo io Enrico e Claudio, due del Pasta Granarolo e quindi ero anche un po' sollevato per questo. Poi anche questo test e' stato monco, perche' il buon Enrico era fornito di ottime intenzioni (veniva da Cervia e doveva fare un lunghissimo) ma altrettanto trasudava sfortuna, tant'e' che gia' alle 10 aveva forato due volte, cinque alla fine della sua sfortunata giornata. 





Quindi -come detto- la Camminata Montanara mi "toccava". Definirla muscolare e dura fa immaginare solo vagamente cosa ci si puo' aspettare da una competitiva (io poi ho fatto la non competitiva, che pero' era lo stesso percorso...) che presenta oltre 400m di dislivello positivo, 3 chilometri di salita alla partenza e poi un vallonato con strappi spaccagambe. Per finire, 4 chilometri di discesa a rotta di collo, prima del meritato ristoro dopo il traguardo. 

Tutto questo intervallato all'assidua frequenza (il lunedi ed il giovedi... potendo anche il sabato) delle sedute natatorie di Thomas, che non ci pensa neanche lontanamente di farci cazzeggiare. 

E in un'ottica un po' conservativa che ieri sera sono andato a nuotare, dato che le gambe erano veramente dolenti, pensando, ahime!, di poter sciogliere un po' della fatica accumulata domenica. Niente di piu' illusorio, perche' ieri sera Thomas ci ha "aperto in due" con una seduta lattacida che ha peggiorato (se era possibile) la stanchezza delle gambe, perche' "lunedi palette" e' un dogma, ma il pullbuoy ieri sera no, e dunque le gambe dovevano lavorare. Eccome. 

Del resto, dopo le rituali vasche di riscaldamento ed esercizi, i 6 x 50m "allegri" (con start fisso a 1.10) seguiti dai 6 x 25m a cannone (e recupero di 1' affiche' l'acido lattico potesse depositarsi ben bene), come detto con le sole palette e ripetuto due volte, non potevano che uccidere un uomo morto. 

Oggi dunque il corpo reclamava riposo... Ma so bene che se mi fossi fermato domani il Grappa non lo potrei scalare, e dunque oggi con la sola forza di volonta' ho preso la bici e ho chiuso il giro interrotto mercoledi, perche' solo un itinerario inedito mi avrebbe consentito di non girare la bici e sfanculare tutto e tutti. Con molta calma sono arrivato a Vado, da li' sono partito per Rioveggio, Da Rioveggio ho preso la via per Monzuno ma al bivio ho proseguito per San Benedetto Val di Sambro, poi all'altro bivio ho seguito a sinistra Gabbiano - Valle. Da li' si arriva al crocicchio per Monzuno da dove sale anche la terribile Strada dei Cozzi, una delle salite piu' dure del bolognese. Sono cosi' ridisceso, chiudendo il giro in 2 orette molto tranquille. Paesaggio splendido, certamente un giro da ripetere. 




 






mercoledì 8 maggio 2013

E, nel mentre, cinquanta...

Si, perche' il 5 maggio ho compiuto 50 anni. Qualcuno dice l'eta' di mezzo (magari!) per me solo un anno in piu'. Con qualche celia di Carla, e degli amici ancora nei 40. Sara' che sportivamente mi ci hanno gia' infilato, ma oramai mi sono abituato al "50".

Cosi' ho deciso che diventasse una bella settimana di carico, iniziata lunedi con una seduta di nuoto possente (Thomas sta spingendo sull'acceleratore, adesso) e con la Camminata del Buongustaio il primo maggio, poi un mega combinato il sabato, con il consueto giro del Challenge Rimini Bike course la mattina (stavolta nel quasi definitivo assetto gara -Cervelo S5 e Zipp 303, mancano solo le appendici- seguita da una corsa di poco piu' di un chilometro (giusto per la firma) e dopo un rocambolesco ritorno a casa (con i miei genitori al seguito niente e' normale) serata in piscina, per la seconda seduta settimanale.



Nella foto, da sinistra: Alan, Matteo, Angelo, Jacopo, io, Piergiorgio, Gianmarco, Zeno e Leo.

E siamo a domanica. Il 5. Il mio compleanno, appunto. Visto che avevo corso poco dopo la bici, sono andato a Casalecchio dove er ain programma la corsa con A.N.I.O., Dodici km, molti nel verde del lungo Reno, tirato quasi a forza dal DOC, che non perde occasione per farmi far fatica a scopo dimagrimento. Oltretutto essendo neofita del Triathlon lui ha bisogno di supporto -soprattutto psicologico, visto che il nuoto lo terrorizza- e dunque oltre a correre abbastanza forte, con le gambe provate dal combintatone del giorno prima, ho dovuto anche parlare. O meglio, smozzicare parole con una certa logica. Fino a circa 7 km mi e' anche riuscito, dopo molto meno.

Carla, preso il coraggio a 4 mani, si e' lanciata nella JJRunning, la Corsa al femminile che si svolgeva in centro. 6 km per riprendere un po' di confidenza con al corsa. Un (altro) inizio, intanto.

Poi, finalmente "era la mia volta". Il pranzo per festeggiare i 10 lustri.Tutte le scelte primarie presentavano un'oggettiva difficolta'. Chiuso per turno la domenica. Cosi' (non certo scelta secondaria, ma "laterale") abbiamo prenotato dall'Aurora Mazzucchelli, Ristorante Marconi di Sasso M., pluripremiata e una delle stelle nascenti nel panorama culinario italiano, vista spesso su Gambero Rosso e famosa per le combinazioni ardite. 

Il ristorante ha pochi tavoli, in sala il fratello (simpatia non immediata, ma senz'altro personaggio). Ambiente raffinato ma non formale, quasi "ruspante". Io e Carla siamo, in verita', curiosi a tavola, e decidiamo per il Menu Aurora, e ci facciamo consigliare un vino "di rottura" (Pignoletto del 2006, un bianco "datato", secco, ma non passito).

Il menu' e' assolutamente stupefacente, intrigante e spiazzante, in certe combinazioni. Di sicuro non adatto ai tradizonalisti. Ma forse proprio per questo da vivere, come esperienza di gusto tout court. Il vino? Eh, beh la vera chicca: "sgurava" la bocca dal piatto precendente in maniera perfetta, e sebbene una leggera prevenzione, lo abbiamo finito, con grande soddisfazione, pure!