A Fabio, 5 aprile 2009.

sabato 26 gennaio 2013

Congiunzione Astrale

Decidere con qualche giorno di anticipo, in gennaio, di fare un'uscita in bici a Bologna e' un azzardo un po' come giocare in una slot machine di Las Vegas. Eppure, per una volta, la congiunzione astrale ha fatto un miracolo. Temperatura sopportabile (9-10 gradi), un pallido ma persistente sole, una grande compagnia a rallegrare quello che alla fine si e' trasformato in uno splendido allenamento. 

Da una settimana avevo spiegato ai miei "ragazzi" che intendevo fare un combinato, 2 ore di bici e un ora di corsa, proprio per prepararli mentalmente e fisicamente a come il fisico risponde a certi lavori, e siccome il "combinato" e' uno dei lavori piu' duri, ma anche piu' necessari nella preparazione di un triathlon, sono convinto che debba essere fatto "spesso". 

A maggior ragione da coloro che quest'anno hanno deciso di affrontare un Ironman o anche un mezzo Ironman. Ma ero anche convinto che pochi avrebbero risposto all'appello, soprattutto per la difficoltà di questo allenamento. Ed invece non solo hanno risposto tanti (alla fine eravamo 16!) ma ben pochi si sono astenuti dalla corsa in transizione, correndo allegri e convinti per la ciclabile di San Lazzaro che congiunge Pulce, San Carlo le Mura, Idice, La Cicogna e dintorni. 





Il ritrovo era un classico. La Pulce, 4 case in croce che danno il benvenuto alla Val Di Zena, appuntamento alle 10.45 perche' avevo un'altra cosa prima. Al Centro Natura, scelto da questo mese per riprendere confidenza con lo Yoga, che mi permette di allungare il mio rigidissimo corpo, in alternativa al palloso stretching, c'erano "le porte aperte", e una bella lezione gratis di yoga dinamico non me la volevo perdere. 

Cosi' mi sono presentato in perfetto orario davanti alla trattoria con gia' il parcheggio in fermento. Almeno una decina dei nostri triathleti (storici e novizi) indaffarati a preparare la zona cambio nei bauli delle auto, pronta per il ritorno dalla bici. Poi alle 11.00 eravamo al completo (anche puntuali!): Alan, Matteo, Leo, Roberto, Zeno, Luca e Federico, Angelo, Davide, Claudia 1 con Alberto e Claudia 2  con Marco, (il ciclista puro), e Vincenzo. Poi sulle rampette di Quinzano ci ha raggiunti Gianluca. 

Tutti scatenati in quello che doveva essere un allenamento ma che si e' dimostrata una gara, con scatti e contro scatti, almeno cosi' mi hanno detto, visto che fin da subito sono rimasto indietro, pagando la mia leggerezza nella scelta della bici (crono) con cui avevo si gia' affrontato questo percorso diverse volte, ma piu' in la' nella stagione (o piu' allenato che dir si voglia), e il 53-39 con un 25 dietro era un po' duro... Anche se ho cercato di difendere almeno l'orgoglio. 

Cosi' ho potuto approfittare della pazienza di alcuni che a Quinzano mi hanno aspettato, per rifarmi nella discesa della Valle Idice. Ritornato alla Pulce gia' i piu' veloci (Matteo fra tutti) erano gia' sul percorso di corsa, Zeno aspettava di mettere la bici nella mia auto, Alan e Angelo, invece, mi aspettavano per sapere il percorso (eh gia' mica credevo di rimanere indietro cosi' presto, io....) Bellissimo giro, poche macchine, sole e neanche troppo freddo a Quinzano (che e' sempre 600m....) Piu' fresco in discesa, ma una bella cerata ha protetto il tronco. 

Una rapida (per quanto possibile viste le condizioni e le 2 ore e 20 di bici) transizione e via di corsa, dalla Pulce giu' fino alla rotonda di via Scuole del Farneto, via Fonde' e via Vigano' a fare quadrato. 2 volte il giro (2840m recitano gli spay) e su di nuovo per la ciclabile che sfiora San Carlo Le Mura. Percorso protetto al 90%, ma i crampi oggi hanno tartassato me. Lo so: se non bevo e' praticamente certo che mi prendano. Prima al femorale destro e poi al sinistro. Per me quindi solo 6 km di corsa (beh, quasi).

Felicita' sul volto dei miei ragazzi, felice io per la bella giornata e l'ottimo allenamento. 



domenica 20 gennaio 2013

41a Galaverna

Che cosa spinga una persona ad alzarsi presto una fredda domenica di gennaio, piovosa oltretutto, a farsi (1) un discreto numero di chilometri per arrivare in questa localita' (Pianoro, che non ha nulla di interessante), dannarsi (2) a trovare un parcheggio, correre (3) in questo clima su un terreno in parte fangoso, prima in salita. Poi in discesa. Di nuovo in salita. Ancora in discesa. Un pezzo in piano (ma sotto una pioggia battente). Ed ancora, un ultimo strappo in salita, spacca gambe.

Che cosa MI spinga, dicevo, non ne ho idea. Ma sono qui, in questa tenda umidiccia condivisa con un certo numero di altri che come me sono pronti a correre (gia' passati dai punti 1 e 2), chi 10,5, chi (io) 14,7, chi quasi 17 ed anche (la maggior parte, si'!) 21 e mezzo chilometri. Per cosa, poi? Una pacca sulle spalle, un piatto di gramigna ed un panino alla salciccia. 

Oltretutto arrivavo da una settimana in cui le migliori intenzioni sono state tarpate dal meteo ancora indecente. Neve, freddo e nebbia. Quindi niente bici, che mi e' mancata, due sedute di nuoto che sono state abbastanza (anche se ho aggiunto una mezzora sabato al CUSB a salutare i vecchi compari), una seduta in palestra, in cui mi sono tirato anche troppo, e zero corse. Gia', zero corse. Boh! La settimana e' passata via senza che ne sentissi il bisogno. Mi ha degnamente sostituito Carla, che ha compensato con ben 3 sedute, una anche sotto la neve. 

Il nuovo ruolo di Chioccia mi si addice. Spingo gli altri a fare delle cose cui sono costretto -mio malgrado, anche se in parte- a sottopormi io stesso. Probabilmente se Matteo, il nostro tiramolla parmense, non fosse venuto fin qua a farsi 17 km nel fango della Galavarna io me ne sarei rimasto a letto (probabilmente mi sarebbero toccati 16 km con Carla nel pomeriggio). Quindi -ma non solo per lui- dovevo esserci. 

Ed eccomi: ore 8.45, parco del Ginepreto, si parte: io, Roberto e l'Ale, la moglie del Rosso. La Galaverna non illude. Parte subito in salita e tale rimane 3 km, anche a doppia cifra. A quel punto ci sarebbe un ristoro, ma servono SOLO vin brulee'. Se vuoi l'acqua mangia la neve. A sinistra 14,7 o 21,5 km. A destra 10,5 o 17 km. Quest'anno andiamo a sinistra. Un'incognita, dato che le volte precedenti ero sempre andato a destra.

La strada, prosegue per un po' in leggera salita, poi si gira a destra e si scende a rotta di collo nel fango misto neve. Comunque un paciugo. Un ponte e si risale. Paciugo uguale ma scivoloso. Le Newton Terra Momentum hanno abbastanza grip, ma sono anche un po' consumate. Per un po' non scivolo ma poi mi arrendo e cammino. Chiaramente non e' che cammino solo per quello, il cuore e' letteralmente uscito dal corpo e mi ha fatto un garbato gesto dell'ombrello.

In cima siamo di nuovo al primo bivio. Ecco, adesso che ho le mani congelate e sono bagnato con un pulcino, un po' di vin brulee' caldo mi farebbe piacere. Ma e' tardi ed hanno gia' sbaraccato. Benissimo, adesso c'e' la discesa spacca gambe. Arrivo in fondo che non sento piu' le caviglie (chiaramente la discesa ha delle curve) oltre che le coscie. Ma qui c'e un altro ristoro, imperdibile. Cioccolata bollente (ci sono 2 gradi, bravissimi), crescenta, girelle e bastoncini kinder. Da starci il resto della mattinata. Ma dobbiamo andare, siamo a Pianoro vecchio e mancano 5 km al traguardo, a Pianoro nuovo. 

Un dubbio di un paio di secondi mi prende alla deviazione per allungare fino a Guzzano, ma poi decido per il traguardo diretto: piovono catinelle d'acqua, i piedi sono bagnati spolti (anche il miglior GoreTex ha dei limiti) e le mani non le sento piu'. Prima del traguardo un altro ristoro (the caldo) fisso ed uno volante, davanti alla fabbrica di Borbonese: altri cioccolatini. L'ultima salita (o fatica?) ed eccomi arrivato. Del traguardo neanche l'ombra: neanche un cartello: niente. La soddisfazione e' solo intima, qua. Ma immensa. Poi via di corsa in tenda a cambiarsi. Anzi no, stavolta faccio il signore vado al coperto, dove fanno le premiazioni e il ristoro finale, quello del gramigna e della salciccia.








domenica 13 gennaio 2013

2000m di lentezza, Spartans, Sassoleone e Mascarino

Ancora un po' depresso per l'ennesima ricaduta ai nervi della pianta dei piedi, anche se stavolta ci ho messo tanto di mio, cambiando le scarpe da passeggio (un paio di usuratissime K-Swiss avevano lasciato il posto a delle durissime Saucony Triumph 8 che non avevo mai usato per correre) e tentando per una settimana di abituare comunque il piede, lunedi' ho deciso di provare anche io a cimentarmi nel 2000m a nuoto continuato in vasca da 25m, come ho prescritto ai cavalieri della Brancaleone Armada, quale indicazione per me dei nostri  tempi negli allenamenti futuri e per fare del sano, vecchio "fondo". 

Come sparring partner avevo ingaggiato Leo, il cinno, anche se non nella medesima corsia. La piscina doveva essere la Record, ma quella mattina e senza preavviso, era chiusa, e dunque abbiamo varcato a carissimo prezzo (7 euro, un furto) la porta della piscina  Spiraglio, dove ho nuotato anni nella loro squadra master, ma essendo passato alla concorrenza non ho diritto piu' a nessuno sconto. Avevamo anche scartato la piscina dello Stadio perche' sempre troppo piena. Oltre che essere dall'altra parte di Bologna.

Tutto questo per dire che ho fatto i miei 2000m in un tempo assurdo), quasi 43 minuti (mi aspettavo 40, 40'30" massimo), che vuol dire quasi 2'08"/100m. Il mio stato depressivo e' arrivato a livelli massimi tanto che per tutta la settimana non mi sono minimamente allenato, cercando dare un senso a questo fallimento (ritengo il nuoto il mio sport piu' forte nel triathlon, dato che in bici regalo soddisfazioni a chiunque esca con me e di corsa ho un'autonomia limitata oltre che un passo da tapascione).

Oltre a cio' la politica del CUSB riguardo la squadra master di nuoto (nonostante giuramenti e assicurazioni varie) sembra quella di smantellamento di una validissima squadra (oltre simpaticissima), e quindi in settimana e' stata anche quella di un altro cambiamento epocale, quella del cambio squadra nuoto, passando agli Spartans, che se a livello di agevolazioni offrono certamente meno del CUSB, almeno ho 5 giorni per nuotare ad un orario piu' umano (20.20) e per un tempo piu' prolungato (2 ore ogni seduta). 

Lo ammetto, mi provoca sempre un certo mal di pancia cambiare squadra, lo considero un mio fallimento, e mi dispiace sempre lasciare un gruppo con cui ho condiviso allenamenti e gare. 

Quindi solo sabato sono riuscito a fare qualcosa che assomigliasse ad un allenamento, e in compagnia di Fabio con una temperatura che oscillava fra i 2 ed i 4 gradi abbiamo raggiunto Sassoleone da Castel San Pietro, e finche' era salita si stava anche bene. Il ritorno (sebbene questa salita non sia proprio una vera propria salita, ma piu che altro una strada vallonata che in 26 km si alza dolcemente di circa 500m) nei tratti in discesa era veramente da brividi (di freddo). 

52 chilometri abbastanza allegri, ma non tiratissimi, come devono essere a meta' gennaio. Oggi, infine, la Camminata dei Presepi di Mascarino, un classico di meta' gennaio. Tempo discreto, solo una leggera foschia. 56'13" per 10,14 km: senza infamia ne' lode. Ma almeno i piedi non mi hanno dato fastidio. 

mercoledì 9 gennaio 2013

IM Florida 2006 - I remember

A Winter IM - Un IM invernale

29 ottobre: Panama City Beach. Dopo un viaggio piuttosto pesante siamo finalmente nell'appartamento SE1011 del Condominio SUNBIRD, ad un tiro di schioppo dalla TZ dell'IM. Anche se e' stata dura, perche' partiti da Bologna alle 6 e 20 (quindi alzatici alle 3), arrivati alle 8 e 40 ad Amsterdam, siamo ripartiti per Memphis quasi alle 2 del pomeriggio (e meno male che ci siamo potuti rilassare in una Vip Longue!), siamo arrivati a negli Usa che in Italia era gia' oltre mezzanotte ed infine a Panama City alle 21 locali (le 2 in Italia).

Gia', quindi il viaggio pesante, poi una volta arrivati avremmo dovuto raggiungere Panama City Beach (5 km) trovare il Sunbird e prendere possesso dell'appartamento. E infatti la cosa non e' stata semplice. La reception del Sunbird era chiusa (un cartello avvertiva di rivolgersi al Beachfront) una volta la' un altro cartello ci dirigeva al condominio del BF, e finalmente Jessica, occhi grigi e nonna veneziana, ci dava le chiavi. E le istruzioni.

Infine, la casa e' accogliente e spaziosa ma vuota di generi di conforto, e quindi siamo riusciti per andare a fare la spesa. Per fortuna vicina. Uh, che  giornata pesante.

30 ottobre. Panama City Beach. Le fatiche del viaggio sono svanite! Un cielo terso un mare verde smeraldo piatto si paventano dal nostro balcone. Che spettacolo! Ho gia' contattato Pasqualone (Pierluca Pasquali, che con Aldo Nobili e me fara' questo IM, Paolo Corinaldesi , invece, e' qui perche' il 12 novembre fara', a Clearwater la finale del 70.3 ovvero la Kona dei mezzi IM) e stamattina andremo a montare la bike. Gia', e cosi' ci prenderemo la prima fregatura: 60 dollari per 10 minuti di lavoro! Steve's sulla 23ima, ricordatevelo, non ci andate!

Quindi siamo andati a prendere un caffe' e un pan cake, cosi' il nuoto lo faro' domattina appena sveglio, poiche' i vari cantieri dei palazzoni in costruzione attaccano alle 6 e mezzo, e non consentono di stare in panciolle. Poi faro' -come da tabella- allenamento in bici. Un'oretta per provare il cavalcavia che rappresenta la massima difficolta' del percorso in bici, oggettivamente facile, come abbiamo visto nel pomeriggio, io e Carla, facendone l'intero tragitto in auto.

31 ottobre, Panama City Beach. Solita sveglia (alle 6.45) per  i lavori nel palazzo in costruzione di fronte, cosi' ne approfitto per fare un bel 20 minuti di nuoto, prima di un'abbondante colazione. Poi, sentiti Pierluca e Paolo (Aldo arrivera' domani) decidiamo per un “sessantello” in bici, giusto per vedere come va la gamba. Paolo  va forte, tanto lui ha la gara il 12, e Pierluca, abituato alla scia gli si accoda. Io preferisco stare solo, cosi' in pochi km mi lasciano indietro. Poi arrivati al cavalcavia, vedo Pierluca che torna indietro, ma non Paolo. Cosi' tracheggio un po', e capito di essere solo mi faccio 5 volte il ponte in SFR, poi rientro. 50 km in 110 minuti. Nel pomeriggio un bel giro fino a Destin per compere nei factory stories di Guess, Banana Republic e altri.

1 novembre. Panama City Beach e Talahassee. Stamani, dal momento che alle 6 e mezzo eravamo gia' svegli, ne abbiamo approfittato per una corsetta di mezzora, ma la mia schiena mostra segni di stanchezza: sono praticamente bloccato. Oggi aprivano le registrazioni, e per non perdere tempo, alle 10 sono in fila: in pochi minuti sono dotato di ogni cosa per la gara. Dopo un piccolo giro per l'expo raggiungo Carla in spiaggia, ma e' veramente troppo caldo: cosi' dopo poco torniamo in casa, pranziamo e partiamo per Talahassee. Destinazione Abercrombie & Fitch, una catena di negozi di abbigliamento molto conosciuto, qui, e molto ricercato dagli italiani, anche perche' non esiste un rivenditore in Italia.

2 novembre Panama City Beach. Uhm... Un vento freddo sta sferzando la zona. Stamattina era fresco, stasera gelido. Mattinata in giro, perche' oltretutto la schiena mi fa malissimo. Nessun allenamento e' possibile. Ed anche per la gara non la vedo bene. Abbiamo girato per le expo alternative e abbiamo trovato le Burn 3 della Brooks a 69 dollari, ovviamente non le abbiamo lasciate li'. Nel pomeriggio Carla e' andata in spiaggia mentre io mi riposavo. Poi Carbo dinner bello carico e tante chiacchiere, alla fine abbiamo lasciato perdere alle 7 e mezzo.

3 novembre. Panama City Beach. Un freddo incredibile. Raffiche di vento gelido impongono un ripensamento al vestiario per la gara e sono costretto a considerare piu' cose da indossare. Dopo colazione vado a vedere il famoso stand Gatorade dove danno bibita e borraccia. Poi mi dirigo verso la colazione gratuita offerta dalla chiesa locale, ottimi pancake allo sciroppo d'acero e bangle con formaggio Philadelphia! Meno il caffe', ma “a caval donato....”. Ritornato alla casa prendo il pc e mi collego al web, ma poi anche Carla vuole assaggiare la colazione free.

E' quasi ora di fare il check in e ne approfitto per comprare i flip flop per le scarpe, e incontriamo Pierluca, Paolo  e Ironobili (Aldo Nobili), 2 chiacchiere e poi torniamo a casa, per prendere bike e sacche, che porto alla TZ, mentre Carla va in spiaggia. All'una torno a casa e mangiamo. Poi attesa per la cena e la gara.

4 novembre Panama City Beach, l'IM -DAY. Gli IM sono uguali e diversi a se stessi. So benissimo che andare prima delle 5.30/6 e' inutile, eppure alle 5 e 20 fremo per uscire.... Fa un freddo incredibile. 6 gradi appena, e il vento non si placa. Sono ancora indeciso su cosa mettermi una volta uscito dal mare, e per sicurezza prendo anche la Skinfit rossa. Poi ci avviamo, e' un flusso continuo che converge verso la TZ, Ancora piu' facile, qui: neanche arrivati che i body painter sono talmente tanti che sono disoccupati!

Un vento freddissimo sferza di continuo, e si fa fatica a maneggiare le cose, per via del freddo. Mi metto la muta in fretta, con l'aiuto di Carla, e mi avvio all partenza. Sono le 6 e 25. Ho deciso, dopo il nuoto partiro' con lo Skinfit rosso, tanto una gran temperatura non diventera' (max prevista, 16). Paradossalmente la sabbia e' gelata ma il mare e' caldo. Tremo dentro la muta, e per stare meglio entro in acqua. Solita partenza differita e anticipata per i pro, (10 minuti) e dopo un solenne inno, alle 7 in punto partiamo.

Il mare e' mosso, e dopo 3 bracciate il lombare urla tutto il dolore... sono costretto ad una bracciata monca. L'onda tira a destra ma mi ritrovo a sinistra delle boe, ovvero dentro il perimetro delle boe, con la gente che mi arriva addosso dappertutto. E' una tonnara come al solito, ma piu' disordinata e maleducata del solito. In breve arrivo alla boa di giro (un rettangolo da ripetere 2 volte) e subito noto che i controlli sono assenti. Decido comunque di “toccare” la boa (sono sempre a sinistra, e girarci attorno sarebbe stata lunga :-)) cosi' come alla seconda boa di giro. Arrivo al primo giro in 36 minuti senza nasello perche' uno me l'ha strappato via con una bracciata vigorosa, e con un crampo.

Sono gia' molto incavolato. Il secondo giro e' duro, sono sempre circondato di nuotatori della domenica, che mi arrivano addosso, mi passano sopra.... Una medusa, rosa, placida galleggia nel mare sotto di me. Speriamo che sia l'unica. Lo sara', per fortuna.  Finisco in 1.19, un po' frastornato e gia' infreddolito. 




Sento una voce “Vai Fede!”, mi giro ma non vedo Carla... Ma non c'e' tempo da perdere, mi faccio sfilare la muta, prendo la sacca bike e mi infilo nella tenda cambio: un girone dantesco con tutti che cercano un angolo per cambiarsi, vestirsi.... Mi infilo un giornale sullo stomaco, non voglio rischiare... Il freddo e' incredibile.

Impieghero' 9 minuti, ma mi sono sembrati ancora di piu'. Avevo legato le scarpe alla bici per fare prima e non correre con le scarpe magari rischiando di rompere le tacchette, e una volta uscito dalla zona cambio sono talmente cotto che non riesco a partire.. Niente: ho dovuto smontare le scarpe dai pedali, indossarle e finalmente riesco a partire! Il vento dovrebbe aiutarci un po', ma con tutti questi palazzoni il vortice e' tale che e' sempre contro, mi devo rassegnare. Poi su verso nord e poi ad est. Per 90 km il vento sara' sempre contrario (o quasi) ma si va benino. Cerco se posso di approfittare di qualche protezione (non scia), dal vento ma dovrei stare a destra per stare sottovento e chi mi supera non mi aspetta...




Comunque vado bene, anche i piedi sono in buone condizioni. Provo a forzare, tanto so che di corsa non andro'. Arrivo finalmente a girare verso sud ed e' un' altro andare: 35/38 all'ora! Intanto mi fermo a fare pipi' e a mettermi le calze. Le dovro' togliere (al volo) dopo pochi km perche' mi fanno caldo (sopra ho sempre freddo). Le gambe, poi sono gelate: se becco quello che ha detto: “Tanto alla gambe non si ha mai freddo!”

Intermezzo con sospetto insetto, mi tolgo al volo il caschetto, e constatato che non ho nessun ospite, riesco con difficolta' a rimetterlo...Ma riesco a non fermarmi. Spero che non passi il giudice proprio ora! Anche se qui i controlli sono scarsi, hanno la macchina fotografica e ben difficilmente si scappa alla penalty. Al 150imo km incontro Andreas (Fink, conosciuto in Canada, bolzanino giramondo per gli Ironman, questo e' il suo quinto...) sdraiato sul prato, poi scopriro' che ha forato per la seconda vola e sta aspettando il meccanico.. Alla fine impiego 6.18, (28.9 kmh di media) e sono contento perche' non sono distrutto. Carla era davanti all'hotel e non si aspettava di vedermi arrivare cosi presto e tutta contenta si affretta per l'uscita di corsa.

4 minuti e mezzo per passare alla corsa, fa ancora freddo e decido di correre cosi'. Poi dopo, nella special needs ho i guanti e la maglia del Pasta Granarolo per l'arrivo. Carla e' riuscita a vedermi partire, e mi impone di correre... Va beh, per accontentarla faccio la mezza in 2h e 40, corricchiando e anche i piedi non vanno malissimo, solo una paio di soste per massaggiarmeli.


Al giro di boa impongo un massaggio ai piedi a Carla. Prendo la maglia dalla Run Special Needs e riparto. Al 25 km cammino. Forte, ma cammino. Sara' dura. Arrivo al giro di boa dei 32 km un po' desolato, forse non riesco a battere il mio record... Riprovo a correre: durissima. Alla fine correro' l'ultimo miglio, con la forza della disperazione. Poi, al solito, il delirio, la medaglia, la maglia, e Carla, stavolta vicina....



Cerco la tenda dei massaggi e mi infilo nella tenda medica, sdraiato quasi a forza mi stanno per mettere una flebo quando capisco di aver sbagliato: mi consola sapere che vestito con medaglia sono 181 libbre, poco piu' di 81 kg e mezzo. Esco di corsa, ma del massaggio devo farne a meno, freddissimo e vento ci costringono a trovare in fretta il ristoro del cibo e a salutare Andrea Fink (arrivato nel frattempo) e Aldo Nobili, che, in odore di Kona (5° di categoria), cerca di sapere quanti slot ci sono per il suo age group.

Ho finito il terzo IM del 2006 (il mio sesto assoluto), ma chi lo avrebbe detto?


5 novembre Panama City Beach. E' il day after ed i postumi sono notevoli... Non appoggio il piede sinistro, per via della tallonite, in piu' le gambe fanno malissimo. La schiena e' a pezzi, ma il resto e' ok :-) Ancora non mi capacito del tempo a nuoto  di Pasquali, 52' (5° tempo assoluto, PRO inclusi)... Ma come avra' fatto?

Mangio malissimo (ovvero di tutto e di peggio, da un hamburgher al McDonalds, ai Cinnnmom Rolls, da una coca a liquidi improbabili), ma il giorno dopo e' sempre cosi'... E dopo essere andato all'expo per le foto ed il certificato ritorniamo a casa dopo esserci complimentati con Sebastian (Pedraza, un pro argentino naturalizzato italiano) per il suo risultato. E' ora di fare le valigie: facilmente ripongo, smontandone i pezzi principali) la bici nella valigia, e comincio a radunare le altre cose. Siamo partiti con una valigia e mezza, ripartiamo con due valigie strapiene... Miracolo degli Stati Uniti....

Alle 5 e mezzo, puntuali, andiamo all'Award party, e dopo aver “cenato”con Sonie (Jongstra, pro olandese conosciuta a Memphis all'andata), discorrendo di IM, salutiamo la compagnia. E' tardi, ma ancora abbiamo fame e mangiamo (per finirla...) l'insalata rimasta e beviamo delle sontuose Bud.

6 novembre, in volo. Le comiche. Stamattina ricevo un SMS da Pasquali dove mi chiede se possiamo dare un passaggio a Nobili. Ovviamente si, e' gli do appuntamento per le 12 e 30. Mi richiama e mi dice che Aldo prende un taxi perche' e' troppo presto. Noi, intanto siamo a Panama City allo Starbuck a goderci un Frappuccino con panna (Creamer). Richiama ancora e ci dice che ha cambiato idea, ancora, e che e' ok, viene con noi. Quando stiamo per ritornare verso il Long Beach, il loro condominio, ultima chiamata, prende un taxi.... Vabbe', noi proseguiamo per downtown Panama City, assolutamente anonimo.

Come il Big Mac Meal (Menu, da noi) che vorremmo gustarci, ma ahinoi ci rovina la giornata, rimanendoci sullo stomaco per un bel po'. Una volta era carne eccellente e le patatine erano mitiche... Ora la qualita' e' pessima! Infine in aeroporto, ed ora in volo sull'oceano. Saremo ad Amsterdam alle 11 e mezzo locali, quindi sara' un volo un po' piu' corto per via del vento in coda. Ultimo brivido, come spesso accade, la mia bici e' rimasta a Panama City, arrivera' domani. Vabbe', ora la gara l'ho fatta, non ho piu' fretta!

lunedì 7 gennaio 2013

Ma poi ritornano...

Credevo di aver limitato il problema ai nervi a distanze "dignitose", e che almeno una mezza me la potessi godere senza troppi patemi. Ma mi sono sbagliato, di grosso.

Dopo due intense (per essere gennaio) sedute di bici, una in pianura, massacrato da Eugenio e Alan, di cui ho gia' parlato, sabato ho replicato, su per la Val di Zena, con altri triathleti della Polisportiva. Ovviamente nessuno sarebbe venuto a Crevalcore per la mezza cosi' hanno pestato sui pedali come fabbri. Giro classico: Pulce, Quinzano, San Benedetto del Querceto, Valle dell'Idice e ritorno alla Pulce.



  
 

Presenti Luigi, Paolo, Fabio Vincenzo Roberto e naturalmente Leo, che non potendo correre non si perde un'uscita in bici o una seduta a nuoto. Sessanta chilometri di buon passo.

Dunque non avevo le gambe freschissime, per affrontare una mezza maratona di corsa, ma il mio metodo di allenamento prevede il superamento di certi limiti, soprattutto mentali (perche' alla fine tali sono) che l'atleta non professionista si pone.







E difatti fino al 16imo chilometro, contando che ho fatto solo 4 sedute di corsa post Ironman, il passo era perlomeno dignitoso (certo i sub 5 al chilometro me li sogno) con una tenuta del 5.40/km in agilita'. Con una previsione di sub 2 ore abbondante (1:56/1:57). Nonostante il fondo per lunghi tratti fosse sterrato, e un doloretto fisso sempre al piede, tanto per non smentirmi, ma nella parte superiore, laddove probabilmente l'ultima delle storte ha lasciato qualche danno.

Il freddo umido, sebbene nel resto d'Italia risplendesse un sole limpido e temperature primaverili, dato che la nebbia impediva al sole di fare capolino ha probabilmente peggiorato il tutto, e quando sono arrivato al 16imo chilometro e' cominciato il mio (solito) calvario. 

Dapprima la sensazione e' di correre con un sasso, piatto, sotto il metatarso. Poi piano piano le dita si intorpidiscono, fino a che spuntano le prime fitte come scosse. A volte basta che cammini per un po', e il dolore diminuisce, a volte no devo proprio fermarmi. 

Ieri ho solo rallentato, camminando, e quando il piede (destro) ha ripreso sensibilita',  ho ripreso a corricchiare, ma il danno era fatto e mi sono trascinato al traguardo amareggiato, considerando le belle sensazioni di Cozumel dove avevo sofferto pochissimo (e praticamente solo in bici). Dovro' convincermi una buona volta ad allenarmi di corsa con il contagocce.

venerdì 4 gennaio 2013

Scavallando fra il 2012 ed il 2013

Ultimo giorno dell'anno di corsa. Io e Carla abbiamo approfittato della bella giornata per una sgambata ai Giardini Margherita, dove le intenzioni erano di 50' lenti seguiti da 10 x 100m in allungo. Appena arrivati al Parco io, come al solito, mi metto a correre del mio passo, superando anche alcuni che gia' correvano. Uno di questi, mi si mette sui talloni e corre dietro di me silenzioso. Ovviamente ero partito un po' forte per scaldarmi (intorno a 5.30/km) e il cercare di togliermelo di torno mi e' sembrata un'ottima sfida. Se mi giravo non lo vedevo in faccia, tanto era attaccato. 

Cosi' ho cercato di strappare piu' volte, in salita, in discesa, nei tratti piani. Niente: sempre li', sui talloni. Neanche quando abbiamo incrociato un suo amico che lo ha salutato per nome (Ciao Luca!) mi si e' accesa la lampadina... Niente da fare, non capivo chi potesse essere, sebbene capissi che era uno che mi conosceva... Ho tentato pure il jolly, varcando il cancello mi sono diretto su via Gandino in salita: di solito un podista non resiste troppo alla salita! 

Niente da fare. E' rimasto li'. Solo alla fine dei (miei) 50' si e' palesato come un ironman con cui abbiamo diviso diverse gare, ma sopratutto lui e' discretamente forte come ciclista da salita.... Beh, ho potuto fare un 'ottimo allenamento grazie a questo stimolo... imprevisto.

Il Capodanno, stavolta, e' stato meno dannoso del solito (sotto l'aspetto "mangereccio") e una discreta cena (ottima per essere il cenone) ci ha coinvolto al ristorante Zi' Rosa, al porto di Riccione. Ottima compagnia, mia cognata e suo marito Roberto.








 

 


Mezzanotte in piazzale Roma con un Taittinger super, e tanta musica anni '80, e noi, ovviamente, a ballare scatenati. 


Un bel sole ci ha accolto nel 2013,  immancabile la passeggiata sulla spiaggia dove diversi temerari, singolarmente ed in gruppo hanno fatto il tuffo bene augurante.




Mini vacanza, perche' in serata eravamo gia' a Bologna, ed il 2 gia' in piscina io. Ieri trasferta in quel di Riccione, di nuovo, ed oggi ho potuto risalire in sella per un giro di pianura sull'amata crono bike. Sparring partner Eugenio ed Alan due nuovi acquisti della Polisportiva che il prossimo anno si faranno valere. Sotto, nella prima foto, pronti a partire, il "cancello scorrevole" (a sinistra, cit. Roberto) a fianco della mia crono bike, e come eravamo alla fine. Eugenio distrutto per 61 km, io un po' meno (ma gli occhiali mascherano...)




Questa foto qui sotto a monito se mai si comprano dei guanti non proprio isolanti...