A Fabio, 5 aprile 2009.

giovedì 24 ottobre 2013

Hawaii 3

Domenica 20, lunedi 21, martedi 22, mercoledi 23 ottobre

Prima di goderci la spiaggia di fronte all'hotel decidiamo di fare il giro dell'isola, la parte ovest, quella piu' corta, con i rimomati resort (sono stati inventati qua) tutto lusso e "facility", pero' sempre con le spiaggie comunque pubbliche. Quindi accessibili da chiunque.

La prima parte e' piuttosto noiosa, almeno fino a Lahaina ed anche fino Kapalua, poi la strada si stringe, i resort scompaiono e la costa diventa piu' selvaggia e anche il tutto e' piu' bello. A questo punto inizia una strada costiera molto stretta fino al punto che per alcuni chilometri e' praticamente senso unico alternato, dove sebbene siano numerosi gli "slarghi", la capacita' del guidatore medio americano va in crisi.


 
 

Ed  e' in un punto imprecisato di questa strada a senso unico alternato che succede il patatrac. Io sono dietro ad una jeep, guidata da un ragazzo, quando mi accorgo che stanno arrivando 2 auto in senso contrario e decido di fermarmi in uno slargo a destra, mentre a sinistra c'e' una specie di marciapiede.

L'imbranato americano che fa? Marcia indietro e si mette sul marciapiede poco avanti a me, praticamente ostruendo la strada. Le 2 auto in senso contrario -ovviamente- non passano, il giovane imbranato fa orecchie da mercante. Allora decido io di farmi un po' indietro, andando a strisciare l'auto contro un palo della luce.

Andavo a velocita' tartarughesca, ma l'auto e' bianca, il palo di legno risultato,  una bella riga sul parauti posteriore. Chiaramente per 4 giorni non avevo fatto l'assicurazione, per cui dovro' pagare il danno in toto, e le bestemmie si sprecano (piu' verso il giovano imbranato che al cielo, in verita').

Dopo circa 30 km la strada riprende le sembianze tipiche americane: bella, ma ne abbiamo abbastanza. Torniamo a Kihei, e ci godiamo il sole ed il tramonto. Cena "casalinga" a base naturistica: c'e' un magnifico supermercato (Natural Food) giusto a fianco dell'hotel...

Gli Americani ci stupiscono sempre: decidono che il naturale sia sano, ecco che -come funghi- sorgono negozi ad hoc con cibo naturista (o pseudo) dove la parola d'ordine e' "natural", anche se flavoured. Aromatizzato. Vaniglia, Cannella, ecc. Sapore naturale, zero. Quanto alla fauna che frequenta certi posti, beh, la versione opposta dell'obeso. Sempre comunque un'immagine malsana...

Scottati dall'esperienza negativa del tour automobilistico sulla Kahekili Hwy, decidiamo che l'isola l'abbiamo vista. Ci sarebbe una parte a sud, Hana, che sembra molto bella, ma Maui, sinceramente, non ci piace per nulla. Troppo selvaggia e forse retro', da una parte, troppi resort dall'altra. Boh, non vediamo l'ora di tornare a Kona.

Quindi gli altri giorni alterniamo spiaggia a passeggiate lungomare, provando a cena il Sansei (ottimo) a base di pesce, e l'Ami Ami, aperto da poco, fusion ma affascinante. La Bistecca e' da urlo.




 


Oggi, 23 ottobre siamo ritornati a Kona. Quando abbiamo prenotato i voli "interni" non capivamo perche' da Kona ad Honolulu il volo era di mezzora, lo stesso tempo del volo da Maui a Kona... Solo che da Honolulu a Maui ci sono altri 25 minuti di volo.... Insomma -ci siamo chiesti, perche' ci impieghiamo lo stesso tempo a fare meta' strada?

Oggi abbiamo capito perche'. Riportata la macchina al noleggio (e salvati dal pagamento della strisciata, giudicata non importante),  l'autista della navetta ci chiede la compagnia aerea. Carla dice Go!, ma io correggo dicendo che e' la Mokulele, al che l'autista ci chiede dove andiamo.... Kona, ripsondiamo e lei ci dice che e' la Mokulele, con i suoi bei zinzalini da 10 posti. E ride... Io non credo a quello che sta dicendo...

Anche Carla dice che si sbaglia ma non c'e nessun errore, prenderemo un Cessna Caravan da 10 posti, senza screeneing TSA (nessun controllo ai raggi x) ma solo la pesa dei bagagli e... di noi stessi. 8 passeggeri, oggi, pilota e copilota e stop. Un "zinzalino" che balla un po' al decollo ed in atterraggio ma con formalita' zero. Divertentissimo.




 

E dunque siamo a Kona, ed e' come essere tornati a casa, dopo la rutilante Waikiki-Honolulu e la "diversa" Maui. Certo che senza il triathlon e' un po' morta, ma per un giorno non cambieremo opinione. Siam giunti al termine della nostra vacanza per il World Championship. Torneremo a Bologna a malincuore, le Hawaii sono veramente quello che si legge in giro o si possa immaginare ovvero il paradiso, con le comodita' della civilta' ma anche la possibilita' di stare in posti selvaggi. A scelta. Mahalo, e Aloha.





 

 



domenica 20 ottobre 2013

Hawaii 2



Mercoledi 16
Oggi decidiamo per un tour culturale di Honolulu. Noi infatti siamo a Waikiki, che e' come dire Riccione per Rimini. Decisi a sfruttare i mezzi pubblici ci armiamo di dollari cash (e contati, 2 e mezzo a testa), e ci mettiamo ad aspettare uno dei numerosi autobus (13, 2 o 19, fra gli altri), giusto di fianco al nostro hotel.

Con un viaggio piuttosto lungo e pieno di fermate, arriviamo nella zona dei (pochi) monumenti: statua dei vari re che c'erano prima degli americani, palazzo del Senato hawaiano, musei e palazzi storici, tutti chiusi, comunque, per lo shutdown. L'unico aperto e' il sito storico dei missionari, cui decidiamo di accedere, ma in poco siamo pentiti, dato che le descrizioni fornite della guida (solo tour guidato e "blindato" fra le varie sezioni) che ci obbliga a stare delle mezze ore a sfarci piegare anche troppo minuziosamente le varie fasi della "conquista" religiosa da parte dei missionari ci distrugge ed inquieta. Alla prima possibilita' scappiamo.










Proseguiamo, e finiamo il notro giro a Chinatown, non certo memorabile, e riprendiamo il bus per Waikiki senza ripagare, perche' il biglietto dura due ore (e l'autista dell'andata ce ne ha regalata una in piu').

Al pomeriggio, dopo esserci strafogati in un All-You-Can-Eat giapponese, ci dedichiamo alla spiaggia e al tramonto, decisamente affascinanti. Cena a base di insalata comprata in uno dei numerosi ABC shop che vende di tutto a fianco dell'hotel.


Giovedi 17
Tour dell'isola, che vale sicuramente la pena. Ma prima, nonostante una colazione base ci sia offerta dall'hotel, propendiamo per il collaudato bran flakes + latte che ci accompagna da quando siamo arrivati qua.  Dopo aver noleggiato un auto dietro l'hotel, con varie soste alle varie spiagge, look out e localita' piu' o meno famose, fra cui Haleiwa, citabile per Matsumoto, che vende ghiaccio "rasato" ovvero ghiaccioli colorati. Poi il suo business consiste anche in "apparel", magliette e vari ammenicoli che vende a giapponesi impazziti di gioia.







Diversamente da Kona, decisamente piu' "USA", Oahu, l'isola di Honolulu, e' giapponese. Insomma quello che non riuscirono a fare nel 1941 adesso e' pienamente riuscito, con frotte di giapponesi che arrivano quotidianamente. Non solo, ma ristoranti sono per la maggior parte Sushi Bar o Teppanyaki, e moltissimi commessi parlano giapponese.

Ovviamente le maggior marche fashion hanno subodorato l'affare e hanno uno o piu' negozi qua, regolamermente assediati da giapponesi. Vedere poi -con 30 gradi- che minute giapponesi, coperte dalla testa ai piedi per ripararsi dal sole indossano con nonchalance stivali UGG con il pelo, lascia un po' sbigottiti. Ceniamo ancora in camera con insalata di ABC.


Venerdi 18
Oggi abbiamo il Diamond Head Crater, famoso cratere di vulcano spento diventato anche rifugio durante la seconda guerra mondiale. Visitarlo non e' lungo (il sentiero e' poco piu' di 1,3 km), e si sale 200m per un sentiero tortuoso e varie scalinate, ma noi abbiamo fatto anche la strada a piedi, dall'hotel, aggiungendo oltre 3 km all'andata (in salita) ed altrettanti al ritorno. Cosi ci premiamo concedendoci un'altra volta il sushi favoloso sulla Kalakaua Ave. Ancora spiaggia pomeridiana con tramonto (ed oltre).




 







Sabato 19
Per il nostro ultimo giorno qua, decidiamo a malincuore di non visitare Pearl Harbour, appena riaperto e sicuramente affollato ma di fare un giro per negozi. Poi nel pomeriggio, volo per Maui. Atterriamo a Maui che e' buio, e il panico mi prende quando mi accorgo che non c'e' il trolley, ritiratomi in cabina e non consegnato allo sbarco. Siccome avevo tutto (biglietti di ritorno, schedine cellulari, riferimenti di ogni tipo e -soprattutto!- la mdaglia di Kona stavo letteralmente impazzendo. Grazie ad un addetta dell'aeroporto ne torno in possesso ma ho passato un brutto quarto d'ora...

Cosi', in leggero ritardo prendiamo l'auto e ci avviamo per l'hotel, l'Aston Maui Banyan. Quando arrivamo in camera, sorpresa, e' un appartamento con cucina dotata di ogni confort (lavastoviglie, lavatrice e asciugatrice compresi). Un po' spaventati torniamo alla reception, e questa ragazzi dai capelli ramati con un sorrisone ci dice "Free upgrade fror you guys!" Uh, signur. Ceneremo al Cafe O Lei a fianco dell'hotel, che sarebbe fantastico se non fosse cosi' rumoroso.

Domani sara' tutto molto bello, al solo pensiero che il mare e' li': bastera' attraversare la strada....

mercoledì 16 ottobre 2013

IM Kona e Hawaii

Inserite le foto, in corsivo le correzioni e/o le aggiunte al testo

Domenica 6 ottobre (meno 6)

Le operazioni di imbarco sono oramai routine, per noi, e solo il cambio di parcheggio e shuttle per l'aeroporto (Parking&GO, stavolta, gli altri -i viola e gli azzurri, uniti ormai, sono diventati troppo sgarbati) ha movimentato la mattinata. Che tra l'altro e' iniziata con molta piu' calma, avendo preso il volo di meta' mattina. Decisamente un'esperienza migliore, molta meno stanchezza e meno stress. 

Come al solito i soliti riti voodoo (e 100 euro per la bici) perche' le valigie non si disperdessero per i vari smistamenti e via che ci imbarchiamo. Anche a Francoforte niente di nuovo da segnalare, tempi giusti per i transit. Come al solito il mio passaporto desta curiosita', visto che oltre ad essere datato (8 anni), la pellicola a fianco della foto e' staccata e potrei anche aggiornarla, ma forse cio' non piacerebbe troppo alle varie dogane. 

Sul volo per Los Angeles i nostri posti sono molto arretrati, ma almeno non ci sono famiglie e bambini. Ottima selezione di entrateinment, con film nuovissimi (subito mi sono visto Now you see me) e serie inedite (Vikings), di cui mi sono divorato i primi 9 episodi. Al solito abbiamo scelto posti esterni di fila, contigui sul corridoio, che offrono maggiore liberta'.


Con Carla abbiamo deciso di fare la notte a Los Angeles. Pur essendoci la possibilita' di arrivare in giornata a Kona (comunque una giornata di 36 ore, dato che con il fuso avremmo guadagnato 12 ore), abbiamo preferito "prendere fiato" e fare la sosta notturna a Los Angeles. Ieri sera, infatti, le operazioni di sdoganamento non ci avrebbero comunque permesso di imbarcarci sul volo per Kona con un inutile stress da parte nostra, quindi, con calma, abbiamo reimbarcato i bagagli "grossi" (dato che il volo per Kona era entro le 24 ore) e con i nostri trolley ci siamo fatti venire a prendere dallo shuttle dell'hotel (Radisson Airport) e presi una nottata di riposo. 

Cosi stamattina, dopo una colazione a buffet in hotel, siamo belli freschi e pronti per imbarcarci per Kona.


Lunedi 7 ottobre (meno 5)

Il volo per Kona e' pieno, pero' mi aspettavo un volo completamente Ironman, ed invece ci sono anche pensionati e surfisti. Dopo 6 ore abbastanza tranquille atterriamo a Kona, e il paesaggio e' spettacolare e spettrale nel contempo. Lava, nera e brulla a perdita d'occhio. Le formalità' sono nulle (Aloha!), e in breve ritiriamo i bagagli, tutti.

Lo shuttle ci porta al noleggio auto, dove perdiamo circa un'ora fra ufficio ed attesa auto, e tutto sommato siamo ancora vestiti da "autunnali", quindi piuttosto accaldati. Dopo qualche sollecito arriva la nostra auto, una Nissan Pathfinder enorme, per i nostri standard, non troppo per qua.

L'hotel, il Royal Kona Resort e' comodo e facile da raggiungere, e la camera spaziosa e con splendida vista oceano, seppure un po' datata. Pero' c'e' il minifrigo, e per noi che non abbiamo pasti sarà essenziale per goderci la colazione in camera.




Altra priorità era trovare un meccanico per la bici che me la spacchettasse e rimontasse, casomai aggiustando danni del volo (cosa che per fortuna non e' accaduta) ed infine incontrare il mitico Alberto Fazi, uno degli 11 eletti italiani qua. Lui ha affittato una casa ed e' qua  da 20 giorni, e oltretutto fra qualifiche (6 volte) e turismo (altrettante) e' un habituee. Sono (con lui c'e' anche Cinzia, la moglie) molto alla mano e ci "troviamo" subito.

 Ma prima facciamo un giro esplorativo di Kona-Kailua... Lungomare, e le zone che diventeranno familiari da qui a sabato...





Ceniamo presto di fronte al nostro hotel con un piatto unico a base di tonno. E cominciamo a conoscere una delle peculiarita' di Kona: la birra...(Liquid Aloha, fantastico!) Poi andiamo al supermercato a fare provviste per la colazione. Il fuso di 12 ore in meno ci costringe ad una "ritirata" "gallinacea" e alle 8 siamo già' addormentati. 


 

Martedi 8 ottobre (meno 4)

Stamatina provero' un po' l'acqua, poi mi registrerò. Alle 8.00 sono al Pier. Subito una foto per Triathlete Magazine, poi via, in acqua a provare la divisa per sabato. spezzato e swimsuit Tyr. L'acqua e' una broda. Trasparente e piena di pesci. Alberto ha nuotato ieri con una foca. Il garmin dice che ho fatto 400m a 2.20/100m, e comunque sono lento. Tutt'intorno ci sono triathleti, e bisogna stare attenti perché gli incroci sono frequenti. Alla seconda boa (il percorso non e' il definitivo, qua ci sono le varie barche che fanno i tour, e il Pier non sarà libero fino a venerdì) c'e' una barca "assediata" dagli atleti e sembra che offrano integratori. A me capita il caffè con latte…. Vabbe', mi addolcisce la bocca, e riparto per tornare. Ho nuotato lento. Forse troppo ma ho già lo sfregamento ascellare accentuato. dovro' usare un quintale di vasellina.



Una volta asciutto vado a registrami, siamo già tanti ma le operazioni sono rapide per il gran numero di volontari, che pero' sono anziani e un po' macchinosi. Devo firmare diversi fogli dove mi assumo tutte le responsabilità' su qualunque cosa mi possa accadere e poi ritirare i santini della gara. Braccialetto, pettorali e così via. Una volta usciti ti infilano direttamente nello shop e già spendo un bel po'. Ma e' solo l'inizio. Pranziamo al Wasabi's, eccellente sushi ma anche carissimo.







 






Nel pomeriggio ritiro la bici e poi siamo andati a vedere un paio di spiagge (che qui non sono numerose, dato che sono letteralmente "rubate" alla lava) e poi alle 5 ci mettiamo in fila per la Parata delle Nazioni, evento vissuto da tutta Kona con eccitazione. Finalmente conosco alcuni degli altri eletti, Francesco Melissano, Gabi Wink, Franco Prezzi: tutti super atleti. (Che ci sto a fare io qua?)








In serata vana caccia ad un posto nel piu' famoso ristorante di Kona (con relativo sfanculamento della ragazza alla reception per non averci "considerato") e ripiegamento su uno dei tanti grill bar del lungomare.

Mercoledi 9 ottobre (meno 3)

Mattinata burrascosa, con la scoperta di aver perso la fascia cardio e il non aver trovato ancora le cartucce di Co2. Solo alle 10 riusciro' a trovare tutto, e quindi l'iniziale idea di andare ad Hawi (dove il vento spira furioso e ci sono le salite "serie") salta. Provo la bici qua attorno, facendo anche più salita di quello che dovrei, ma va bene, e alla fine il casco nuovo non e' affatto male, il caldo non e' terribile se si va e il fondo stradale e' molto bello. 

  



 


Sulla Alii Drive sono talmente tante le "fuel station" promozionali che non importerebbe neanche riempire le borracce! Dopo la bici andiamo in auto verso nord, raggiungendo un centro commerciale a sua volta dentro un resort. Frappuccino Starbucks obbligatorio e ritorno di fretta per l'apericena dei Legacy Lottery Winner. A farci gli onori (nell'ordine) Diana (il numero di 2 di Ironman Co.), Messick, il "signor" Ironman, Fernanda Keller, Paula Newbie-Frazer, Dave Scott, 2 recenti pluri campionesse e 2 fra i primi Ironman Champions, Greg Welch su tutti. Infine Marc Reilly, "You-are-an-ironman!" man. Sticazzi, il signor Ironman si vede solo alla premiazione dei campioni, qui si e' presentato e stringendomi la mano mi ha ringraziato. Lui! A momenti svengo. 






 

 





 
In serata facciamo compagnia ad Alberto e Cinzia al loro Sushi preferito. Noi avendo già mangiato ci limitiamo ad una birra Sapporo.

Giovedi 10 ottobre (meno 2)

Non avevo programmato di fare altra bici, ma mi sono fatto convincere da Alberto per un'oretta sulla Queen K, seguita poi da mezzora di corsa. Ovviamente i nostri ritmi sono molto diversi, così io ho fatto 27 km in bici (eh si il vento era leggero, mi ha rassicurato Alberto) e una corsa di soli 4 km e mezzo, goffa e impacciata dopo quasi 8 settimane di digiuno, in un caldo asfissiante che non promette nulla di buono per sabato. 

Mentre fervono i preparativi per l'evento, io faccio un ennesimo passaggio all'Expo, stavolta anche per provare gli "stivali" che comprimono le gambe e e che dovrebbero accelerare il recupero, seguito dall'acquisto di manicotti che dovrebbero raffreddare le braccia. Ovviamente personalizzati...











Dopo un pranzo in un altro sushi decidiamo di aspettare con calma il Pasta Party, e per una volta l'organizzazione -almeno all'inizio- e' perfetta: rapido il self service (censura sui tortellini), ampi spazi per accomodarsi, e uno spettacolo in puro stile hawaiano molto suggestivo. Peccato che poi le celebrazioni siano continuate ben oltre le 20, così il briefing lo abbiamo lasciato perdere. Rivediamo Francesco, conosciuto alla Parata delle Nazioni.

 

 

Per contro la nottata e' stata insonne, con tutta l'emozione arrivata d'improvviso e insieme. Naturalmente mi venivano in mente i particolari imprescindibili (la luce per sabato mattina, le graffette se mai si rompesse la catena, ad esempio). E poi i dubbi sulle mie capacita' di contrastare il terribile vento del nord, sempre che riesca ad uscire dall'acqua… E poi la maratona, in questo clima caldo e umido. E ancora l'incertezza su cosa mettere sotto il mutino. Ad ora sono rimasto al pantaloncino senza top, dopo aver valutato body fiorato (sempre sotto il mutino), body Trebarrabi (senza mutino) 

Venerdi 11 (meno 1)

Vigilia agitata. Ora sono assolutamente impanicato. Con Alberto (Fazi) decidiamo di portare la bici quasi all'ultimo momento, anche per evitare che le gomme stiano troppo al sole. Saggissimo, peccato che noi dovremmo portarla fra le 12 e le 14. Comunque dopo essermi arrovellato un bel po', la portero' dopo le 16 (c'e' tempo fino alle 17.30) alla peggio mi inventero' qualcosa. Io e Carla pranziamo al sushi, e in serata andremo da Alberto e Cinzia per un carbo loading italianissimo a base di pasta e insalata.

Arriviamo in T-Zone alle 16 e 30... E non succede nulla... Tranne che nella mia fila sono l'ultimissimo (pure i pro hanno gia' portato tutti la bici...) che vergogna! Il bike check in e' assistito, un volontario ti racconta tutto il percorso che bisogna fare dall'uscita del nuoto per andare a prendere la bici, e una volta ritornati dopo i 180 km. Praticamente si corre un chilometro tutto intorno al perimetro. Almeno la bici la prendono loro al ritorno, e le borse molto probabilmente ce le danno in mano.

Nemmeno un tramonto da favola mi tranquilizza...


Poi andiamo a cena come detto, e alle 21 sono gia' addormentato.

Sabato 12 ottobre - The day

Solo che all'una ho due fanali al posto degli occhi. I piu' cupi pensieri tornano vivissimi. Il piu' insistente riguarda la bici, ed il leggendario vento hawaiano. Mi arrovello nel letto fino alle 4.15, quando decido che e' ora. Ci sono procedure un po' piu' burocratiche del solito e potrei perdere piu' tempo del normale.

Infatti la marchiatura porta via diverso tempo, e solo alle 5.45 sono in zona cambio a gonfiare le gomme, mettere le borracce fresche e le barrette. Poi appena sono pronto raggiungo la zona riscaldamento per vedere qualche PRO dal vivo: sono fisici ben impostati ma niente di eclatante. Pete Jacobs sembra un ragazzo normalissimo, Faris Al Sultan non e' alto come sembra e le donne sono anche minute. 


 








Al loro start (6.30, 5 minuti dopo tocchera' alle donne) ci invitano ad entrare in acqua, che non e' particolarmente calda, e ad avviarci alla linea di partenza che dista una 40ina di metri. Io pero' non voglio disperdere energie e mi attacco all'approdo del Pier, da dove partono i tour e rimango li' fino a 2 minuti dallo start. Sono a dieci metri dai surfisti in piena linea ideale di nuoto. Spero di non prendere troppe botte, ma spero anche che i migliori volino. Assorto da questi pensieri il colpo di cannone. 










Bene, si parte. Cerco subito di trovare scie, ma le braccia girano e il mare salatissimo aiuta un bel po' a stare a galla.  Penso di essere sui miei tempi ultimi, ovvero di girare ai 1900m intorno ai 50 minuti ed invece al Body Glove passo in 40'... Alberto mi aveva detto che inganna l'andata, e quindi non mi faccio illusioni. Pero' continuo a tenere un'ottima linea e tutto sommato non devo sgomitare troppo.

Esco in 1.28.55, fantastico, contando che non ho la muta…. Mi sento bene e dopo aver ricevuto in mano la sacca vengo accompagnato dentro la tenda dove un volontario mi aiuta svuotandomi la sacca e porgendomi il contenuto. Vorrebbe perfino aiutarmi ad indossare le scarpe, ma ho deciso che le mettero' all'uscita.


 
Corro verso la bici, ed e' un giro lungo, alla fine con la bici e le scarpe sono all'uscita. Velocemente parto e subito vedo Carla impazzita, anche lei mi complimenta per il nuoto, ma il difficle viene ora. Andremo a sud per 7,5 km sulla Kukini, poi ritorneremo e andremo a nord fino ad Hawi. Il ritorno a bastone, anche perche' di strade alternative non ce ne sono.

I primi km sono un po' faticosi, la gamba e' un po' imballata, ma 180 km sono lunghi. Il paesaggio e' monotono, la lava e' ovunque e non permette fantasie, la strada, piuttosto dritta si perde a vista d'occhio, con ampi sali scendi. Subito capisco che le spalle sono dolenti e le scarpe mi bruciano i piedi. Morale, 100 km pedalando SULLE scarpe (non c'erano salite tali da dover "tirare" il pedale) e pochissimi chilometri sulle appendici.

Il vento e' in coda all'inizio e devo dire aiuta un bel po'. So che non durera', ma me lo godo tutto, Cerco anche di stare agile, la forza mi servira' quando arrivera' il vento contrario. Arrivo fino ad una decina di chilometri da Hawi, e dopo aver gia' incrociato la testa della corsa e un bel po' di age group, quando all'improvviso si accende il vento.

Da qui sara' un battaglia, un lotta furiosa da cui esco perdente ma non sconfitto. Dai 27,5 kmh di media che avevo ai meno dieci km da Hawi, all'arrivo sono sceso a 24 e spiccioli, ma pur sempre un buon tempo per me. Confermo, comunque uno dei piu' brutti percorsi in bici mai fatti. Vabbe' e' il World Championship….




 
 

Smonto dalla bici discretamente a pezzi. Come faro' con questi 42 km? Come faccio sempre, un passetto alla volta. Solo che qua, tanto per cambiare ci sono elementi peggiorativi. Il caldo e relativa umidita'. Di mio ci metto anche le scarpe sbagliate, che nei primi 15 km mi faranno impazzire, fra la soletta e le calze, ho provato tutte le combinazioni. Siccome ripasso sotto il nostro hotel e so che Carla e' li che mi aspetta urlo il suo nome, e subito appare nelle tenebre. 





La spedisco a prendere le Newton nere in camera, intanto che faccio finta di riposare. Due minuti e torna a scheggia: mi cambio le scarpe ed il sollievo e' latente. Ingollo due fette di pane (possibile che l'unica cosa salata che danno agli IM sia il chicken broot e dei prezel???) che mi godo come dei santini e parto correndo. Peccato che sulla Palani, in salita per tornare sulla Queen K mi pianto.

Ora ci sono 28 km per andare alla Stazione Energetica e tornare, poi sara' passerella. Praticamente li cammino tutti in un buio pressoche' totale salvo nei ristori. Oltre a cio' mettiamoci anche i nervi dei piedi in serata di gran spolvero e le 6 ore e 42 sono tutte qua. Il caldo e' asfissiante e mi innervosisce tanto, ma quando poi comincia a piovere (diluviare e' il termine piu' appropriato…) il mio sbrocco e' totale. Sfanculo il mondo e questa organizzazione che non e' stata proprio all'altezza.

Oddio se volevano provare anche la nostra resistenza mentale ci sono perfettamente riusciti...
Se non ho dato di matto oggi posso affrontare qualunque cosa. Fare tutti quei chilometri al buio senza vedere oltre qualche metro, in una notte senza luna, obbliga a trovare risorse in un meandro della mente nascosto. 

Alla fine -non senza bestemmiare- faccio l'ultima, infinita, salita di 2 km e mezzo al 2-3% senza capire dove finisse, ritorno sulla maledettissima Palani Road, e con un altro giro tortuoso mi ritrovo sul lungomare, e sugli ultimi, famosissimi 400m di passerella.

Un boato, un turbinio di luci e un apoteosi. Salto, ma credo sia venuto una ciofeca, Marc Reilly che urla il mio nome e il suo famosissimo Federico, you're an Ironman! mi entra dentro e mi fa traballare, tremo nonostante i 30 gradi, mi giro e applaudo questa folla che mi osanna come ha fatto ore fa con Fred Va Lierde.



 
 

 


 





Un volontario mi accompagna nel zona post gara, mi rinfocillo, mi godo tutta l'atmosfera e poi vedo Carla. In breve raccolgo la bici e le mie borsa e vado a nanna,. Ancora non mi rendo conto di quello che ho fatto. Un sogno partito 10 anni fa e ora realizzato.. Kona, where the dreams come true.E siccome tutto doveva essere complicato, anche il taglio sotto il piede, ci voleva... (oltre al dito rotto un mese fa che ancora non si sgonfia)



 
 





I miei 3800m a nuoto
I miei 180 km in bicicletta
I miei 42,2 km di corsa

Domenica 13 ottobre

Il risveglio e' dolcissimo, ma ancora non mi rendo conto bene di quello che ho fatto, piu' che il 16imo ironman sono arrivato alla finish line del Campionato del Mondo, alle Hawaii... Vabbe', forse nell'uggioso autunno bolognese mi sara' molto piu' chiaro.


Oggi non riusciamo a fare granche', una camminata in mattinata, una visita all'expo per comprare le ultime cose, un pranzo a base di fish and chips un po' pesante e poi pomeriggio in attesa dell'Award Party, la consacrazione, cioe', dei vari vincitori. Non ne ho mai fatto uno (no, sbaglio, credo un paio di averli fatti) ma qui ci sono i campioni del mondo e l'eccezione va fatta.

Oltretutto vogliamo festeggiare Francesco (Melissano), bravissimo ragazzo piemontese che pur con una fascite dolorosissima ha concluso in 9 ore e 40. Ottima cena (a buffet anche questa) con una Ceasar Salad e una "pizzaiola"niente male. La cerimonia e' un po' bolsa, pero' i vincitori, Fred Van Lierde e Melinda Carfree sono emozionatissimi. 

 

Lunedi 14 ottobre

Oggi decidiamo che l'isola vale la pena di essere vista. Percio' per tempo in auto ci dirigiamo verso il centro, direzione Vulcano, localita' cui si accede al Parco, e relativa bocca attiva. Lo shutdown pero' continua e tutti i parchi degli Stati Uniti sono tuttora chiusi, quindi non riusciamo ad accedere e dobbiamo limitarci al pranzo ad Hilo, sulla costa est e ritorno per una della strade che tagliano l'isola, incontrando nebbia e pioggia. Pero', almeno, ne e' comunque valsa la pena.


In serata cena della festa al Bubba Gump, con Cinzia e Alberto, un GRAZIE grande cosi' per la compagnia ed il supporto. 

Martedi 15 ottobre

Finisce il nostro soggiorno a Kona, dove ritorneremo solo per l'ultima notte hawaiana. Comincia la vacanza vera. E allora volo di 40' per Honolulu, con imbarco sul volo precedente per noi, ma non per la valigia, quindi vanificato l'anticipo. E una…. Poi una volta giunta la valigia 2 ore per trovare lo shuttle giusto (ovviamente alla parte opposta dell'aeroporto, piuttosto grande)… Ed infine lo shuttle che ci fa fare il giro di tutti gli hotel prima di scaricarci al nostro.

A parte questo appena arrivati al Vive Hotel Waikiki (ad un tiro di schioppo dalla spiaggia del Duca) ci fiondiamo in giro. Subito pranzo a base di Sushi (favoloso). Poi giriamo per negozi. Bell'intermezzo con la vista di un arcobalenmo (Hawaii e' anche soprannominato "The rainbow State", - Lo stato arcobaleno). Infine, verso le 17 andiamo in spiaggia. Ora il sole e' meno forte e possiamo godercelo.

Ci rosoliamo per bene, io approfitto pure per farmi un bagno e poi ci godiamo prima il tramonto, poi il concerto (hula) dal vivo. Ed infine i fuochi d'artificio alle 20. Questa e' Honolulu...