A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 28 novembre 2011

Scusate....

Con gli ultimi 14 km (domenica scorsa) di corsa, una seduta di nuoto lunedi, ed una uscita in bici (mercoledi), mi sono presentato a Firenze pronto ad una maratona passeggiata, piu' che ad una maratona di corsa. Il sabato poi, (arrivati in mattinata con un puntualissimo Frecciarossa) abbinando -come al solito- l'utile al dilettevole, avevamo consumato il pasto medievale prenotato presso il ristorante Divina Commedia, a base di crostini misti, panzanella, ribollita, pappa al pomodoro, cinghiale e polenta (Carla) e trippa (io, che ho rinunciato al vino, se non per un assaggio). Quindi piu' che un carbo-loading ho fatto un protein-stockage, in verita'.

Registratici all'hotel (Brunelleschi, upgrade a 4 stelle frutto di un overbooking del primo hotel prenotato) abbiamo continuato sulla refrain "tutto cio' che non va fatto il giorno prima della maratona", andando a piedi a ritirare il pacco gara (che non era vicinissimo dal centro). Li abbiamo fatto foto, incontrato gente (nelle foto, Duracell e Stefano Baldini), firmato il cartellone e curiosato fra gli stands.

Poi abbiamo continuato a passeggiare per tutto il pomeriggio per il centro, il cui fondo stradale non e' ne' piatto ne' morbido, per via dei lastroni e dei sanpietrini. Una iattura per i miei piedi. Comunque ero convinto di non aver speranze, e quindi ero assolutamente consapevole che cio' che stavo facendo era (completamente) sbagliato.

La sera altra cena (eccellente, Ristorante Gabriello), stavolta a base (ma non solo) di carboidrati, ovvero risotto con spinaci e gorgonzola, maledicendomi dopo per aver preso un cibo "stringente". La nottata date le scarse aspettative l'ho passata benissimo, e la mattina (colazione abituale) ho solo sacramentato per il freddo, davvero pungente. Comunque sono in griglia (la penultima) poco prima delle 8.50, discretamente imbaccucato anche se nel gruppone mi sono un po' riscaldato. Maltodestrine nella bottiglietta, gel nelle tasche posteriori.


E dunque alle 9.20 viene dato il via, e ci impiego circa 5 minuti per oltrepassare la linea della partenza. Da qui in poi e' stato una bella gara, le gambe giravano, i piedi hanno sopportato ben oltre ogni aspettativa (solo al 23imo chilometro la prima sosta) e il pubblico veramente carino. I volontari dei ristori caciaroni. Anche il folto gruppo dei Pastaroli mi salutava festoso, e mi dava coraggio.

Peccato che dopo il 30imo chilometro, ovvero quando comincia il toboga dei lastroni/sanpietrini/asfalto sconnesso del centro la sofferenza ai piedi si e' fatta pesante, costringendomi a numerose soste, non permettendomi piu' di tenere in vista i palloncini bianchi (4 ore, persi pero' al 25imo), poi quello dei palloncini delle 4.15 persi al 35imo, ed infine con i denti (ed una sofferenza indicibile ai piedi) ho tenuto dietro quelli blu delle 4.30.

Ovviamente tutti facevano riferimento al tempo di gara, ovvero quello del colpo di cannone. Cosi' alla fine il mio real time (cioe' preso nel momento in cui io passo materialmente sulla linea di partenza non quello del cannone e' di 5 minuti sotto (esattamente ed ufficialmente 4:25:24, che e' a tutti gli effetti il mio personale in una 42k, contro i 4:29.25 con cui sono classificato). Rimane il dubbio sulla distanza, che al mio Garmin viene riportata di 43,24 km ovvero un km abbondante in piu', forse dovuto ad alcuni passaggi sotto i tunnel e in citta' (5.04 fa riferimento al passo tenuto nell'ultimo km).

Alla fine sono discretamente provato, ma non distrutto, e sinceramente poi ho camminato un bel po' senza grossi problemi, riuscendo perfino a raggiungere via de' Bardi per un pranzo eccellente al Golden View Open Bar (tagliata di manzo con gorgonzola e radicchio con pane super e Brut Rose' Franciacorta) allietata da splendida vista sul Pontevecchio. Poi il ritorno in treno.


Quindi, scusate se avevo detto che non avrei fatto chissache'.

mercoledì 23 novembre 2011

Sono andato a Canossa


Letteralmente, ma senza aver nulla da farmi perdonare. L'occasione e' venuta per l'acquisto delle nuove scarpe Newton da correre, sia mie sia di Carla e alla Maxent di Albinea sono certo di trovare le Newton e non solo. Stavolta, pero' ho caricato la bici, dato che da Albinea ci sono alcuni interessanti percorsi su cui pedalare. Nebbia svanita ed in poco piu' di un'ora ero la', dai mitici Gianluca e Marcello, dove oltre a fornirmi di splendide scarpe nuove mi hanno anche presentato i nuovi prodotti, molti di quali irresistibili (bici Scott e Look su tutto), e mio malgrado ho ceduto solo su dei gambali X-Bionic (di cui mi ha detto meraviglie), gel e barrette.


Da li' sono arrivato a San Polo d'Enza, e trovato un parcheggio ho imboccato la salita per Canossa che passa da Grassano. Dieci chilometri nervosi ma molto panoramici, anche se mi sfugge il motivo per cui una duchessa abbia preferito le pendici degli appennini reggiani, nella seconda meta' dell'anno 1000, avendo a disposizione un territorio che dalla toscana arrivava fino al lago di Garda. Me lo chiedo perche' e' risaputo che quel periodo era particolarmente gelido (meteorologicamente parlando), e perche' io, nonostante fossi piuttosto coperto e con il termometro che segnava 12 gradi patissi un freddo micidiale. Ai piedi delle rovine del castello (540m), inoltre, tirava anche un vento freddo che entrava direttamente nelle ossa.


Dopo aver scattato qualche foto sono sceso verso Ciano d'Enza, convinto (ma non del tutto) di fare l'ascesa da questo versante. Arrivato a Ciano ho preferito risalire per scaldarmi, il che e' tutto dire... Dalla cima sono repentinamente ridisceso a San Polo, per un giro di 2 ore abbondanti e quasi 36 km.

Ieri avevo riposato, mentre lunedi sono andato a nuotare: la solita impegnativa seduta di nuoto.

domenica 20 novembre 2011

Trofeo Nassetti e Due Mulini

Ho ricominciato a fare anche le corsette (stavolta in forma di competitive), visto che alla fine il freddo vero e' arrivato e in bici lo sopporto poco. Pero' continuo a seguire il giovane Leonardo che sta facendo passi da gigante nella corsa e in bici, meno a nuoto, ma la tecnica e' un ostacolo duro.

Dunque domenica 13 Ozzano Emilia, 36 Trofeo Nassetti, competitiva letale da soli 12 km ma con 3 "cime" da conquistare, San Pietro, le Armi e Pino di sopra, seguite da altrettante discese a rotta di collo. Un toboga, sul quale mi sono sempre arenato. Quest'anno no, o meglio, meno del passato. San Pietro riesco a correrla tutta, veniale la camminata sulle Armi, piu' decisa l'arenata sull'ultima erta, ma sembro quasi miracolato: evidentemente i chili persi hanno giovato molto. Al traguardo ho migliorato il mio personale su questa gara di oltre 30", contando che risaliva al 2009, quando nei rari tratti in pianura andavo "a scheggia" (per le mie potenzialita').

Bene, ottimi presupposti per Firenze? Vediamo come va alla Due Mulini, Lavino di Mezzo, che rappresenta il mio lungo pre maratona, con tanto di facce stupefatte dei maratoneti della polisportiva, per i quali se non si macinano 100 km alla settimana non si arriva in fondo alle maratone. Anche per un Ironman come me.

Inutile dire che le ultime risultanze scientifiche vanno in senso diametralmente opposto a queste certezze, e considerato lo stato dei miei piedi, che al momento sono tuttavia silenti, soppiantati da un fastidioso doloretto al ginocchio sempre presente appena accenno a passi di corsa, ritengo che 14 km rappresentino un buon lungo.

Cosi', alle 9.30 in mezzo al tipico nebbione padano lo sparo ha dato il via a questa "classica autunnale" con un percorso piattissimo tranne 2 cavalcavia dell'autostrada. Ed anche qui, pur non avendo riscontri passati ho macinato 14 km ad un passo di 5.16/km, passo molto interessante in questo periodo (di svacco totale, neanche di scarico...). Andro' comunque a Firenze per la sola medaglia, e per farmi 42 km turistici. Spero solo di rimanere sotto il tempo limite delle 6 ore, ovvero che il ginocchio mi dia un po' tregua.

In settimana poi avevo nuotato mercoledi con i master, avevo corso sia martedi (50 minuti senza pretese) sia venerdi, testando su di me l'allenamento intermittente tanto in voga. Ovvero 100m forti seguiti da appena 15" di recupero. Ripetuto "n" volte (nel mio caso 32). Alla fine ero stanco, ma non distrutto. Ma sabato, accettando di portare Leonardo a fare un giro in bici, ho scoperto a Gesso quanto quest'allenamento e' devastante, ovvero dopo un chilometro. Arrivato a Monte Pastore fra immani sofferenze non ricordavo il mio nome, cognome e stato civile. Il ritorno e' andato un po' meglio, ma solo perche' era discesa.

venerdì 11 novembre 2011

Passo del Ballino

Assodato che devo (piacevolmente) dedicare parte del mio tempo libero per allenare il giovane Leo, cui il triathlon sta piacendo, come sudare su una pista o in bici, e farsi un bel po' di vasche, ho preso l'insana decisione di andare a fare la maratona di Firenze, il prossimo 27 novembre, con poco piu' di 14 km di lungo...

Ma non trascuro la bici ed il nuoto, ed infatti lunedi ho fatto l'esercizio mentre allenavo Leo, un misto fra un dietro motore e una variazione di cadenza, mentre il puledro mulinava le gambe davanti. Poi dopo aver (lui) trasformato in corsa (una decina di minuti subito dopo la bici), non essendo ancora stanco si e' diligentemente dedicato al nuoto dove la seduta, per lui (io ero a bordo vasca), non poteva che essere tecnica, sia di nuoto sia di gara.

Credo che per un atleta novizio un'infarinatura di cio' che potrebbe succedere (e spesso succede) in gara sia basilare, perche' uno puo' nuotare benissimo in piscina, da solo o con pochi altri in corsia, ma in gara e' tutto molto diverso. Ed ecco che fare vasche di corsa in acqua bassa, o nuotare nella corsia piu' affollata siano esercizi necessari in una seduta.

Martedi, per me, solita seduta di corsa con le salite, ed in serata seduta di yoga. Scorrendo il meteo ho constatato che il mercoledi sarebbe stata la giornata ideale per il passo del Ballino, lungo la strada che collega Riva del Garda a Ponte Arche, nel Trentino: un passo non troppo elevato (750m, come ha detto qualcuno, "meno di Monghidoro") ma -come al solito- dai panorami suggestivi, visto che siamo nelle Alpi.


E difatti, alle 12 (meno qualche minuto) trovato un parcheggio a San Giacomo (poco sopra Riva del Garda), ho iniziato questa non difficile, ma non breve -15 km- scalata verso il passo. A parte qualche passaggio al 9.-10% la maggior parte della salita si attesta sul 6%, con anche diversi tratti in falso piano in cui prendere fiato. Poco dopo il paese di Ballino, il passo, e poi la discesa verso Ponte Arche, ai piedi del comprensorio della Paganella.


Al cartello ho girato la bici e mi sono fatto la scalata verso sud, piu' corta (10 km) e un po' piu' agevole (ponte Arche e' piu' in alto di Riva) ed anche un po' piu' trafficata, sebbene piuttosto irregolare. Ma solo nell'ultimo chilometro le pendenze sono a doppia cifra (11%). In serata bella seduta in piscina.

Non contento ieri ho portato Leo a testare la gamba di Gianni, sulle sue mattonelle, il quale Gianni piange piange ma pedala forte, e in breve io sono rimasto indietro (ma che novita'...) mentre Leo gli teneva testa. Alla fine un gran bel giro (poco piu' di 90 minuti) fra Montebudello, Castello di Serravalle e Guiglia. Da rilevare che per la mia incoscienza mi sono vestito estivo (o quasi) non contando che la discesa da Guiglia era piuttosto fresca, e oggi mi sento un po' "costipato"....

domenica 6 novembre 2011

Welcome back!



Gli ultimi due giorni di corso sono stati devastanti. Bottoni e Costantino ci hanno completato il quadro triathletico parlando di ciclismo, transizioni e affrontando le tematiche della preparazione di un piano di allenamento. Nel primo pomeriggio del giorno dei morti ci spiegano come sara' l'esame, a meta' aprile, per il quale dovremo preparare una tesi(na) da esporre, oltre ad un esame orale su quanto appreso. Ed infine, dopo la scelta dell'argomento, viene dato il libera tutti.


Ritorno a Bologna mercoledi sera con la testa che mi scoppia. Le nozioni sono tantissime e ci mettiamo pure che il Costa ed il Bottoni non sono troppo convinti del titolo della mia tesi, volta ad approfondire un primo approccio psicologico e metodologico ad un giovane che decide di dedicarsi al triathlon.

Sono parimenti carico di idee, un collega torinese mi ha suggerito un modo per collaborare con le societa' di nuoto, ciclismo e atletica per scovare e avviare giovani alla triplice. Da qui a pensare ad una scuola d'avviamento al Triathlon a Bologna il passo sarebbe breve, se -ovviamente- le istituzioni non dico aiutassero, ma ALMENO non intralciassero. Sono certo che la ritrosia e la gelosia di certe societa' sportive saranno piu' semplici da superare.

Ovviamente chi -leggendo queste righe- si ritiene in grado di poter collaborare al progetto e' benvenuto, offrendo spazi, tempo, disponibilita' o allievi. Io vado avanti, intanto, e ho gia' cominciato a preparare un ragazzo di buone speranze. Ho gia' dimezzato il mio tempo libero e il tempo per il mio training, ma credo in questo progetto ogni giorno di piu', e non sara' un no a fermarmi. Gia' ho incassato un "interessante progetto" da una societa' di nuoto.

E per rimanere "sul pezzo", assodato che per il 2012 non potro' partecipare alla Legacy Lottery per Kona (mi manca l'IM del 2010, ovvero bisogna aver completato un Ironman negli ultimi 2 anni) sto valutando su quale prepararmi nel 2012, incastrandolo fra i 2000 impegni gia' presi.

E nel frattempo ho ripreso ad allenarmi, correndo giovedi (seduta breve con ripetute in salita), venerdi 1 e 2 (lento piu' allunghi) nuotando sabato con i Master CUSB, e correndo oggi con un fondo medio a due velocita'.

Insomma sono tornato!