A Fabio, 5 aprile 2009.

sabato 17 gennaio 2015

Ironman athlete variety



Che Ironman sei?


1-  Il Maestro

Normalmente lo si incontra al briefing. Qualsiasi numero di Ironman abbia partecipato siede in prima fila ed ha un blocco per appunti con la penna. Alla fine del briefing il blocco e' zeppo di scritti, disegni, righe e praticamente ha trasposto sul blocco ogni parola ascoltata. Eppure conosce a memoria le regole, i percorsi e il programma. Nel suo iPhone ha le foto della partenza, delle boe, di tutti punti critici del percorso bike, della zona cambio, del percorso run e dell'arrivo. Da diverse inquadrature.

1 bis- Il Maestro 2

Costui e' molto presente ai Pasta Party e all'Expo. Conosce a memoria quante edizioni si sono succedute, se ci sono stati cambi di percorso, i vincitori sia assoluti sia della sua categoria (talvolta anche di tutte), i propri avversari e ha una soluzione per ogni cosa: gel sul cannone? "cerotto di carta, si strappa facilmente", Cartucce di Co2? "il porta cartucce che si mette sotto il portaborraccia: ne tiene due ed pure aerodinamico."

A volte, il Maestro 1 ed il Maestro 2 sono una stessa persona.


2- L'Ottuso ricercatore della vero Ironman

Costui si avvicina all'Ironman con una premessa in se contraddittoria, infatti la sua prima domanda sarà: "salve sono interessato a finire un Ironman (pero' -premetto- nuoto, pedalo o corro piano)... Volevo sapere se  in squadra c'e' uno che ha vinto l'Ironman  che l'abbia vinto"
Risposta: "No, nel nostro team nessuno, ma uno dei nostri ne ha finiti 17 e diversi ne hanno finiti un paio"...
Risposta sua: "mi dispiace non sono interessato cerco una squadra con uno che l'Ironman l'ha vinto"
L'ottuso infatti parte dal presupposto che solo una persona che abbia vinto un Ironman (Daniel Fontana, Edith Niederfriniger e Martina Dogana, in Italia) sia in grado di insegnarla veramente.
E questo include una contraddizione: se solo un "Pro" (perche' tale dev'essere) può essere Ironman allora perché vuoi provare a fare un Ironman se non hai alcuna possibilità di raggiungere un alto livello ?
Non basta essere 17 volte finisher (o anche una sola volta) a dimostrare che con determinazione e serietà si puo' finire un Ironman?


3- Gli aspiranti Ironman da film.

Già la frase con cui si presentano lascia perplessi:
"voglio fare un Ironman perche' ho visto tutti i DVD di Kona"
Costui, durante gli allenamenti, chiedera' continuamente cose viste sui DVD, e abbandonera' abbastanza in fretta il sogno Ironman perche' si accorgerà della differenza tra essere Ironman e diventarlo (allenandosi duramente e con costanza). (Sembrava piu' facile sul DVD)


4 Il professore.

Costui dopo poche lezioni si atteggia ad esperto e corregge altezzosamente le persone che hanno iniziato poco dopo di lui.
Spesso è critico ma non in un modo costruttivo, anzi più che altro polemico.
Dopo ogni spiegazione sottolinea i concetti appena spiegatigli con parole come "ovvio", "è logico" per evidenziare che quello che gli viene spiegato in fondo lui lo sa già, peccato che quasi mai è in grado di applicarlo.

5 Il buon allievo.

Costui è il più raro, egli ha aspettative ragionevoli, passione e consapevolezza di doversi allenare duro per ottenere ogni giorno un piccolo risultato, è abbastanza maturo da comprendere che non è l'arte che pratica ma è lui come uomo a poter fare la differenza, inoltre sa che il suo maestro non avrà da insegnargli per 50 anni ma solo per un periodo, e se continuerà ad allenarsi con lui, è perché lo ritiene una buona guida, non perché avrà sempre qualche programma "nuovo" da vendergli.
Di solito un insegnante onesto con il tempo, per un processo a mio parere naturale di selezione, si troverà con pochi allievi ma soprattutto di questo tipo.

6 Il campione

Costui è colui vuole finire un Ironman perche' corre a 3'/km. (o fa delle granfondo a 40 km/h o nuota sotto il minuto sui 100m). Uno degli allievi peggiori. Presupponendo che e' forte in una disciplina, automaticamente nelle altre si sente altrettanto forte. Quindi  si allena su ciascuna disciplina come un forsennato dimenticando che l'Ironman (il triathlon) e uno sport solo, sia pure composto di tre discipline sportive. Disprezza i combinati, e sul proprio sport non tollera ingerenze. (Mi sono sempre allenato cosi')


7- Il Compagnone.

Lui è interessato soprattutto alla parte ricreativa: ovvero a conoscere persone e a socializzare, alla birretta dopo l'allenamento e a provarci con le nuove arrivate.
L'Ironman gli interessa ma marginalmente, tuttavia non lo reputo un personaggio negativo, in un certo senso c'è bisogno di lui per cementare il gruppo.


8- Il collezionista di medaglie

Beh, non c'e' bisogno di definirlo, solo elogiarlo: non necessariamente un brocco, non necessariamente un campione: si impegna al massimo negli allenamenti, e' serio, aiuta i compagni, spiega tecniche, trucchetti, aneddoti e conosce un po' di teoria degli allenamenti e dell'alimentazione in gara (senza prevaricare gli esperti in squadra), quando e' in gara potrebbe fare molto meglio, ma si accontana di arrivare in fondo, della medaglia o della maglia da Finisher, sprona i compagni quando li incrocia, ma anche gli avversari.
9- Il Tecnologico

Quello che ha l'ultimo modello top di gamma di bici. "Quella di Cancellara". Perche', si sa, le bici nuove, super tecnologiche e ultra leggere vanno da sole. E quindi la forma fisica, l'allenamento e la costanza sono un optional, tanto "ho la bici di Cancellara". Ecco, si intanto prova a farti un decimo della gamba di Cancellara, poi ci rivediamo.

Non scervellatevi nel tentativo di collocarvi in una di queste categorie, in realtà sono molte di più e quasi tutti viaggiamo a cavallo di varie di esse, in quanto individui unici fatti di pregi e difetti.
E' divertente riderci sopra e fare autoironia , cercando di essere dei buoni allievi, buoni compagni di allenamento e buoni maestri :)

domenica 11 gennaio 2015

Sembrava finita....

Perche', in effetti, sputato un punto interno, la ferita sembrava avviata (finalmente!) verso la guarigione. Con un cenone casalingo perfetto, con Sushi e tagliolini  mezzancolle e zucchini, io e Carla avevamo dato il buongiorno al 2015, e il 5 il mio chirurgo aveva decretato che potevo correre. 

Cosi' mi sono iscritto velocemente alla Mezza della Befana che l'indomani si sarebbe svolta in quel di Crevalcore, solo ed esclusivamente per la medaglia, perche' perfino la mia Ironman Attitude, quella che mi porta a sopravvalutare le mie potenzialita', che ad oggi sono nulle, sia perche' sono due mesi che non mi alleno, sia per un sovrappeso preoccupante (10 se non  12 kg da perdere), perfino la mia I.A., dicevo, considerava un azzardo arrivare a correre 21 km nelle desolanti campagne crevalcoresi.


Ma la medaglia era una tentazione irresistibile e la mattina ero la'. Saluti agli amici triathleti Spartani Fabio e David (che pero' sono ancora podisticamente "Ozzanesi"), giusto il tempo di un saluto, allo start chi li ha visti piu'?

 
E comincio la mia corsa. Comincio adagio, adagissimo. Il passo e' oltre i 6 minuti al km, ma faro' sempre a tempo ad accelerare, mi ripeto, se avro' forza. I primi 10 km sono freddissimi. Nonostante l'orario (la partenza e' stata data alle 10), io ho sovrastimato la temperatura e una brezzolina gelida che si insinua perfida. Pero' lo stomaco e' coperto dall'intimo Craft che ha l'antivento. Traguardo dei 9,92 (nuova geniale invenzione di Alessio Guidi) e continuo a correre. E non saltare i ristori, dove il the caldo mi risveglia. Bene.

Verso il 13imo km comincio ad avere i primi cedimenti, le gambe si induriscono e il desiderio di camminare si fa forza. Tengo botta, il fatto che ci siano i km del secondo giro della maratona, poi del primo ed infine i nostri aiuta a pensare che i chilometri siano piu' corti. Anche se -ovviamente- non lo sono. 


Ecco, rettilineo finale prima del rientro al campo sportivo, un drittone infastidito dietro a me da una voce femminile che chiedeva continuamente dove fosse l'arrivo, e se era sul percorso... Evidentemente era proprio messa male: ogni 50 metri c'era un addetto della Protezione civile che indicavano il percorso, e le transenne lasciavano pochi dubbi... 

Insomma devo essere proprio infastidito perche' a 600m dall'arrivo inciampo, e nonostante lucidamente capisco che sto cadendo, non riesco a proteggermi e finisco lungo disteso, sbattendo violentemente lo sterno. Oltre alla mancanza di fiato, subito la ferita mi duole, non ci ho sbattuto, ma devo aver tirato la pelle, e ricomincia a sanguinare. Per due minuti buoni cerco aria, rantolo, e la sensazione di soffocamento e' limpida. 

Diversi si fermano. Io a gesti faccio capire che e' tutto ok (non lo e', ma non voglio essere soccorso, voglio la medaglia!) e mi alzo, cammino qualche metro. Finalmente mi riprendo e corricchio fino alla fine. Nella disavventura una nota positivissima: ho realmente corso tutti i 21 chilometri, senza dolori ai piedi! Un evento.

 

Velocemente rientro agli spogliatoi, incontro Giacomo che raggiante mi dice di aver fatto un nuovo personal best. Me ne rallegro, ma io penso alla ferita, perche' adesso e' la cosa piu' dolorosa. il mio medico (Gianluca) me la vede, dice che e' tutto ok, e mi dice che si richiudera'.



Il rientro da Crevalcore e' un crescendo di dolori: lo sterno comincia a dolere, la parte sopra al ginocchio, e naturalmente la ferita. La mattina dopo andro' al pronto soccorso, piu' per lo scrupolo di un eventuale versamento che per una soluzione: la frattura alle costole non ha rimedio, se non il tempo (e il riposo).

Per fortuna nessun versamento, ma la quinta costola sinistra e' rotta. Di nuovo stop. Finira', certo. Deve finire.