A Fabio, 5 aprile 2009.

mercoledì 27 aprile 2016

Spietatamente ultimo.......

Arieccomi qua, il pesce fuor d'acqua. Seconda granfondo stagionale, quella di "casa", con percorsi conosciuti (in teoria). Orario agevole, e l'idea di fare un bel lungo. Purtroppo il vento impetuoso non me lo permettera', ma almeno 85 km con belle salite sono nel paniere. 



Partenza al solito furiosa, e rapidamente mi trovo solo, o meglio con il gruppetto dei triathleti, Mauro, l'Angela (PPS), uno del TriIron e altri. La salita verso Gradara (contro vento) fa capire che non sara' una passeggiata, e al bivio, (ai piedi di Saludecio) scelgo il medio senza troppi rimpianti. 

Scesi da Saludecio, passato Morciano (direzione Montecerignone) eccolo li', il falsopiano a salire su cui muoio sempre: oggi poi il vento e' contro: forte e a raffiche, come se non fosse gia' difficile per me. 10 km in oltre 40 minuti, e all'attacco per Sassofeltrio sono al gancio. Ma non mollo, so che sara' durissima, ma devo superare anche ostacoli mentali. Questa salita e' tremenda.



A peggiorare l'arrivo dei primi due del lungo, e della muta di cani che li inseguono. Mi spostano, mi sfiorano, manca solo che mi dicano di andare a fare la calzetta e poi sono a posto..... Scollino solo, e sferzato dal vento mi fermo al ristoro, ma scappo praticamente subito. Sebbene caldo, il vento instupidisce.




Finalmente un po' di discesa.... da Faetano, infatti si scende a rotta di collo (velocita' massima 70 kmh) e qui mi difendo. Nonostante piu' giovani, piu' forti e piu' abili, tengo testa a parecchi.La BMC risponde pronta, e' un piacere guidarla...





Gli ultimi 15 km sono da incubo, non si arriva ad Ospitaletto ma si taglia per un paio di strappi assassini un paio di km prima, poi si sale a Pedrolara, Coriano, e non si scende ancora.... stilettate rappresentate da strappi improvvisi e discese vorticose. E finalmente si piomba sul traguardo.


Ancora una volta ultimo. Qua ci ho fatto l'abitudine. Ma non importa, ho un obiettivo a fine agosto, io. Un programma da seguire, e tanti chilometri da fare: le granfondo servono solo a farli in sicurezza e sopra le righe.




domenica 10 aprile 2016

Parigi val bene una messa?


E cominciano le gare. la prima, quasi un classico, la Granfondo Cassani. Quest'anno siamo tanti, grazie anche alle conoscenze di Giorgio Poli che ci ha organizzato una bellissima trasferta. Come al solito le mie partenze sono tutt'altro che sprint, e ben presto (appena fuori Faenza) la macchina di fine corsa mi passa. Nessun problema, sono qua per fare chilometri.



A Modigliana la prima salita, il Monte Casale, e lo ricordavo duro, ma meno di stavolta... Sono anche vestito troppo, e quindi mi sembra di fare una fatica immane (in realta' impiego ben 9 minuti in meno dell'ultima volta...) La discesa, poi un tratto in comune fra i vari percorsi, ed in uno di questi, mentre mi ritrovo in un gruppetto, mi ingarello con la ruota di un altro e cado. Ovviamente sul gomito gia' rotto, e per parecchi secondi rimango in apnea, per capire se oltre alla botta ho combinato di peggio... Per fortuna no, ma la bici sembra messa male... (A me e' andata di lusso. Ad Umberto no, gomito -olecrano pure lui- ed anche il polso, fratturati).



Al ristoro sul Monte Carla un "tuttofare" me la vede, e dopo una rapida spiegazione di quanto successo (e dopo il mio "Tornero' a Faenza"), prende la bici, da due botte al cambio e raddrizza la leva. Il suo "Vai pure al Monticino, che poi e' finita" (ovvero "prosegui pure che la bici e' a posto") non ammetteva repliche.

Cosi' riprendo strada e a Brisighella imbocco il Monticino, altra salita breva ma intensa.  Intanto mi hanno recuperato Massimo, Giorgio, Pier Giorgio e Isabella. e con loro arrivo al ristoro in cima, dopo aver salutato Gianluca Salieri che ha aspettato me a meta'.




Finalmente la discesa, e superato anche Tebano, (in realta' ultima velenosa ascesa) il ritorno a Faenza con l'arrivo in piazza e' tranquillo. Il tempo di fare i conti dei danni fisici che arrivano anche gli altri, con cui andremo al Pasta Party. Perche' in fondo il bello della salita e' che poi ci sara' la discesa, ma il bello della gara e' che poi ci sara' il pasta party. Caduta a parte sono piuttosto contento, ho migliorato tanto, soprattutto in salita, con Strava a gratificarmelo.






Il post GF Cassani e' da incubo, pero'. La caduta ha lasciato strascichi, e anche la fatica della gara, poi venerdi si partira' per Parigi, quindi scelgo di riposare. Per lo meno di recuperare un po' di forze per cercare di finire la maratona. Quando pensammo di fare questa trasferta, decidemmo di fare una trasferta di squadra, ed era maggio 2015. Quel che e' seguito con gli attentati, ci ha fatto riflettere sull'opportunita' di questa trasferta. Alla fine ha prevalso il fatalismo, e siamo qua in 20. Comunque con le dita incrociate. 

Partenza antelucana in volo da Bologna, e alle 12 siamo gia' in giro: Louvre, Notre Dame, e poi Salon de Running per il pettorale. Tutto molto facile, e all'expo (enorme) sembriamo bambini al ToyStore. Io non verrei piu' via, e dopo un po' di acquisti ce ne torniamo in hotel: in fondo domenica avremo 42 km da correre (?) e distruggere i piedi e le gambe in camminate inutili non sembra il caso.








La sera ci ritroviamo a mangiare all'Hippopotamus, una specie del nostro RoadHouse, per un piatto di carne.


Il sabato chi lo dedica a visitare Parigi, non essendoci mai venuto, e chi -come noi- che la conosciamo piuttosto bene, pochi spostamenti per far passare il tempo: avendo l'hotel alla Defence, puntiamo al Centro Commerciale 4 Temps, dove addocchiamo diverse cose che, se non domenica, certemente lunedi ci vedranno acquirenti. C'e anche Starbucks, dove -per una volta- non prendo il Frappuccino.




Domenica. La Gara. Le partenze sono scaglionate in ondate, e la nostra sara' alle 10.15, per cui evitiamo l'alzataccia. 4 fermate di metro e siamo in zona. Tantissima gente (gli iscritti ufficialmente sono 57.000), e la confusione sembra regnare sovrana, ma in realta' e' un caos organizzato. L'accesso al deposito borse e' veicolato, e i controlli sono abbastanza rigorosi (non arrivano ai metal detector di New York, ma le borse sono tutte ispezionate, sebbene l'accesso sia consentito un po' a tutti).

Entriamo in griglia con discreto anticipo, ma l'intrattenimento fa passare rapidamente il tempo, la temperatura e' giusta e c'e' un bellissimo sole. Alle 10.15 partiamo. Il percorso si snoda da ovest verso est partendo sugli Champs Elisee e lungo Rue de Rivoli fino al Parco Chateau de Vincenne, per poi tornare sullo stesso asse ma lungo il Senna a Bois de Boulogne, ed infine su Avenue Foch, dove era posizionato l'arrivo.




I primi chilometri sono anche divertenti, riesco pure a correre! Poi al decimo cominciano i problemi. Prima la sosta in bagno. Poi, la preparazione inadeguata (nulla....) mi costringe a camminare e correre. Ma fino al 30imo tutto sommato reggo qualche tratto di corsa, piu' o meno lungo. Certo, da novembre, le uniche corse sono state 3 mezze maratone... Per il resto ho solo pedalato... 





Divertente, al 29imo km si passa a fianco della Tour Eiffel, ma comunque un cartello enorme che ce lo comunica (sai mai non la vedessimo...). E poco dopo, al 30imo, un bel muro di cartone. (Muir de 30km). Ma soprattutto il lungo Senna ha questi tunnel, preceduti da una discesa, e seguiti da una salita spacca gambe. Per fortuna in uno, particolarmente lungo, musica soffusa, immagini tranquillizzanti e profumi piacevoli. ma la fatica rimane immensa.




Alla fine, anzi la fine arriva, e il rettilineo finale sull'Avenue Foch (ovviamente in sanpietrino) ci obbliga a correre... Non sia mai di finire camminando una maratona! Se non altro per le foto... E  ci metto pure Carla, visto che e' arrivata ben prima di me.




Medaglia e maglia. La mia nona maratona (Roma, 2 volte, Reggio, Firenze, Venezia e 3 major, New York, Londra e Chicago) finisce piuttosto indecorosamente in oltre 5 ore e mezzo, ma finisce. Ed io che odio correre!



 


Alla sera un'ottima e meritatissima fonduta chiude questa splendida trasferta, e il lunedi un po' di amaro lo lascia scoprire che i Finisher sono stati poco piu' di 41 mila e 700, ma che dei 57mila che avevano preso il pettorale ben 14mila non si sono presentati.