A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 28 ottobre 2012

Dall'estate all'inverno


Era una settimana che il meteo ci dava per imminente un'ondata di freddo siberiano (che fa freddo solo a dirlo) con possibili nevicate a bassa quota sulle colline emiliano-romagnole. Il che, per chi ha programmato la Tre Monti, una 15,4 km con partenza e arrivo si' all'autodromo di Imola, ma con GPM a 246m slm, poteva voler dire nevischio. Ma meglio un nevischio collinare che una piovosa (perche' comunque in pianura c'era la pioggia) 21km fra gli stabilimenti della bassa.

Ed invece, a dispetto del mondo meteorologico oggi e' stata una giornata fresca, senza precipitazioni (solo dopo un bel po' che siamo arrivati ha cominciato a piovigginare)  e con un vento teso fastidioso. Ma non troppo. La corsa e' quel che e' da 44 anni: collinare, con suggestiva partenza (e arrivo) all'autodromo, tre colline spaccagambe seguite da altrettante discese non certo facili. Paesaggi fantastici e un bel pacco gara (oltre alla maglia alcuni integratori omaggio). Piu' caotico il ristoro finale, preso d'assalto anche dai non competitivi.



Domenica scorsa avevo partecipato ad un interessante convegno della Federazione Triathlon dove alla mattina si affrontavano le problematiche della preparazione dei giovani alla pratica del Triathlon e della formazione di atleti di Elite (sempre in ambito di distanze Olimpiche al massimo) mentre al pomeriggio dopo un piatto di lasagna killer



abbiamo parlato di Ironman e mezzo IM, con particolare attenzione alla preparazione in termini di volumi e di qualita'. Prima di arrivare al convegno ero anche riuscito a fare un salto a vedere il mio vecchio negozio di cartoleria, "il matitino", che ora e' un agenzia immobiliare (quello a sinistra) mentre la merceria (a destra) e' sempre li' (dal 1990!)

Poi una corsetta in scioltezza martedi, e diverse sedute di nuoto. Mercoledi avrei dovuto fare un lunghissimo in bici ma non c'era la testa, e quindi dopo un'ora, a Sasso Morelli, ho girato la bici e sono ritornato. Gli Stradelli Guelfi, scelti in ultimo per provare ad arrivare al mare non sono stati abbastanza motivanti. Venerdi, infine, con Leo, abbiamo fatto un breve giro sulla Pedemontana con un nuovo triathleta (Roberto) che ha appena acquistato la bici. Ma la pioggia ci ha impedito di allungare oltre i 17 km. Grande assente (anche se presente per il caffe pre-giro) Gianni, presunto influenzato.






sabato 20 ottobre 2012

Andiamo a fare i 4 passi del Casentinese!


Ma prima, in settimana, mi ero (lo avrei scoperto ieri, ovviamente) cucinato le gambe con delle ripetute in salita di corsa su per il Meloncello martedi, e con una scampagnata in bici mercoledi in compagnia di Eugenio, un aspirante (con tutte le possibilita' di diventarlo) triathleta alla sua prima uscita in bici. Itinerario di nuovo Settefonti, affrontato con lui da Mercatale, e poi da solo anche da Ozzano, dopo aver allungato un po' nei dintorni.Mi riesce difficile dire quale versante sia piu' duro.



E dunque, ieri, approfittando della compagnia dello sparring partner Leo (che oramai pero' e' di un altro pianeta, oltre che di altra generazione), incuriosito da un giro fatto da alcuni ciclisti in estate e riportato su questo sito, abbiamo deciso di "tradire" il nostro Monte Grappa per provare a fare l'anello dei passi casentinesi, Carnaio, Calla, Fangacci e Mandrioli, seguendone fedelmente le orme. Ovvero partendo da San Piero in Bagno. 

Raggiungere San Piero non e' facilissimo, perche' dopo essere usciti a Cesena Nord abbiamo preso la E45 che in una mezzoretta ci porta al parcheggio del cimitero di San Piero. In pochi minuti abbiamo preparato le bici e le provviste e sotto un cielo piuttosto nebbioso ed un freddo umido penetrante siamo partiti..... nella direzione sbagliata. Dopo aver chiesto informazioni ad un gentile signore del posto abbiamo preso la direzione giusta, e comunque quel chilometro fatto in piu' ci e' servito per scaldarci, perche' la strada per il passo Carnaio parte subito in salita.




Come riportato anche dalla "bibbia" (G. Righi, Passi e valli in bicicletta Emilia-Romagna 2, ed. Ediciclo) la salita e' bastarda fin dall'inizio e ben presto Leo "s'invola", lasciandomi nella nebbia ad imprecare sul perche' mi ficco sempre in certi guai. In questi 5 chilometri capisco che non e' giornata, a dispetto di quanto affermato lungo il viaggio da Bologna, dove credevo di sentire una gran bella gamba. Scollino a fatica, e il cartello e' comunque in discesa.




A Santa Sofia sono congelato. La discesa nel freddo umido mi e' entrato nelle ossa e proseguiamo solo per scaldarci, anche perche' il sole comincia a sciogliere la nebbia. Direzione Corniolo - Passo della Calla. Fino a  Corniolo (13 km) e' un falso piano a salire, di quelli bastardi, perche' ti cuoci la gamba e non te ne rendi conto. Da Corniolo comincia la vera e propria ascesa, con una pendenza costante fra il 6 e l'8% che oggi proprio mi risulta indigesto. A Campigna sono stremato, ma ancora ci sono 3 chilometri per il passo, e quando manca ancora un chilometro riappare Leo a sostenermi e a portarmi (con le parole...) in cima, dove c'e' il sole ma anche un venticello freddo.











Dopo le foto di rito facciamo due conti. Sono passate 3 ore e mezzo (sono le 14), e siamo a meta' del giro. Da qui dovremmo scendere a Stia (422m), risalire il Fangacci (1252m) ridiscendere a Badia Prataglia (circa 900m) e di nuovo risalire al Passo Mandrioli. E poi ridiscendere a San Piero. Per me e' troppo. Preferisco rifare il Carnaio da Santa Sofia che tentare la sorte di altri 2 passi. Anche perche' lungo il Fangacci ci sono una paio di chilometri oltre il 10%. Ritornando indietro abbiamo una lunga discesa fino a Santa Sofia e gli 8 chilometri e mezzo del Carnaio.

In verita', a mente lucida, non so se abbiamo fatto la scelta giusta. Perche' il Carnaio da Santa Sofia e' bastardissimo, irregolare e senza tregua. Oltre che piuttosto trafficato. Per fortuna qui sono abituati alle biciclette e sono molto rispettosi, quindi non ho avuto mai la sensazione di pericolo.






lunedì 15 ottobre 2012

Il senso della vita

Qualcuno lo potra' capire, qualcun'altro meno, ma ecco perche' mi piace quello che faccio:

te non hai idea di quanto sia contento...stasera è una gara tra me e mio figlio col suo nuovo orologio (che per altro nn sa leggere)....sono molto entusiasta e pronto a spaccarli quei pedali!!!! nel frattempo ti ringrazio un mondo per la tua disponibilità per la compagnia e per avere messo le tue competenze al mio servizio. Siamo appena all'inizio ma se chi ben comincia è a metà dell'opera allora ci divertiremo!!!!
p.s Non so come ma sono riuscito a montare tutto per bene!!!!

domenica 14 ottobre 2012

Compagni di merende


Ovviamente non poteva continuare cosi', ovvero il mio corpo ha reclamato a gran voce "Riposo!", e tranne mercoledi che ho partecipato alla seduta di nuoto master, ho praticamente riposato fino a venerdi, quando -di forza- mi sono buttato fuori di casa per una corsa (ai Giardini Margherita). Niente di che, 45 minuti a fare degli "8" e dei cerchi all'interno. 

Sabato, invece, prima uscita di squadra in bici della Polisportiva, e con un discreto successo. Da Zola il programma prevedeva Ca' Bortolami con il rientro da Savigno per non appesantire troppo le gambe in questa fine stagione (che per me deve ancora finire..)  Undici partenti, uno (Ziro) ha subito deviato per Montemaggiore perche' con la MTB preferiva un percorso piu' breve ed accidentato. Alessandro, l'altro non presente nella foto e' rimasto attardato subito ed ha preferito continuare del suo passo.

Ovviamente io chiudevo il gruppo (e pure alla lontana) riunitosi alla fontana di Monte Pastore per le foto che vedete qui sotto. Nella prima, Angelo, Fabrizio, Claudia, io, Gianluca, Federico e Leo con Mauro (il vero ciclista) e Alessandro alle nostre spalle. Sessantacinque chilometri in allegria con soddisfazione per tutti. La foto sembra tratta da un picnic anni 50, lo so.
 


Oggi, di nuovo di corsa per le lande della bassa in quel di Sala Bolognese per l'imperdibile Trotterellata, che ad un giro podistico da depressione (specie se nebbioso) abbina il ricco (crescentina fritta calda appena fatta) ristoro finale. La caccia al magico tagliando per assicurarsi piu' di un pezzo e' spasmodica, perche' la crescentina e' favolosa, ma vana, almeno per me.

Io ho sofferto accompagnando Eugenio, un giocatore di pallavolo con un nuovo hobby: il triathlon. Ma questa non e' una novita'. Alla fine, io morto (ed ho un Ironman il prossimo 25 novembre) lui un fiore (ha poi 15 anni in meno di me....), eppure andavamo a 5.40/km...

lunedì 8 ottobre 2012

Montegrappa, e 6!


L'urlo sull'ultima, durissima rampa (15%) dopo i 24 chilometri di andata e 14 di ritorno, la' dove si "gira attorno" al Grappa per riaffrontare la discesa del Monte Tomba e ritornare ad Alano di Piave e' stato piu' che liberatorio.  Un urlo belluino, selvaggio, prorompente, tanto da lasciarmi rauco. E mancava ancora la ciliegina.

Alano di Piave, Strada del Grappa, "una suggestiva variante per salire dal Monte Tomba a Cima Grappa, incrociando le quattro precedenti (Fietta, Possagno, Cavaso e Pederobba)", una salita infernale, con rampe non durissime (comunque sopra l'11-12%) ma lunghe e soprattutto alternate a chilometri di ingannevole salita che sembra falso piano ed e' in realta' al 7-9%. 

 

Avevo provato questa salita lo scorso 11 settembre ma ben presto la gamba mi aveva abbandonato, anzi piu' che la gamba la vista della strada che si inerpicava sul fianco della costa del Pallone e del Piz. Oggi era il giorno senza domani, perche' poi i timbri, la' in cima al Rifugio, li ritirano, e la prova della fatica rimane solo in un file del Garmin. E, di solito, in questi giorni "out out", fallisco.

Avevo anche qualche dubbio sulla tenuta fisica (oibo'! non sono piu' un giovincello...), dopo il centello di venerdi al Carpegna, avevo profuso forze nella seduta di nuoto del sabato con il coach Marco a massacrarci di sprint sui 25m (qui, ma mancano le vasche a gambe...), e ieri mi ero spremuto da solo sui 13 chilometri abbondanti della Camminata Campagnola, ludico motoria che come ho gia' avuto modo di dire e' tutto tranne che ludica. Infatti la maggior parte di quei 13 km erano sull'argine su un terreno soffice finche' si vuole ma certamente spaccagambe. E per non far brutta figura (essere surcalssato dalle Lumagirls Saragozzine) avevo anche tenuto un passo "d'antan", ovvero sui 5.30/km.

Ulteriori dubbi mi erano sorti quando mi sono ri-ritrovato (questo tratto e' quello in comune con le altre salite, e lo avevo gia' affrontato da Pederobba) su tornanti come questo, e non certo sporadici (questa e' la seconda serie dopo lo scollinamento del Tomba, quattro, con pendenze sul 14%), ma poi come d'incanto la gamba regge, la schiena pure e l'umore s'innalza, su fino ai 1750m della Cima.

Dimenticando anche che il tempo ha fatto il matto (gli ultimi 5 chilometri coperto e bigio, ma per fortuna senza pioggia) e la temperatura si e' assestata sugli 8/10 gradi, pochini, visto che ero in divisa estiva e per eccesso di prudenza mi ero portato i manicotti e la cerata (indossati anche in salita...)



 

L'altra gioia e' sapere che quando entri nel rifugio vieni riconosciuto (ma tu sei quello che viene da Bologna...!) e il timbro e' solo la coda di un caffe' e di un bravo!, ce l'hai fatta anche stavolta!

E la ciliegina? Ah, beh la foratura in discesa, che diamine... ma oramai con esperto ed in un tempo relativamente breve ho cambiato il tubolare e con prudenza (quella che la discesa al 14-15% mi consentiva) sono rientrato ad Alano e alla macchina parcheggiata in piazza.


venerdì 5 ottobre 2012

Roba fina...

Mercoledi doveva essere il giorno "X" (o meglio "6"), cioe' la giornata in cui avrei preso la sesta scalata del Monte Grappa, dato che il meteo oramai concede pochissime giornata di tempo "ciclabile", ma complice la prima seduta di nuoto con il coach la sera prima, con l'accumulo di adrenalina fuori scala, e dunque un sonno travagliatissimo, mi sono svegliato troppo tardi. 

Cosi' ho dovuto ripiegare su un "classico" giro nei dintorni, scegliendo la valle del Sillaro (direzione Sassoleone) con sterzata nella valle delle Ginestre (poco prima di entrare a Sassoleone si gira a sinistra (direzione Fontanelice) e al bivio per la Val Sellustria, tenere la destra, verso Fontanelice appunto. Il programma era la scalata del valico del Prugno, che dalla Valle del Santerno porta a Casola Valsenio, ma giunto ai piedi della strada ho considerato che ero un po' troppo stanco.





Cosi' ho percorso la valle fino a Casalfiumanese e per evitare un po' di trafficatissima Via Emilia ho valicato in val Sellustria per la Via Croara, stradello malefico con qualche rampa spaccagambe, ma indubbiamente poco frequentata. Ho cercato poi di convincermi che passando per Dozza avrei ulteriormente tagliato, ma chi conosce "quel chilometro e 600 metri" sa perche' ho preferito la via Emilia, per tornare a Castel San Pietro. 

Cosi' oggi, sia pure voglioso di fare un bel chilometraggio non immaginavo certo di riuscire a fare oltre 100 km, sobbarcandomi 48 km (su 50 che ci vogliono per arrivare a Carpegna da Riccione) di salita. Certo non con le pendenze del Montegrappa, ma quella stupida 2-3% che altro non fa che spaccare gambe. Oltre tutto controvento. Certo, il fatto che al ritorno c'erano 48km di discesa aiutava lo spirito, ma poi erano sempre da fare.








Ed invece eccomi qua a Carpegna, a riempire la borraccia di acqua dopo aver ammirato (solo ammirato!) l'inizio della salita al Cippo (se mai fossi impazzito in quei momenti avrei ripiegato per scalarlo dal Passo Cantoniera, ben piu' abbordabile!) Qualche foto e via di ritorno per la stessa strada. 2 ore e mezzo a salire, 2 ore scarse a scendere. Ma evidentemente non ero sazio, tanto che una volta a casa, a Riccione, mi sono dovuto mettere le scarpe da corsa e via, come predico e obbligo i miei atleti a fare, una bella corsa di transizione. 

Neanche 4 chilometri e mezzo, ma un'iniezione di fiducia enorme, e la sempre piu granitica convinzione che dopo uno o due Ironman (o altro impegno sportivo lungo come una maratona o una granfondo) non importa piu' spararsi dei lunghi allucinanti perche' il fondo c'e' e non si perde. Semmai si puo' ritoccare la veocita' di fondo, ma questo e' un altro discorso. 

E comunque all'andata, in salita, un ciclista mi ha lasciato sul posto (nessuna sorpresa, io in salita sono uan ciofeca) ma anche al ritorno, in discesa (36,5/37 kmh, mica fermo) un ciclista mi ha passato come un Frecciarossa. Cosa gli davano da mangiare da piccoli, a sta gente?  


martedì 2 ottobre 2012

All in one



Tutto in una volta. Lavastoviglie e PC ko, ora sto scrivendo con un vecchio e scassato Penthium con Linux. E pero' non posso mettere delle foto perche' le ho nel PC morto (alimentatore svampato, sperando)... [nel frattempo ho risolto...]

Comunque aggiornando dal 24 settembre, una settimana fruttuosa, la scorsa, con un po' di nuoto e della bici. La corsa latita ma sono consapevole che camminero' molti dei 42 km della maratona a Cozumel. 

Nel mezzo un nuovo giovane si e' affidato alla nostra societa' per il suo sogno: il triathlon di Bardolino che si svolge nella sua citta'. In vista del traguardo grosso, preventivato a 10 anni, ovvero la finish line di un Ironman. Sappiamo gia' come andra', che dopo Bardolino, che si svolge a meta' giugno, prima di settembre avra' gia' la mente ad un mezzo IM, e prenotato entro la fine dell'anno, un pettorale di un IM 2014.

Per ora corre, piuttosto forte, dovra' lavorare parecchio in bici, e a nuoto lo vedro' presto. Comunque fa piacere vedere che ci sono ventenni che "pensano gia' in grande" (a fare un ironman, intendo, che per me e' il vero triathlon).

Intanto mi godo questi ultimi scampoli di stagione a Riccione, e ne ho approfittato per un bel giro fra le colline riccionesi e pesaresi, fra Tavullia Pesaro e la "pano".

 



Ieri poi mi sono di nuovo adagiato sulle appendici della crono bike: solito giro della bassa e di nuovo la media alzata, ora sono stabile sui 33 km/h: ancora pero' devo capire se effettivamente e' la gamba che gira meglio o se il vento e' cosi' favorevole. Essendo il terzo PB su questo giro direi che c'e anche una bella gamba, a contribuire. Ieri poi ho allungato di qualche chilometro, arrivando a 70. 

Un mese fa mi e' arrivata una mail che mi invitava a partecipare alla EFA (Escape From Alcatraz) Lottery, ed io, ridendo fra me e me mi sono iscritto. Ora mi hanno estratto ed il prossimo 3 marzo (ridendo molto meno) mi tocchera' buttarmi dal barcone...