A Fabio, 5 aprile 2009.

mercoledì 25 marzo 2015

NY Half Marathon e Maratona di Roma



Al 35imo km correvo (oddio.... corricchiavo) ancora. E mi chiedevo come fosse possibile. Io odio correre. Mi annoia. Mi fanno male i piedi, a correre tanto. Aveva smesso di piovere da poco, oltre 3 ore di pioggia. Freddo. Si freddo!... Pero', quando ho deciso, un mesetto fa, di iscrivermi (grazie ad Alessio Guidi con tariffa ultrascontata), la medaglia era una tentazione irresisitibile. Bellissima. 



Eppure sono ancora qua che corricchio... Pero' sti cavolo di sampietrini.... Nel 2006 era diverso... Erano all'inizio e alla fine. In mezzo tanto asfalto e -soprattutto- tanti monumenti... Il nuovo percorso e' brutto, si, San Pietro... Piazza di Spagna.... Piazza Navona... Piazza del Popolo... Pero' anche periferia... Un giro alla Garbatella... alla Garbatellla!!! 

Finisco le energie. Adesso cammino molto e corro poco... Le previsioni che il Tomtom mi dava per un "circaquattrooreemezzo" svaniscono. Pazienza, dopo Chicago in oltre 5 ore, e la mezza a New York, domenica scorsa in 2 ore e 17 pensavo peggio...... molto peggio. 

Si perche' in effetti a far bella figura a New York un po' ci tenevo. Ma una colazione sbagliata (probabilmente i nostri delicati intestini non sono abituati al latte di soia,  contrariamente agli yogurt, oramai abituali) ci ha frenato un po'. Comunque meglio della maratona, partenza a Central park, quasi 10 km dentro al parco. Poi giua sud sulla settima fino a Time Square. da li a destra sulla 42ima W fino alla 12iam Ave. Il lungo fiume. Da qui dritti fino a Battery Park, e dopo il sottopasso arrivo posto all'incrocio con Water e Wall Street. 

Freddo, vento e ventimila persone. Mia partenza troppo forte e al settimo km gia' cammino. Carla in spolvero al decimo mi supera e non la vedo piu', se non al traguardo. Non riusciamo ad andare allo stesso passo. Mai. Quindi meglio ognun per se. Stavolta ancora di piu': lei ne aveva io no. Bellissima New York, come sempre bella anche la medaglia.

 


 


 

 

Siamo ritornati presto in hotel (con un taxi), e abbiamo deciso di provare uno dei tanti ristoranti cui Lidia e Joe Bastianich danno il nome. Becco. Le recensioni non sono eccezionali, ma essendo anche il piu' vicino rischiamo. Volevamo la pasta, ma dobbiamo prendere un menu fisso (antipasto e pasta), e nonostante tutto non sono affatto male. Porzioni abbondanti, e cottura giusta. Ambiente tipico da osteria, con tavoli vicini e tanto rumore, e magari se i camerieri non fossero ispanomessicani sarebbe tutto piu' vero. Eccellente anche il vino. Se poi l'euro non fosse cosi' svalutato anche i 100 dollari del conto (compresa la gratuity) non sarebbero un'esagerazione.


Mentre noi faticavamo negli USA, una gran parte degli Spartans era a Ferrara, impegnati nella mezza o nella maratona vera e propria, prima parte di una sifda birraiola che vedra' contrapposti i maratoneti ferraresi a quelli romani. Gran festa e divertimento anche per loro.




Vacanza breve, la nostra, il volo di rientro e' gia' il lunedi, e l'unico sfizio che ci concediamo e' di salutare un amico, Giaocmo (Jack), trasferito qua per lavoro.



Un volo tranquillo e veloce, e la mattina siamo a casa. Il gatto... impazzito. feste per tutto il giorno, appiccicato come se fossimo stati via un mese. Carla mi da dell'insensibile (scherzando, ma non troppo) perche di li a sabato io andro' a Roma per la maratona e avevamo programmato un week end romatico (vabbe', con mia corsa) e.. "Come facciamo ad abbandonare questa creatura?". Eeeeh si abbandona. Irremovibile, lei, pero'. Mi tocca scendre a Roma da solo. Per fortuna non avevo ancora prenotato il treno, ma l'hotel si. Tanto era doppia comunque. 

Domus Real Cardello, il nome del B&B e direi che sono vicino alla partenza.......



Mi raggiungono Marco, Niccolo' e Graziano, mentre sono in attesa e finalmente arriva la gerente del B&B, cosi' posso fare il check in e andare a prendere il pettorale. Trovare il Palazzo dei Congressi non e' facilissimo: non e' come a New York che ad ogni incrocio c'erano ragazzi con paline direzionali... In breve ci chattiamo e ci riuniamo: Jessica (con Giorgia), Luigi e Riccardo. Foto di gruppo e via. Per rivederci a cena.


 
 



Ci troviamo nei pressi dell'hotel (La Nuova Piazzetta) per una frugale cena. I tonnarelli cacio e pepe, spinaci e birretta saranno il mio carbo-loading. Immancabile foto sui via dei Fori, dove l'indomani saremmo partiti e arrivati.

 

Eccoci al via, io Marco e Nic, carichi come molle, loro... io fatalista. Prendo tutto quello che viene. In teoria la giornata e' da botto totale: piove, fa freddo, i sampietrini, un percorso ostico e una preparazione assai peggio che approssimativa. Oltretutto le pessime sensazioni di New York non lasciano spazio: sara' uno schifo di giornata.


Ed invece.... Parto pianino. Tranquillo. Cerco di concentrarmi sul fondo viscido e fare un passo alla volta. Fino al 18imo chilometro tutto bene, faccio tutti i ristori per bene, un po' acqua un po' Gatorade. Faccio anche una sosta pipi'. Al 21imo sono contento, riesco a correre. Mi ero ripromesso di camminare un po', ma siccome non ho problemi a correre, procedo. 

Verso il 30imo accuso la stanchezza, ma ancora i piedi non mi danno troppo fastidio. Come al solito mi sono dimenticato di fare il doppio nodo ai lacci e devo fermarmi per riallacciare il destro. Al 33imo finalmente smette di piovere e mi concedo una pausa un po' piu' lunga, con foto (d'apertura) e telefonata a Carla...

Dopo via del Corso comincio veramente ad essere provato, ma piu' dal fondo pessimo e dal tunnel in salita anticamera dell'ultimo chilometro, che dalla scarsa preparazione... Pazienza... Via dei Fori con il Colosseo la' in fondo mi accoglie, bradipo ma in corsa. Mica si puo' camminare alla fine! Fermo il TomTom: 4:41:18..... Scatto la foto con la medaglia, la posto in chat e neanche il tempo di di ristorarmi che Matteo mi chiama e mi incita ad arrivare in fondo, Jessica (che con 3 ore e 50 ha stampato un esordio da urlo) mi vuole ringraziare e salutare. 




Poi la routine del post gara, con doccia, treno e confronti una volta a casa, immancabili. 2015 batte 2006 2-1 (medaglia e tempo a favore, contro il percorso). Sorpreso (ma non troppo) da una giornata diversa.






Ah, la sfida Ferrara-Roma, basata sul tempo medio, l'abbiamo vinta noi: per 5'...



domenica 8 marzo 2015

Eccezione

Per principio non faccio elemosina.
Chi fa elemosina non gode di cio' che riceve, e' molto spesso sfruttato.
Non se ne serve per bisogni essenziali (mangiare).
Ce ne sono tanti, perche' dovrei provilegiare uno rispetto ad una altro (o altri).
Preferirei regalare la canna per pescare ed insegnargli ad usarla, piuttosto che regalare un pesce.
Molto spesso hanno un atteggiamento altezzoso, e se non gli dai una certa cifra si offendono.
Chi fa elemosina guadagna disonestamente (e spesso di piu') di chi fa sempre piu' fatica ad arrivare a fine mese.
Insomma ritengo chi fa elemosina un parassita della societa'.

Ma ogni regola, anche la piu' ferrea, ha la sua eccezione. Da diverso tempo (forse un paio di anni) questa donna, seduta compostamente e quasi a voler scomparire, fa capolino nella via, a fianco del supermercato. Non allunga la mano, non chiede, non fa nulla. Al limite, ma molto timidamente, ti guarda. 

Non so come e' successo. Ho cominciato a darle 2 euro. Solo quando vado aprendere i giornali a piedi, solo al ritorno. Non so come si chiama, faccio fatica a guardarla in faccia, sembra che per lei elemosinare sia una vergogna. Cosi' le allungo i 2 euro, un sommesso grazie come risposta, un mio commento "non li sprecare" e nulla piu'. Non mi interessa la sua storia, ne' il suo nome. Spero solo che veramente se li possa godere lei e non doverli spartire con il negriero di turno. Cinque secondi in cui i miei principi vanno in tilt.


martedì 3 marzo 2015

Si parte

Sabato 28 febbraio, Scarperia, Autodromo del Mugello. C'e' un duathlon sprint. Ci sono. A fare? Boh, e' una gara, ma e' agli antipodi piu' lontani dai miei standard. Non c'e' il nuoto. Si parte di corsa, si sale in bici e si ritorna a correre. Si parte di corsa a tutta. Precisiamo. Che per un "diesel" come me vuol dire morire subito.


Ci siamo ritrovati alle 8 con Michele (esordiente), Fabio e Giorgio, che non avendo simpatia per il nuoto nel duathlon sono molto a proprio agio. In poco piu' di un'ora siamo al circuito, e posteggiamo praticamente in zona cambio. Incontriamo tanti amici, si aggrega anche la nostra laura, che domani poi si sparera' 30 km di corsa a Siena... Dopo un inverno la voglia di gareggiare e' tanta, gli allenamenti servono, ma non piacciono tanto. 




Dopo aver istruito Michele delle varie procedure ci portiamo alla partenza. Un giro di corsa del circuito (5,250m), 4 in bici (21 km) e mezzo giro di corsa a chiudere (2650m). Alle 12.30 partono le donne e dieci minuti dopo noi. Come da copione pronti via e sono nelle retrovie, battaglio con neofiti e improbabili (come me) atleti. Comunque nonostante la prima salita appena partiti, corro sui 5/km, e difatti sulla seconda, l'Arrabbiata, a meta' del giro, mi pianto e cammino. 

Arrivo in zona cambio fra gli ultimissimi, e trovo facilmente la mia bici, solitaria... vabbe', un classico. Anche i 4 giri di bici alla fine passano, e mi preparo per il mezzo giro finale di corsa. Arrivo in fondo neanche distrutto. Ho camminato molto, ma ho anche esagerato all'inizio, partendo troppo forte. Alla fine i miei compagni sono li' ad aspettarmi, fabio non l'ho mai visto, Giorgio lo avevo ripreso in zona cambio, ma poi ha corso subito forte nell'ultima frazione. Aspettiamo Michele, che ha pagato la partenza forte.




Il pasta party, con scatola contenente farro allo zafferano e pane, il tutto con succo di pera e kiwi e' il giusto premio al nostro sforzo.

Poi la domenica mi sento bene e ritorno a correre, con Carla. Ma adesso mi concentro sulla bici, il mese di marzo sara' decisivo per il Texas.