A Fabio, 5 aprile 2009.

giovedì 29 settembre 2016

Oetztaler Radmarathon 28 agosto 2016

Ai primi di luglio accade una cosa strana (indipendente dalle vicende societarie) per la quale capisco che la conquista dell'Oetztaler per me sara' una chimera. La consapevolezza del traguardo impossibile. Le motivazioni sono diverse, non ci sono colpe da ascrivere, solo un approccio evidentemente sbagliato. Anche se non mancavano stimoli, motivazioni, strumenti e supporto. 

Cedo di testa. Non c'e' piu verso di salire su quella cavolo di bici. Fra luglio ed agosto avro' fatto una quindicina di uscite, tutte di malavoglia e certamente di chilometraggio insufficiente. Prendevo la bici, uscivo e dopo un'ora, 90 minuti al massimo era crisi e tornavo indietro. E allora, il 12 agosto, cambio. Comincio a correre la mattina a digiuno. 30 minuti, 31, 32..... e cosi' via un minuto in piu al giorno. Al 25 agosto arrivo con 44 minuti.

Cosi' mi presento a Solden, venerdi 26. Spesso (con la corsa sempre), nelle gare mi trasformo, viene fuori il piacere di fare che sto facendo. Spero sia cosi' anche qua. Negli ultimi tempi, poi due fastidiosi calli, all'esterno dei mignoli mi impediscono di pedalare a lungo: podologi e cerotti imbottiti vari non leniscono il problema. Anche per questo ho iniziato a correre, non mi fanno male quando corro. 

Solden e' deliziosa: un caldo ancora anomalo, un sacco di ciclisti in formissima, titati come delle balestre. Ed io la solita mosca bianca. Sovrappeso, e non allenato. Si preannuncia una Caporetto. 



Comunque non mollo (ich habe einen traum, io ho un sogno, non dimentichiamolo): ritiro il mio pacco gara, mi godo il sabato passeggiando, e alla fine decido anche di sacrificare le scarpe nel tentativo di limitare il dolore: pratico un buco dove la pressione sul callo non mi farebe quasi partire: sinistro bene, il destro meno... Vabbe', mi porto dietro un po' di nastro nel caso il tagli si allarghi..




Chi non conosce la Oetztaler e' bene rimanga nell'ignoranza, chi la conosce, il piu' delle volte la evita. 238 km, 5500m di dislivello positivo, 4 passi, percorso unico. 13 ore di tempo. Da un paio di anni il tempo e' molto clemente, ma ci sono state edizioni da tregenda, con neve sui passi e situazioni al limite. Ma chi arriva in fondo e conquista la maglia da Finisher ha molto di cui vantarsi.


Cosi', domenica mattina alle 6.00 sono in griglia, lo stato d'animo, neutro. La partenza e' spettacolare: da Solden si scende a Oetz per 30 km a rotta di collo, media intorno ai 45 all'ora per arrivare alla rotonda che segna l'inizia della salita del Kuthai, la prima,.teribile, salita: 16 km all'8% medio, con i primi 2 km al 12%. Li si capisce tutto.


Ed io capisco che non c'e' storia. Frotte di ciclisti mi superano, io arranco, non c'e gamba, non c'e' testa. Cinque chilometri a lottare e poi basta. La luce si spegne, il divertimento diventa sofferenza e allora fine. Non ha senso continuare. 

Mi fermo. comunico la mia decisione a Carla e mestamente ritorno da dove sono venuto. Stavolta e' andata male. Ho giurato, qua fra i monti del Tirolo, di tornare altri tre anni a provare. E ci riusciro', a costo di trtasformarmi in un maledetto ciclista.

Cosi' mi rifugio nel mio campo: mi iscrivo al 70.3 di Pola, che sara' giusto una settimana prima della Maratona di Berlino. Ho bisogno di prendere una medaglia. Di conquistare una medaglia.

Il file Strava

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