Ed eccoci qua, a Maranello, dopo la sveglia alle 5.30, la colazione, l'autostrada, Gianni in attesa e Mimmo a Modena. Sono le 9.00 e sono nella griglia dei top runners, perche' all'iscrizione mi hanno chiesto il tempo della maratona, ma io avrei fatto la 30 km ed io ho messo il tempo della 30 km... Insomma, ho fatto la figura di St. Croix, io cicciobello fra stecchi secchi secchi e scalpitanti. Obbiettivo passo 5.40/km per me, 6.10/km per Carla, come da programma coach, in vista di NY.
La partenza e' abbastanza caotica, subito una curva a gomito dove si sgomita. Poi piano piano prendo il mio passo, 5.30/km. So di essere un po' troppo veloce, ma i piedi hanno molta voglia di farsi sentire, in piu' ho molto freddo e preferisco tenere il ritmo un po' alto per scaldarmi.
Dopo 15 km di campagna alternata a paesetti traboccanti di soldi e Ferrari (le auto), siamo a Modena, e dovendo fare 6 km ancora per la mezza giriamo praticamente tutta la citta', passando per il cortile dell'Accademia , la piazza della Ghirlandina e le vie dello struscio, con i modenesi un po' sorpresi e non troppo inveenti (non come a Bologna, cioe').
Passo la mezza con Gianni arrivato da un quarto d'ora appena sotto l'ora e 59, in perfetto orario (5.38/km), ma con gia' 3 soste (una per calzino -eh gia' i piedi!- e una fisiologica). Subito dopo cominciano i guai: al cavalcavia del 22imo km sono piantato. Oh, dai che saranno mai 8 km? Vengo risucchiato da decine di podisti, maratoneti e non, e piano piano vengo raggiunto dai pacer delle 4h della maratona. Alterno lunghe camminate a brevi corse, con altre 2 soste per rimettere le calze, tanto peggio di cosi'... In un raro momento di corsa mi prende pure il coach, sul percorso in bici, e nota che la mia corsa e' un disastro, sia pure per gli innumerevoli dolori. Dopo qualche centinaio di metri mi saluta, ed io mi rimetto subito a camminare, oramai anche avanzare e' un tormento, accidenti a me e quando ho fatto l'Elba.
Ogni chilometro diventa una sofferenza, ma lentamente si avvicina l'arrivo. Pure con i crampi, ma arrivo: sono sotto le 3 ore, 2:57:46 e non so come. Il passo si attesta alla fine sui 5.55/km, che sui 42 e 2 sarebbe un bel risultato, ma altri 12 km in quelle condizioni non so come faro' a farli. Comunque oggi faccio una gran fatica a tenere il piede a terra, e solo un po' di nuoto in serata (tra l'altro con gambe a go-go!) mi danno sollievo.
Un saluto a Roberto G., in partenza per Clearwater, al suo amico (di cui non ricordo il nome) alle ragazze della Polisportiva, a tutti quelli -sempre della polisportiva- che mi hanno passato e urlato perche' sono partito avanti, al marito della Federica B. con l'amica che verranno a NY pure loro anche per aver sostenuto Carla, la quale partita fortissima (5.40/km) ha pagato ben presto questo slancio di gioventu' finendo la benzina al 15imo km e trascinandosi all'arrivo in 3h e 17. Una grande lezione su come non cedere all'euforia. Le fara' bene.
Dai che NY oramai e' dietro l'angolo, ed io ho un male ai piedi (nello specifico ai nervetti che passano fra le ossa del metatarso, di nuovo infiammati) che me li taglierei...
La partenza e' abbastanza caotica, subito una curva a gomito dove si sgomita. Poi piano piano prendo il mio passo, 5.30/km. So di essere un po' troppo veloce, ma i piedi hanno molta voglia di farsi sentire, in piu' ho molto freddo e preferisco tenere il ritmo un po' alto per scaldarmi.
Dopo 15 km di campagna alternata a paesetti traboccanti di soldi e Ferrari (le auto), siamo a Modena, e dovendo fare 6 km ancora per la mezza giriamo praticamente tutta la citta', passando per il cortile dell'Accademia , la piazza della Ghirlandina e le vie dello struscio, con i modenesi un po' sorpresi e non troppo inveenti (non come a Bologna, cioe').
Passo la mezza con Gianni arrivato da un quarto d'ora appena sotto l'ora e 59, in perfetto orario (5.38/km), ma con gia' 3 soste (una per calzino -eh gia' i piedi!- e una fisiologica). Subito dopo cominciano i guai: al cavalcavia del 22imo km sono piantato. Oh, dai che saranno mai 8 km? Vengo risucchiato da decine di podisti, maratoneti e non, e piano piano vengo raggiunto dai pacer delle 4h della maratona. Alterno lunghe camminate a brevi corse, con altre 2 soste per rimettere le calze, tanto peggio di cosi'... In un raro momento di corsa mi prende pure il coach, sul percorso in bici, e nota che la mia corsa e' un disastro, sia pure per gli innumerevoli dolori. Dopo qualche centinaio di metri mi saluta, ed io mi rimetto subito a camminare, oramai anche avanzare e' un tormento, accidenti a me e quando ho fatto l'Elba.
Ogni chilometro diventa una sofferenza, ma lentamente si avvicina l'arrivo. Pure con i crampi, ma arrivo: sono sotto le 3 ore, 2:57:46 e non so come. Il passo si attesta alla fine sui 5.55/km, che sui 42 e 2 sarebbe un bel risultato, ma altri 12 km in quelle condizioni non so come faro' a farli. Comunque oggi faccio una gran fatica a tenere il piede a terra, e solo un po' di nuoto in serata (tra l'altro con gambe a go-go!) mi danno sollievo.
Un saluto a Roberto G., in partenza per Clearwater, al suo amico (di cui non ricordo il nome) alle ragazze della Polisportiva, a tutti quelli -sempre della polisportiva- che mi hanno passato e urlato perche' sono partito avanti, al marito della Federica B. con l'amica che verranno a NY pure loro anche per aver sostenuto Carla, la quale partita fortissima (5.40/km) ha pagato ben presto questo slancio di gioventu' finendo la benzina al 15imo km e trascinandosi all'arrivo in 3h e 17. Una grande lezione su come non cedere all'euforia. Le fara' bene.
Dai che NY oramai e' dietro l'angolo, ed io ho un male ai piedi (nello specifico ai nervetti che passano fra le ossa del metatarso, di nuovo infiammati) che me li taglierei...
Nessun commento:
Posta un commento