A Fabio, 5 aprile 2009.

giovedì 28 ottobre 2010

Frenesia

Quasi ci siamo. Giovedi prossimo mi imbarchero' con Carla alla volta di New York, ed insieme parteciperemo (e finiremo!) la maratona. Per me e' la 14ima (comprese quelle degli IM, la terza secca), e non sono particolarmente turbato, mentre Carla -sono certo- quando cammina guarda bene dove mette i piedi, sia mai che le succedesse qualcosa.

Intanto il clima si raffredda come una quinta glaciazione, e dopo un'estate torrida mi aspettavo un ottobre tiepido, ma il riscaldamento globale sembra una chimera, sventolata dalle Cassandre mai godute. E quindi questi ultimi allenamenti li svolgo rivestito come un inuit nell'igloo.

LA bici e' in cantina a prendere polvere, un po' (appena appena) mi dispiace non poter svolgere qualche uscita, ma il coach mi ha imposto solo corsa e nuoto (complementare). Sul complementare avrei qualche dubbio, visto che spesso esco dalla piscina instupidito, come dopo qualche kumite di karate.

Il coach ci torchia ben bene, anche perche' il 21 novembre ci sara' il primo scontro in vasca, e le armi devono essere molto affilate. Personalmente io sarei in svacco totale, ma do volentieri il mio contributo in un 100 a stile che rappresenta la distanza piu' lunga (sic!) di quel trofeo. Certo, ora sono un pesce rosso in una vasca di squali, ma sto imparando da trota. Squalo? Nella prossima vita, mi sa.

Prosegue, parallelamente, la conoscenza dei nuovi compagni (e compagne), molti dei quali stanati su FB, anche se si chiacchiera veramente poco, con i ritmi imposti dal coach. Ma qualche perla si coglie, come la cronica capacita' di qualcuno di trasformare mentalmente i metri in vasche (200m.......oddio.......... quante vasche sono.....?), e se questa difficolta' caratterizzava una sola persona (non sei tu, V.) devo dire che ha trovato un degno compare con cui condividerla.

Naturalmente al peggio non c'e' fine, e il compare ci aggiunge di suo il non rispettare i tempi del recupero, vanificando -molto spesso- la peculiarita' dell'esercizio. A nulla sono valsi i tentativi di fargli capire come va il mondo.

Pur nella serieta' del corso emerge sempre una certa allegria (niente a che vedere con la goliardia che regnava negli anni passati con Ruggio), che il coach riesce a fatica a trasformare in vasche compiute.

Come ogni tanto faccio, saluto alcuni di quei pazzi che perdono qualche minuto della propria giornata per leggere le sciocchezze che mi passano per la testa e che trascrivo qua, ovvero Peppe, Ivana, Valentina, quel sofronio di Gianluca, che e' sempre cosi' preso dal suo lavoro in banca che mi saluta sempre, quando rallento in auto, il girapapa', il Mancio, futuro finisher di un mezzo IM, e Gianni, che dice di sapere tutto da Mimmo, ma so benissimo che legge di prima mano, non per sentito dire.

Presto parlero' anche del 2011, Ironman in vista.....

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