Meno tempo del solito, e quindi l'escursione "in alta quota" e' stata piu' ravvicinata. Ero incuriosito da questo Monte Corno, provincia di Vicenza, la cui partenza da Breganze prometteva 25 km ad una media del 4,5%. Lunga e con pendenza giusta, insomma. Poi dovevo recuperare un po' di forze dopo un Manghen devastante, anche se alla fin fine e' quello che mi "richiama", come una sirena faceva con Ulisse.
Per l'occasione mi ero scaricato il file da cycling.it, in modo da seguire l'itinerario giusto: io, pero', ero partito da un parcheggio nei pressi del palazzetto e per tutto il tempo voleva farmi tornare alla piazza di Breganze, per iniziare (giustamente) dallo start. Vabbe', nonostante questo impiccio ho comunque avuto problemi, perche' se in Trentino cartelli con su scritto "Bondone" o "Manghen" si leggono fin dall'autostrada, o quasi, qui in Veneto "Monte Corno" l'ho trovato solo in piazza a Lusiana, ovvero dopo 15 chilometri e mezzo, e poi in cartone scritto a mano.
Per il resto, abbondanza di cartelli "Azienda Vinicola" (questa e' zona del Breganze DOC, che non conoscevo, ma anche del Torcolato , vino passito DOC eccellente) e ben pochi altri cartelli. Comunque da Salcedo inizia la vera e propria salita, che dopo 20 tornanti (17 cartellonati, altri 3 nei 6 km finali) porta alla baita del Monte Corno.
Pochi i tratti veramente impegnativi, (oltre il 6%) ma ben poche le occasioni per rifiatare. Anche il tratto finale non e' durissimo. Il fondo stradale e' eccellente, tranne alcuni tratti verso la cima dove -specie in discesa- bisogna fare attenzione.
Immancabile, in serata la seduta finale del coach Marco (docciato, per l'occasione), cui pero' prendo parte per non piu' di una mezzora,: sono proprio cucinato!
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