La piu' dura in assoluto. Gia' a farla in bici il cuore sale a mille. Qui si cammina. Tutti, anche i piu' scafati e gli skyrunners. Non potrebbe essere altrimenti:
Dove il punto di partenza e' a 123m, il primo (dei due) picchi e' a 398m, ed il secondo (dopo una rocambolesca discesa al 14%) e' a 421. Ma fosse solo quello...
Si parte in mezzo ai campi, lungo le cavedagne della tenuta di Tizzano, poi, una volta in strada (Via Nugareto), si comincia a salire. A strappi, sempre piu' ripidi. L'ultimo, quello di Tignano, si fa a fatica camminando. Siamo (solo) al settimo km (di 14). Meno male che c'e' il ristoro. Uno spicchio d'arancio, un po' di te e via, la discesa. La prima, quella che ci portera' alla scalata del Monte Capra, laddove in bici ci lascio sempre qualche annetto. Strappo di 70 metri al 13%. Finita? Macche'... Altra discesa a rotta di collo, e curva secca a destra per entrare nella tenuta di Tizzano da cui siamo partiti, ma 160 metri piu' in basso.
Ora viene il bello: 3 chilometri abbondanti di campestre pura, tutta o quasi in discesa, (ripida) inframezzati da un altro ristoro a base di salciccia e fette di pane spalmate di miele.. Ma alla fine siamo arrivati. Durissima, davvero. Ne valeva la pena. Pero' l'anno prossimo vado a Nonantola. A meno che -come quest'anno- i soci della nostra Polisportiva, titolari della Termo Proget, non ci accolgano nei tiepidi uffici con ogni sorta di sollievo, salato o dolce. Allora posso pensare di riaffrontare questi muri.
Il report della corsa
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