Week end intenso a livello cardio: in gara l'impegno si moltiplica cosi' come il divertimento (beh, su questo avrei qualcosina da ridire...)
Ieri, sabato la velenosissima campestre di Zola Predosa, organizzata dal perfido Tiziano Favaron (eccellente esponente di questa disciplina) in uno sputo di prato e lungo fiume (Lavino), ma che racchiudeva in un anello di 1300m circa, quanto di peggio si possa trovare in una campestre: discese a rotta di collo, gradini, fondo morbido, duro e medio e naturalmente salite.
Se alla Cinque Mulini mi ero -tutto sommato- divertito, ieri mi sono divertito meno. Per certo ho faticato molto di piu'. Ed ovviamente il risultato e' stato adeguato: terzo o quartultimo (le categorie che comprendono i 40-50enni. Troppi veterani nelle mie categorie per sperare di fare "bella figura" (per lo meno)
Venerdi, comunque non ero stato con le mani in mano: inforcata la cronobike mi sono fatto la seduta con l'esercizio di potenziamento del ritmo, basata sull'alternanza di cadenza fra 70-75 e 90-95 rpm. Un'oretta e mezzo scarsa ma molto intensa.
Oggi avevo il clou, la mediofondo Davide Cassani in quel di Faenza, con -almeno in partenza- la compagnia di mio fratello di latte G. e del grande E., loro si', animali da due ruote e da salita. Alle 9.30 puntuali in 2000 ci siamo lanciati per la provinciale che va verso Marzeno e Modigliana e poi su per il Trebbio (che gia' ero venuto per provare), che -posso confermare- e' una bruttissima bestia, specie se affrontato dopo una ventina di km sparati ai 35 all'ora. In breve sono rimasto fra gli ultimi, mantenendo il mio passo, anche perche' sapevo che poi c'era anche l'incognita del Busca, oltre 11 km di salita, ed il Monte Carla, definito da Cassani stesso "breve ma intenso".
Il Busca in effetti e' divisibile in tre tronconi, uno da 5 km al 6/7%, seguiti da un paio di chilometri piatti o anche in discesa, poi di nuovo sale duro, fino al 9% negli ultimi 2 chilometri. Da qui doveva essere quasi tutta discesa, almeno fino al Carla, ma un vento contrario fortissimo (come nell'IM Arizona per intenderci) ci costringeva alla presa bassa, tanto che alzarci sui pedali era controproducente.
Il mio gruppetto era anche un po' deficitario: prima uno con i crampi, poi un altro che gli si era riacutizzato il dolore al polpaccio, un altro che ostinatamente teneva un rapporto durissimo a 35 rpm, piu' qualche ragazza, insomma alla fine ho tirato io da Tredozio a Marzeno, e all'imbocco del Carla "grazie arrivederci" e mi hanno lasciato li'.
Un chilometro al 9% dopo 80 km ad inizio stagione fanno maluccio, in piu' avevo un po' di crampi (pure io...) alla fine credevo di scollinare a piedi, ed invece sono riuscito a farcela, smoccolando un po' (ed il cuore a mille). Dopo, la discesa era pericolosetta (anche perche' incalzati da primi del lungo, le ammiraglie, le scorte etc.), e ancora per 5 km abbiamo girato attorno a Faenza, in un mangia e bevi spaccagambe. Comunque ce l'ho fatta, ho finito abbastanza bene, ma ovviamente fra gli ultimi.
Qualcuno mi chiede sempre perche' lo faccio (in fondo potrei fare gare piatte o con dislivelli limitati, parlo di triathlon, ovviamente) ed evitare certe faticacce: in questo modo intanto vedo posti che altrimenti vedrei. Poi faccio un allenamento con un po' piu' di sicurezza (assistenza meccanica, ristori etc.) e infine perche' a differenza di qualcuno, piace mettermi in gioco. So di essere un ciclista molto scarso, ma comunque provo a migliorare. Io.
Ieri, sabato la velenosissima campestre di Zola Predosa, organizzata dal perfido Tiziano Favaron (eccellente esponente di questa disciplina) in uno sputo di prato e lungo fiume (Lavino), ma che racchiudeva in un anello di 1300m circa, quanto di peggio si possa trovare in una campestre: discese a rotta di collo, gradini, fondo morbido, duro e medio e naturalmente salite.
Se alla Cinque Mulini mi ero -tutto sommato- divertito, ieri mi sono divertito meno. Per certo ho faticato molto di piu'. Ed ovviamente il risultato e' stato adeguato: terzo o quartultimo (le categorie che comprendono i 40-50enni. Troppi veterani nelle mie categorie per sperare di fare "bella figura" (per lo meno)
Venerdi, comunque non ero stato con le mani in mano: inforcata la cronobike mi sono fatto la seduta con l'esercizio di potenziamento del ritmo, basata sull'alternanza di cadenza fra 70-75 e 90-95 rpm. Un'oretta e mezzo scarsa ma molto intensa.
Oggi avevo il clou, la mediofondo Davide Cassani in quel di Faenza, con -almeno in partenza- la compagnia di mio fratello di latte G. e del grande E., loro si', animali da due ruote e da salita. Alle 9.30 puntuali in 2000 ci siamo lanciati per la provinciale che va verso Marzeno e Modigliana e poi su per il Trebbio (che gia' ero venuto per provare), che -posso confermare- e' una bruttissima bestia, specie se affrontato dopo una ventina di km sparati ai 35 all'ora. In breve sono rimasto fra gli ultimi, mantenendo il mio passo, anche perche' sapevo che poi c'era anche l'incognita del Busca, oltre 11 km di salita, ed il Monte Carla, definito da Cassani stesso "breve ma intenso".
Il Busca in effetti e' divisibile in tre tronconi, uno da 5 km al 6/7%, seguiti da un paio di chilometri piatti o anche in discesa, poi di nuovo sale duro, fino al 9% negli ultimi 2 chilometri. Da qui doveva essere quasi tutta discesa, almeno fino al Carla, ma un vento contrario fortissimo (come nell'IM Arizona per intenderci) ci costringeva alla presa bassa, tanto che alzarci sui pedali era controproducente.
Il mio gruppetto era anche un po' deficitario: prima uno con i crampi, poi un altro che gli si era riacutizzato il dolore al polpaccio, un altro che ostinatamente teneva un rapporto durissimo a 35 rpm, piu' qualche ragazza, insomma alla fine ho tirato io da Tredozio a Marzeno, e all'imbocco del Carla "grazie arrivederci" e mi hanno lasciato li'.
Un chilometro al 9% dopo 80 km ad inizio stagione fanno maluccio, in piu' avevo un po' di crampi (pure io...) alla fine credevo di scollinare a piedi, ed invece sono riuscito a farcela, smoccolando un po' (ed il cuore a mille). Dopo, la discesa era pericolosetta (anche perche' incalzati da primi del lungo, le ammiraglie, le scorte etc.), e ancora per 5 km abbiamo girato attorno a Faenza, in un mangia e bevi spaccagambe. Comunque ce l'ho fatta, ho finito abbastanza bene, ma ovviamente fra gli ultimi.
Qualcuno mi chiede sempre perche' lo faccio (in fondo potrei fare gare piatte o con dislivelli limitati, parlo di triathlon, ovviamente) ed evitare certe faticacce: in questo modo intanto vedo posti che altrimenti vedrei. Poi faccio un allenamento con un po' piu' di sicurezza (assistenza meccanica, ristori etc.) e infine perche' a differenza di qualcuno, piace mettermi in gioco. So di essere un ciclista molto scarso, ma comunque provo a migliorare. Io.
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