Un brick (mattoncino), in termini "triathletici", significa lavoro abbinato di due sport diversi. E' un allenamento molto utile, ma anche molto pesante. Se poi ci mettiamo 30-32 gradi, scirocco teso e molto sole, diciamo che e' quasi una lotta per la sopravvivenza. Stamattina, non potendo partire prima, alle 11 ero alla Pulce, location ideale per partire in bici, tornare, lasciare la bici in auto e partire di corsa per la ciclabile di Via scuole del Farneto.
E finche' si e' in bici, il caldo si sente ma si sopporta, se si sale si va bene: a Torre Arabella gia' l'aria era piu' respirabile. Anche se la mia gola era perennemente secca e vanamente cercavo ristoro nell'acqua delle borracce, calda come riscaldata in un pentolino sul fuoco.
Peccato che il mio brick prevedesse solo 2 ore di bici (ed una di corsa), e quindi poco prima di Quinzano ho fatto inversione e sono ritornato nella fornace della Val di Zena, e una volta sceso dalla bici ho indossato i panni del podista e mi sono lanciato nella ciclabile di Via delle Scuole del Farneto (senza un millimetro quadrato d'ombra). Sette minuti e 28 secondi dopo... ho camminato. Troppo caldo, troppo sole, troppa arsura. Di passo con corsa molto poco convinta ho raggiunto la fontanella vicino al casale diroccato.
Per fortuna la fontanella era funzionante (cosa assolutamente non scontata), e nonostante delle api un po' restie a condividere il fresco getto, sono riuscito a dissetarmi e a bagnarmi la testa e quanto piu' potevo, per poi ripartire di corsa. Li' un po' d'ombra porta sollievo, ma passando dietro alla centrale elettrica il sole picchia di nuovo e allora ho fatto dietro front.
Il ritorno, inframezzato da un altra sosta alla fontanella (ero di nuovo asciutto!) e' stato allucinante, con la ciclabile assolata che in alcuni momenti sembrava stringersi, in altri molto larga... Insomma credo di essere andato vicino ad una bella insolazione. Che sarebbe stato un problema, visto che domani partiamo (io e Carla) per un week end a Londra, accompagnando mia nipote in viaggio premio. Senza gare.
Qui la bici
Qui la corsa
E finche' si e' in bici, il caldo si sente ma si sopporta, se si sale si va bene: a Torre Arabella gia' l'aria era piu' respirabile. Anche se la mia gola era perennemente secca e vanamente cercavo ristoro nell'acqua delle borracce, calda come riscaldata in un pentolino sul fuoco.
Peccato che il mio brick prevedesse solo 2 ore di bici (ed una di corsa), e quindi poco prima di Quinzano ho fatto inversione e sono ritornato nella fornace della Val di Zena, e una volta sceso dalla bici ho indossato i panni del podista e mi sono lanciato nella ciclabile di Via delle Scuole del Farneto (senza un millimetro quadrato d'ombra). Sette minuti e 28 secondi dopo... ho camminato. Troppo caldo, troppo sole, troppa arsura. Di passo con corsa molto poco convinta ho raggiunto la fontanella vicino al casale diroccato.
Per fortuna la fontanella era funzionante (cosa assolutamente non scontata), e nonostante delle api un po' restie a condividere il fresco getto, sono riuscito a dissetarmi e a bagnarmi la testa e quanto piu' potevo, per poi ripartire di corsa. Li' un po' d'ombra porta sollievo, ma passando dietro alla centrale elettrica il sole picchia di nuovo e allora ho fatto dietro front.
Il ritorno, inframezzato da un altra sosta alla fontanella (ero di nuovo asciutto!) e' stato allucinante, con la ciclabile assolata che in alcuni momenti sembrava stringersi, in altri molto larga... Insomma credo di essere andato vicino ad una bella insolazione. Che sarebbe stato un problema, visto che domani partiamo (io e Carla) per un week end a Londra, accompagnando mia nipote in viaggio premio. Senza gare.
Qui la bici
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