E' proprio vero. Maggiore e' la sofferenza (sportiva, intendiamoci!), maggiore e' il piacere. Ed il ricordo. Cosi', come dicevo nel precedente post, quando ho invitato Roberto (esaltato dall'idea) ad una scalata "vera" (ovvero sulle alpi) offrendogli Bondone, Corno, Baldo o Manghen, sapevo che sarei ritornato sul "mostro".
Si, il Manghen mi ha lasciato un sapore diverso, la' dove la fatica e' estrema e (soprattutto) finale, la' dove ogni metro trasuda di conquista.... Esagero? Provateci. Due volte, magari. Poi mi saprete dire.
Cosi' alla fine siamo in quattro a Borgo Valsugana. Io, Roberto, Gianni e Corrado, sceso dalla Val di Sole (dove era in vacanza) ad insegnarci cosa vuol dire scalare dei passi. L'obbiettivo e' di fare entrambi i versanti, anche perche' siamo partiti prestissimo da Bologna e alle 10 e mezzo siamo gia' in bici in salita.
Io parto subito, gli altri devono "scaldare la gamba", tanto mi riprenderanno presto... 34-28 fisso, tanto il Manghen e' poco fantasioso, 23 chilometri e mezzo dove al massimo spiana con un 3%. Pero' e' bastardo, irregolare, in certi punti ti tiene li' con un 6/7%, in altri (a tradimento) pedali al 12/13%...
A Telve mi passano "leggiadri" Gianni e Corrado, io li ammonisco che la salita e' lunga... C'e' traffico, ma -di solito- quando inizia la salita vera (al bivio per Torcegno), la strada si svuota. Ma e' il 17 agosto, e i 2000m attraggono molti, specie quando a valle ce ne sono 30 e si e' in vacanza.
Cosi' il traffico (auto e moto) e' abbastanza sostenuto. Anche ciclisti, sia in salita sia in discesa, una ventina alla fine. Dopo un leggero falso piano, dove avevo messo il 50, mi accorgo (ancora!) che la pila e' scarica e il cambio elettromeccanico e' "morto". Gia' mi vedevo seguire i prodi con l'auto e mentre rifletto sul da farsi, provo un'ultima volta... Il deragliatore ha un sussulto e porta la catena sul 34... Altri minuti e ancora dei sussulti... 21...24..28.. Ok, tanto non mi serve altro per salire... A scendere vedremo. Pero' la salita e' salva. Mi rimetto in sella e dopo qualche minuto arriva Roberto: ha scaldato la gamba, ma sta gia' smoccolando. Lui, stavolta. Ma siamo solo al settimo chilometro....
In due passa meglio (non bene: siamo comunque bagnati spolti di sudore, e gli scarpini ne sono pieni), e quando arriviamo a Calamento ne avremmo gia' abbastanza (soprattutto la mia schiena....) ma qui inizia il bello... l'undicesimo ed il dodicesimo chilometro, dopo il ponte sul fiume, sono da panico, 13/14% fisso sotto il sole. Procediamo anche a zigzag. Poi si ritorna nel bosco e la pendenza si attenua, ma di poco. E arriviamo ai meno 5. 5 km al passo, 500m di dislivello. 10% fisso. Stavolta sembra durissima, anche perche' le spalle, i lombari e le gambe sono dolenti. Tengo duro, e alla fine, la rampa finale al 15% la faccio con la sola forza della disperazione. Stavolta un bel fanculo riecheggia nella valle.
E' fatta, per me. Roberto arriva poco dopo, ma anche per lui e' stata durissima. Se non fosse l'uomo rude che conosco direi che una lacrima gli scende sulla guancia, e se anche fosse lui direbbe che e' sudore.
Il tempo di un caffe', di un ricordo allo chalet (affollato e rumoroso) che arrivano Gianni e Corrado: hanno sbagliato strada a Telve e si sono fatti 15 km in piu'. Sono stravolti anche loro, e hanno una fame da lupi. A questo punto (e' l'una) decidiamo comunque di ridiscendere verso Borgo e di fermarci al Ristorante Baessa. Io da vero talebano alimentare mi faccio linguine ai funghi, Corrado i canederli, Gianni e Roberto polenta funghi e formaggio fuso.
A Borgo io sarei gia' pronto per tornare, ma Corrado e Gianni vogliono strafare, e un bagno al lago di Caldonazzo non se lo fanno mancare. Io e Roberto evitiamo, temendo una congestione.
Ritorniamo a Bologna a sera, contenti tutti di aver domato un mostro, e di aver fatto "qualcosa di grande". Tanto piu' se fatto due volte...
1 commento:
grande Fede!!!!
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