Cioe'... Non e' che volontariamente sia impazzito e mi sia messo a sfidare il coach... E' capitato che nell'avvallamento prima e fino al Trabucco mi sia trovato a ruota e poi a fianco del coach (Ao! Avevo azzeccato i rapporti!) Da li' lui ha ingranato la quinta ed io mi sono ritrovato solo (o quasi) a mulinare le gambe e a fendere il vento (gia', anche oggi vento).
Vabbe', cominciamo dal meglio. Partenza pimpante in agilita' su per la Valle dell'Idice, la Specialized con la catena nuova fila che e' un piacere, ed anche la mia gamba non sembra risentire della fatica di domenica. Qualche residuo di acido lattico nei dossi un po' piu' accentuati, ma tutto fila liscio fino a San Benedetto. Da li' dovevamo salire a Quinzano, ma il coach era troppo incuriosito dello strappo di Gragnano, gia' mitizzato da altri, e puntiamo diritti all'incrocio che e' un paio di chilometri piu' avanti.
L'approccio e' soft, nulla fa presagire all'inferno che c'e' dopo la prima curva. Un paio di chilometri sono sofferenza pura. Vado via a zig zag, per addolcire un po' l'erta, ma ben presto il mio cuore sale sopra i 170 battiti. Qualche leggera spianata, ma poi riparte peggio. Ad un chilometro dalla chiesa) va meglio strappetti decisi ma corti (50, 70 metri) e poi spiana. Respiro. Alla chiesa c'e un quadrivio, a sinistra la salita insiste fino a Monghidoro (altri 2 km), noi prendiamo a destra, verso Quinzano. Per oggi va bene cosi'. In discesa per la Val di Zena tengo la sua ruota, un po' anche in discesa... Mah, oggi e' giorno di novita'.
Poi il fattaccio: km 13. Oso sfidare il coach, affiancandolo sul dosso. Lo ritrovero' alla Pulce, seduto in placida attesa. Sarebbe stata (per lui) un'attesa piu' lunga se un buon samaritano (maglia Brooklin, la gomma del ponte) non mi avesse tirato per un po', ma non ero alla frutta. Infatti, nonostante la salita di Gragnano la media e' stata superiore al solito (quasi 25 all'ora).
Il report
Vabbe', cominciamo dal meglio. Partenza pimpante in agilita' su per la Valle dell'Idice, la Specialized con la catena nuova fila che e' un piacere, ed anche la mia gamba non sembra risentire della fatica di domenica. Qualche residuo di acido lattico nei dossi un po' piu' accentuati, ma tutto fila liscio fino a San Benedetto. Da li' dovevamo salire a Quinzano, ma il coach era troppo incuriosito dello strappo di Gragnano, gia' mitizzato da altri, e puntiamo diritti all'incrocio che e' un paio di chilometri piu' avanti.
L'approccio e' soft, nulla fa presagire all'inferno che c'e' dopo la prima curva. Un paio di chilometri sono sofferenza pura. Vado via a zig zag, per addolcire un po' l'erta, ma ben presto il mio cuore sale sopra i 170 battiti. Qualche leggera spianata, ma poi riparte peggio. Ad un chilometro dalla chiesa) va meglio strappetti decisi ma corti (50, 70 metri) e poi spiana. Respiro. Alla chiesa c'e un quadrivio, a sinistra la salita insiste fino a Monghidoro (altri 2 km), noi prendiamo a destra, verso Quinzano. Per oggi va bene cosi'. In discesa per la Val di Zena tengo la sua ruota, un po' anche in discesa... Mah, oggi e' giorno di novita'.
Poi il fattaccio: km 13. Oso sfidare il coach, affiancandolo sul dosso. Lo ritrovero' alla Pulce, seduto in placida attesa. Sarebbe stata (per lui) un'attesa piu' lunga se un buon samaritano (maglia Brooklin, la gomma del ponte) non mi avesse tirato per un po', ma non ero alla frutta. Infatti, nonostante la salita di Gragnano la media e' stata superiore al solito (quasi 25 all'ora).
Il report
Nessun commento:
Posta un commento