Una compagnia folkoristica e colorata ma ben poco caciarona ha affrontato la prima uscita collegiale ciclistica del Porta Saragozza, con importanti defezioni, soprattutto da chi aveva lanciato l'idea. Io (lo scarso) ho raccolto il guanto di sfida, ben sapendo di essere piu' d'impiccio che d'aiuto ai ciclisti, perche' la mia gamba potra' competere in questo campo anche i livelli infimi solo in un'altra vita.
Tuttavia il mio modo di essere e' quello di mettersi sempre in gioco: cosi' e' stato fin da quando ho accettato di prepararmi per il mio primo Ironman di triathlon, non avendo certo un background di atleta (allora, poi!).
E dunque il ritrovo a Zola per il vueffe, eccellente triathleta e ottimo ciclista, il cinno, in rappresentanza della nuova generazione di triathleti, il chimico, prestato al triathlon fra una trasferta e l'altra, ed io scarso a prescindere. Il giro -piuttosto classico- ci ha portati a Pragatto, salendo per via San Savino, una volta sbucati a Stiore, diritti per Zappolino. Da li' Savigno, e Ca' Bortolami, la mitica salita della vecchia Dieci Colli. E poi giu' a rotta di collo per Monte Pastore e Calderino, per ritornare la' da dove eravamo partiti.
Molto entusiasticamente io ero vestito praticamente estivo, e per la prima oretta ho battuto un po' i denti, ma ci ha pensato Ca' Bortolami a scaldarmi per bene, perche' San Prospero mica l'hanno spianata. Ha ancora quel bel drittone al 10% sempre indigesto. Ovviamente lo scarso (io) teneva le ruote della compagnia in pianura (e discesa), ma appena il Garmin indicava "piu'" eccomi li' a sbuffare e perdere metri su metri.
Come da accordi dovevamo andare ognuno con il proprio passo, peccato che il loro avesse sempre una marcia in piu' in salita rispetto al mio e dovevano sempre aspettarmi (ah, ma nella prossima vita la musica cambiera'....) Alla fine oltre 60 km, in quasi 2 ore e 40, certo impegnati ma non all'eccesso, anche perche' "c'era da aspettare lo scarso". Un grazie di cuore per la compagnia!
E domani c'e' poco da cazzeggiare: saro' a Ravenna per una mezza maratona, che come ordinato dal coach, dovro' "correrla" sul serio. Vedremo, al momento mi sento come investito da un camion...
Tuttavia il mio modo di essere e' quello di mettersi sempre in gioco: cosi' e' stato fin da quando ho accettato di prepararmi per il mio primo Ironman di triathlon, non avendo certo un background di atleta (allora, poi!).
E dunque il ritrovo a Zola per il vueffe, eccellente triathleta e ottimo ciclista, il cinno, in rappresentanza della nuova generazione di triathleti, il chimico, prestato al triathlon fra una trasferta e l'altra, ed io scarso a prescindere. Il giro -piuttosto classico- ci ha portati a Pragatto, salendo per via San Savino, una volta sbucati a Stiore, diritti per Zappolino. Da li' Savigno, e Ca' Bortolami, la mitica salita della vecchia Dieci Colli. E poi giu' a rotta di collo per Monte Pastore e Calderino, per ritornare la' da dove eravamo partiti.
Molto entusiasticamente io ero vestito praticamente estivo, e per la prima oretta ho battuto un po' i denti, ma ci ha pensato Ca' Bortolami a scaldarmi per bene, perche' San Prospero mica l'hanno spianata. Ha ancora quel bel drittone al 10% sempre indigesto. Ovviamente lo scarso (io) teneva le ruote della compagnia in pianura (e discesa), ma appena il Garmin indicava "piu'" eccomi li' a sbuffare e perdere metri su metri.
Come da accordi dovevamo andare ognuno con il proprio passo, peccato che il loro avesse sempre una marcia in piu' in salita rispetto al mio e dovevano sempre aspettarmi (ah, ma nella prossima vita la musica cambiera'....) Alla fine oltre 60 km, in quasi 2 ore e 40, certo impegnati ma non all'eccesso, anche perche' "c'era da aspettare lo scarso". Un grazie di cuore per la compagnia!
E domani c'e' poco da cazzeggiare: saro' a Ravenna per una mezza maratona, che come ordinato dal coach, dovro' "correrla" sul serio. Vedremo, al momento mi sento come investito da un camion...
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