A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 7 dicembre 2007

1 dicembre Hotel Beau Rivage, Mauritius “Scampagnata”

Oggi gita gratis (offerta da Cormorano ai suoi ospiti) al mercato di Port Luis, seguita da visita ad una casa coloniale con pranzo e trucco, ed infine visita al Giardino Botanico. Il rendez vous e' a Port Luis presso un tempio Tamil con gli altri ospiti (Sebastiano e Federica di Venezia e la pasticcera di Orbetello) quindi alle 8.30 un taxi ci prende dal cancello dell'hotel e ci scarozza 30 km verso l'appuntamento, cui arriviamo con 10 minuti di ritardo, con Silvia, la guida, un po' preoccupata. E' una franco-tedesco-italiana che ha sposato un mauriziano.

Silvia, comunque e' professionale, e ci intrattiene bene, perche' il jetlag ancora non e' ben assorbito. Dopo il tempio, in parte non visitabile, ma molto colorato e ricco di statue di dei, puntiamo ad un'altura da dove si ammira il panorama di PL che e' rinchiusa in una conca sul mare. Molto spazio e' occupato dall'ippodromo, il piu' antico del mondo dopo Ascot e che per i mauriziani costituisce uno dei maggiori passatempi. Ma eccoci al mercato, dapprima di souvenir, resistendo alle chimere ci compriamo solo una pashmina vera, e trattando sul prezzo da 2500 rupie la commerciante scende alla meta' (30 euro) con carta di credito: avremo fatto un affare? Boh!) poi alla parte della frutta e verdura, dove compriamo 10 banane, 2 mele 3 aranci per la spaventosa cifra di 50 rupie (un euro e 12 cents), rifiutando sdegnosamente un bel po' di litches per 500 rupie.

Dopo questa vucciria puntiamo ad un negozio che Silvia ci assicura fabbricante di Burberrys, D&G e Armani, ma troppo forti sono i dubbi del tarocco che Carla non si lascia irretire da un borsa D&G che ci davano per 50 euro. Infine il centro commerciale (dove siamo piu' a nostro agio) e qui sbrocchiamo nelle spese con un calendario 2008, 3 matite, una mini bandiera, 2 dodo (animale autoctono estinto nel '700: come se da noi ci fossero i pupazzetti di mammut ad ogni negozietto...) uno magnetico ed uno colorato da mettere nella Gatteria. Peccato, quando cominciavamo a divertirci dobbiamo ripartire. Mi spiace per la pasticcera di Orbetello che non trattando mai sul prezzo ha speso uno sproposito per delle polo, spezie e del the.

Pranzo dunque da Tante Athalie, con museo di auto d'epoca revisionate e rimesse a nuovo. Poi la casa coloniale (a fianco) diventata rivendita di tappeti, e noi “Grazie, ma abbiamo gia' dato in Marocco 10 anni fa”. Infine -per digerire- visita al giardino botanico, 26 ettari e 600 piante diverse. Ritorno giusto per una bella corsetta, perche' il vento e' troppo forte per un bagnetto tranquillo e serata al ristorante Indouchine, certamente il piu' raffinato (basta l'Evian da litro a 6 euro?) ma a fronte dei piatti inclusi (che -comunque- ci si mette di piu' a dirne il nome che non a mangiarli) ci hanno omaggiato di appetizer di gambero in salsa di zucca, intermezzo di sorbetto di mango allo champagne, e dolcetti finali in aggiunta. The omaggio, comunque. Anche qui i salamelecchi ancora piu' virtuosi, se mi capite... Decisamente una vacanza migliore rispetto al primo giorno!

Il tracciato


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