Mi sono fatto fregare un'altra volta. Da quel essere che risponde al nome di Greguràtt (piu' in basso una sua immagine). Si, perche' quando mi ha detto "Vieni a fare l'olimpico di Ortona!" (con il punto esclamativo, non interrogativo) io dovevo rispondergli (papale papale) "Ma va a caghèr!" invece di iscrivermi. Allettato poi dai 36 km di bici e dai 9 km di corsa ho arruolato anche il buon Luciano prospettandogli un approccio soft alla distanza olimpica.
Ma qualcuno dovra' farci un saggio su cosa spinge un uomo (ed una santa donna, sua moglie) a spararsi 400 km un sabato mattina piovoso (e le previsioni non erano certo migliori) da Bologna fino al confine degli Abruzzi con il Molise, farsi un Triathlon Olimpico in tardo pomerggio e poi tornare indietro altri 300, fino a Riccione.
Con il risultato (quasi) di farmi venire un attacco di bile, perche', nuoto a parte (mare piatto e stupendo), la bici assomigliava piu' al mio peggior incubo (strappetti continui duri e corti) fondo stradale prebellico, e la corsa era un toboga di 9 km di cui 4 e mezzo in discesa a rotta di collo e il ritorno -ovviamente- in salita a morire.
Il percorso di bici
Il percorso di corsa
Ed ora qualche istantanea ripresa on site:
Pronto alla battaglia...
Tre moschettieri, ma solo due sani di mente: da sinistra, Luciano ed io, il terzo no, cioe' Greguràtt. Del resto basta guardarlo...
Due elementi Pol Porta Saragozza in trasferta
Uscita dall'acqua, sembro un triathleta vero....
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