Anche stasera ho corso. Mi sono presentato in una Crevalcore asciutta (e chi era a Bologna e dintorni sa cosa e' venuto giu' intorno alle 18) per il Challenge dell'Unita' 2008, sono partito (senza Carla, per una volta) con qualche minuto di anticipo rispetto all'orario ufficiale (il cielo era comunque nerissimo, e pochi chilometri a sud, a San Giovanni, pioveva che Dio la mandava...) per evitare la pioggia che sembrava profilarsi all'orizzonte (direi quasi sulla testa, ma che invece ci ha risparmiato) e via, gambe di legno.
Mi sono sentito lentissimo, pesantissimo, affannato. Ed ho pensato -seriamente- di prendere il percorsino (3,4 km) ma poi -di testa, beata incoscienza!- ho preso per il lungo (7,71 km) che si dipanava dalla Festa per il centro di Crevalcore seguendo un budello di strada chiusa in mezzo alla campagna, per poi fare un giro nei campi e tornare, costeggiando la ferrovia, alla festa. In realta', mano a mano che correvo le gambe giravano sempre meglio, ed alla fine mi sono stupito di trovare un passo medio di 5.18/km, e pure senza dolori ai piedi. Bene, come ho detto al PresPiero stasera, "il Frankie sembra stia tornando" (e tocco ferro).
Chissa' per quanto, aggiungo, visto che -come la poesia di Ungaretti- dei miei piedi si puo' dire senz'altro che "Si sta come, d'autunno, sugli alberi, le foglie." Vista l'aleatorieta' delle condizioni delle mie appendici. Avanti, ad Ortona.
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