A Fabio, 5 aprile 2009.

sabato 26 luglio 2008

Aragosta

Do ut des. Ogni tanto anche io pago pegno. Chi e' sposato, a maggior ragione se ha bambini, mi capisce. Ed oggi, dopo la devastante corsetta di ieri non ero in grado di cimentarmi in alcuno sport. E non ho potuto esimermi dall'accompagnare in spiaggia Carla. Cioe' quanto di peggio, per me. Innanzitutto perche' odio fare la lucertola, sia al sole sia all'ombra. Poi -costretto all'immobilita'-, mi tocca (in ordine sparso) contare le gocce di sudore che scendono dall'ascella, litigare con il vento per leggere il giornale, maledire il bambino che corre alzando la sabbia, "La bomba, Gelatttttti!" direttamente nell'orecchio, eccetera.

Oggi poi il buon Greguràtt era andato da altri amici diverse zone a nord e quindi alle 3 e mezzo, sotto una canicola micidiale ci siamo avviati verso la zona 104 (dalla 75) e -ovvimente- non essendomi in alcun modo protetto dal solleone, stasera sono di un color aragosta invidiabile. Incurante di questo, stasera Carla ha deciso di regalarsi (e regalarmi) una corsetta, che le mie stanche membra avrebbero evitato, ma -come detto- dovevo pagare pegno. 35 minuti di corsetta al 94,8% di umidita' (e 28 gradi) per un passo ludico motorio dei 6.48./km Nonostante la piattezza del lungomare.

Per domani il Greguràtt (che ha gia' iniziato la pretattica per domenica prossima, quando saremo impegnati nella scalata a piedi del Cippo Carpegna coinvolte anche Carla e Lorenza, sua moglie) mi ha promesso una bella uscita in bici, e quindi sofferenza pura (ma il giro delle tettone, almeno in parte, e' assicurato). Ma il mezzo IM di Montecarlo si avvicina e mica posso polleggiarmi ulteriormente.

La passeggiata sul lungomare di Riccione


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