A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 24 maggio 2009

GF Nove Colli

Cesenatico, anzi Valverde. Un posto piu' brutto (Valverde) non si puo' immaginare. Ma meno male che il tempo non solo regge ma fa faville, cosi' ci dimentichiamo dello squallore. Persino Villamarina o Gatteo Mare (come avremo modo di vedere nella corsetta serale) sembrano un altro mondo. Gatteo ha alberghi brutti (da fuori, ma non solo) un lungomare ridicolo (con 3 tipi di marciapiede, un po' di pista ciclabile sparsa) e dei negozi in cui nemmeno un tedesco comprerebbe. I ristoranti si contano sulle dita di una mano, ma almeno si mangia decentemente.

Arriviamo nel pomeriggio di sabato, e l'hotel scelto (falsamente collocato a Cesenatico) e' distante dalla partenza ma non dall'arrivo della granfondo. Sarebbe anche bello, con piscina e centro termale, rinnovato anche bene, se non fosse che la gerente e' piuttoso antipatica ed indisponente: avendo prenotato per internet -a suo dire- non abbiamo diritto a tenere la camere oltre le 10.00, cosi' salta la mia doccia post gara, e Carla non puo' avere un appoggio. Anche il fatto di lasciare la bici in "garage" non mi piace molto, ma tant'e'. Si riscattera' in parte concedendomi una camera usata per una doccia. Se pensava che rifiutassi...

Pazienza: almeno la colazione la servono dalle 4 (la partenza delal granfondo e' dalle 6.10) e non lesinano sulle quantita'. Comunque, mentre Carla approfitta della spiaggia (larga non piu' di 30m), io vado a fare la fila allo stadio per il pacco gara ed il pettorale. L'impegno e' massimo, ma 11 mila iscrizioni sono difficili da gestire... Cosi' la fila e' lunga. Pero' il capo tecnico e' mooolto bello e quest'inverno mi servira'.



Poi, raggiungo Carla in spiaggia e decidiamo per fare due passi e scegliere il ristorante. Scelta quasi obbligata, come dicevo: 2 ristoranti nelle vicinanze e alla fine propendiamo per la Caveja. Finalmente la temperattura scema, e indossati i panni da podisti ci dirigiamo prima verso sud (Villamarina e Gatteo, come gia' detto) poi verso Cesenatico, arrivando fino alla ex colonia Agip, location dell'arrivo della granfondo.

Ottimo e abbondante (e non caro) il pesce della Caveja, meno il servizio, e finiamo un po' tardi di cenare, sono quasi le 22.30 e domattina con la sveglia nelle 4 non mi rimane molto tempo per digerire-dormire...

Comunque sia riesco a riposare qualche ora (3 e mezzo, direi), ma gia' dalle 3.45 il via vai nelle scale di tacchette e' inconfondibile... Ma dove vanno? Rinuncio a dormire oltre alle 4 e 20, e cercando di fare meno chiasso possibile (Carla dormirebbe) sono a fare colazione alle 4.45. La sala e' murata di ciclisti, ma prendo possesso di meta' tavolino, che subito pero' devo difendere coi denti da una giunone di Latina che pensava avessi finito... Ed ha pure voglia di parlare (della gara, che vi credete?) mentre io ho gli occhi cisposi, sbadiglio continuamente e ho pochissima voglia di fare chiacchiere. Pure il panino mi si ingolfa a meta trachea!

Alla fine sono in griglia alle 5 e 20, con oltre un'ora di attesa davanti, e sono attorniato da ciclisti inaspettati: una combriccola di campani (Pompei, direi) si urlano a pochi metri, altro gruppo di calabresi, meno loquaci ma incomprensibili. Poi toscani, veneti e qualche romagnolo. Ed io, naturalmente, che continuo a sbadigliare (oltre che giocare al palmare).

La prima griglia parte alle 6.10, poi via via le altre, dopo 2 minuti l'ultimo ciclista della griglia precedente. Il cronometraggio sara' real time, e ci sara' da ridere: se uno di una griglia diversa dalla rossa avesse un tempo migliore del vincitore...? La mia, l'arancione, (pettorale 10499) parte alle 6.36, e subito siamo a testa bassa. 30km per arrivare a Bertinoro, e ce li beviamo ai 41 all'ora. Naturalmente sono un perfetto incosciente, e meno sui pedali senza pensare che mi sto cuocendo le gambe.

Anche il Polenta (8 km, 3% medio, 13% max), primo colle, non lo sento nemmeno, e nella discesa sono ancora sopra i 31 kmh di media.. Pieve di Rivosco e' cattivo all'inizio, poi spiana, poi riprende. Siamo gia' quasi ad un 5% di media per 8 km... Ma almeno arriva (finalmente!) il ristoro e mi ci butto a capofitto. Il Ciola uccide. 6 km ad una media del 5 e mezzo fanno malissimo, e il caldo non aiuta (e dire che l'anno scorso morivano di freddo...) A meta' pure il ristoro abusivo, scritto a chiare lettere sull'asfalto, dove pero' non mi sono fermato... Si narra di salciccia e piadina... A Mercato Saraceno, imboccando Via Barbotto ho capito che avrei fatto il medio. Lo sapevo gia', ma al 99,99%..

Il Barbotto e' duro, perche' a gradoni. E poi quei 900m finali... Ma c'e di peggio (Luminasio). Tantissimi sono a piedi, e rimanere sulla bici e' forse difficile come la salita. Ma ci riesco. Diamine! il mio primo Barbotto e pure tutto sui pedali! Dopo, pero', (visto che non c'e' la discesa, almeno non subito) una lunga sosta la ristoro e' d'obbligo.

Da Sogliano, dove i percorsi si dividono mancano 30 km a Cesenatico, ma sono i peggiori, per me: discesa a rilanci dove le mie gambe si consumano del tutto. Resisto pensando a quelli che corrono sul ciglio: sono i protagonisiti della Nove Colli Running: gente non troppo normale, partita sabato per 205 km di corsa (e 30 ore di tempo). Riesco a tenere qualche ruota, ma sono veramente cotto. l'arrivo, dopo 132 km e' una liberazione, stavolta. Premiata: "Medaglia, medaglia, medaglia!" (per tutti, ovviamente)



Le solite 6 ore (e solita mezzora ai ristori), ma il dislivello e' piu' duro, rispetto alla Gimondi, (qui sono stati 1830m con 43,5 km di salite, a Bergamo 1671m con 39 km di salite). Giudizio finale sufficente, perche' 11 mila persone (almeno raddoppiate nel dopo gara, con gli accompagnatori) sono molto difficili da gestire, ma forse troppo caos lo stesso.


La corsa di sabato
Granfondo Nove Colli

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