Con queste temperature africane anche io faccio fatica ad allenarmi, pur potendo decidere se nuotare, pedalare o correre.... Cosi' dopo la scalata al Capanno Tassoni, martedi ho riprovato a correre, 30 (anzi, 26) sudatissimi minuti ai Giardini Margherita, che per me oramai sono come la Val di Zena per la bici, ci respingiamo.
Meglio mercoledi, con una bella nuotata allo Sterlino, e giovedi, con i progressi chilometrici sulla cronobike, portando la tenuta della posizione crono ad oltre 50 km. Per l'occasione, -sara' per il poco vento o perche' mai troppo contrario- ho anche fatto il mio personale su questo giro, con una media dei 31 all'ora.
Nel pomeriggio, solito viaggio del week end a Riccione durante il quale mi sono distinto per una nuotata di qualche minuto, e per una corsetta serale a far da lepre a Carla, anche se oramai i ruoli si possono dire invertiti. Dopo pochiminuti, infatti, non riuscivo piu' a tenere il suo passo ed ho alzato bandiera bianca, fermandomi ad aspettare che facesse il giro.
Sabato sera, nel mezzo della campagna fra Castelfranco e San Giovanni, mia cognata ha fatto la cena delle famiglie, e in queste occasioni il mio senso di sazieta' va in vacanza: farro e pasta fredda in porzione abbondante (per non dire doppia), pecorino, salume, olive, patatine fritte e gnocco, seguite da un divino porceddu. Come non bastasse, gelato, torta mascarpone e nutella e torta di mele.
Arriviamo all'evento clou di questo periodo, ovvero il Triathlon Sprint di Faenza con il mio ritorno agli sprint, come dire il maratoneta che si fa una gara di 800m. Con il rispetto dei pronostici, ovvero una magra figura in tutte le frazioni, un arrivo anonimo e un mal di schiena allucinante oggi. Pero' volevo esserci, a questo evento, perche' me ne hanno sempre parlato bene, organizzato bene, ma soprattutto con un gran bel pacco gara (confermo) ed un memorabile pasta party (confermo, anche se i pasta party di alcune granfondo sono inarrivabili)
Oltretutto e' un triathlon senza stress, non essendo gara di rank FITRI, non c'e' bisogno di iscriversi alla squadra organizzatrice e il fatto che gareggino dai bambini alle staffette fa vivere il tutto piu' come una ludico motoria che una gara. Ed e' in queste gare che ci si diverte di piu'. A cominciare da Bologna, ore 7.20, semaforo di Via Arno/Emilia Levante, Fiat 600 con bici. Il tipo che guida apre il finestrino a manovella e mi fa "Vai anche tu a Faenza?" Tale Alan G. triathleta trasversale (viene dal baseball) che frequenta questi triathlon per amatori quando e come puo', ma con ottimi risultati, mi chiede se puo' seguirmi.
Arrivati a Faenza io ritrovo i miei compagni di squadra, Riccardo e Paolo, oltre ai figli di Luigi che esordiranno nella triplice. Tanti anche quelli della Pasta Granarolo. Il clima di festa e' totale, famiglie intere partecipano a questa gara, e se proprio non c'e' la bici da corsa, va bene anche la mountain bike, o la city bike, con tanto di parafanghi e specchietti.
Con Paolo, che partira' nell'ultima batteria (si e' iscritto tardi, e le batterie sono -a parte gli atleti top- assegnate a seconda delle iscrizioni, creando situazioni strane) osserviamo lo svolgere della partenza del nuoto (mentre io devo andare 3 volte in bagno per dissolvere la cena di ieri sera), un po' infreddoliti perche' all'inizio piove e fa freschino (Beatrice, oh, Beatrice...), e tra uno che iperventila ogni due vasche, a quello che ogni due vasche "non ce la faccio piu' non ce la faccio piu'" a quello che per uscire dalla scaletta si fa tre corsie laterali.
A quello che sul blocco lascia occhiali da vista e scatoletta vuota. Abbiamo riflettuto 20 minuti per capire che gli serviva per riporre i tappi delle orecchie.... Convenendo che uno con la dentiera dovrebbe fare la stessa cosa, senno' l'adesivo con il cloro si stacca...
Alla fine tocca a me, ottava batteria, e gli altri 8 nella mia corsia sono un misto di top di categoria (fisco asciutto per l'eta', body, occhiale svedese, riscaldamento natatorio pre gara) e altri che stamattina si sono svegliati e... "andiamo a fare un triathlon". Bermuda da spiaggia larghi e lunghi (con tanti saluti all'acquaticita' e al galleggiamento), mascherina Cressi da sub senza boccaglio ma con l'attacco, fisico non proprio sportivo e atteggiamento cazzone.
Chiedo vanamente il loro passo sui 100 e mi guardano come se gli avessi chiesto di risolvermi un'equazione di 2 grado. Ok, facciamo cosi', penso, io parto davanti, poi se ne hanno proveranno di passarmi. Ma dovranno riuscirci. Non ci riusciranno, e dopo 11 minuti netti esco primo per distacco (pensa te). Dalla scaletta, sono in prima corsia!
Seppure arruginito dalla rilassatezza dei cambi dell'Ironman riesco a mettermi il casco e le scarpe e prendere la bici piuttosto in fretta. Il giro in bici e' un doppio anello con dislivello minimo (70m) collegato alla zona cambio da 5 km di strada praticamente sterrata. Sono in tre, dove l'altro con il body (ma con la bici di 10 anni) fila ai 38/kmh, dietro uno con la maglietta (!) poi io, che saggiamente tengo la ruota e cerco di non mandare il battito alle stelle.
Per questi 5 km la locomotiva tira come un forsennato, ne prendiamo almeno 20, poi chiede il cambio... Quello con la maglietta si guarda attorno, allora lo faccio io, ma tanto siamo all'imbocco dell'anello e comincia la salitella, dove io mi pianto. Non perche' dura, non perche' stanco ma perche' gli altri hanno la gamba. Pero' in discesa recupero qualcosa, spingendo anche il 53-12, e il secondo giro faccio uguale. Al ritorno ho perso diverse posizioni ma recupero ancora qualcosa con la mia esperienza ai cambi, e comincio a correre.
Mi domando quando il porceddu della cena di mia cognata di ieri sera avrebbe chiesto il conto al fegato, ed ora e' arrivato quel momento, neanche a meta' del primo giro di corsa. Per fortuna la fitta e' unica e breve, e posso tenere il mio passo da bradipo (per uno sprint) di 5.20/km, e finire la mia prova
senza troppi patemi.
Bello, mi sono divertito.