Grazie al roaming con la A1 (che paghero' carissimo) faccio un po' di riassunto di questi giorni...
VigiliaFulpmes, ridente localita’ nel cuore dello Stubaital, vallata chiusa ad uno sputo dal Brennero. Siamo venuti qui per passare qualche giorno e ritrovare lo sci di fondo abbandonato, oramai, da 15 anni. Il viaggio e’ filato liscio, tranne un po’ di nebbia, ed anche qua le strade sono pulitissime, nonostante abbia nevicato. C’e’ comunque un tiepido sole. L’hotel, l’Alte Post, e’ in un bell’edificio d’epoca, e anche l’aaredamento e’ in stile tirolese, ma non pacchiano. Veniamo ricevuti da una signorina deliziosa che ci illustra tutto, e ci dice che stasera- eccezionalmente- la cena iniziera’ alle 18.30. Scaricati bagagli decidiamo di sfruttare la luce rimanente per vedere questa cittadina.
Bella la chiesa, il cimitero che la circonda
ed anche il centro. Ritornati all’hotel ci prepariamo per la cena, non sapendo che cio’ che ci aspetta. Innanzitutto ci fanno accomodare -tutti- in una sala dove 3 giovani armate di flauti traversi, clarinetto e chitarra intonano canzoni natalizie in tedesco purissimo.
Il proprietario prende la parola
e alle famiglie (evidentemente) abituali, chiamandoli per nome fa loro gli auguri. Poi -tutti insieme- Stille Nacht a gran voce.
E via alla cena. Rimaniamo sempre stupiti quando all’italia le guide (come la Michelin) non danno stelle o riconoscimenti che a noi sembrano sacrosanti, ma poi quando si viene in un posto come questo (un hotel 4 stelle, ma comunque economico, per i nostri standard), di fianco al quale -poi- c’e’ un hotel molto piu’ blasonato, insomma, un posto carino ma nulla piu’, ti stupisci che la cena (inclusa nel prezzo) sia di una raffinatezza incredibile e di una qualita’ difficile da trovare. Da citare lo spiedino di prugna arrosto avvolta nello speck , semolino al parmigiano e crema di bietole e l’angus beef con funghi al Madeira, in salsa montata al dragoncello, broccoli e puree di patate con olive..
NataleCi svegliamo di buon ora, dopo una notte molto calda (il riscaldamento e’ ai messimi, sui 22 gradi, e noi siamo abituati a 18/19…) e la colazione e’ eccellente, a buffet, ovviamente, ma con tantissime cose. Per conoscere al meglio i dintorni, ma soprattutto per sapere dove andarea fare fondo, prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il fondo della valle (chiusa), gia’ a Neutift ci sono le piste e qualche isolato sciatore ci si avventura. Bene, le piste ci sono, cosi’ come la neve, e contenti arriviamo in fondo ammirando un panorama da favola.
Tutto chiaro. 4 sono le zone (in alto) dove si scia (alpino) con punti di neve perenne (da est, Serlesbahnen, Schick2000, Elferliste e lo Stubaiergletscher, equamente divisi a nord e sud. Tutte sono dotate di piste da ondo e da slittino, molto in voga qui, ma -in particolare- l’Elferliste e’ detta la montagna dello slittino. A centinaia, infatti scendono dalla cima! Da Fulpmes un treno porta fino nel cuore di Innsbruck (15 km) e un pulmino, gratuito per gli ospiti degli hotel, fa su e giu’ per la valle. Domani ci tocchera’ proprio provare a sciare. Intanto pero’ ci godiamo la merenda, con l’oca della cena della vigilia riscaldata (ma in eccellenti condizioni), e dolci assortiti. A pagamento il bere, che noi traduciamo in the.
Santo StefanoIeri sera la solita, ma ottima, cena, con buffet di insalate e formaggi (e addio buoni propositi). Cosi’ stamattina ci siamo imposti di andare a sciare. Ci siamo svegliati di buon ora, dopo la solita, ottima ed abbondante colazione, ho acceso l’auto, con un bel meno 6. In effetti neanche il sale scongelava il ghiaccio per terra… Arrivati a Neustift pero’ era veramente freddo e con una decisione saggia decidiamo di riportar el’auto in hotel e cercare la pista di Fulpmes, perche’ abbiamo visto preparata. Cosi’ ci siamo fatti circa 8 km, cercando di ricordare come si fa, e sebbene 3 cadute, sono riuscito a ritrovare un po’ il passo.
Dopo due orette di sciate (inframezzate da una camminata) ritorniamo in hotel per la merenda: zuppa di wurstel e patate, giusto per scaldare lo stomaco. Ma stavolta ci dissetiamo con una meno prosaica birra.
La prima sciata