Maratona di Berlino, lo spauracchio di Carla fra le Majors Marathons (le 6 maratone piu' rinomate e piu' frequentate al mondo -Boston, New York, Chiacago, Tokyo, Londra e, appunto, Berlino). Lo spauracchio perche' ha dovuto prepararla in luglio ed agosto, nei mesi caldi in cui non riesce a fare lunghi, e qundi mille dubbi.
Per me, come al solito, la solita follia. Piu' del solito, in verita'. Ho pedalato quasi fino al 28 agosto, correndo la maratona di Parigi gia con scarsa preparazione, poi (vado a memoria) una 10k e qualche corsa sparsa fra le centinaia di sedute in bici. Qui arrivo con qualche seduta di corsa (da meta' agosto a meta' settembre quasi ogni mattina una corsetta fra i 35 ed i 50 minuti, 7/8 km al massimo, tranne la parentesi dell'Oetztaler), nessun lungo, ma tanta ignoranza. Da un po' ho anche azzeccato le scarpe,e i piedi non mi fanno male.
Partenza il venerdi da Bologna, il gruppo e' assortito, fra ex compagni della PPS (fra cui il Presidente) e nostri triathleti (Moreno ed Emanuele), con qualche romagnolo. Anche la fortissima Federica Moroni, qui a caccia del tempone.
Appena arrivati, al vecchissimo aeroporto Schonefeld, perdiamo (e ti pareva) il primo treno per il centro, e ci tocca aspettare un'ora e mezza. Arriviamo in hotel (Maritim ProArte) giusto in tempo per rinfrescarci ed uscire per cena, lungo la Sprea, in locale tipico. E cosa c'e' di piu' tipico (oltre la birra)? Il Currywurst alla Berlinese e le polpette. Detto, fatto. Il nostro tavolo e vicino ad una tavolata di russi, eleganti quanto sbracati, esibizionisti con i rolex sopra il polsino e contanti a profusione. Almeno 5 vodke ciascuno (donne comprese) per concludere la (loro) cena.
Partenza il venerdi da Bologna, il gruppo e' assortito, fra ex compagni della PPS (fra cui il Presidente) e nostri triathleti (Moreno ed Emanuele), con qualche romagnolo. Anche la fortissima Federica Moroni, qui a caccia del tempone.
Appena arrivati, al vecchissimo aeroporto Schonefeld, perdiamo (e ti pareva) il primo treno per il centro, e ci tocca aspettare un'ora e mezza. Arriviamo in hotel (Maritim ProArte) giusto in tempo per rinfrescarci ed uscire per cena, lungo la Sprea, in locale tipico. E cosa c'e' di piu' tipico (oltre la birra)? Il Currywurst alla Berlinese e le polpette. Detto, fatto. Il nostro tavolo e vicino ad una tavolata di russi, eleganti quanto sbracati, esibizionisti con i rolex sopra il polsino e contanti a profusione. Almeno 5 vodke ciascuno (donne comprese) per concludere la (loro) cena.
Il grande dilemma della serata e' cercare di capire qual e' (era) Berlino Ovest e Berlino Est. Partendo dal presupposto (sbagliato) di essere nella Berlino Ovest, una volta giunti alla porta di Brandeburgo (che sapevo era nella Berlino est), cercare i resti del muro, che so essere segnato da listelli di porfido a memoria permanente. Quindi consultando siti, e lanciato un appello su FB, il dilemma si chiarisce. La Friedrichstrasse era Berlino Est. Sazi e soddisfatti di questa scoperta, torniamo in hotel dopo immancabili foto.
Il sabato mattina lo dedichiamo al ritiro pacco gara, che non e' vicinissimo, ma le informazioni e la metropolitana comodissima. L'expo ricchissima, braccialetto, pettorale, pacco gara... E la maglia di Finisher 2016 (sulla fiducia...)
A Berlino non si puo' non andare al Check Point Charlie, e -ovviamente- posare per foto ricordo, e siccome nel 2016 puo' sorgere sempre il dubbio di dove fosse l'ovest e l'est, due faccioni di soldati, uno russo ed uno americano, evitano il problema.
Un altro balzo indietro nella storia, e seguendo le tracce del muro, arriviamo alla topografia del Terrore, laddove la Gestapo (polizia militare durante il Nazismo) aveva la sede e le celle segrete.Per una "memoria" migliore, hanno lasciato anche un bel pezzo del muro, quello del 1961 e sbriciolato nel 1989....
Domenica, la gara. Al Tiegarden, giardini immensi e' posto tutto. Deposito borse, start, rinfresco, arrivo post gara. Il tutto, per 36 mila persone, rinchiuse in questi giardini blindati (con i tempi che corrono...) Il tutto senza una sbavatura.
La partenza per noi e' circa 45 minuti dopo i primi.Il clima gioviale, il meteo ideale. Come al solito non so quanti chilometri faro', se i piedi reggeranno (le gambe no, lo so gia', non mi alleno piu' seriamente da anni per una maratona) e la sfida e' sempre quella. Vedere quanti chilometri correro'. Ma Carla deve anche (su diktat del coach) partire molto piano, cosi' i primi chilometri li faremo assieme. A 6.15/km, intanto. Poi vediamo.
Al 24imo km siamo ancora li, assieme. Ma al 25imo sono costretto a rallentare, i piedi cominciano a farmi male (non un dolore irresistibile, pero' esperienza vuole che sia il preludio alle fitte metatarsali, miei fedeli accompagnatrici da anni. Cosi' rallento e lascio Carla alla sua cavalcata. Io ci penso un po', poi continuo a corricchiare. Fino al 29imo continuo, e sono un po' dispiaciuto perche' il passo e' quello.
Poi, ovviamente ed inevitabilmente, la mancanza di fondo arriva esono costretto a camminare, alternado pero' sempre la corsa, fino all'ultimo (un po' delirante) chilometro, quando mi aspetto di vedere la porta di Brandeburgo, che e' l'anticamera del traguardo. Alcuni improperi perche' non si vede mai, ma finalmente anche la mestosa porta si palesa, cosi' come il traguardo (Cazzarola, sembrava piu' vicino!)
Ma ormai sono in trans agonistica e corro fino all'arrivo.
Vabbe', oh, anche questa e' fatta... E sono a dieci maratone...