Un abisso divide l'organizzazione delle granfondo con quella dei triathlon (italiani). Innanzitutto le granfondo sono poderosamente supportate dalle autorita' locali, e spesso per il paese, citta' o localita' ospitante una granfondo e' occasione di festa comunale. I cittadini si prodigano con l'organizzazione, e a tutti i ciclisti viene riservato un trattamento di favore.
Questo week end avevo programmato di fare la Granfondo del Prosecco, ovviamente a Valdobbiadene, e fin da subito mi ero stupito della gentilezza e della affabilita' delle persone. Per prenotare l'albergo e' bastata un'email, il costo ridotto del 50% rispetto alle tariffe ufficiali, l'albergo ha lasciato a tutti i ciclisti la camera fino al pomeriggio della domenica per fare una doccia (nonostante ci fossero i servizi al campo sportivo) a me e Carla, che ci avevano riservato la suite, hanno dato una camera diversa (ma interamente e liberamente sfruttabile) perche' la suite era gia' opzionata da altri per questa sera.
La bici in camera, ovviamente (sappiamo le smorfie che fanno certi portieri d'hotel ad una richiesta del genere, pensando che andiamo in giro con una bici da 5000 euro si' ma sporca lercia che perde lubrificanti sulla loro merdosissima moquette). All'osteria con cucina, ieri sera, crostata omaggio. E prezzo umanissimo: 35 euro per 2 tagliatelle ai porcini (veri ed abbondanti), un polenta e formaggio 1/2 litro di vino e 1 lt di acqua. Per tutta la domenica stand in piazza con offerta gratuita di prosecco, formaggi e polenta. Questo per il pubblico. Oltre ad un ricco pasta party (anche se la qualita' era nettamente inferiore) che offriva hamburger e costatine oltre al piatto di pasta. E il bicchiere (immancabile) di prosecco.
Oltre a cio', strade chiuse al traffico (non strade a caso, LA strada del vino Prosecco, strada turistica per antonomasia da questa parti), 4 ristori solo nel percorso medio, e unica pecca questo cancello al 55imo km cui bisognava transitare entro 40 minuti dal primo. Si', perche' intanto il primo e' partito alle 9 e 34 ed io ero 200m e oltre 1000 biciclette dietro. Quindi sono passato dal via alle 9 e 41. La salita di Zuel di la' (900m al 14-15%) fatta a piedi, come tutti, perche' e' un budello dopo neanche 30 km con gran parte dei ciclisti non ancora sgranati dove passano a mala pena 3 bici affiancate. Eppure sono arrivato al cancello dopo 43' e 32" (l'anno prossimo non mi sfugge il percorso lungo).
Ma partiamo dall'inizio. Sabato siamo arrivati all'Hotel Diana di Valdobbiadene, pochi metri dietro alla piazza da cui oggi siamo partiti. Neanche il tempo di scaricare i bagagli e sono gia' per strada per il trentello di padellino pre-gara. Faccio a ritroso gli ultimi chilometri del percorso e noto che l'ultimo chilometro e mezzo e' in salita. Niente di che, ma alla fine, sia dopo 80 sia dopo 140 chilometri puo' far male. L'aria e' frizzante, ma sono preparato a tutto. Anche alla pioggia.
Ceniamo nell'osteria di cui ho gia' detto e una volta rientrati in hotel ci accorgiamo (nostro malgrado) che le pareti sono molto sottili e che -oltretutto- i nostri vicini non sembrano ciclisti. In piu' e non ne so il motivo, fino alle due di notte non riesco a dormire. Anche se la partenza e' alle 9 e mezzo e' chiaro fin dalla colazione che non rendero' granche', oltre alla mia solita incapacita' ciclistica.
Comunque sono in ballo. Alle 9 e 34 (circa) con un bel sole autunnale, dopo un bel "All'alba vincero'!" di Pavarotti il colpo di cannone da il via ufficiale, e come ho detto, mi ci vorranno 7 minuti per percorrere 200m. Siamo oltre 2000 iscritti e chi ha gia' fatto questa corsa (questa e' la 3a o 4a edizione) cita alcune delle salite a cui prestare attenzione. Subito dopo la piazza una salita, lunga ma morbida, ci porta in mezzo ai vigneti, e poi una discesa, seguita da un'altra salita. Mai troppo dure, mai troppo lunghe. Pochi tratti piani (anzi, non ne ricordo...)
Il pensiero corre subito all'Inghilterra. Salite e discese senza soluzione di continuita'. All'improvviso, la salita di Zuel di la' (come gia' detto) ci obbliga al piede a terra, anzi ad una scarpinata in salita. E di nuovo saliscendi. Stranamente non mi sento stanco, anzi "sentivo" anche la gamba e sento quasi una beffa, il dover obbligatoriamente prendere il percorso medio (sia pure per 3 minuti e mezzo), ma gli ex carabinieri addetti al traffico sono inflessibili.
Cosi' fra qualche strappo (la salita per Case Bianche fa un po' male, ha un tornante al 17%) una bella discesa (ma con tanti "rilanci") dove ci compattiamo in un bel gruppo, con buoni cambi. A 10 chilometri dall'arrivo, pero' il gruppo rallenta, "molla". Ma io mi sento ancora bene e allungo. Dopo un po' cerco un cambio ma sono solo! Vabbe', alla prima salitella che incontreremo -mi dico- mi riprendono... Macche': sono io che mi ritrovo a riprendere altri ciclisti, e faccio l'ultimo chilometro recuperandone sei. Alla fine saro' (comunque) 1203°, ad oltre 1h e 12 dal primo, ma dietro a me ce ne sono quasi 300.
Contento, si'. Ottima media (personal best, a 24,95 kmh) per un percorso che ufficialmente aveva 800m di dislivello, ma che in realta' alla fine saranno oltre 1600 (Garmin canta). Un'esperienza che ripeteremo senz'altro. Nona granfondo, quest'anno. E non e' finita.
P.S. Doverosi complimenti a unoazero2000 per l'ottimo risultato nello sprint di Lerici di oggi (il primo di una lunga serie, sappiamo, sappiamo...)