Un grazie a Bongio per l'istantanea....
lunedì 30 gennaio 2012
domenica 29 gennaio 2012
venerdì 27 gennaio 2012
Yoga, tartufo e campestre.
Ecco la sintesi della giornata di ieri. Ora di pranzo in palestra, prima una bella seduta di pesi ed esercizi "utili alla causa" e poi -in sala a fianco- yoga. Dopo 10 anni che pratico pensavo di aver conosciuto un po' tutti gli approcci, le metodiche, le caratteristiche delle varie scuole: la meditativa (posizioni spiegate all'essenziale con correzioni minimaliste), la "mistica" (chakra, visioni e canti), la chiacchierona (dal'inizio alla fine spiegazioni dei gesti, anche quelli inutili), la fisica (saluti al sole a go-go).
Quindi in una palestra decentrata, filiale (povera) di una rinomata, anche un po' sfigata (o troppo caldo, o troppo freddo la sauna spenta, lo spogliatoio piccolo, il parcheggio sterrato la vista deprimente, gli attrezzi nuovi ma della sottomarca.... Non mi aspettavo certo una lezione di yoga veramente intrigante. Cioe' quello che mi piace (e serve) veramente: uno stretching dinamico con grande utilizzo della respirazione per arrivare alle posizioni, senza fronzoli mistici o coinvolgimenti animistici. Insegnante un po' ruvida ma pragmatica. Lo definirei yoga occidentale.
In serata, pasto libero, grazie ad un coupon di Let's Bonus, all'Osteria del Cioccolato, in un posto che piu' sfigato non si puo' (zona industriale di Poggio Piccolo, Stradelli Guelfi), ma molto caratteristica, a partire dal bere "a self service", acqua e vino, con pignoletto, merlot, barbera e sangiovese.
Il nostro coupon ci dava diritto al menu a base di tartufo, con uovo all'occhio di bue (ahime' mangiato prima di fotografarlo) in tegamino, ricoperto da una bella grattugiata di tartufo nero (lo scorzone). A seguire, gnocchi e cappello del prete, sempre in crema tartufata, e dal filetto (eccellente) di carne ricoperto da fettine di tartufo con pure' di patate con pezzetti di tartufo (naturalmente). Il dolce tortino di cioccolato caldo con crema. Veramente un bel posto dove passare una bella serata.
Oggi pomeriggio, sabato, prima campestre stagionale (a Pieve di Cento) e primo ultimo posto, e pure con distacco. Certo, le campestri sono esattamente l'opposto della mia gara ideale, anzi direi che non mi piace nessun aspetto: dal terreno accidentato, alla lunghezza (max 5 chilometri), dalla velocita' (correre a 5.00/km, velocita' ultrasonica per me di questi tempi, come volevasi dimostrare, serve ad arrivare ultimo) alla stagionalita', sempre d'inverno, meglio se nevoso/piovoso (solo la grande siccita' di questi ultimi due anni mi hanno salvato dal fango). Infine lo scarpino chiodato, che a sbagliare l'orientamento della punta del piede si finisce lunghi distesi.
Pero' le faccio, perche' mi servono come esercizio di forza (valida alternativa alle ripetute in salita) e soprattutto per la propriocettivita' dell'arto inferiore, in cui io sono carente. Insomma provo ad illudermi di poter imparare a correre un po' meglio. Il problema e' che oltre al fatto di essere comunque lento "di velocita' base" (il primo ci ha impiegato 17 minuti e spiccioli, io 25' e 32", e vi assicuro che ci ho tirato al massimo) la mia batteria e' composta da M40 ed M45, ovvero gente che ha fra i 40 ed i 49 anni, e al limite potrei addurre questa scusa per dire "sono piu' giovani, e' ovvio che vadano piu' forte", il problema e che' se si va a vedere la classifica degli M50 sarei comunque ultimo. Evviva.
Insomma vada per l'utilita' della campestre, ma se anche non arrivassi ultimo (che poi ci sono le altre batterie, dietro scalpitanti in attesa del via) sarei molto piu' contento.
Quindi in una palestra decentrata, filiale (povera) di una rinomata, anche un po' sfigata (o troppo caldo, o troppo freddo la sauna spenta, lo spogliatoio piccolo, il parcheggio sterrato la vista deprimente, gli attrezzi nuovi ma della sottomarca.... Non mi aspettavo certo una lezione di yoga veramente intrigante. Cioe' quello che mi piace (e serve) veramente: uno stretching dinamico con grande utilizzo della respirazione per arrivare alle posizioni, senza fronzoli mistici o coinvolgimenti animistici. Insegnante un po' ruvida ma pragmatica. Lo definirei yoga occidentale.
In serata, pasto libero, grazie ad un coupon di Let's Bonus, all'Osteria del Cioccolato, in un posto che piu' sfigato non si puo' (zona industriale di Poggio Piccolo, Stradelli Guelfi), ma molto caratteristica, a partire dal bere "a self service", acqua e vino, con pignoletto, merlot, barbera e sangiovese.
Il nostro coupon ci dava diritto al menu a base di tartufo, con uovo all'occhio di bue (ahime' mangiato prima di fotografarlo) in tegamino, ricoperto da una bella grattugiata di tartufo nero (lo scorzone). A seguire, gnocchi e cappello del prete, sempre in crema tartufata, e dal filetto (eccellente) di carne ricoperto da fettine di tartufo con pure' di patate con pezzetti di tartufo (naturalmente). Il dolce tortino di cioccolato caldo con crema. Veramente un bel posto dove passare una bella serata.
Oggi pomeriggio, sabato, prima campestre stagionale (a Pieve di Cento) e primo ultimo posto, e pure con distacco. Certo, le campestri sono esattamente l'opposto della mia gara ideale, anzi direi che non mi piace nessun aspetto: dal terreno accidentato, alla lunghezza (max 5 chilometri), dalla velocita' (correre a 5.00/km, velocita' ultrasonica per me di questi tempi, come volevasi dimostrare, serve ad arrivare ultimo) alla stagionalita', sempre d'inverno, meglio se nevoso/piovoso (solo la grande siccita' di questi ultimi due anni mi hanno salvato dal fango). Infine lo scarpino chiodato, che a sbagliare l'orientamento della punta del piede si finisce lunghi distesi.
Pero' le faccio, perche' mi servono come esercizio di forza (valida alternativa alle ripetute in salita) e soprattutto per la propriocettivita' dell'arto inferiore, in cui io sono carente. Insomma provo ad illudermi di poter imparare a correre un po' meglio. Il problema e' che oltre al fatto di essere comunque lento "di velocita' base" (il primo ci ha impiegato 17 minuti e spiccioli, io 25' e 32", e vi assicuro che ci ho tirato al massimo) la mia batteria e' composta da M40 ed M45, ovvero gente che ha fra i 40 ed i 49 anni, e al limite potrei addurre questa scusa per dire "sono piu' giovani, e' ovvio che vadano piu' forte", il problema e che' se si va a vedere la classifica degli M50 sarei comunque ultimo. Evviva.
Insomma vada per l'utilita' della campestre, ma se anche non arrivassi ultimo (che poi ci sono le altre batterie, dietro scalpitanti in attesa del via) sarei molto piu' contento.
giovedì 26 gennaio 2012
Vabbeh, dai...
Lunedi ho scoperto che, semmai dovessi fare il facchino, sarei licenziato dopo un giorno. La cucina per la casa di Riccione e' in arrivo e quindi sia lunedi sia mercoledi sono dovuto andare a Riccione per smontarla. Siccome sono dotato di elevato senso civico (superiore alla norma) non ho ne' buttato tutto fra i bidoni con il calare delle tenebre, ne' ho potuto utilizzare il servizio del ritiro porta a porta perche' bisognava mettere il materiale in strada il tal giorno alla tal ora.
Ma mi sono sorbito una "tripla razione" di facchinaggio, tutta da solo: prima lo smontaggio, poi lo stoccamento in auto, ed infine lo scarico dall'auto alla stazione di conferimento. Io avrei sperato che gli addetti facessero la loro parte, ma a quanto pare mi sono sbagliato. O meglio, una volta arrivati mi hanno indicano il cassone dei mobili (materiale ingombrante), quello del vetro, quello dei metalli etc. E poi si sono guardati bene dall'aiutarmi. Tutt'al piu' mi hanno indicato dei carrelli o si sono sobbarcati l'onere di smaltire i cartoni. A patto che non fossero (ne dubitate?) troppo grandi o pesanti.
Cosi' martedi avevo la schiena a pezzi (ecco perche' dopo un giorno verrei licenziato...). All'una consueta seduta comune del Porta Saragozza Triathlon alla piscina Stadio (ore 13, sai mai che a qualcuno venga voglia di venire a divertirsi un po' con noi e scoprire un modo diverso di fare nuoto...) e conquistata (ma non c'e' stata un gran battaglia) una corsia eravamo io, Iacopo, Leonardo con l'aggiunta dell'altro Leonardo che ha deciso di cimentarsi nel triathlon (soprattutto con il Porta Saragozza). Purtroppo io dovevo andare via, ma ho lasciato il compitino ai ragazzi. La prossima settimana si ricomincia e saro' li a guidarli in esercizi un po' diversi dall'andirivieni in 25m a stile.
Prima del nuoto ero riuscito a incastrare una seduta di corsa, costituito da 25 minuti di lento seguito immediatamente da 6 allunghi da 200m in pista, ripetuto 2 volte. Del resto la maratona primaverile e' li che arriva, e alla 100km ci terrei a sopravvivere.
Mercoledi e' il giorno dedicato al nuoto CUSB (oddio anche alla bici, ma per me e' ancora troppo freddo), e dopo aver supervisionato l'elettricista sammarinese che ha steso i fili necessari per la nuova cucina ed essermi cimentato personalmente nella stesa di 2 mani di vernice lavabile laddove serviva sono ritornato a Bologna in tempo per la seduta di nuoto alla Record. Sapevo gia' che era una di quelle sedute che detesto, ovvero velocita' e gambe, ma dato che sabato saro' ad una campestre, dovevo esserci.
Per l'occasione ho testato le nuove funzioni del Garmin Forerunner 910 XT, senza capirci granche', (soprattutto riguardo all'indice di SWOLF), ma comunque qui c'e' il report. Chiaramente in velocita' e a gambe mi battono tutti (ma proprio tutti) ed il coach Marco sadicamente me lo fa notare. Ma io resisto, so che il lavoro che stiamo facendo mi aiutera' nelle gare della prossima estate, e se non mi aiutera' avro' passato momenti divertenti e conosciuto gente simpatica. Come Davide (spero di averci azzeccato, io con i nomi sono una frana...), cui do il benvenuto come mio lettore, ringraziandolo per il tempo che perde su queste righe.
Alla fine ero veramente provato. Cosi' oggi il mio umore sportivo e' passato dalla seduta di bici (cassata per il freddo, ancora eccessivo per le mie aspettative) ad un 50 minuti veloci in palestra, tra un impegno e l'altro. E ad un'altra (finche regge la "carrozzeria") seduta di corsa, stavolta 6 km al lento, seguiti da 2 km in progressione, uno a 5.40/km e l'ultimo sotto i 5.30/km.
I pesi si sono fatti sentire, ma una volta arrivato a passo 5.30/km non mi sentivo troppo affaticato, certo i 5 kg in piu' di fanno sentire, del resto se foraggio un alimentarista il motivo c'e'. A qualcuno si inarchera' il sopracciglio a leggere chilometraggi che sembrerebbero ridicoli per la maratona, per la 100km, per un ironman, ma, credetemi, non c'e' bisogno di fare tanti km alla settimana per fare una maratona, basta fare i lavori giusti. Anche e soprattutto se si vuole migliorare.
sabato 21 gennaio 2012
E nuoto, e nuoto....
Questa settimana, come recupero "attivo" dalla mezza maratonina di San Bartolomeo, ho nuotato e mi sono iscritto (andandoci 2 volte) in palestra. Di uscire in bici con il ghiaccio per terra e l'aria che rimodellava i connotati facciali non se ne e' parlato, di correre nemmeno. Tanto nuoto, anche perche' i 1500m ai regionali del 19 febbraio quanto meno vorrei finirli. Oltre al nuoto la palestra, ma ho anche accompagnato Leo nella corsa (da solo mollerebbe dopo 1 chilometro) beccandomi un freddo micidiale, cosa che mi ha causato un bel mammone. E palestra, appunto. Il collaudato programma dedicato alla triplice. Qui di seguito la foto che mi coglie alla partenza di San Bartolomeo, ancora infreddolito...
Ieri sera bis della cena di fine anno, dato che le nipotine (ultraventenni...) non erano venute, e allora via con cappe sante al forno, vongole e cozze alla marinara, paella, sfrappole e il Montebianco destrutturato. Come sempre il neurone della soglia superato e stamattina leggera nausea da sovraccarico alimentare. Del resto con una paella cosi'....
Quindi la Galaverna di Pianoro, la cui 40ima edizione si svolgeva proprio oggi, mi ha visto si' partente, ma in uno dei percorsi ridotti (10k) per via, appunto, della non perfetta forma fisica (la rotondita' dello stomaco era perfetta, pero'). Certo che non e' piu' la Galaverna di una volta.... Piu' che fine gennaio sembrava fine marzo, sole, teporino e ben poca galaverna (o come la chiamano ora "neve chimica"). Purtroppo la salita e' rimasta la stessa, ed i primi 2 chilometri e mezzo sono sempre durissimi.
Ieri sera bis della cena di fine anno, dato che le nipotine (ultraventenni...) non erano venute, e allora via con cappe sante al forno, vongole e cozze alla marinara, paella, sfrappole e il Montebianco destrutturato. Come sempre il neurone della soglia superato e stamattina leggera nausea da sovraccarico alimentare. Del resto con una paella cosi'....
Quindi la Galaverna di Pianoro, la cui 40ima edizione si svolgeva proprio oggi, mi ha visto si' partente, ma in uno dei percorsi ridotti (10k) per via, appunto, della non perfetta forma fisica (la rotondita' dello stomaco era perfetta, pero'). Certo che non e' piu' la Galaverna di una volta.... Piu' che fine gennaio sembrava fine marzo, sole, teporino e ben poca galaverna (o come la chiamano ora "neve chimica"). Purtroppo la salita e' rimasta la stessa, ed i primi 2 chilometri e mezzo sono sempre durissimi.
martedì 17 gennaio 2012
Beata (?) ignoranza
Mentre il freddo (quello vero) e' arrivato, togliendomi ogni volonta' (non che prima ne avessi granche' ma le temperature almeno erano tiepide) di prendere la bici anche solo per fare della pianura, ho potuto constatare che, nonostante abbia corso una distanza superiore ai 10 km lo scorso 18 dicembre, e che da allora abbia si' nuotato con regolarita' ma solo 2 volte sia uscito in bici, e su distanze irrisorie, e per quello che riguarda la corsa neanche un chilometro, nonostante tutto cio', dicevo, la mezza maratona di domenica non ha lasciato strascichi. Ovvero nessun indolenzimento, nessuna durezza muscolare. Certo il tempo non e' stato dei migliori, ma una progressione negli ultimi 5 km c'e' stata senza problemi.
Cio' rafforza ancora di piu' la mia convinzione che (probabilmente, la pelle dell'orso non e' ancora in vendita!) riusciro' nell'intento di arrivare al traguardo di Faenza correndo molto poco e lavorando invece sul fondo solo in bici. Oggi seduta di nuoto, dato che la seduta master coincindeva con il posticipo del Bologna, ed ho raggruppato i Best 5 (Fabio, Leonardo, Iacopo, Luigi ed io) alla piscina dello Stadio alla conquista di una corsia.
Alle 13 ci siamo ritrovati per una seduta comune con "connotazioni" triathletiche, ovvero solo stile, partenze sprint appaiate in galleggiamento, corse in acqua bassa, ed altri esercizi che i veri nuotatori considerano incomprensibili. Un bell'esperimento, che andra' a ripetersi. Non tante vasche, quindi, ma lavori mirati. Un po' come si lavora sulla corsa o con la bici, con ripetute, allunghi e sprint, oltre che sul fondo.
Il titolo di questo post si riferisce alla (non) conoscenza che hanno i giovani della cultura generale, ancorche' laureati e quindi di un certo (si presume) livello culturale. La constatazione e' sorte vedendo il programma quiz l'Eredita' dove prima di arrivare al gran finale vengono con (all'apparenza) facili domande e diversi giochini via via scremati i 6 concorrenti. Mi e' rimasta impressa una ragazza, architetto, che non ha saputo rispondere su chi erano i "Fab Four" (le domande sono corredate di risposta multipla), che non sapesse in che anno avessero ribattezzato Cape Canaveral in Kennedy Space Center, ma anche di un altro concorrente che non sapesse chi fosse Muhammed Ali prima della conversione (della cui parola ho forti dubbi ne conoscesse il significato).
Vero che magari ad un architetto non interessa neanche sapere che i Fab Four erano i Beatles, ma con il bombardamento di notizie cui siamo sottoposti oggi (ma soprattutto con le possibilita' che il web ci da) bisogna quasi chiudersi in una grotta per non saperlo. Ancora peggio quello di Amici di quest'anno, Marco, uno dei cantanti della squadra verde che sentendo un'aria di un'opera lirica (e vabbe') non sapesse "cosa" fosse, ma anche di Imagine non solo non sapesse neanche che era di John Lennon, ma neanche chi fosse John Lennon (e la faccia di Rudy Zerbi era molto eloquente).
Io sono della generazione Treccani in volumi, dei fascicoli "Le Ricerche", di quelli che i programmi in tv iniziavano alle 18, su Rete 1 e basta, ma (per mantenere lo spazio temporale) io sapevo chi era Churchill o Pozzo e che il Corsaro era una moto. E comunque sono cresciuto con la curiosita'. Di sapere, di aver risposte. Cosa che mi e' rimasta, e ringrazio il web che mi consente di avere risposte immediate e non di aspettare di dover tornare a casa per sfogliare la Treccani per trovare (ma non sempre c'era) una o la risposta. Probabilmente sono malato...
Cio' rafforza ancora di piu' la mia convinzione che (probabilmente, la pelle dell'orso non e' ancora in vendita!) riusciro' nell'intento di arrivare al traguardo di Faenza correndo molto poco e lavorando invece sul fondo solo in bici. Oggi seduta di nuoto, dato che la seduta master coincindeva con il posticipo del Bologna, ed ho raggruppato i Best 5 (Fabio, Leonardo, Iacopo, Luigi ed io) alla piscina dello Stadio alla conquista di una corsia.
Alle 13 ci siamo ritrovati per una seduta comune con "connotazioni" triathletiche, ovvero solo stile, partenze sprint appaiate in galleggiamento, corse in acqua bassa, ed altri esercizi che i veri nuotatori considerano incomprensibili. Un bell'esperimento, che andra' a ripetersi. Non tante vasche, quindi, ma lavori mirati. Un po' come si lavora sulla corsa o con la bici, con ripetute, allunghi e sprint, oltre che sul fondo.
Il titolo di questo post si riferisce alla (non) conoscenza che hanno i giovani della cultura generale, ancorche' laureati e quindi di un certo (si presume) livello culturale. La constatazione e' sorte vedendo il programma quiz l'Eredita' dove prima di arrivare al gran finale vengono con (all'apparenza) facili domande e diversi giochini via via scremati i 6 concorrenti. Mi e' rimasta impressa una ragazza, architetto, che non ha saputo rispondere su chi erano i "Fab Four" (le domande sono corredate di risposta multipla), che non sapesse in che anno avessero ribattezzato Cape Canaveral in Kennedy Space Center, ma anche di un altro concorrente che non sapesse chi fosse Muhammed Ali prima della conversione (della cui parola ho forti dubbi ne conoscesse il significato).
Vero che magari ad un architetto non interessa neanche sapere che i Fab Four erano i Beatles, ma con il bombardamento di notizie cui siamo sottoposti oggi (ma soprattutto con le possibilita' che il web ci da) bisogna quasi chiudersi in una grotta per non saperlo. Ancora peggio quello di Amici di quest'anno, Marco, uno dei cantanti della squadra verde che sentendo un'aria di un'opera lirica (e vabbe') non sapesse "cosa" fosse, ma anche di Imagine non solo non sapesse neanche che era di John Lennon, ma neanche chi fosse John Lennon (e la faccia di Rudy Zerbi era molto eloquente).
Io sono della generazione Treccani in volumi, dei fascicoli "Le Ricerche", di quelli che i programmi in tv iniziavano alle 18, su Rete 1 e basta, ma (per mantenere lo spazio temporale) io sapevo chi era Churchill o Pozzo e che il Corsaro era una moto. E comunque sono cresciuto con la curiosita'. Di sapere, di aver risposte. Cosa che mi e' rimasta, e ringrazio il web che mi consente di avere risposte immediate e non di aspettare di dover tornare a casa per sfogliare la Treccani per trovare (ma non sempre c'era) una o la risposta. Probabilmente sono malato...
domenica 15 gennaio 2012
Riccione, Ravenna e San Bartolomeo
Ovvero un po' di bici, una garetta di nuoto ed una maratonina. Mercoledi, complice il lavaggio a 60 gradi (con centrifuga) di patente, carta di credito (salve perche' di plastica) e della carta di identita' (che essendo cartacea non ha resistito al lavaggio) sono dovuto andare a Riccione per farne una nuova. Sulle foto stendo un velo pietoso, posso solo dire che sembro malato. Mi tocchera' anche a me andare da un fotografo perche' le macchinette oramai mi rappresentano troppo male?
Comunque una breve attesa et voila'! la nuova carta, la prima con la scritta Comune di Riccione (avevo ancora quella con la residenza a Bologna, poiche' sarebbe stata valida fino al 2019), poi visto che il tempo non era bello ma "stupendo" ho tirato fuori il cancello Colnago Arte e via per l'Adriatica fino a Siligata, dove la temperatura era di oltre 14 gradi. Una quarantina di chilometri proprio perche' non se ne poteva fare a meno.
Nel pomeriggio, al ritorno, sosta a Forli' a visionare le nuove divise invernali da ciclismo della Polisportiva, che grazie al nuovo main sponsor BancaEtruria riusciamo ad omaggiare agli iscritti. In serata seduta "di rifinitura" di nuoto in vista della gara del sabato Meritato (?) riposo giovedi e venerdi e sabato alle 14 eravamo sulle gradinate, insieme ai ragazzi del CUSB della splendida piscina da 50m (un tuffo al cuore) dell'impianto ravennate, stipato all'inverosimile per questo Trofeo Citta' di Ravenna che fa parte del circuito supermaster.
Non sono molto addentro a questo campionato ma dalla partecipazione (la foto si riferisce al riscaldamento) pare proprio molto "sentito". Io dovevo competere nei 200 stile, prima gara in programma e, nonostante avessi indicato un tempo alto (ma al limite delle mie possibilita') ero in seconda batteria uomini, dopo 11 batterie femminili.
Dicevo che il tempo che avevo indicato (si usa cosi' per le iscrizioni) era molto alto (3.30.00), ma in verita' ho fatto 3.31.44, che in vasca lunga non e' male, visto che 4 virate in meno contano parecchio ed anche il fatto che oggi avrei fatto una maratonina psicologicamente mi ha frenato un po'. Comunque i miei punti al C.U.S.B. li ho portati. Grazie a Luca M. per le riprese del mio 200, che se qualcuno ha voglia di farsi due risate sono a questo indirizzo (non indicato ai deboli di stomaco e forti nuotatori :-))
Stamattina dunque Maratonina d'inverno in quel di San Bartolomeo Bosco, posto che non fa neanche comune a pochi chilometri a sud di Ferrara. C'ero stato una stessa domenica 15 gennaio di 6 anni fa a fare questa maratonina, ed allora -come oggi- un tempo infame, umidissimo nebbioso e freddissimo. Mi ero illuso (e percio' iscritto) che sarebbe stato diverso quest'anno, visto che da 15 giorni un sole primaverile stazionava sulla pianura padana, ma proprio oggi (anche ieri la temperatura era accettabile) il tempo doveva cambiare?
Comunque sono qua con altri 48 saragozzini arrembanti a misurarci su questi 21 km piattissimi. Noiosi pure, visto che laddove la foschia (nebbia e' eccessivo) lascia intravedere oltre il chilometro la campagna nuda e cruda non allieta la vista oltre campi arati e casolari campagnoli (rari). Per contro, quindi, la volonta' di finire aumenta, e dopo un'ora e mezza a passo tranquillo (molto aerobico) ho messo il turbo (5.10/km....) e mi sono fatto gli ultimi 5 km in poco piu' di 25 minuti. Oserei dire "in progressione".
1.59.10 (1.58.58 in RT) il mio tempo finale che la dice lunga sul mio stato di forma attuale. Di positivo che i piedi hanno tenuto fino alla fine, a testimonianza che meno corro meglio e' (per i piedi), quindi si trattera' di studiare un modo per fare fondo senza usurarli troppo.
Comunque una breve attesa et voila'! la nuova carta, la prima con la scritta Comune di Riccione (avevo ancora quella con la residenza a Bologna, poiche' sarebbe stata valida fino al 2019), poi visto che il tempo non era bello ma "stupendo" ho tirato fuori il cancello Colnago Arte e via per l'Adriatica fino a Siligata, dove la temperatura era di oltre 14 gradi. Una quarantina di chilometri proprio perche' non se ne poteva fare a meno.
Nel pomeriggio, al ritorno, sosta a Forli' a visionare le nuove divise invernali da ciclismo della Polisportiva, che grazie al nuovo main sponsor BancaEtruria riusciamo ad omaggiare agli iscritti. In serata seduta "di rifinitura" di nuoto in vista della gara del sabato Meritato (?) riposo giovedi e venerdi e sabato alle 14 eravamo sulle gradinate, insieme ai ragazzi del CUSB della splendida piscina da 50m (un tuffo al cuore) dell'impianto ravennate, stipato all'inverosimile per questo Trofeo Citta' di Ravenna che fa parte del circuito supermaster.
Non sono molto addentro a questo campionato ma dalla partecipazione (la foto si riferisce al riscaldamento) pare proprio molto "sentito". Io dovevo competere nei 200 stile, prima gara in programma e, nonostante avessi indicato un tempo alto (ma al limite delle mie possibilita') ero in seconda batteria uomini, dopo 11 batterie femminili.
Dicevo che il tempo che avevo indicato (si usa cosi' per le iscrizioni) era molto alto (3.30.00), ma in verita' ho fatto 3.31.44, che in vasca lunga non e' male, visto che 4 virate in meno contano parecchio ed anche il fatto che oggi avrei fatto una maratonina psicologicamente mi ha frenato un po'. Comunque i miei punti al C.U.S.B. li ho portati. Grazie a Luca M. per le riprese del mio 200, che se qualcuno ha voglia di farsi due risate sono a questo indirizzo (non indicato ai deboli di stomaco e forti nuotatori :-))
Stamattina dunque Maratonina d'inverno in quel di San Bartolomeo Bosco, posto che non fa neanche comune a pochi chilometri a sud di Ferrara. C'ero stato una stessa domenica 15 gennaio di 6 anni fa a fare questa maratonina, ed allora -come oggi- un tempo infame, umidissimo nebbioso e freddissimo. Mi ero illuso (e percio' iscritto) che sarebbe stato diverso quest'anno, visto che da 15 giorni un sole primaverile stazionava sulla pianura padana, ma proprio oggi (anche ieri la temperatura era accettabile) il tempo doveva cambiare?
Comunque sono qua con altri 48 saragozzini arrembanti a misurarci su questi 21 km piattissimi. Noiosi pure, visto che laddove la foschia (nebbia e' eccessivo) lascia intravedere oltre il chilometro la campagna nuda e cruda non allieta la vista oltre campi arati e casolari campagnoli (rari). Per contro, quindi, la volonta' di finire aumenta, e dopo un'ora e mezza a passo tranquillo (molto aerobico) ho messo il turbo (5.10/km....) e mi sono fatto gli ultimi 5 km in poco piu' di 25 minuti. Oserei dire "in progressione".
1.59.10 (1.58.58 in RT) il mio tempo finale che la dice lunga sul mio stato di forma attuale. Di positivo che i piedi hanno tenuto fino alla fine, a testimonianza che meno corro meglio e' (per i piedi), quindi si trattera' di studiare un modo per fare fondo senza usurarli troppo.
lunedì 9 gennaio 2012
Primi colpi di pedale
Anche oggi, dinanzi ad un cielo terso, una temperatura via via mite (ma alle 11 le mani erano ancora congelate...) non ho resistito ed ho ufficialmente iniziato il training 2012 (la corsetta di ieri era un plus). In realta' oggi mi toccava solo nuotare, ma poiche' sabato... nuotero' (gara a Ravenna), ho anticipato la seduta sui pedali, la lunga (ne ho anche una lunghissima....) Le incognite erano molteplici, se -infatti- per la corsa lo stop e' stato (relativamente) breve (una ventina di giorni, ma poi a correre si fa presto a ricominciare), per la bici lo stop e' stato di un mese.
Chi usa la bici da corsa sa che dopo un po' che non va in bici il famoso "callo soprasella" si ammorbidisce e le prime uscite sono piuttosto dolorose. Da questo punto di vista devo dire che il mio perineo ha tenuto egregiamente, e bastera' un sottile strato di crema a far passare ogni "bruciore". La scelta, ovviamente, e' caduta su un circuito classico della Bassa, il giro che da Granarolo E. arriva a Minerbio, poi Baricella, Molinella Budrio e ritorno a Granarolo.
Un giro che era da tanto che non facevo, che ho affrontato praticamente con il padellino, e a ritmi blandissimi (24,6 kmh di media!): c'e' mancato poco che due o tre 'zdore mi sorpassassero dalla ciclabile. Alla fine ero piuttosto stanco, devo dire.
Chi usa la bici da corsa sa che dopo un po' che non va in bici il famoso "callo soprasella" si ammorbidisce e le prime uscite sono piuttosto dolorose. Da questo punto di vista devo dire che il mio perineo ha tenuto egregiamente, e bastera' un sottile strato di crema a far passare ogni "bruciore". La scelta, ovviamente, e' caduta su un circuito classico della Bassa, il giro che da Granarolo E. arriva a Minerbio, poi Baricella, Molinella Budrio e ritorno a Granarolo.
Un giro che era da tanto che non facevo, che ho affrontato praticamente con il padellino, e a ritmi blandissimi (24,6 kmh di media!): c'e' mancato poco che due o tre 'zdore mi sorpassassero dalla ciclabile. Alla fine ero piuttosto stanco, devo dire.
domenica 8 gennaio 2012
Due indizi fanno una prova
O meglio, errare humanum est, perseverare autem diabolicum (se la memoria del liceo non mi inganna sui ricordi del latino...) L'ultima volta che ho corso e' stata il 18 dicembre, giorno della maratonina di Castelmaggiore, dove ho raccontato che mi e' cresciuto un ventre da birraiolo incallito tedesco, tanto da costringermi a tagliare verso il traguardo a circa 2/3 di gara.
Il motivo era probabilmente dovuto alla colazione, che ora e' composta da una tanica di latte (350ml) accompagnati da una cassa di cereali e muesli (100g). Non ho mai avuto grossi problemi con il latte, ma forse quasi mezzo litro e' troppo anche per me che digerisco i sassi. Cioe', se devo camminare, nuotare o andare in bici non risento troppo, ma evidentemente il su-giu' della corsa fa si' che il latte monti a panna gonfiando il mio stomaco come una puerpera di 9 mesi in pochi minuti.
Oggi e' avvenuto circa al terzo chilometro (di 10), mentre mi guadagnavo la pagnotta tenendo bene (parlando, pure) il passo di Francesco M. con cui faremo la 100k del Passatore, parlando proprio di questa nuova sfida in cui mi sono imbarcato (evidentemente sotto i fumi dell'alcool).
Dopo piu' di 20 giorni mi piangeva il cuore non approfittare dell'ennesima giornata splendida, con un tepore primaverile, quando in altri anni di questi tempi o c'erano diversi centimetri di neve, o un freddo boia, o bene che andasse nebbia fitta, ma per la scienza mi sono sacrificato. Oggi ho detto basta.
Cosi' con sforzi sovrumani stamattina alle sette mi sono alzato e alle 8.40 ero sotto la tenda della Polisportiva in quel del Bargellino, zona industriale della periferia ovest di Bologna, dove c'e' la sede storica del CIICAI che da 19 anni ospita il Trofeo La Chiave del Bagno, tanto perche' in un qualche modo si doveva chiamare.
Dieci chilometri (un po' scarsi, tanto che ho allungato un centinaio di metri per arrivare a cifra tonda) piatti come una tavolo di biliardo in zona aeroporto, con gli aerei che quasi alzando la mano si potevano toccare, con tanto di passaggio cinematografico proprio in coda alla pista nel momento di un atterraggio. Peccato solo che io gli errori li debba commettere 2 volte, ma sono certo che ora, per una colazione pre corsa, solo the, 10 fette biscottate e miele (che e' poi una delle alternative al lago di latte con vagone di cereali). Comunque 56 minuti che se non avessi camminato per cercare di ridurre il volume addominale sarebbero stati ottimi 52/53, che di questi tempi mi paiono eccellenti.
Ora la pacchia e' finita, si riparte alla grande e gia' domani inforchero' la bici per iniziare la lunga cavalcata che mi portera' prima alla 100k del Passatore, poi all'IM di Nizza a fine giugno e via via alle altre gare.
Il motivo era probabilmente dovuto alla colazione, che ora e' composta da una tanica di latte (350ml) accompagnati da una cassa di cereali e muesli (100g). Non ho mai avuto grossi problemi con il latte, ma forse quasi mezzo litro e' troppo anche per me che digerisco i sassi. Cioe', se devo camminare, nuotare o andare in bici non risento troppo, ma evidentemente il su-giu' della corsa fa si' che il latte monti a panna gonfiando il mio stomaco come una puerpera di 9 mesi in pochi minuti.
Oggi e' avvenuto circa al terzo chilometro (di 10), mentre mi guadagnavo la pagnotta tenendo bene (parlando, pure) il passo di Francesco M. con cui faremo la 100k del Passatore, parlando proprio di questa nuova sfida in cui mi sono imbarcato (evidentemente sotto i fumi dell'alcool).
Dopo piu' di 20 giorni mi piangeva il cuore non approfittare dell'ennesima giornata splendida, con un tepore primaverile, quando in altri anni di questi tempi o c'erano diversi centimetri di neve, o un freddo boia, o bene che andasse nebbia fitta, ma per la scienza mi sono sacrificato. Oggi ho detto basta.
Cosi' con sforzi sovrumani stamattina alle sette mi sono alzato e alle 8.40 ero sotto la tenda della Polisportiva in quel del Bargellino, zona industriale della periferia ovest di Bologna, dove c'e' la sede storica del CIICAI che da 19 anni ospita il Trofeo La Chiave del Bagno, tanto perche' in un qualche modo si doveva chiamare.
Dieci chilometri (un po' scarsi, tanto che ho allungato un centinaio di metri per arrivare a cifra tonda) piatti come una tavolo di biliardo in zona aeroporto, con gli aerei che quasi alzando la mano si potevano toccare, con tanto di passaggio cinematografico proprio in coda alla pista nel momento di un atterraggio. Peccato solo che io gli errori li debba commettere 2 volte, ma sono certo che ora, per una colazione pre corsa, solo the, 10 fette biscottate e miele (che e' poi una delle alternative al lago di latte con vagone di cereali). Comunque 56 minuti che se non avessi camminato per cercare di ridurre il volume addominale sarebbero stati ottimi 52/53, che di questi tempi mi paiono eccellenti.
Ora la pacchia e' finita, si riparte alla grande e gia' domani inforchero' la bici per iniziare la lunga cavalcata che mi portera' prima alla 100k del Passatore, poi all'IM di Nizza a fine giugno e via via alle altre gare.
venerdì 6 gennaio 2012
Yes limits
Sara' l'eta', sara' la sindrome del (quasi) cinquantenne, ma ogni tanto mi fermo a riflettere se devo andare a cercare un limite, il mio limite. Che non vuol dire andare a sbattere contro un muro per vedere fino a che punto ho la testa dura, o fare la gara con un barista a suon di drink, peraltro gia' persa in passato con conseguenze "allucinanti". Non vuol nemmeno dire (per finire una delle tante cose iniziate in 49 anni) prendere una laurea o prendere la cintura nera di karate' (sono rimasto cintura marrone, tanto cosi' dalla nera).
Ma quale potrebbe essere il mio limite? Non ne ho idea. O meglio, l'idea (e pure dolorosamente) me lo definisce il mio fisico, e per citare una similitudine tanto cara al Main Coach Costa, se hai un motore di una Ferrari montato su una carrozzeria di una 500, prima o poi la carrozzeria stessa si disfa. Cosi', infatti e' quello che mi accade, anche se poi il mio motore preferisco paragonarlo ad un 5000 diesel.
Quindi sono oltremodo invidioso di coloro che corrono per giorni, su terreni che definire accidentati e' poco, o in bici si sparano migliaia di chilometri. Vorrei, come no!, ma non posso. Beati voi che avete curato la carrozzeria piu' (o come) il motore. E non e' una questione mentale: chi mi conosce sa che il mio livello di sopportazione del dolore (che non e' la fatica) e' superiore alla norma, ma quel dolore li', quello del nervo e' semplicemente insopportabile.
Certo aver finito 12 Ironman (per citare un limite) in 8 anni di pratica e' un limite piuttosto avanzato, ma non sapro' mai quale avrebbe potuto essere il mio personale in termini di tempo, poiche' c'e' sempre stata la carrozzeria a frenare un motore mai esausto. La morale (ma c'e' una morale?) e' che un limite c'e', ma e' assolutamente individuale e non definibile a priori.
Si vede che non mi sto allenando?
Ma quale potrebbe essere il mio limite? Non ne ho idea. O meglio, l'idea (e pure dolorosamente) me lo definisce il mio fisico, e per citare una similitudine tanto cara al Main Coach Costa, se hai un motore di una Ferrari montato su una carrozzeria di una 500, prima o poi la carrozzeria stessa si disfa. Cosi', infatti e' quello che mi accade, anche se poi il mio motore preferisco paragonarlo ad un 5000 diesel.
Quindi sono oltremodo invidioso di coloro che corrono per giorni, su terreni che definire accidentati e' poco, o in bici si sparano migliaia di chilometri. Vorrei, come no!, ma non posso. Beati voi che avete curato la carrozzeria piu' (o come) il motore. E non e' una questione mentale: chi mi conosce sa che il mio livello di sopportazione del dolore (che non e' la fatica) e' superiore alla norma, ma quel dolore li', quello del nervo e' semplicemente insopportabile.
Certo aver finito 12 Ironman (per citare un limite) in 8 anni di pratica e' un limite piuttosto avanzato, ma non sapro' mai quale avrebbe potuto essere il mio personale in termini di tempo, poiche' c'e' sempre stata la carrozzeria a frenare un motore mai esausto. La morale (ma c'e' una morale?) e' che un limite c'e', ma e' assolutamente individuale e non definibile a priori.
Si vede che non mi sto allenando?
martedì 3 gennaio 2012
Capo-danno
Come ogni inizio d'anno riesco nell'intento suicida di rovinarmi il fegato (fisicamente, non metaforicamente) mangiando con la testa e non con la pancia. Ovvero riesco nel non invidiabile primato di mangiare quasi come un mese intero nella sola cena di fine anno. E siccome al fondo non c'e' fine, la situazione, grazie alla disgraziata esistenza degli avanzi, prosegue -almeno- per un paio di giorni.
Comunque (piccolo aggiornamento sport) prima del 31 ho solo nuotato il 29 con i Master, finalmente ad un orario umano, ovvero le 19. Che poi mi piace anche faticare a quell'ora, anziche' dopo le 21, orario -ahime!- canonico. Non meno di 2800-3000m, in puro stile velocista. Per farvi capire meglio e' come se un maratoneta facesse sedute di allenamento da 400/800 metrista. Comunque non del tutto sbagliato, se affiancate (come ogni tanto faccio, del resto) a sedute piu' di resistenza.
Il 31 mi e' toccata l'incombenza (ah, ma il prossimo anno...) della spesa, e allora via al delirio consumistico. Dapprima alla pasticceria Neri, cabaret da 1 kg pasticcini (+ boccia di prosecco) in offerta da Groupalia a 19 euro, venuta ottima oggi. Poi al Carrefour, mega ordine di pesce prenotato, pane, melograno e uva beneaugurante.
Tornato a casa, via di filato da Marco Fadiga Bistrot per il "granchio enorme cotto al vapore da piluccare per due ore", come non avessimo abbastanza antipasti.
Il pomeriggio e' passato tra la preparazione dei piatti della cena (Carla) e grandi attivita' mentali (io), poi alla sera, arrivati i commensali, eccoci a tavola per il cenone, iniziato con del salmone cotto al vapore, patate e cipolle lessate, seguito da cappesante gratinate e salmone affumicato con burro saltato e fette di pane toscano affumicato.
A seguire, cozze e vongole marinare, il granchio suddetto e i gamberoni alla catalana.
Il gran finale dei salati e' stata la Paella alla Valenciana, veramente eccezionale.
Il tutto innaffiato da vini bianchi (Spumante, Vernaccia di San Giminiano, Chablis). Poi siamo passati ai dessert: tenerina (Torta Barozzi) con mascarpone, dolce di panna, meringhe e marron glacee', ed i pasticcini di cui sopra, il tutto suggellato con brindisi di Champagne, anche perche' nel frattempo e' arrivata la mezzanotte.
Dopo questo rave grastronomico la mattinata del primo gennaio il senso di nausea era piu' alto dello spread BTP-Bund, e la mia colazione a base di latte non ha aiutato. Decisamente piu' utile la passeggiata su per Via Casaglia e Via Monte Albano, fino a San Luca, e poi giu' per il porticato. Sara' che 10 gradi e un sole tiepido il primo gennaio erano anni che non si vedevano (se mai si sono visti, qui, almeno), ma non siamo stati gli unici. Anzi. Buon Anno.
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