Con gli ultimi 14 km (domenica scorsa) di corsa, una seduta di nuoto lunedi, ed una uscita in bici (mercoledi), mi sono presentato a Firenze pronto ad una maratona passeggiata, piu' che ad una maratona di corsa. Il sabato poi, (arrivati in mattinata con un puntualissimo Frecciarossa) abbinando -come al solito- l'utile al dilettevole, avevamo consumato il pasto medievale prenotato presso il ristorante Divina Commedia, a base di crostini misti, panzanella, ribollita, pappa al pomodoro, cinghiale e polenta (Carla) e trippa (io, che ho rinunciato al vino, se non per un assaggio). Quindi piu' che un carbo-loading ho fatto un protein-stockage, in verita'.
Registratici all'hotel (Brunelleschi, upgrade a 4 stelle frutto di un overbooking del primo hotel prenotato) abbiamo continuato sulla refrain "tutto cio' che non va fatto il giorno prima della maratona", andando a piedi a ritirare il pacco gara (che non era vicinissimo dal centro). Li abbiamo fatto foto, incontrato gente (nelle foto, Duracell e Stefano Baldini), firmato il cartellone e curiosato fra gli stands.
Poi abbiamo continuato a passeggiare per tutto il pomeriggio per il centro, il cui fondo stradale non e' ne' piatto ne' morbido, per via dei lastroni e dei sanpietrini. Una iattura per i miei piedi. Comunque ero convinto di non aver speranze, e quindi ero assolutamente consapevole che cio' che stavo facendo era (completamente) sbagliato.
La sera altra cena (eccellente, Ristorante Gabriello), stavolta a base (ma non solo) di carboidrati, ovvero risotto con spinaci e gorgonzola, maledicendomi dopo per aver preso un cibo "stringente". La nottata date le scarse aspettative l'ho passata benissimo, e la mattina (colazione abituale) ho solo sacramentato per il freddo, davvero pungente. Comunque sono in griglia (la penultima) poco prima delle 8.50, discretamente imbaccucato anche se nel gruppone mi sono un po' riscaldato. Maltodestrine nella bottiglietta, gel nelle tasche posteriori.
E dunque alle 9.20 viene dato il via, e ci impiego circa 5 minuti per oltrepassare la linea della partenza. Da qui in poi e' stato una bella gara, le gambe giravano, i piedi hanno sopportato ben oltre ogni aspettativa (solo al 23imo chilometro la prima sosta) e il pubblico veramente carino. I volontari dei ristori caciaroni. Anche il folto gruppo dei Pastaroli mi salutava festoso, e mi dava coraggio.
Peccato che dopo il 30imo chilometro, ovvero quando comincia il toboga dei lastroni/sanpietrini/asfalto sconnesso del centro la sofferenza ai piedi si e' fatta pesante, costringendomi a numerose soste, non permettendomi piu' di tenere in vista i palloncini bianchi (4 ore, persi pero' al 25imo), poi quello dei palloncini delle 4.15 persi al 35imo, ed infine con i denti (ed una sofferenza indicibile ai piedi) ho tenuto dietro quelli blu delle 4.30.
Ovviamente tutti facevano riferimento al tempo di gara, ovvero quello del colpo di cannone. Cosi' alla fine il mio real time (cioe' preso nel momento in cui io passo materialmente sulla linea di partenza non quello del cannone e' di 5 minuti sotto (esattamente ed ufficialmente 4:25:24, che e' a tutti gli effetti il mio personale in una 42k, contro i 4:29.25 con cui sono classificato). Rimane il dubbio sulla distanza, che al mio Garmin viene riportata di 43,24 km ovvero un km abbondante in piu', forse dovuto ad alcuni passaggi sotto i tunnel e in citta' (5.04 fa riferimento al passo tenuto nell'ultimo km).
Alla fine sono discretamente provato, ma non distrutto, e sinceramente poi ho camminato un bel po' senza grossi problemi, riuscendo perfino a raggiungere via de' Bardi per un pranzo eccellente al Golden View Open Bar (tagliata di manzo con gorgonzola e radicchio con pane super e Brut Rose' Franciacorta) allietata da splendida vista sul Pontevecchio. Poi il ritorno in treno.
Quindi, scusate se avevo detto che non avrei fatto chissache'.