A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 23 agosto 2010

Come non aiutare lo sport (1° Triathlon Sprint del Titano)

Ieri ho partecipato al 1° Triathlon Sprint del Titano, organizzato da una societa' riminese in collaborazione con la Repubblica di San Marino e la manifestazione "Meeting". Partecipato e' una parola un po' eccessiva, diciamo sono sopravvissuto ad un massacro. Una gara che prevede in 20 km di bicicletta 587 m di dislivello e 83 nei 5 km di corsa non posso definirla altrimenti, per quel che mi riguarda, date le mie scarsissime capacita' ciclistiche.

Tuttavia, il motivo del titolo e' indicativo. Ci lamentiamo che il nostro sport e' poco conosciuto, la Federazione e' una delle piu' piccole e poi offriamo a chi si vuole avvicinare al nostro sport prove di questo genere? Per carita' organizzazione perfetta, assistenza lungo i percorsi eccellente, volendo i percorsi stessi sono suggestivi, ma di certo non si richiamano nuove leve cosi.' Mi si potrebbe ribattere che un ciclista avrebbe apprezzato queste inerpicate: si, certo, ma come ciclista (se lo fossi) andrei a farmi la Castelli Malatestiani, granfondo che si svolgeva in contemporanea, con caratteristiche tipiche per ciclisti e non per multisportivi quale e' il triathlon.

Insomma, offrire (dopo il nuoto in piscina) in 20 km di bici 7 km di salita, e poi dopo una picchiata di 2 uno strappo di 700m fra il 15 ed il 18%, e ancora 3 km di salita per poi rischiare l'osso del collo in 5 km di discesa non si aiuta il triathlon. Anzi, delle due lo si ghettizza. Sappiamo che non e' uno sport facile (ah se lo so....) non estremizziamolo con fatiche superiori.

Personalmente e' l'ultima volta che partecipo a gare organizzate da quella societa', che -ad onor del vero- si e' sempre distinta per la durezza dei percorsi, e ho fatto questa eccezione perche' ero comodo e necessitavo di un secondo sprint per il rank. Ma preferiro' fare qualche decina di chilometri (anche cento) per affrontare percorsi meno distruttivi, specie se parliamo di distanze corte.

Per il resto la settimana mi ha visto correre, venerdi, e tanto riposo (con un caldo cosi'....)

giovedì 19 agosto 2010

Cimone

Con il mio solito ardire masochistico la proposta della scalata al Cimone l'ho pure riproposta, e quella faina di Gianni sorridendo fra se e se ha deciso che il giorno del giudizio sarebbe stato martedi (17) e io (quasi) puntuale alle 9 e 10 ero allo starting point di Casa P. pronto all'impresa. Subito in viaggio per il parcheggio del Ristorante Boschetto, circa 16 km da Fanano (un po' di piatto ci tocca, sono le sue prime parole: trovatelo, il piatto....).

E dunque Fanano, Sestola e fin qui, salite conosciute, sia pure dure. Ma da Sestola la strada per il Cimone e' durissima. Poco dopo il grattacielo sale fino ad un bel 14%, e se ancora non bastasse poco prima di Pian del Falco 16 e 17%. In un bel drittone ammazzacristiani. In verita' a Pian del Falco ero gia' felice, ma Gianni non ha voluto sentire ragioni, e tra un "Adesso spiana!" e un "Sei arrivato fin qui, ora arriviamo fin su!", Prima il lago della Ninfa ed infine la botta finale dell'Osservatorio (San Luca per 2? eh, quasi), vero muro di Sormano (ma forse ero io che stavo delirando?) del modenese. A complicare il tutto un gregge di pecore, dei mustang indisciplinati e escursionisti irrispettosi.

Ma alla fine la sbarra dell'osservatorio ha sancito l'impresa. Il tempo di fare 2 foto (che non ho qui) che il fresco (anzi, il freddo) pungente ci fa fare dietro front e giu' a rotta di collo per la via dell'andata. Poche centinaia di metri di discesa e ciufff! La ruota anteriore si affloscia. Ma porcaccia! Ho forato! Intirizzito tento con la schiumetta, la quale, in verita' -per una volta- ha funzionato.

Tesissimo, comunque per tutta la discesa del ritorno, ma alla fine riesco a riguadagnare l'auto distrutto, dopo 5 ore di lotta e 70 miseri km. Ho ancora molto da lavorare, se voglio stare a ruota di Gianni, il quale, ovviamente appena la pendenza si inerpica va via come Bolt sui 100m.

Sono ancora in recupero, tant'e' che in serata di martedi ho solo accompagnato in MTB Carla per la sua corsetta (ai Giardini, incontrato Andrea), e oggi un mille a nuoto (che impressione saranno 20 giorni che non entravo in acqua...) disastroso.

Vabbe' qui il resoconto, poi arriveranno le foto (Gianni, mi mandi la seconda foto? Grazie!)

lunedì 16 agosto 2010

Indisciplinato

Ora come ora sono piuttosto indisciplinato, sportivamente parlando, ma anch'io che sono rigoroso nel seguire le tabelle di allenamento, adesso ho bisogno di estemporaneita'. Ripreso un certo feeling con la corsa, ora come ora ne approfitto, e corro. Mercoledi, tuttavia, siccome mi era rimasto il voglino del Cimone, e lasciata l'auto fino quasi ai piedi della salita per Fanano, ho inforcato la bici e sono salito fino a Sestola, da li' ho preso 100m della strada per il Cimone quando la pioggia e' cominciata copiosissima e ho dovuto desistere dall'intento (ovviamente gia' le avvisaglie erano chiare, ma per quel famoso 50% di possibilita' che non piovesse avevo proseguito).

Ho preso la pioggia fin quasi all'auto (15 km). Giovedi e tutto venerdi dedicata alla casa di Riccione, e solo in serata, tirato per i capelli da Carla (pregato, per meglio dire) siamo andati sul lungomare e abbiamo iniziato a correre. Inizialmente la seduta la volevo fare ridotta, ma mano a mano che correvo verso Rimini, stavo sempre meglio, e alla fine mi sono fatto il mio 4 x (3km+1km) in scioltezza, e dopo neanche un risentimento.

Ieri, infine ancora svogliatamente e pregato da Carla (che invece ha sofferto le uscite) altra seduta, 2 x (25' + 4 x 200m in allungo), e stavolta ad un ottimo passo. Il tutto ovviamente mentre prosegue il calo di peso, che e' la novita' dell'estate, almeno per me. Verra' anche il tempo del nuoto, prima o poi, e sara' disastroso all'inizio (il nuoto andrebbe curato quotidianamente o quasi) ma poi andra' un po' meglio (speriamo...)

Domenica devo ancora decidere se fare la levataccia e partecipare alla Castelli Malatestiani, una gran fondo micidiale (per arrivare ultimo, ma utile per il mezzo IM) o andare in balotta a Serravalle di San Marino per uno sprint, che non mi serve certo per l'Elba, ma non mi costringerebbe ad alzarmi all'alba... Diciamo che al 30% saro' alla GF e 70% allo sprint.

martedì 10 agosto 2010

Tranquillo...

...io metto il rapportone, e tu vai con il tuo passo. Nel pieno della cotta finale del giro in bici di ieri (87 chilometri, oltre 4 ore, una salita infinita fino a Sestola -tra l'altro proposta da me- con Gianni, Luca G. e Mimmo) sono le parole di incoraggiamento del mio compagno di discesa, un toscanaccio che si sta allenando per la Oetztaler e che ieri ha fatto "solo" 120 km, con giro da brivido, tanta era l'altimetria positiva.

Come detto, un giro che avevo proposto sabato io a Gianni (mi porti al Cimone?), e lui ha raccolto la sfida senza colpo ferire, lui che la domenica si spara 4 orette fisse con degli scatenati, e il sabato aveva partecipato ai Campionati italiani di olimpico, in quel di Tarzo. Luca G., di passaggio a Bologna, cui basta parlargli di bici che si illumina come un albero di Natale, si unito con entusiasmo, e Mimmo e' pure sceso da Sestola (mi ricordero' di questo onore) per venirci incontro e ritornare lassu'. Percorso che in teoria doveva essere il piu' tranquillo, con la scalata non dalla fondovalle in toto ma deviando per la valle dello Scoltenna, e dopo ben 20 chilometri (in rigorosa salita che doveva essere piu' pedalabile) ritrovarci al Bar Napoli a Sestola per un caffe'.

A quel punto ero gia' distrutto. Al pensiero di dover scendere (ma una discesa non e' mai tutta discesa), ero preoccupato. Cosi' grazie anche al suddetto toscanaccio (un sostegno morale pari alla gamba...) sono riuscito per lo meno a ritornare alla macchina, ovvero al Parco fluviale di Marano. Distrutto, dislessico e molto depresso.

E' vero, domenica ci avevo messo 11 chilometri di corsa su e giu' per i colli bolognesi, e qui almeno avevo sempre corso tranne qualche passaggio troppo duro, pure sui temibili tornanti del primo passaggio di Via del Forte. Ho ceduto solo al secondo passaggio e su quell'ultimo -inutile- chilometro dentro la boscaglia del Parco Cavaioni. Fara' tanto trail, ma che due maroni, rischiare ogni metro la storta.

Il fine settimana (che per me e' "giovedi pomeriggio-sabato mattina") riccionese mi ha visto "work in progress", con il trasloco della fumetteria (per nulla facile e limitato, dato che parliamo di 3/4 mila fumetti, nonche' delle librerie che la compongono) nella nuova casa.

Per il resto continua il mio digiuno natatorio, e sto benissimo.

Camminata sui colli bolognesi
Il giro in bici

giovedì 5 agosto 2010

Contemplazione


Ora come ora contemplo. L'idea di uscire ed andare a nuotare ("tout court": piscina lunga o corta, persino mare) mi repelle. Sono oltre 10 giorni che non faccio una bracciata a nuoto e non ne sento minimamente la mancanza. In bici, diluvio universale odierno a parte, sono molto poco stimolato, anche perche' se dopo 90 minuti mi devo sentire la schiena a pezzi, passa la voglia anche di vestirmi.

Rimane la corsa, che di quella ne ho anche voglia, non sentendo dolori al piede mentalmente frenanti, ma al pensiero del solito giretto da 1350 m dei Giardini Margherita ho un pizzicore al collo, San Lazzaro va gia' meglio, ma anche li' comincio a salutare i sassolini. Altri percorsi mi sembrano lontani. E con Carla che soffre il caldo ho un'ottima scusa. A Riccione va sicuramente meglio, e speriamo che in questi giorni un po' di voglia (per la corsa, ma anche per la bici ed il nuoto) mi ritorni.

Mi hanno consigliato stretching per la schiena, ma a parte la noia della cosa, rischio (come mi e' gia' successo) di farmi piu' male, perche' non mi rendo conto se e quando e' troppo lo stiramento. E quindi al momento mi dedico alla contemplazione. Si, vero, il mezzo IM dell'Elba (fine settembre) sta arrivando, ma a) mica sono un pro, b) se proprio non saro' al top della forma la gara diventera' una piacevole scampagnata: faticosa lo sarebbe anche da allenato, solo, andro' piu' piano. In fondo (adesso molto in superficie) dev'essere un divertimento, no?

E poi sono in fase calante di peso (a cavallo degli 85, ora), e questo a sentire i magri "e' quello che conta". Quindi, contemplazione. Aspettando che arrivi "the eye of the tiger".

lunedì 2 agosto 2010

11o Giro del Lago di Resia

Anche se quassu' lo chiamano "piu' volentieri" Reschenseelauf, perche' qui l'italiano non e' la madre lingua. La giornata inizia con un'ottima colazione a buffet del Maraias, e prosegue con una visita al vicino paese di Malles, molto caratteristico. Per pranzo ci affidiamo (mal ce ne incolse) alla Pizzeria Daniela, per un piatto di spaghetti "all'olio". Purtroppo ci arriva anche un bel po' di aglio e peperoncino, e soprattutto il primo sara' il nostro nontiscordardime fino a tarda notte (corsa inclusa, dunque).

Ancora con l'aglio galleggiante nello stomaco ci prepariamo per la gara, che ha una partenza ad orario insolito, le 5 del pomeriggio (la prima di quattro ondate), e pur essendo partiti da Burgusio alle 4 arriviamo al pelo, dato che c'e' un gran traffico. Siamo oltre 2000 partecipanti, e se stamattina non ce ne rendevamo conto, adesso si.

Io e Carla decidiamo per la 3a ondata, ovvero partenza per quelli che pensano di impiegare fra l'ora e venti e l'ora e trenta. Infatti ho impostato il Garmin per tenere un passo 5.20-5.30/km nella prima meta' e poi di accelerare fino a 5.10/km la seconda. All'inizio mi e' difficile superare, il sentiero e' stretto e corre fra la statale ed il lago, e mi devo adeguare, ma appena c'e' un po' di largo comincio a superare altri e mi assesto su un passo di 5.23/km. Dopo 5 km costeggiamo uno dei lati stretti e si passa a monte, e qui cominciano i guai. Fin qui il tracciato e' stato piatto, e le uniche difficolta' sono dovute al fondo, in parte sterrato.

Ora invece e' asfalto, ma con continui rilanci che mi spezzano il fiato, il ritmo ed infine le gambe. Mi trovo costretto a camminare su 2 strappi, ma e' sull'ultimo (l'ottavo, credo) che sono piuttosto affannato. Nemmeno in discesa riesco a recuperare e quando ritorniamo sulla riva della partenza sono quasi morto. Gli ultimi 3 km, complice anche il fondo erboso (e ovviamente non piatto), sono un calvario e arrivo sulle gambe, superato da moltissimi che avevo passato. 1 ora e 22 e spiccioli, ma "grasso che cola", per come si era messo.

All'arrivo, dopo aver preso fiato (lunghissima operazione) mi metto ad aspettare Carla, che arrivera' 10 minuti dopo, in leggero ritardo sul pronostico. Sono comunque molto soddisfatto, contando che siamo a 1500m, e che la mia preparazione e' cronicamente carente. Certo, sono due giorni che ho la schiena a pezzi, una settimana che non nuoto ne vado in bici, ma ci sara' tempo anche per queste discipline.

Posto splendido, temperatura ideale (8-10 al mattino, ma non freddo, e 22-25 al pomeriggio), ospitalita' teutonica (ovvero un po' rigida nelle regole) ma efficiente e cordiale. Abbiamo anche scoperto che qui si svolgono diverse gare, e non e' detto che non torneremo.

Il report