A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 18 maggio 2014

DJTen

Siamo rientrati da Maiorca lunedi, e neanche atterrati pensavamo, io e Carla, di come tornarci al piu' presto. Preventivamente ho prenotato una settimana in un Aparthotel a cavallo dell'ironman di settembre, perche' non si sa mai. Maiorca ha dalla sua un volo breve (e diretto), la economicita' di base e il fatto che molti posti dove alloggiare hanno questa formula dell'aparthotel, dove comunque ci sono le comodita' degli hotel, ma se uno vuole puo' non essere vincolato ai pasti e organizzarsi in camera (mini appartamenti).

Con il ritorno sono anche riprese le sedute di fisioterapia, con Giovanni a strapazzarmi il braccio e io a seguire gli esercizi pedissequamente. Ma anche le sedute di corsa (domenica e mercoledi), perche' comunque alla fine a Pescara non voglio trascinarmi nella mezza. Rimane l'incognita della bici, dove il mio fisico sembra soffrire moltissimo, specie la parte di "core" ovvero addominali e lombari che in questo stop forzato sembrano essere ritornati ad uno stadio embrionale.

Domani ritentero' un'uscita di bici, a vedere l'effetto che fa, mentre tutte le mattine mi dedico a rafforzare la schiena con il ponte, plank, superman e lombari. Venerdi nel primo pomeriggio siamo stati costretti ad andare a Riccione, dato che i simpatici bravi ragazzi dell'Aula C della facolta' di Scienze Politiche di Bologna, miei non voluti dirimpettai hanno organizzato un veglione (il settimanale veglione, posso affermare) di capodanno per la serata, con la complicita' delle Istituzioni, che metaforicamente (?) hanno deciso di mettersi a cul busone e farsi inculare a ripetizione, per dirla alla francese. 

Ovvero resistenza zero, lasciando praticamente in balia di teppisti un palazzo storico (e qui ci mettiamo anche la Sovrintendente ai Beni Artistici, complice pur'ella), costringendo decine di famiglie a non dormire (le "feste" sui protraggono fino all'alba con musica a volume altissimo) e come risarcimento di tutto cio' i muri della via imbrattati, i portoni decorati da ogni sorta di escrementi viscerali e purtroppo non succede mai nulla.
Quindi a Riccione sabato mattina, a Firenze il tardi pomeriggio perche' oggi, domenica avremmo corso la DJTen, evento nato per gioco dal DJ ri radio DJ Linus e diventato in pochi anni un evento con oltre diecimila persone a Firenze (e Milano) a correre insieme. Purtroppo con il tempo l'organizzazione ha dovuto cedere sulla distanza, ad esempio,perche' far arrivare dodicimila persone in piazza Santa Croce era diventato impossibile, cosi' il percorso ha subito una scorciatina con l'arrivo in lungarno.



I miei 8840 metri si sono sviluppati benino: fino ai 3 e mezzo camminata veloce (sempre quei dodicimila tutti assieme in una via larga 4 metri), poi un po' meglio salendo in cima a Piazzale Michelangelo,ed infine nell a lunga discesa fino al lungarno dietro Santa Croce. 


domenica 11 maggio 2014

70.3 Mallorca - Dias 5, 6 y 7

Venerdì di pregara, con le solite pause morte. Si aspetta l'ora per mettere la bici in T-Zone. In giro per gli stand dell'expo, poi a mezzogiorno e mezzo approfittiamo del Pasta Party, io gratis come atleta, Carla 10 euro. Poi ritorniamo in hotel, io controllo le borse se ho tutto e mi preparo la routine. Verso le sei porto bici e borse dentro, gironzolando fra le bici per vedere chi c'è e curiosare. Incontro Leonardo al suo strallo, gli do due dritte perché comunque è al suo secondo mezzo e non ha ancora tutto chiaro. Soprattutto, a differenza delle gare italiane la procedura nuoto-borsa-tenda-bici e' disarmante, tanto semplice. Bisogna solo ricordarsi la fila giusta, ma si può essere anche poco lucidi. All'uscita incontriamo Riccardo (Rosticci), altro fortissimo triathleta X-Terra, al suo primo mezzo "stradale" e quindi incerto anche lui sulle procedure. 

Sabato, il giorno della gara, viene preceduta da una notte quasi insonne, il timore per il gomito e' forte, e comunque la bici mi preoccupa molto. Nel pre start riesco a calmarmi, e al via, seguendo l'istinto cerco di partire un po' davanti, invece che prudentemente nelle retrovie. Ragionandoci, nelle retrovie ci sono gli insicuri ed anche quelli che nuotano maluccio, quindi preferisco partire a metà per evitare botte dolorose.

Infatti prendo presto un buon ritmo, e, nonostante il gomito non "si sciolga", riesco a tenere un buon passo. Alla fine esco dal nuoto in meno di 38', un ottimo tempo, perché gomito a parte, come al solito, non ho usato le gambe. Con calma prendo la bici, e mi avvio. Nei primi 15 chilometri, piatti e con vento, se non proprio a favore, laterale, tengo la media sui 27, poi comincia la salita, ed i guai. Fin qui la gestione del dolore al gomito, e' difficoltosa ma non impossibile, ma comincio a sentire male al lombare sinistro. Probabilmente per compensare il minore appoggio del braccio destro equilibrio forzando la parte sinistra della schiena.

In breve sulla salita il dolore si aggrava e sono costretto a diverse pause per stirarmi. Con estrema fatica arrivo in cima, quando avevo già deciso di ritirami, non riuscendo più a proseguire. Inutilmente cerco di farlo capire al servizio d'ordine, che mi consigliano di raggiungere un ristoro. Durante la discesa mi si spegne pure il cambio, e tuttavia supero almeno una decina di cronoman terrorizzati.  Il cambio mi si è bloccato sul 34-21 e nelle condizioni in cui sono non riesco proprio a proseguire. Al ristoro mi garantiscono assistenza, che la macchina arriva, li dove sono, a Campanet, ma sono costretto ad aspettare inutilmente oltre due ore... Per poi tornare da solo!

Quando arrivo al cambio comunico che mi sono ritirato (ho anche tagliato via 25 km, tirando dritto da dov'ero), e con calma mi metto le scarpe per camminare, ed esco dalla zona cambio. Devo tenere il chip, sennò non recupero la bici dopo, e quindi fra i giri che faccio per cercare Carla passo anche sui sensori, che mi registrano... Così, Carla credendo (e anche i vari signori dell'organizzazione, oltre che nel real time) che io fossi in gara non riusciamo ad incontrarci fino ad almeno le 17.00.

A parte questa pecca organizzativa un signor 70.3, stupendo il luogo e molto economico. Insomma, tornare per finirlo ci torno, ma anche molto volentieri. E -mi sa- anche in altri periodi.

Per ritirarmi io deve proprio succederla grossa. Io non la considero mai un'ipotesi praticabile, e se il cambio non mi avesse abbandonato non so se non avrei proseguito. Di certo stare sulla bici altri 45 km sarebbe stato molto problematico, e poi i 21 a piedi anche peggio. Oggi in effetti ho seri problemi a piegarmi e ad infilarmi i bermuda da in piedi, per dire. Ed anche il braccio e' abbastanza rigido.

Di certo non potevo non provarci. Non mi sarei perdonato di non averci almeno provato. Così sono molto sereno nel dire che ho dato tutto quello che potevo (forse anche un po' oltre, ma era la schiena che faceva più male non il gomito) e quindi sono molto sereno nel dire di aver fatto la scelta giusta. La bellezza del posto poi mi spinge, come ho detto, ad un piacevole ritorno. Intanto mi sono comunque preso la maglia da finissero, come memento....

Oggi, domenica, siamo andati a vedere una delle (tante, essendo l'isola patrimonio UNESCO) il capo Formentor, sempre fra frotte di ciclisti e cicliste che qua possono trovare un paradiso, dato che gli automobilisti sono molto cortesi e danno sempre la precedenza alle 2 ruote. Altro mondo, insomma. Poi ci chiediamo come mai tedeschi, inglesi e russi (ed anche noi) veniamo qua... 


venerdì 9 maggio 2014

70.3 Mallorca - Dia 4

Ieri mattina dovevo risolvere il problema della bici, che sembrava avesse la batteria fallata (o peggio....). Già durante la notte studiavo la soluzione migliore, fra la riparazione fatta dal negozio, e il noleggio di una bici da corsa in loco. Appena sono arrivate le 10.00 sono volato al negozio e, lasciata la bici, mi hanno dato appuntamento di li ad ad un'ora.  Così mi sono diretto alla registrazione, che mi ha riempito l'ora di attesa. Solita procedura, braccialetto, pettorale, sacche... Insomma il solito tran tran.

Al mio ritorno in negozio la bici era miracolosamente risorta, la batteria funzionava ed era carichissima! Felice come pasqua mi sono pure concesso un giro in bermuda maglietta e zaino... Così il programma che avevamo ipotizzato con Carla ha potuto svolgersi senza intoppi: avevamo deciso di fare il giro della bici in macchina (e stranamente era più Carla che voleva vedere com'era)... In effetti il giro non è facilissimo, dove apparentemente non c'è salita sembra esserci vento, e le salite (una lunga 7,7 km al 5,5% medio ed una molto ripida ma corta) sembrano impegnative, per chi ha subito una frattura al gomito neanche 50 giorni fa.

A Carla -come al solito- preoccupa la discesa, definita "tecnica" dal senese che abbiamo conosciuto in aeroporto, ma lui ha la crono, ed è certamente svantaggiato. Assomiglia molto al percorso di Montecarlo, alcune strade sono strette, specie nella seconda parte dei 90 km, ed in questa parte del percorso il fondo non è il massimo.

Ritornati all'hotel dobbiamo pensare al vitto, dato che abbiamo preso un appartamento con cucinino, dove però i fornelli non scaldano quasi nulla. Tanto noi viviamo bene di insalate, tonno e petto di tacchino cotto, oltre che di pane, e pensare poi di cuocere qualcosa, con l'impegno di lavare.... Certo a Maui c'era la lavastoviglie, e sebbene questo IberoStar sia un Aparthotel 4 stelle, la lavastoviglie manca (in verità manca un bel po' di roba, ma non mi dilungo....)

Quindi ci dirigiamo verso Alcudia, dove Leo (e Carla, i senesi), decantano le meraviglie di questo supermercato, il Mercadona, che effettivamente è molto fornito. Solo -a piedi- un po' distante, e possiamo comprare poco, a meno di non rischiare la schiena. Di certo non ci siamo fatti mancare l'insalata, che ha riempito il tegamone fornito!

Sulla via del ritorno ritroviamo i senesi, dandoci appuntamento per l'indomani (oggi), per le varie procedure di bike check-in, e il pasta party. Carla intanto ha preso sul serio il nuovo programma di allenamento per Chicago, e mentre io ho le gambe un po' provate e passo la seduta, lei si fa quasi 10 km. 






mercoledì 7 maggio 2014

70.3 Mallorca - Dia 3

Tappa di trasferimento, oggi. Dopo una colazione in relax, fatte le valigie, partiamo alla volta di Alcudia, anzi, Port d'Alcudia, dalla parte opposta dell'isola, distante una cinquantina di chilometri. Trovato subito l'hotel (anzi, l'aparthotel), Iberostar Ciudad Blanca, ci dicono di attendere un'oretta che finiscono la camera, tuttavia, Alberto, uno dei portieri ci prega di lasciare i documenti cosi' fara' la regiatrazione. Io gli parlo in inglese, lui mi risponde in spagnolo. Insomma io capisco niente, lui tutto. Naturalmente al nostro ritorno dovra' fare la registrazione completa, facendoci perdere un'altra mezzora...

Subito ci godiamo un caffe con vista spiaggia, che appare piu' larga di quella di Palma, ma il lungomare e' un sentiero stretto per i pedoni, con le case e gli hotel molto vicini. Mentre la strada su cui si ha l'accesso agli hotel e' molto trafficata, cosa che a Carla non piace per nulla. In effetti le differenze sono notevoli, qui sono molto di piu' gli inglesi, ed anche le scritte adeguate. Per contro gli inglesi sono molto piu' tranquilli (all'apparenza).

Gironzoliamo un po' e poi decidiamo che una pizza del PizzaHut sara' il nostro pranzo. Alla fine fara' anche da cena, vista la mappazza che ha creato sullo stomaco. Per cercare di digerire il tutto arrivamo fino alla zona "Ironman", gia' hanno allestito la zona cambio, il traguardo e stanno tirando su le varie tende che ospitano i negozi, il race office e la stampa, mentre i meccanici delle biciclette gia' lavorano a pieno ritmo. Pure il traguardo fa gia' bella mostra....


La mia S5 giace ancora dentro il valigione, e solo ben oltre le 15 riesco a metterci le mani. Tutto bene tranne la batteria, misteriosamente morta. Mmmmh, strano, l'ho usata per il mio giretto post incidente, a Riccione il 26 aprile e funzionava tutto.... Pero' prima di partire (domenica) era scarica... Ricaricata in toto, dopo 3 giorni di valigia di nuovo scarica? Mah... L'unica soluzione (nella peggiore delle ipotesi sara' noleggiarne una, a trovarla. Che pero' non sembra impossibile. Vedremo domani quando la portero' a controllarla per bene. 

Al ritorno abbiamo fatto una po' di spesa, visto che abbiamo i fornelli. Come detto la mia cena e' stato un bel "canarino" (acqua calda e limone, eh!") e per Carla un caffe'. Dai che domani e' un altro giorno.

martedì 6 maggio 2014

70.3 Mallorca - Dias 1 y 2

Palma, 6 maggio

Ieri siamo arrivati a Palma con un volo RyanAir di neanche 90 minuti, dato che il comandante ha spinto a manetta guadagnando 20 minuti sull'orario. Questi, ai saluti di rito, con le solite informazioni sul meteo della localita' di arrivo ha aggiunto un "in bocca al lupo a Frankie per il suo mezzo Ironman di sabato". Grazie infatti allo zampino di Alan Gamberini, amico triathleta che lavora in aeroporto, che ha lasciato al comandante questa ambasciata. Conosciuto e ringraziato il comandante, in breve ritiriamo i bagagli (bici compresa) e veniamo portati al nolo auto. 


Presa l'auto (una Peugeot 308 con marcato odore di piedi non lavati), arriviamo velocemente all'hotel prenotato qui a Palma dato che dopo aver fissato l'hotel ad Alcudia da mercoledi mi hanno chiuso il volo del mercoledì ed abbiamo dovuto prendere quello prima, del lunedi, quindi abbiamo prenotato un paio di notti a Palma, anche per vederla. L'hotel (Aye) e' piuttosto vecchiotto, tenuto bene ma si vede che e' un 4 stelle del secolo scorso. Ad esempio le porte di carta velina che la prima notte ci hanno consentito di gustarci il via vai notturno.

Palma e' una delizosa localita turistica di Maiorca, ormai diventata provincia tedesca a tutti gli effetti: difficile sentir parlare spagnolo, e anche le scritte sono bilingue, come a Bolzano. Anche la maggior parte dei locali offre cucina tipica tedesca, anche se paella, tapas e bocadillos sono ovviamente nel menu, oltre a pasta e pizza. Essendo poi Carla molto bionda, ci approcciano in tedesco: hai voglia a spiegare che siamo italiani. 

Qui oltre ai tedeschi convivono centinaia di abusivi africani. giuro non mi lamentero' piu' dei vucumpra' che ci sono da noi, qui sono certamente di piu'. Almeno sono meno insistenti. La spiaggia e' bella, il mare trasparente e i prezzi moderati. Il clima discreto. L'isola e' il paradiso dei ciclisti: oltre a trovare nolo bici (da corsa) praticamente ovunque, ogni giorno scorazzano per le strade gruppi di bikers organizzati o no in lungo ed in largo per l'isola. 

Ieri giornata (per Carla) di spiaggia, dopo un'ottima paella in uno dei tanti ritsoranti sul lungomare (buono il tentativo di assomigliare all'Ocean Drive di Miami), vanificato dagli altrettanti numerosi negozi di paccottiglia (che la fanno assomigliare a Bellaria). In serata ripieghiamo per il ristorante dell'hotel, buffet a 11 euro (a testa).


Oggi, presa l'auto, puntiamo a Palma (noi siamo nella Platja sur, a circa 5 chilometri dal centro) per vedere il centro di cui parlano molto bene. In effetti merita, con la cattedrale ed il centro pedonale. L'auto la posteggiamo in pieno centro, in un parcheggio sotterraneo a 1.95 euro l'ora.


Ottimo caffe' da Tony, giusto davanti alla chiesa di San Francesco, e poi andiamo alla Cattedrale, splendida, sia da fuori sia dentro, con gli altari rivisti e corretti da Gaudi'. Come se a Bologna il vescovo chiamasse Cattelan a "risistemare" San Petronio o San Pietro.





Dopo la visita allo splendido Castell Bellver (il Castel del Monte locale, ci fermiamo al porto in una Cozzeria, assaporandone 2 cofane, insieme alle immancabili olive e salsa ajioli. 





Dopo un'altra dose di spiaggia per Carla, in serata corsetta sul lungomare a spianare la canotta Spartans anche qua.