venerdì 28 settembre 2012
giovedì 27 settembre 2012
Half Ironman UK 2006 - I remember
Wimbleball Lake (Inghilterra) 18 giugno 2006
The "Full Loony Half IM" - Un mezzo Ironman da pazzi interi.
12 giugno 2006: Non so bene com'e' nata quest'idea, se e' perche' sono attirato dall'Inghilterra in maniera ipnotica o se e' perche' tutto cio' che e' "IM" per me si deve fare, fatto sta che sia qui, a Forli' a prendere un volo low cost Ryanair per Londra Stansted, da dove, noleggiata l'auto, arriveremo a Dulverton, ameno paesino alle porte del parco di Exmoor, al cui interno si svolgera' il mezzo IM, e per la precisione sulle rive deserte del lago Wimbleball.
Si perche' il paese piu' vicino, Bropton Regis (3 case in croce), e' distante 2 km, e qui al lago, dove ci sara' la partenza, l'arrivo, la zona cambio e l'expo, c'e' solo un caffe' con qualche cosa da mangiare e i bagni. Un prato in discesa accompagna verso la riva, e sulla destra c'e' un piccolo club nautico dove si possono affittare barche a vela o a remi. Sulla sinistra un parco lacustre, invece. Sentieri di erba battuta costeggiano la riva, e gia' questo basta a far capire perche' questo evento (come l'IM di Sherborne, sempre qui, in Inghilterra) abbiano un fascino unico.
Bene, arrivati a Dulverton rimaniamo colpiti dallo splendore di questo paesino, assolutamente fuori dal tempo, se non fosse per la auto si potrebbe datare nel 1700, nel 1800 o poco dopo. Il nostro hotel, prenotato online, e' nient'altro che un fumosissimo pub con delle camere, tappezzato di moquette intrisa di fumo e luci artificiali soffuse. La camera e' spaziosa, solo il letto (con baldacchino) e' un po' piccolo, ma non "attira al centro", e la bicicletta trova rifugio nella cantina, ben chiusa. Ceniamo all'hotel, dopo aver fatto un giro in questo paesino, attraversato da un torrente, e pervaso da silenzi dimenticati. Purtroppo la nostra camera ha un unico difetto: da su un cortile interno che fa parte del ristorante/pub adiacente e fino a tarda ora si susseguono urla e schiamazzi. Speriamo per sabato....
13 giugno 2006: Ci togliamo subito il dente, ovvero la "Full English Breakfast" ovvero la colazione completa all'inglese, con tanto di prosciutto alla piastra, uovo sodo, pomodoro lessato, funghetti e salsicciotto. Deliziosa, veramente ma per chi deve fare da li' a pochi giorni un mezzo IM e' meglio dimenticarla. Per il resto, ottimi cereali, latte intero, vero succo di frutta, caffe' un po' lungo e pane tostato. Marmellate ottime, per il miele c'e' stato un po' di panico, ma alla fine mi e' arrivato sul tavolo un barattolo nuovo...
Decidiamo di dedicare questi giorni (anche perche' Dulverton e' visitabile in 10 minuti) ad un tour della Cornovaglia, e cominciamo da una suggestiva localita' sul mare, Boscat, teatro di una inondazione in pieno agosto 2 anni fa, che la distrusse quasi completamente. Crediamo sia interessante, ma la mancanza totale di parcheggi non ci consente una sosta e proseguiamo sulla costa fino a Tintagel, che deve la sua popolarita' alla leggenda di Re Artu', che qui avrebbe abitato il castello, le cui rovine sono anche piuttosto belle, e nei pressi sembra che una grotta fosse la dimora di Merlino.
Dalla costa nord arriviamo al canale della Manica, e arriviamo a Marazion, dalla cui spiaggia, nei momenti di bassa marea si puo' arrivare a piedi al St. Michael's Mount, costruito dagli stessi benedettini di Mont Saint Michel, quello in Normandia. Siccome e' gia' piuttosto tardi facciamo solo un giro per Penzance, la capitale della Cornovaglia, e torniamo in hotel, cenando in camera con insalata comprata al market.
14 giugno 2006: ...che brutta giornata... No, non per il tempo, che si mantiene ottimo, soleggiato e 25°. Ma per l'idea che mi e' venuta di fare la ricognizione del percorso di bici, direttamente con la bici. 45 chilometri che mi manderanno in paranoia completa. Un percorso incredibile: tutto su e giu', con salite spezza gambe (anche al 14% ed oltre) e discese lunghe, eppoi salite a strappo, un percorso che non da tregua. 1750m (in 90 km!) di dislivello mettono paura. Meno male che ho preso la Specialized, ovvero la versione media fra la crono e la bike ciclistica, senno' erano dolori. Peccato non ricordassi che le Zipp, le ruote che mi sono portato, hanno il 12-25 come pacco pignoni, perche' ho rimpianto molto il 27.
Cosi' dopo aver fatto un giro di 50 km in oltre 2 h e 40 in depressione completa Carla mi porta a Minehead passando da Dunster, una cittadina che ha mantenuto il fascino antico, molto molto carina. Piu' turistica, e piu' localita' marina Minehead, dove ci fermiamo a gustare un fish&chip, un attimo prima che i negozi chiudano: oggi gioca l'Inghilterra, e come in Italia, niente o nessuno distogliera' gli inglesi dalla partita.
15 giugno 2006: Il morale e' ancora sotto i tacchi, continuo a sognare questo percorso di bici, e stavolta sembra proprio dura. Cosi' decidiamo di non pensarci, e dopo aver lasciato la bici al meccanico per una controllata (salatissima, 10 sterline per un controllo senza alcun lavoretto!) ritorniamo a Minehead, poi, ritornati a Dulverton ci regaliamo una bella passeggiata nei dintorni.
16 giugno 2006: Finalmente oggi possiamo nuotare un po', ma si puo' fare solo dalle 9 alle 10, e guai a sgarrare, vengono a prenderci al largo con le barche. L'acqua e' veramente fredda, ma eccellente e dall'inconfondibile sapore lacustre. Poi ne approfitto per registrarmi, e come l'anno scorso per l'IM la burocrazia inglese non ha nulla da invidiare alla nostra: 3 banchetti: in uno controllano le generalita' e danno il pendente, nel secondo una busta contenente pettorali, cuffia per il nuoto, numero per bike e gli adesivi, infine al terzo banchetto il pacco gara, contenente un DVD, il programma gara, volantini vari e i sacchi rosso (run), bianco (swim) e blu (bike) da utilizzare nelle TZ, il tutto in una borsa nera personalizzata. Domani, sabato, quando metteremo le bici in TZ ci daranno il chip.
Ancora in preda allo sconforto Carla cerca di distrarmi: un bel giro sulla costa ad ovest di Minehead: direzione Lynmouth e Lynton, paesini graziosi uno sul mare ed uno su un costone roccioso. Decidiamo di pranzare in un posto rinomato di Lynmouth, e l'attesa e' stata premiata da un bel piatto di pesce fresco. Ritorniamo verso l'hotel passando per il cuore dell'Exmoor NP, fra paesaggi incantevoli.
17giugno 2006: Oggi, oltre alla nuotata di prima mattina, e' giornata di attesa. Si controllano le borse, si prepara la bici, si gira per l'expo. Con Carla abbiamo fatto un giro (di 7 km, 3 da farne in gara) del percorso podistico, e anche questo non scherza: tutto su e giu'. Poi e' tempo di briefing (obbligatorio, tanto che chiudono la zona cambio!). Sono gli stessi personaggi dell'IM di Sherborne, e come sempre le solite raccomandazioni, scia vietata (anche se pare impossibile sfruttare la scia con tutti questi su e giu'!), non si puo' accedere alle borse domattina, e "the bike course is not flat!, you'll find 52 hills" (il percorso in bici non e' piatto, troverete 52 colline) e altre informazioni, che sembrano piu' ammonimenti, quali the run course isn't flat, too (anche il percorso a piedi non e' piatto)
Insomma, non sara' una passeggiata. Ma oramai e' fatta e parcheggio la bici nel mio posto, il 679. Ed anche le borse, dopo averle ricontrollate bene. La sera sono assorto, ma dopo aver rotto le scatole a meta' squadra in Italia sono un po' rincuorato. Ma sara' dura, anche i piedi sono messi male.
18 giugno 2006: The day. Il giorno. La partenza e' prevista per le 6, almeno per la prima onda di Pro, mentre la mia alle 6 e 20. Ieri sera abbiamo chiesto di fare colazione e dopo un po' di trattativa abbiamo ottenuto di avere latte, fette e cereali nella hall, in fondo siamo 5 atleti. E difatti alle 4 e mezzo siamo tutti svegli, o meglio alcuni (si vede che e' la loro prima gara...) gia' partono per il lago, distante da qui un venti minuti di auto (con il percorso corto, che non si dovrebbe fare). Io e Carla, con calma arrivamo al lago alle 5, e neanche il tempo di arrivare al mio strallo che non c'e' la mia bici.......
Panico. Ero certissimo di averla messa nello strallo giusto, ora vuoto. ripercorro tutto la mia corsia, ed infatti, eccola li', ma al posto 697. Che guarda caso non era occupato da nessun'altra bici... Boh, mistero. Mi sono preso un bello spago! (Mica per la bici, ma perche' non avrei potuto fare la gara!) Neanche il tempo di riprendermi e scopro che: ho la borraccia vuota e non ho portato una bottiglia d'acqua nel sacco bianco (quello cui troveranno posto i vestiti per il dopo gara, ora riempito dalla muta e dagli attrezzi), vabbe' Carla corre all'auto e rimedia. Intanto tento invano con 3 pompe diverse di gonfiare le gomme, che ostinatamente si rifiutano. Sono mezze sgonfie e tali rimarranno.
Comincio a pensare che andra' tutto storto. Ma io sono piu' forte delle sfortuna, e faro' 90 km con le gomme a 4 atmosfere. Manca un quarto d'ora al mio via quando mi metto la muta, e sono di umore pessimo. A riva la nostra ondata e tumultuosa, l'acqua e' gelida e sento le occhiate di invidia per la mia berretta in neoprene. Ok, sono le 6.22 e si parte. Parto davanti, senza paura, e cerco continuamente delle scie, difendo la linea ottimale con coraggio, mi arrivano sgambate assassine a rana ma resisto, alla fine sembra tutto cosi' breve....
The "Full Loony Half IM" - Un mezzo Ironman da pazzi interi.
12 giugno 2006: Non so bene com'e' nata quest'idea, se e' perche' sono attirato dall'Inghilterra in maniera ipnotica o se e' perche' tutto cio' che e' "IM" per me si deve fare, fatto sta che sia qui, a Forli' a prendere un volo low cost Ryanair per Londra Stansted, da dove, noleggiata l'auto, arriveremo a Dulverton, ameno paesino alle porte del parco di Exmoor, al cui interno si svolgera' il mezzo IM, e per la precisione sulle rive deserte del lago Wimbleball.
Si perche' il paese piu' vicino, Bropton Regis (3 case in croce), e' distante 2 km, e qui al lago, dove ci sara' la partenza, l'arrivo, la zona cambio e l'expo, c'e' solo un caffe' con qualche cosa da mangiare e i bagni. Un prato in discesa accompagna verso la riva, e sulla destra c'e' un piccolo club nautico dove si possono affittare barche a vela o a remi. Sulla sinistra un parco lacustre, invece. Sentieri di erba battuta costeggiano la riva, e gia' questo basta a far capire perche' questo evento (come l'IM di Sherborne, sempre qui, in Inghilterra) abbiano un fascino unico.
Bene, arrivati a Dulverton rimaniamo colpiti dallo splendore di questo paesino, assolutamente fuori dal tempo, se non fosse per la auto si potrebbe datare nel 1700, nel 1800 o poco dopo. Il nostro hotel, prenotato online, e' nient'altro che un fumosissimo pub con delle camere, tappezzato di moquette intrisa di fumo e luci artificiali soffuse. La camera e' spaziosa, solo il letto (con baldacchino) e' un po' piccolo, ma non "attira al centro", e la bicicletta trova rifugio nella cantina, ben chiusa. Ceniamo all'hotel, dopo aver fatto un giro in questo paesino, attraversato da un torrente, e pervaso da silenzi dimenticati. Purtroppo la nostra camera ha un unico difetto: da su un cortile interno che fa parte del ristorante/pub adiacente e fino a tarda ora si susseguono urla e schiamazzi. Speriamo per sabato....
13 giugno 2006: Ci togliamo subito il dente, ovvero la "Full English Breakfast" ovvero la colazione completa all'inglese, con tanto di prosciutto alla piastra, uovo sodo, pomodoro lessato, funghetti e salsicciotto. Deliziosa, veramente ma per chi deve fare da li' a pochi giorni un mezzo IM e' meglio dimenticarla. Per il resto, ottimi cereali, latte intero, vero succo di frutta, caffe' un po' lungo e pane tostato. Marmellate ottime, per il miele c'e' stato un po' di panico, ma alla fine mi e' arrivato sul tavolo un barattolo nuovo...
Decidiamo di dedicare questi giorni (anche perche' Dulverton e' visitabile in 10 minuti) ad un tour della Cornovaglia, e cominciamo da una suggestiva localita' sul mare, Boscat, teatro di una inondazione in pieno agosto 2 anni fa, che la distrusse quasi completamente. Crediamo sia interessante, ma la mancanza totale di parcheggi non ci consente una sosta e proseguiamo sulla costa fino a Tintagel, che deve la sua popolarita' alla leggenda di Re Artu', che qui avrebbe abitato il castello, le cui rovine sono anche piuttosto belle, e nei pressi sembra che una grotta fosse la dimora di Merlino.
Dalla costa nord arriviamo al canale della Manica, e arriviamo a Marazion, dalla cui spiaggia, nei momenti di bassa marea si puo' arrivare a piedi al St. Michael's Mount, costruito dagli stessi benedettini di Mont Saint Michel, quello in Normandia. Siccome e' gia' piuttosto tardi facciamo solo un giro per Penzance, la capitale della Cornovaglia, e torniamo in hotel, cenando in camera con insalata comprata al market.
14 giugno 2006: ...che brutta giornata... No, non per il tempo, che si mantiene ottimo, soleggiato e 25°. Ma per l'idea che mi e' venuta di fare la ricognizione del percorso di bici, direttamente con la bici. 45 chilometri che mi manderanno in paranoia completa. Un percorso incredibile: tutto su e giu', con salite spezza gambe (anche al 14% ed oltre) e discese lunghe, eppoi salite a strappo, un percorso che non da tregua. 1750m (in 90 km!) di dislivello mettono paura. Meno male che ho preso la Specialized, ovvero la versione media fra la crono e la bike ciclistica, senno' erano dolori. Peccato non ricordassi che le Zipp, le ruote che mi sono portato, hanno il 12-25 come pacco pignoni, perche' ho rimpianto molto il 27.
Cosi' dopo aver fatto un giro di 50 km in oltre 2 h e 40 in depressione completa Carla mi porta a Minehead passando da Dunster, una cittadina che ha mantenuto il fascino antico, molto molto carina. Piu' turistica, e piu' localita' marina Minehead, dove ci fermiamo a gustare un fish&chip, un attimo prima che i negozi chiudano: oggi gioca l'Inghilterra, e come in Italia, niente o nessuno distogliera' gli inglesi dalla partita.
15 giugno 2006: Il morale e' ancora sotto i tacchi, continuo a sognare questo percorso di bici, e stavolta sembra proprio dura. Cosi' decidiamo di non pensarci, e dopo aver lasciato la bici al meccanico per una controllata (salatissima, 10 sterline per un controllo senza alcun lavoretto!) ritorniamo a Minehead, poi, ritornati a Dulverton ci regaliamo una bella passeggiata nei dintorni.
16 giugno 2006: Finalmente oggi possiamo nuotare un po', ma si puo' fare solo dalle 9 alle 10, e guai a sgarrare, vengono a prenderci al largo con le barche. L'acqua e' veramente fredda, ma eccellente e dall'inconfondibile sapore lacustre. Poi ne approfitto per registrarmi, e come l'anno scorso per l'IM la burocrazia inglese non ha nulla da invidiare alla nostra: 3 banchetti: in uno controllano le generalita' e danno il pendente, nel secondo una busta contenente pettorali, cuffia per il nuoto, numero per bike e gli adesivi, infine al terzo banchetto il pacco gara, contenente un DVD, il programma gara, volantini vari e i sacchi rosso (run), bianco (swim) e blu (bike) da utilizzare nelle TZ, il tutto in una borsa nera personalizzata. Domani, sabato, quando metteremo le bici in TZ ci daranno il chip.
Ancora in preda allo sconforto Carla cerca di distrarmi: un bel giro sulla costa ad ovest di Minehead: direzione Lynmouth e Lynton, paesini graziosi uno sul mare ed uno su un costone roccioso. Decidiamo di pranzare in un posto rinomato di Lynmouth, e l'attesa e' stata premiata da un bel piatto di pesce fresco. Ritorniamo verso l'hotel passando per il cuore dell'Exmoor NP, fra paesaggi incantevoli.
17giugno 2006: Oggi, oltre alla nuotata di prima mattina, e' giornata di attesa. Si controllano le borse, si prepara la bici, si gira per l'expo. Con Carla abbiamo fatto un giro (di 7 km, 3 da farne in gara) del percorso podistico, e anche questo non scherza: tutto su e giu'. Poi e' tempo di briefing (obbligatorio, tanto che chiudono la zona cambio!). Sono gli stessi personaggi dell'IM di Sherborne, e come sempre le solite raccomandazioni, scia vietata (anche se pare impossibile sfruttare la scia con tutti questi su e giu'!), non si puo' accedere alle borse domattina, e "the bike course is not flat!, you'll find 52 hills" (il percorso in bici non e' piatto, troverete 52 colline) e altre informazioni, che sembrano piu' ammonimenti, quali the run course isn't flat, too (anche il percorso a piedi non e' piatto)
Insomma, non sara' una passeggiata. Ma oramai e' fatta e parcheggio la bici nel mio posto, il 679. Ed anche le borse, dopo averle ricontrollate bene. La sera sono assorto, ma dopo aver rotto le scatole a meta' squadra in Italia sono un po' rincuorato. Ma sara' dura, anche i piedi sono messi male.
18 giugno 2006: The day. Il giorno. La partenza e' prevista per le 6, almeno per la prima onda di Pro, mentre la mia alle 6 e 20. Ieri sera abbiamo chiesto di fare colazione e dopo un po' di trattativa abbiamo ottenuto di avere latte, fette e cereali nella hall, in fondo siamo 5 atleti. E difatti alle 4 e mezzo siamo tutti svegli, o meglio alcuni (si vede che e' la loro prima gara...) gia' partono per il lago, distante da qui un venti minuti di auto (con il percorso corto, che non si dovrebbe fare). Io e Carla, con calma arrivamo al lago alle 5, e neanche il tempo di arrivare al mio strallo che non c'e' la mia bici.......
Panico. Ero certissimo di averla messa nello strallo giusto, ora vuoto. ripercorro tutto la mia corsia, ed infatti, eccola li', ma al posto 697. Che guarda caso non era occupato da nessun'altra bici... Boh, mistero. Mi sono preso un bello spago! (Mica per la bici, ma perche' non avrei potuto fare la gara!) Neanche il tempo di riprendermi e scopro che: ho la borraccia vuota e non ho portato una bottiglia d'acqua nel sacco bianco (quello cui troveranno posto i vestiti per il dopo gara, ora riempito dalla muta e dagli attrezzi), vabbe' Carla corre all'auto e rimedia. Intanto tento invano con 3 pompe diverse di gonfiare le gomme, che ostinatamente si rifiutano. Sono mezze sgonfie e tali rimarranno.
Comincio a pensare che andra' tutto storto. Ma io sono piu' forte delle sfortuna, e faro' 90 km con le gomme a 4 atmosfere. Manca un quarto d'ora al mio via quando mi metto la muta, e sono di umore pessimo. A riva la nostra ondata e tumultuosa, l'acqua e' gelida e sento le occhiate di invidia per la mia berretta in neoprene. Ok, sono le 6.22 e si parte. Parto davanti, senza paura, e cerco continuamente delle scie, difendo la linea ottimale con coraggio, mi arrivano sgambate assassine a rana ma resisto, alla fine sembra tutto cosi' breve....
Sono certo che se erano 1900m io non ne ho fatti piu' di 1950. 38' 28" e sono fuori: ora c'e una salita spacca fiato di 400m per arrivare in zona cambio. E li' sbando, perdo tempo, impiego 9 minuti per togliermi la muta ed indossare i panni da ciclista... ma sono pronto, inforco la bici e vado incontro al mio spauracchio. Discesa, salita, piano curva a sinistra salita e strappo. I primi 3 km sono cosi', e gia' qualcuno cammina sulla prima salita un po' piu' dura... Oddio, non sono messo cosi' male... Poi via di nuovo salita lunga, strappo, discesa infinita con curva secca a sinistra e si riparte, su e giu'... Nessuna indicazione delle miglia tutto a naso, per fortuna ho il GPS.
Poca la gente sul percorso, giusto in cima del secondo dei tre strappi al 14% un gruppo ci sprona. E via di nuovo, discesa salita, strappo, discesa, curva e si ricomincia. 1750 m di dislivello in 90km degna di una granfondo dolomitica. Tutto documentato. 4 ore 10minuti: 722° tempo, dopo che a nuoto ero uscito 526°. Un cambio un po' piu' veloce (5'33") e via inziamo il percorso a piedi, dapprima una parata sul prato antistante il lago, poi si sale, si scala una collinetta sterrata, e poi giu' a rotta di collo fino alla diga, poi il lungo lago, un sentiero in erba battuta con anche turisti estranei alla gara... altri 300m di dislivello in 21 km... Ottimi rifornimenti, comunque, anche in bici, nonostante la difficolta' di raccogliere le barracce con la sinistra.
10 km scivolano via normali, poi cominciano i problemi, la fascite plantare che mi attanaglia da mesi si "accende". Rallento, cammino, ma il dolore e' grande. Mi fermo, massaggio il piede nudo. Perdo una ventina di posizioni (credo, perche' il giro cosi' breve non da modo di capire quanti siano al primo o al secondo o al terzo) . Poi riparto: il piede non duole e riprendo molti corridori, all'inizio dell'ultimo giro do appuntamento a Carla ad un ora...
10 km scivolano via normali, poi cominciano i problemi, la fascite plantare che mi attanaglia da mesi si "accende". Rallento, cammino, ma il dolore e' grande. Mi fermo, massaggio il piede nudo. Perdo una ventina di posizioni (credo, perche' il giro cosi' breve non da modo di capire quanti siano al primo o al secondo o al terzo) . Poi riparto: il piede non duole e riprendo molti corridori, all'inizio dell'ultimo giro do appuntamento a Carla ad un ora...
Dopo 50 minuti entro nel corridoio del traguardo, tutti urlano, battono sui cartelloni, e' una gioia immensa tagliare ancora il traguardo..... 7:39:30 il tempo finale.
Poi, tutto come sempre, si rallenta. La medaglia al collo, i giudici che ti prendono il chip. I complimenti degli altri, ma stavolta manca qualcosa: Carla. La cerco ma non la vedo. Immagino sia da qualche parte, e dopo aver preso la maglia e bevuto un po' d'acqua mi metto ad aspettare il mio massaggio, la cui tenda e' vicina al traguardo e al resto: di certo passando da li' mi vedra'! Niente, fatto il massaggio aspetto ancora. Poi mi decido a ritirare la bici e le sacche, oramai sono arrivato da piu' d'un ora!
Appena uscito dalla zona cambio la vedo trafelata corrermi incontro... Siccome ho anticipato il mio arrivo lei era rimasta a riva ad attendere il mio ultimo passaggio, ed evidentemente ero gia' passato, quando lei e' arrivata........ Insomma, mi ha perso e non ha visto il mio arrivo.
19 giugno 2006: La fatica non e' tanta, e decidiamo di andare verso sud, ed arrivati ad Exeter visitiamo la superba cattedrale, e il Vicars Close, la via abitata continuativamente piu' antica. Infatti e' dal XIII secolo che in questi mini case vengono ospitati gli aspiranti coristi. Da qui ci spingiamo su quella che pomposamente gli inglesi chiamano "The English Riviera", che sembra godere di un clima "discreto" (ma neppure lontanamente paragonabile al clima della nostra liguria), per lo meno per gli standard inglesi, cioe' Torbay e Paignton, godibili localita'. Tornati in hotel ci concediamo una cena al ristorante a finaco, quello che negli ultimi giorni ci ha un po' disturbato, e devo ammettere che tanta frequentazione ha una ragion d'essere: i nostri piatti sono eccellenti!
20 giugno 2006: Oggi lasciamo Dulverton e l'Exmoor NP e cominciamo a ritornare verso Stansted, da dove domani ripartiremo per tornare a Bologna. Stasera faremo come piace a noi: dormiremo dove piu' ci piace. La maggiore indiziata e' Bath, di cui mia madre ci ha decantato le meraviglie (le terme romane, soprattutto). Comunque la prima tappa e' Gladstonbury, che deve la sua fama alla leggenda che colloca qui Avalon, ovvero il luogo dove Re Artu', visse gli ultimi anni della vita. I resti dell'Abbazia sono splendidi, e assolutamente magici. Qui, inoltre, si svolge un importante festival di musica rock, il giorno del solstizio d'estate (che sarebbe domani).
Da qui arriviamo a Wells, famosa per una splendida cattedrale. Ed infine Bath. Trovato l'hotel in zona centrale andiamo subito alla scoperta di questa cittadina, e poiche' le terme sono chiuse, andiamo a scoprire (seguendo un itinerario ben fatto della guida Mondadori) le vie del centro, "The Circus" una piazza circolare, e attraverso la Broke Str. il Royal Crescent, ovvero 30 palazzi in stile neoclassico disposti ad ellisse che sovrastano il parco pubblico. La citta' e' addossata ad una collina, cosi' ridiscesi costeggiamo il lungofiume. In serata ci godiamo un ristorante delizioso, ma davvero, sembra che gli inglesi abbiano imparato a cucinare....
21 giugno 2006: Abbiamo tempo, l'aereo e' in serata, cosi' ci dedichiamo alla scoperta delle terme di epoca romana di Bath. Sono ottimamente conservate, e ampi cartelli e ricostruzioni, sia video sia cartacee, fanno il resto. Seguendo il percorso ce la caviamo in un'oretta, e una volta in autostrada, nei dintorni di Londra decidiamo per una visita a Windsor, che oltre che sede del famoso castello e' una splendida cittadina. E come l'anno scorso torniamo con un ottimo ricordo.
Appena uscito dalla zona cambio la vedo trafelata corrermi incontro... Siccome ho anticipato il mio arrivo lei era rimasta a riva ad attendere il mio ultimo passaggio, ed evidentemente ero gia' passato, quando lei e' arrivata........ Insomma, mi ha perso e non ha visto il mio arrivo.
19 giugno 2006: La fatica non e' tanta, e decidiamo di andare verso sud, ed arrivati ad Exeter visitiamo la superba cattedrale, e il Vicars Close, la via abitata continuativamente piu' antica. Infatti e' dal XIII secolo che in questi mini case vengono ospitati gli aspiranti coristi. Da qui ci spingiamo su quella che pomposamente gli inglesi chiamano "The English Riviera", che sembra godere di un clima "discreto" (ma neppure lontanamente paragonabile al clima della nostra liguria), per lo meno per gli standard inglesi, cioe' Torbay e Paignton, godibili localita'. Tornati in hotel ci concediamo una cena al ristorante a finaco, quello che negli ultimi giorni ci ha un po' disturbato, e devo ammettere che tanta frequentazione ha una ragion d'essere: i nostri piatti sono eccellenti!
20 giugno 2006: Oggi lasciamo Dulverton e l'Exmoor NP e cominciamo a ritornare verso Stansted, da dove domani ripartiremo per tornare a Bologna. Stasera faremo come piace a noi: dormiremo dove piu' ci piace. La maggiore indiziata e' Bath, di cui mia madre ci ha decantato le meraviglie (le terme romane, soprattutto). Comunque la prima tappa e' Gladstonbury, che deve la sua fama alla leggenda che colloca qui Avalon, ovvero il luogo dove Re Artu', visse gli ultimi anni della vita. I resti dell'Abbazia sono splendidi, e assolutamente magici. Qui, inoltre, si svolge un importante festival di musica rock, il giorno del solstizio d'estate (che sarebbe domani).
Da qui arriviamo a Wells, famosa per una splendida cattedrale. Ed infine Bath. Trovato l'hotel in zona centrale andiamo subito alla scoperta di questa cittadina, e poiche' le terme sono chiuse, andiamo a scoprire (seguendo un itinerario ben fatto della guida Mondadori) le vie del centro, "The Circus" una piazza circolare, e attraverso la Broke Str. il Royal Crescent, ovvero 30 palazzi in stile neoclassico disposti ad ellisse che sovrastano il parco pubblico. La citta' e' addossata ad una collina, cosi' ridiscesi costeggiamo il lungofiume. In serata ci godiamo un ristorante delizioso, ma davvero, sembra che gli inglesi abbiano imparato a cucinare....
21 giugno 2006: Abbiamo tempo, l'aereo e' in serata, cosi' ci dedichiamo alla scoperta delle terme di epoca romana di Bath. Sono ottimamente conservate, e ampi cartelli e ricostruzioni, sia video sia cartacee, fanno il resto. Seguendo il percorso ce la caviamo in un'oretta, e una volta in autostrada, nei dintorni di Londra decidiamo per una visita a Windsor, che oltre che sede del famoso castello e' una splendida cittadina. E come l'anno scorso torniamo con un ottimo ricordo.
lunedì 24 settembre 2012
Su e giu'
La settimana post mezza ha lasciato qualche strascico (uno stiramento al
lombare, le caviglie da buttare fra le altre cose), ma nessun postumo
di fatica apparente. Comunque solo martedi ho nuotato, mentre mercoledi ho rispolverato la crono per un bel giro della Bassa, dove ho di nuovo abbassato il personale sul giro. E fin qui siamo con i "su". Giovedi e venerdi pero' niente attivita', e quindi siamo ai giu', cosi' sabato mi sono sforzato e in serata, al mare ho impostato un allenamento a due velocita' di media distanza (12 km): contento per aver tenuto i passi impostati (5.50/km per 2 km, poi 1 km a 5.35/km. Tutto per 4 volte) .
Domenica bici, giro partito da dietro l'Aquafan e proseguito sulle ostiche colline riccionesi fra Coriano e Misano Monte, sfiorando Scacciano e altri posti che -incredibile ma vero- non avevo mai visto (Agello...) in un continuo di su e giu'. Poi mi si e' spento il Garmin e per un bel po' di chilometri ho perso il report, comunque due orette piene.
Due orette replicate oggi, ma qui a Bologna, con un bello strappone che era un sacco che non facevo, ovvero passare dalla Valle d'Idice alla Val di Zena da Ca' di Bazzone, sfiorando il Monte delle Formiche.
lunedì 17 settembre 2012
11a Run Tune Up
Convinto che il giorno prima di una gara importante una bella seduta in uno degli sport antagonisti sia una manna, cosi' ieri mi sono avventurato con Paolo, il pompiere, in un giro in bici, mentre venerdi mi ero dedicato ad una seduta di nuoto "tecnica". Tuttavia considero la Run Tune Up (a malincuore) una delle piu' terribili mezze maratone, sebbene venga infatti spacciata per pianeggiante e veloce, il fondo misto di asfalto, sanpietroni e sanpietrini, e quei leggeri saliscendi di cui Bologna abbonda, complichino la corsa in maniera indicibile. A
me in particolare. Poi ci sono quelli che
qua addirittura riescono o a fare il tempone o a migliorarsi. Non e' il mio caso, visto che qua ho sempre fatto tempacci, anche disarmanti.
Comunque sabato mattina, non certo di buon ora, io e Paolo ci ritroviamo (un po' a fatica, dato che dove abita lui il campo telefonico va e viene) e ci facciamo uno dei giri classici, ovvero Ca' Bortolami Savigno. Un bel giro, con i suoi 65 chilometri e la salita di Monte Pastore a tirare la gamba per bene. Il passo che abbiamo tenuto era piu' tranquillo, ma non abbiamo fatto una cicloturistica.
E dunque ieri mattina, ritrovo in piazza 8 agosto per la partenza, ma soprattutto per una spettacolare foto di gruppo. Non manca anche una foto di gruppo con i twitters (fra gli altri, @biondox, @Anne_Zannoni, @lla4run), in piazza. Poi il resto e' "gara", anche se sono mesi che non faccio allenamenti seri e dedicati di corsa e mi sto anche appesantendo. Il tutto per me significa comunque un passo di poco sotto i 6.00/km e 2 ore (abbondanti) per arrivare in fondo. Distruttivo il pezzo a cavallo dei 12-15 chilometri che si svolge tutto in centro sui lastroni, e dove ho segnato un passo medio da bradipo.
Ma alla fine la vera nota positiva e' che non mi sono mai dovuto fermare per massaggiare i piedi, ed anche che le gambe ci sono, oltre che il fiato. Certo il passo non e' dei tempi migliori, anzi direi dei peggiori, ma sono contento cosi'.
giovedì 13 settembre 2012
I remember (IM UK 21-08-2005)
(Mesi fa)
Io: "Carla che ne diresti se a meta' agosto andassi a fare un IM in Inghilterra? Una puntatina di una settimana, giusto per staccare... Eppoi, ho proprio voglia di fare un altro IM con una bici facile!"
Carla: "Sei sicuro? Ma l'Inghilterra non e' tutta su e giu'?"
Io: Si, e che sara' mai? Io ho problemi con le salite toste, non con le salitelle... Eppoi, dai, e' il primo anno che lo fanno intero, dopo 4 di half IM. Vedrai, faro' faville!"
Sherborne-Yeovil (Inghilterra) 21 agosto 2005 - A "WOLFS IRONMAN", un Ironman da lupi.
17 agosto 2005: Eccoci qua, in aeroporto, pronti per partire con un volo EasyJet alla volta di Londra (Stansted) da cui con un auto ci dirigeremo a Yeovil, 280 km da Londra, dove abbiamo prenotato via web un hotel, il Greystones Court Guest House. Purtroppo un fornelletto bruciato ci ha messo lo zampino, e il volo ritarda due ore. Vabbe', arriveremo alle 20, e quando saremo la' vedremo il da farsi. Per fortuna gli inglesi sono larghi nei tempi di percorrenza e le 4 ore di auto pronosticate da Peter sono larghe. Un po' in velocita' (grazie anche all'enorme Pegeout noleggiata e alle strade quasi tutte a doppia corsia), alle 23 siamo gia' a Yeovil, senza pero' la piu' pallida idea di dove sia il Greystones,
ma Peter e' molto gentile e viene a prenderci fuori dall'ospedale, dove ci eravamo fermati. L'hotel e' discreto, la camera ha 4 letti, uno matrimoniale, ampio e confortevole, il bagno un po' datato, ma visto che qui non abbondano gli alloggi (specie in periodo IM) e' oro colato. E' troppo tardi per mangiare stasera, pero'.
18 agosto 2005: e' gia' giovedi, e quindi abbiamo poco tempo: subito andiamo al TRIUK, il piu' grande negozio di Triathlon al mondo, per farmi rimontare e mettere a punto la bike. Eppoi via, per il sopralluogo delle zone cambio, del lago e del traguardo. Yeovil dista ca. 8 km da Sherborne, ne e' separata dalla famigerata Babylon Hill, una collina che fa parte del percorso a piedi, e se all'andata puo' filare liscia al ritorno (32, 33imo km) puo' uccidere le speranze di un aspirante finisher. Risalta il fatto che il castello di Sherborne fa da sfondo all'arrivo, e di fronte ha un prato sterminato dove atleti (e non solo) potranno posteggiare confortevolmente l'auto, a non piu' di 50 (cinquanta!) metri dall'arrivo.
Fa un bel fresco, la temperatura -secondo il meteo- fino a martedi non salira' oltre i 22, e stara' spesso sui 13/14. E' prevista pioggia sabato, ma non domenica. Il lago poco distante gia' brulica di atleti. Beh, per forza: si puo' nuotare solo dalle 9 alle 10, per non disturbare oche e cigni (davvero). E alle 10 le canoe invitano i ritardatari a sbrigarsi. Il lago (almeno quello) ha una temperatura costante di 17 gradi. Dopo aver visionato l'expo (manca il meccanico!), un classico dell' IM, mi registro (rigorosi i controlli di identita'!). Un banchetto, appunto, per il controllo di identita' ("Passport on the hand, please!") con distribuzione del pendente che reca il nome.
18 agosto 2005: e' gia' giovedi, e quindi abbiamo poco tempo: subito andiamo al TRIUK, il piu' grande negozio di Triathlon al mondo, per farmi rimontare e mettere a punto la bike. Eppoi via, per il sopralluogo delle zone cambio, del lago e del traguardo. Yeovil dista ca. 8 km da Sherborne, ne e' separata dalla famigerata Babylon Hill, una collina che fa parte del percorso a piedi, e se all'andata puo' filare liscia al ritorno (32, 33imo km) puo' uccidere le speranze di un aspirante finisher. Risalta il fatto che il castello di Sherborne fa da sfondo all'arrivo, e di fronte ha un prato sterminato dove atleti (e non solo) potranno posteggiare confortevolmente l'auto, a non piu' di 50 (cinquanta!) metri dall'arrivo.
Fa un bel fresco, la temperatura -secondo il meteo- fino a martedi non salira' oltre i 22, e stara' spesso sui 13/14. E' prevista pioggia sabato, ma non domenica. Il lago poco distante gia' brulica di atleti. Beh, per forza: si puo' nuotare solo dalle 9 alle 10, per non disturbare oche e cigni (davvero). E alle 10 le canoe invitano i ritardatari a sbrigarsi. Il lago (almeno quello) ha una temperatura costante di 17 gradi. Dopo aver visionato l'expo (manca il meccanico!), un classico dell' IM, mi registro (rigorosi i controlli di identita'!). Un banchetto, appunto, per il controllo di identita' ("Passport on the hand, please!") con distribuzione del pendente che reca il nome.
Di fronte distribuiscono la busta con pettorale (2),
cuffia per il nuoto, spillette, chip, numero per la bici e relativi fermagli, sacche "SWIM" (bianca) "BIKE" (blu) RUN" (rossa) e le relative etichette. Ed anche quella per il casco. Infine con la chiusura del braccialetto in plastica al polso
si e' a tutti gli effetti "Aspiranti Finisher IM UK". Ancora di fronte per il ritiro del pacco gara che comprende sacca personalizzata, DVD Spinerval per lo spinning, il numero attuale di 220 Triathlon, la bibbia del triathlon inglese, un cappellino da ciclista, ed infine il programma. La burocrazia italiana ha fatto scuola.
Faccio notare che il chip non ha la fascia, per cui non ho proprio idea di come poterlo attaccare alla caviglia, e dopo un attimo di smarrimento gli inglesi ringraziano e troveranno la soluzione. E dunque partiamo per una bella ricognizione in auto del percorso in bici. Il percorso si snoda a sud, nel Dorset in due anelli molto ondulati ma non impegnativi, l'unica difficolta' e' Lyon Gate, una salita abbastanza lunga (2 km?) con una pendenza di ca. il 6% (sembra). Per il resto il tempo di alzarsi sui pedali e' gia' si scollina. Certo che dare una "pareggiatina" a tutte queste colline..... La strada che collega i due circuiti (ciascuno di 2 giri) e che ripassa da Sherborne e' facile, ma stretta, e bisogna fare attenzione, qui si tiene la sinistra.
Il giro del Sommerset e' bastardo forte. Le salite si allungano, e quando sembrano finite si sale ancora. A strappi, anche. Praticamente inutile avere una bici da triathlon (crono) se non si e' Pro o molto esperti. Ed anche le discese sono ripide, ed alcune passano fra i paesi, con curve secche. Il fondo e' buono ovunque, ma la grana dell'asfalto e' grossa, e bisogna fare attenzione ad alcuni inserti di asfalto che creano gradini infidi.
Note a margine: il cibo e' la nota dolentissima degli inglesi. Stamattina, in hotel abbiamo provato la "full english breakfast". Uovo fritto, cipolla fritta, fagioli al pomodoro, fette di pane tostate e fritte, salsicciotto. Sto ancora digerendo . Da Dorchester, in fondo al giro del Dorset abbiamo puntato al mare, che dista una decina di chilometri, a Weymouth, e arrivati al faro dell'isola di Portland (collegata da un ponte alla terraferma)
abbiamo pranzato (?) a base di insalata di gamberi conditi da una salsa improbabile e patatine fritte. Ottime, certo, ma non proprio per un IM.
Alla sera ci avventuriamo per Yeovil alla ricerca di un ristorante, ma siccome sono passate le 9, hanno gia' trasformato i ristoranti in pub, e quindi dopo un po' siamo quasi rasseganti ad un take away indiano o al pizza Hut. Ma nei pressi c'e' un ristorante italiano, Il Tamburino. Vabbe', meglio che niente... Ed invece, sorpresa delle sorprese si mangia realmente italiano! La pizza sa di pizza, il pomodoro di pomodoro, la pasta di pasta. Diamine, ci torneremo tutte le sere, vi basta come giudizio?
19 agosto 2005: -2. Oggi provero' il lago, e quindi levataccia. Il lago si presenta torbido, ma la presa nella nuotata e' buona. Faccio una quindicina di minuti, giusto per prendere qualche riferimento, ma alle 6 (orario previsto per la partenza) non sara' ancora buio? Bah, lo vedremo. Poi, con la bici faccio una trentina di minuti, giusto il tempo di congelarmi e tornare indietro (in gara ci vorra' una magliettina della salute, sotto la divisa, ed anche i manicotti, altroche'!). Dopo facciamo un giro a piedi per Sherborne, caratteristica citta', e poi torniamo all' hotel, devo preparare le sacche eppoi stasera c'e' il Pasta Party.
Nelle sacche decido di abbondare: quindi eccedo in maglie della salute, e in gel. Non si sa mai. Il Pasta Party, invece, sara' uno schifo, la cosa peggiore: un panino uno, un piatto di pasta, parte stracotta parte cruda, al pomodoro o in bianco, mele neozelandesi. Pepsi o acqua. Mezzora e siamo gia' fuori. Ah, il pasta party brasiliano, che sogno....
Alla sera ci avventuriamo per Yeovil alla ricerca di un ristorante, ma siccome sono passate le 9, hanno gia' trasformato i ristoranti in pub, e quindi dopo un po' siamo quasi rasseganti ad un take away indiano o al pizza Hut. Ma nei pressi c'e' un ristorante italiano, Il Tamburino. Vabbe', meglio che niente... Ed invece, sorpresa delle sorprese si mangia realmente italiano! La pizza sa di pizza, il pomodoro di pomodoro, la pasta di pasta. Diamine, ci torneremo tutte le sere, vi basta come giudizio?
19 agosto 2005: -2. Oggi provero' il lago, e quindi levataccia. Il lago si presenta torbido, ma la presa nella nuotata e' buona. Faccio una quindicina di minuti, giusto per prendere qualche riferimento, ma alle 6 (orario previsto per la partenza) non sara' ancora buio? Bah, lo vedremo. Poi, con la bici faccio una trentina di minuti, giusto il tempo di congelarmi e tornare indietro (in gara ci vorra' una magliettina della salute, sotto la divisa, ed anche i manicotti, altroche'!). Dopo facciamo un giro a piedi per Sherborne, caratteristica citta', e poi torniamo all' hotel, devo preparare le sacche eppoi stasera c'e' il Pasta Party.
Nelle sacche decido di abbondare: quindi eccedo in maglie della salute, e in gel. Non si sa mai. Il Pasta Party, invece, sara' uno schifo, la cosa peggiore: un panino uno, un piatto di pasta, parte stracotta parte cruda, al pomodoro o in bianco, mele neozelandesi. Pepsi o acqua. Mezzora e siamo gia' fuori. Ah, il pasta party brasiliano, che sogno....
20 agosto 2005 -1. Oggi (piove, come da previsioni) c'e' il "mandatory" (obbligatorio) briefing, dove ci raccontano le stesse cose di ogni IM: Il divieto di drafting (che significa stare in scia nel ciclismo: nell'IM e' -per fortuna- vietato) vi richiameremo la prima volta, alla seconda vi daremo 8 minuti, alla terza vi squalifichiamo. Ma lo saprete al ritiro della sacca rossa, ovvero quando dovreste iniziare a correre. Cosa mettere nelle sacche, come avviene la partenza e come ci si muove nella zona cambio/transition. Nulla vicino alle bici, solo casco e/o scarpe, che si possono mettere anche nelle sacche. Divertitevi e buona fortuna. Fino alle 18.00 si potra' mettere la bici in zona cambio, e dopo il briefing provvedo anche io, al limite aggiungero' qualcosa domattina.
21 agosto 2005 "the day". La TZ (Transition Zone) apre alle 4.00, e per stare un po' larghi ci svegliamo alle 3 e 15. Ci eravamo fatti preparare fette di pane da scaldare, marmellata, latte e la macchina del caffe', mentre ieri sera Carla ha preparato un paio di etti di pasta, in bianco. Ed infatti con una efficienza incredibile tutto e' pronto con bigliettini delle istruzioni... Alle 4.15 sono in TZ.
Fa un freddo boia, e' buio e il lago e' ricoperto di nebbia. Per fortuna che avevo ricoperto la bici con sacchetti, sono bagnate fradice, l'umidita' e' altissima. Solo con un escamotage riesco a riaccedere alle sacche, strettamente vigilate: oh, devo infilarci il GPS!, ma ne approfitto per metterci qualche altro busta di gel.
Alle 6 non si parte.
Alle 6 non si parte.
La nebbia e' ancora fitta. Siamo pronti, in muta, tutti. Pro compresi. il freddo pungente ci fa rabbrividire dentro le mute ben allacciate. Saltelliamo, ci muoviamo ma inutile, il freddo umido inglese penetra nelle ossa. Intanto sorge il sole, ma e' velato. Alle 7 forse uno spiraglio, dalla zona cambio andiamo a riva. Macche', una finta.
Staremo in riva fino alle 8 (avro' modo di salutare ancora Olaf Sabatchus)
quando il sole alto e un tepore appena accennato sgombrano la nebbia dal lago. La partenza e' in acqua a ca. 100m dalla riva, e i pro sono li', a pochi metri. 8.06, un fischio... si parte? No, si....... No! Tutti indietro, di nuovo. 8.11 la tromba, eccheccavolo!.. Ora si', si parte!
Mi distendo bene, sono avanti e godo di una buona scia. Il primo giro sto bene, grazie anche alla beretta in neoprene che mi scalda, e le braccia lavorano bene. Il primo giro lo finisco in 35 minuti. Il secondo giro ho meno scia, ma comunque esco dall'acqua in 1:19':39".
Spendo 9':51" in zona cambio: ci si deve vestire, fa ancora molto freddo. E rovinarsi un IM per non aver messo una maglia mi sembrerebbe una beffa. La partenza in bici e' caotica, siamo in tanti e per i primi chilometri mi faccio prendere dall'entusiasmo, e sono spesso steso sulle appendici.
Spendo 9':51" in zona cambio: ci si deve vestire, fa ancora molto freddo. E rovinarsi un IM per non aver messo una maglia mi sembrerebbe una beffa. La partenza in bici e' caotica, siamo in tanti e per i primi chilometri mi faccio prendere dall'entusiasmo, e sono spesso steso sulle appendici.
Forse esagero, ed al secondo giro mi rilasso un po'. Quando ripasso da Sherborne mi fermo un po' da Carla: ho percorso 108 chilometri in 4:10'. Non male, per me. Sono gia' un po' stanco, e non immagino quanto mi stia aspettando, percio' faccio un pensierino ad un buon tempo nella frazione. Il primo giro a nord, del Sommerset e' una sofferenza, La mia media oraria in breve precipita da 26,7 km/h a 26, 25.... 24 km all'ora! Piantato. Alla fine impieghero' altre 3:50' per fare 72 km! Saranno 8:00:15 (e 183 km, alla media di 22,9 km/h). Una vergogna.
Ma non mollo. Ci mancherebbe! Siccome ho giurato (con le dita incrociate :-)) che non sarei piu' venuto qui, se non lo finivo sarei dovuto tornare, e quindi, anche a costo di metterci 17 ore, lo avrei finito! Infine, le feed station, i rifornimenti (nell'ordine: Acqua, Gatorade, Pepsi, Power Gel e Power Bar, Banane e Acqua di nuovo), gestiti da soci del Rotary Club un po' rimbambiti, ma contando che -oltretutto- sono a mano sinistra non e' andata malissimo, quando proprio avevo bisogno (un paio di occasioni) mi sono fermato per riempire le mie borracce.
Cosi' dopo altri 11:43 spesi nel secondo cambio (per cambiarmi, soprattutto l'intimo), parto per la maratona: un giro unico di 42,2 km, un delirio, per un IM.
Primo perche' non e' possibile che su tutto il percorso e per tutto il tempo ci sia pubblico e supporto. Secondo perche' fino al "roundabout", all'inversione di meta' percorso e' lunghissima. Terzo, rivedro' Carla solo all'arrivo, e quindi non potro' usufruire di un eventuale aiuto mentale o oggettivo. Comincio corricchiando come in Brasile, ma stavolta le gambe girano. Fino a Monteacute house (il roundabout dei 21 km, 2:38:32) alterno corsa a camminata, soprattutto in salita, ma ho ottime sensazioni. Peccato che sia anche il percorso di corsa tutto su e giu', come quello in bici.
Macino chilometri, e dopo i primi 21 sto proprio bene! Anzi, se corro, sto bene. Se cammino mi fanno male le gambe! Allora corro, corro, recupero atleti (almeno 50). A Yeovil passeremo per dei giardinetti che sono completamente al buio, ma non importa, e quando arrivo a Babylon Hill (buio pesto anche qui) mi permetto di correrla quasi tutta! Verso l'arrivo conosco qualche atleta, chiacchierando un po'. Poi, tutto diventa confuso..... Bandiera italiana al vento, urlo CARLA SONO QUIIIIIIIIII! Le luci, il castello, i flash, il traguardo. La medaglia al collo, un altro flash... Chiudo la maratona in 5:12:26 per un tempo totale di 14:53:56! Incredibile, ho abbattuto le 15 ore.... Incredibile soprattutto dopo le 8 ore della bici.
Macino chilometri, e dopo i primi 21 sto proprio bene! Anzi, se corro, sto bene. Se cammino mi fanno male le gambe! Allora corro, corro, recupero atleti (almeno 50). A Yeovil passeremo per dei giardinetti che sono completamente al buio, ma non importa, e quando arrivo a Babylon Hill (buio pesto anche qui) mi permetto di correrla quasi tutta! Verso l'arrivo conosco qualche atleta, chiacchierando un po'. Poi, tutto diventa confuso..... Bandiera italiana al vento, urlo CARLA SONO QUIIIIIIIIII! Le luci, il castello, i flash, il traguardo. La medaglia al collo, un altro flash... Chiudo la maratona in 5:12:26 per un tempo totale di 14:53:56! Incredibile, ho abbattuto le 15 ore.... Incredibile soprattutto dopo le 8 ore della bici.
Poi tutto riprende forma. Una bella litigata per fare entrare Carla nella zona riservata, un te, la maglia di Finisher, (un altro te) l'idromassaggio, un bel massaggio alle gambe, e tanta pizza di Domenico (Tamburino)... E alle 2 sono in hotel. Hey guys, I'm 3-times Ironman!
22 agosto 2005, the day after (scusate la citazione abusatissima). Un po' di acquisti all'expo, tanti saluti, specialmente al gruppo di sardi che si e' ottimamente comportato (ciao C.A.M.!) eppoi via, a visitare un allevamento di gatti Turchi Van, dove Carla stava perdendo la ferma intenzione di non acquistarne uno.
Al ritorno abbiamo anche il tempo di vedere Stonehenge, e ne rimaniamo affascinati. Alla sera torniamo da Domenico, al Tamburino, oramai e' un classico. Dunque una magnifica esperienza: consigliatissimo l'IM, il Greystones
(che bel giardino!) e il Tamburino, per un bel carbo-loader!
Dedicato a Tonino.
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