L'urlo sull'ultima, durissima rampa (15%) dopo i 24 chilometri di andata e 14 di ritorno, la' dove si "gira attorno" al Grappa per riaffrontare la discesa del Monte Tomba e ritornare ad Alano di Piave e' stato piu' che liberatorio. Un urlo belluino, selvaggio, prorompente, tanto da lasciarmi rauco. E mancava ancora la ciliegina.
Alano di Piave, Strada del Grappa, "una suggestiva variante per salire dal Monte Tomba a Cima Grappa, incrociando le quattro precedenti (Fietta, Possagno, Cavaso e Pederobba)", una salita infernale, con rampe non durissime (comunque sopra l'11-12%) ma lunghe e soprattutto alternate a chilometri di ingannevole salita che sembra falso piano ed e' in realta' al 7-9%.
Avevo provato questa salita lo scorso 11 settembre ma ben presto la gamba mi aveva abbandonato, anzi piu' che la gamba la vista della strada che si inerpicava sul fianco della costa del Pallone e del Piz. Oggi era il giorno senza domani, perche' poi i timbri, la' in cima al Rifugio, li ritirano, e la prova della fatica rimane solo in un file del Garmin. E, di solito, in questi giorni "out out", fallisco.
Avevo anche qualche dubbio sulla tenuta fisica (oibo'! non sono piu' un giovincello...), dopo il centello di venerdi al Carpegna, avevo profuso forze nella seduta di nuoto del sabato con il coach Marco a massacrarci di sprint sui 25m (qui, ma mancano le vasche a gambe...), e ieri mi ero spremuto da solo sui 13 chilometri abbondanti della Camminata Campagnola, ludico motoria che come ho gia' avuto modo di dire e' tutto tranne che ludica. Infatti la maggior parte di quei 13 km erano sull'argine su un terreno soffice finche' si vuole ma certamente spaccagambe. E per non far brutta figura (essere surcalssato dalle Lumagirls Saragozzine) avevo anche tenuto un passo "d'antan", ovvero sui 5.30/km.
Ulteriori dubbi mi erano sorti quando mi sono ri-ritrovato (questo tratto e' quello in comune con le altre salite, e lo avevo gia' affrontato da Pederobba) su tornanti come questo, e non certo sporadici (questa e' la seconda serie dopo lo scollinamento del Tomba, quattro, con pendenze sul 14%), ma poi come d'incanto la gamba regge, la schiena pure e l'umore s'innalza, su fino ai 1750m della Cima.
Dimenticando anche che il tempo ha fatto il matto (gli ultimi 5 chilometri coperto e bigio, ma per fortuna senza pioggia) e la temperatura si e' assestata sugli 8/10 gradi, pochini, visto che ero in divisa estiva e per eccesso di prudenza mi ero portato i manicotti e la cerata (indossati anche in salita...)
L'altra gioia e' sapere che quando entri nel rifugio vieni riconosciuto (ma tu sei quello che viene da Bologna...!) e il timbro e' solo la coda di un caffe' e di un bravo!, ce l'hai fatta anche stavolta!
E la ciliegina? Ah, beh la foratura in discesa, che diamine... ma oramai con esperto ed in un tempo relativamente breve ho cambiato il tubolare e con prudenza (quella che la discesa al 14-15% mi consentiva) sono rientrato ad Alano e alla macchina parcheggiata in piazza.
2 commenti:
Ciao, sono nato e cresciuto alle pendici del Monte Tomba. Durante la giovinezza sono salito sul Grappa anch'io un po' da tutte le strade, che consoco ormai metro per metro.
Mi ha fatto piacere leggere questo racconto e vedere che c'è chi viene da lontano per apprezzare queste montagne e queste salite.
Complimenti!
Ciao
Ah beh, il piacere, il sudore e la fatica e' anche mia! :-) Ma la colpa e' di nonprofitcenter che s'e' inventato il "Brevetto" con le 10 salite!!
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