A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 18 aprile 2008

IM Arizona, le foto

Intanto quelle generiche.

La partenza dall'alto...

e dal basso, perche' la tonnara si capisca bene...

e la zona cambio dall'alto...

Poi le foto personali:
L'arrivo...


Appena uscito dal nuoto abbastanza sconvolto...

In bici, a favore e contro vento...



E nell'incontro ravvicinato con il fotografo...


Ancora fresco, nonostante i 36 gradi...


Arizona Loop, Az

Flagstaff, Four Corners, Chelly Canyon, Flagstaff. 520 miglia (836 km e spiccioli) per un giro splendido. Cominciamo con il riabilitare la citta' di Flagstaff cui siamo tornati ieri sera dopo l'avventura oculistica di Carla e ci e' apparsa ben diversa dalla prima (pessima) impressione. Oddio non e' che sia avvenuto un miracolo, pero', con le luci vivaci al neon dei bar e dei ristoranti, le insegne demode' dei motel, la citta' fa un altro effetto. Certo se non tirasse il vento a 30/40 km all'ora e non facesse 47° F (7° nostri, all'incirca) sarebbe meglio...

Comunque stamattina, partiti di buon ora abbiamo fatto una gran tirata fino al Four Corners Monument,



laddove oltre a qualche bancarella di monili navajos, (tanto per cambiare) tirava un vento allucinante, ed aver assaggiato la Frybread Navajos (una specie di crescentina fritta) siamo ripartiti per il Canyon de Chelly, che e' stata una piacevolissima sorpresa.





giovedì 17 aprile 2008

Tempe, AZ - Giorno 4 (in ritardo)

Questa e' la cronaca (piu' fotografica che scritta) del sabato pre-IM, quando nel pomeriggio io e Carla (dopo che ho portato la bici e le borse in zona cambio) ci siamo dedicati al Desert Botanical Garden dentro il Papago Park di Tempe, e che mi ero dimenticato di renderne conto, e che faccio ora, in colpevole ritardo, anche perche' molto bello. A seguire, foto di Saguari, Organ Pipe, Cactus e altre piante succulente.











Monument Valley, AZ

Da Flagstaff partono le strade che a nord-ovest portano al Grand Canyon e a nord-est alla Monument Valley, e oggi era il giorno della seconda, con allungamento ai Four Corners (i 4 angoli), ovvero dove Utah, Colorado, New Mexico e Arizona confinano in un unico punto. Partiti gia' non prestissimo e fermandoci diverse volte, vuoi per spuntinare a base di caffettoni (o pranzare con pollo fritto) vuoi per visitare alcuni posti, tra cui il Navajos Visitor Center, dal cui visitor center si prende un cammino di poche centinaia di metri per arrivare ad ammmirare un altro pueblo.



Siamoarrivati alla Monument Valley con un certo ritardo, e dopo aver ammirato da vicino gli scenari di film famosissimi (ovviamente western), ma anche infastiditi da un vento fortissimo siamo venuti via in fretta,



anche perche' Carla -che da giorni ha un problema agli occhi- era particolarmente fotosensibile, e sentiva molto fastidio, quindi abbiamo fatto ritorno verso Flagstaff, e a Kayenta le ho imposto il Pronto Soccorso locale (Navajo, cioe'). Incredibile ma vero, con $70.00 (settanta...) ha ricevuto una visita completa ed anche il medicinale (di solito gratuito solo per i nativi). E pensare che fantasticavamo sui costi della sanita' USA e pronosticavamo 500 dollari di spesa.

Quindi il nostro programma e' un po' rivoluzionato, ma contiamo di vedere tutto in due giorni...

mercoledì 16 aprile 2008

Flagstaff, AZ

Ironfrankie atleta ha finito, ora tocca al turista. Seppure con doloretti sparsi oggi mi sono sobbarcato il tragitto Phoenix-Sedona-Flagstaff, e devo dire che di posti brutti ne ho visti tanti, ma Flagstaff ne supera molti, mentre Sedona ora gode di un momento di popolarita' per via -si dice- di un aura di salute che la rende una calamita irresistibile, e' un posticino grazioso.



Il risultato e' che praticamente e' una Las Vegas (non ancora abbruttita, pero') piena d negozi di prodotti indiani (kachinas e cattura sogni, soprattutto ma anche manufatti piu' meno originali, e per contralatare anche negozi per cowboys, o aspiranti tali, quindi stivali, cappelli, giacche scamosciate con le frappe e camicie ricamate.



Inoltre Sedona (l'aura...) e' piena di resort e SPA (centri benessere), campi da golf ed anche architettonicamente c'e' stato un certo rispetto. quindi casette in tinta (mattone) non troppo alte e ben mimetizzate nella valle. Cio' non toglie che la sensazione di finto e' lampante. La vallata, invece e' di una bellezza unica, con colori incredibili, dal bianco al rosso al verde in pochi chilometri.


Anche il pueblo che siamo andati a visitare (Montezuma Castle, perche' gli scopritori pensavano fossero le case degli Aztechi) e' incredibilmente simile a certi visti in Tex, il famoso fumetto.



martedì 15 aprile 2008

Phoenix Suns - Golden State Warriors (122-116)

In effetti non si puo' andare negli States e non vedere almeno una partita di uno Big USA Four Sports (baseball, football, basket o hockey) e qui, dove siamo noi, ci giocano i Phoenix Suns, pieni di celebrita': D'Antoni come allenatore, Shaquille O'Neill e Nash come giocatori. Inoltre stasera i Suns ospitavano i Golden State Warriors, che oltre ad essere di San Francisco, la mia citta' USA preferita (e quindi squadra per cui tifo) ci gioca un patacca di Bologna, Marco Belinelli, che purtroppo per lui a suo tempo scelse la sponda sbagliata, ovvero la Fortitudo, ma nessuno e' perfetto.


L'occasione era troppo succulenta, anche perche' questa partita era decisiva -per entrambe- per l'accesso ai playoff, e dopo aver acquistato su web i biglietti (120 dollari l'uno) posizionati in curva a circa 50 metri dal campo (settore 112, fila 22, posti 9 e 10)


e arrivati alla reception di buon ora (alle 5, la partita era alle 7) ci siamo recati all'US Airways Center, ovvero il palazzo. Parcheggio nei dintorni fra i 10 ed i 30 dollari, ma sono stato svelto ad infilarmi in quello da 10 dollari, giusto davanti ad un ingresso.

Le procedure di accesso sono di una facilita' disarmante. Un rapido sguardo all'interno della borsetta di Carla (il terrorismo e' sempre pronto a colpire), il ticket ha un codice a barre con il quale si va e si viene (dentro e fuori, anche dal palazzo) come si vuole. Infatti siamo dovuti ritornare all'auto, fuori c'erano 30 gradi, dentro 20, e Carla aveva lasciato il giubbotto in auto...

Poi un secondo controllo per donarci un pupazzetto mirabilia. E si e' dentro. Posti (tutti) numerati, indicazioni chiare, una maschera ti da il benvenuto e ti indirizza al tuo posto. Tutto qua. Dentro i Warriors si stanno scaldando e volendo andare a salutare Belinelli chiedo di potermi avvicinare, e la maschera mi dice che non c'e' problema. Arriviamo quasi a bordo campo e lo chiamo, poi gli dico in dialetto che siamo venuti fin da Bologna per lui (non e' vero, ma il ragazzo gioca poco e potrebbe essere depresso) e lui risponde dicendo: "Ah se, dabòn?" (Ah si, davvero?)...

Ecco, ora attendiamo che il palazzo si riempia e che lo spettacolo inizi. In tv non ci si rende conto della festa che e'. Quando, ad esempio, in tv ci sono i replay, i time out, i cambi campo etc. sul parquet entrano cheeleaders, funanboli, claque (enormi cartelli "Noise!" -rumore!- agitati dalle cheeleaders) per coinvolgere il pubblico, insomma si stempera la tensione della gara. La partita, come dicevo e' decisiva e il pubblico e' teso, ma all'americana: seduti gli uni accanto agli altri tifosi di opposte fazioni si felicitano reciprocamente, e al massimo vola qualche sfotto', ma nulla piu'.

La maggiore occupazione degli spettatori, oltre alla partita in se', ed in misura minore girare all'interno e comprare gadgets, e' mangiare. Di tutto, di piu'. Pizze, tacos, burgher, pitas, purche' faccia male. Accompagnati da bevande che noi non ci sogneremmo neanche, ovvero piuttosto moriremmo di sete: Coca Cola alla ciliegia (originale) frappe' e granite di colori improbabili, e gelati formato familia a consumo singolo. Se il 36% degli americani e' obeso, il perche' va ricercato li'. Noi a causa di un pranzo sciagurato che va su e giu' siamo a posto, e ci limitiamo ad osservare e a guardarci attorno.



A fianco a me una signora oltre la 50ina co cui basta incrociare lo sguardo che sorride (gli americano fanno tutti cosi', e' normale), pero', almeno, e' magra... A Carla va peggio: la ragazza che le siede a fianco pesera' 90 kg, ed il suo ragazzo anche 100. Davati un ragazzone che ha passato le quasi 3 ore di spettacolo ad aggiustarsi il cappellino e a mettersi aposto le tasche tutte le volte che si doveva risedere, ovvero spesso (questo qui con la canotta dorata e Nash 13 stampato).



La mascotte dei Suns e' uno scimmione che ogni volta che entra in campo manda il pubblicoin visibilio. Ma ora c'e' l'inno. Tutti in piedi e mano sul cuore. Silenzio totale e via con Stars & Stripes: fa veramente emozionare, specie se cantato dal vivo come ora. Ok, un po' di altre scenette e si parte con la palla a due.


La partita non e' affatto noiosa, le giocate sono velocissime e i falli piuttosto diversi dai nostri (sfondamento e i passi hanno regole molto diverse dalle nostre) Primi 2 quarti appannaggio dei Suns, poi un terzo quarto sublime per i Warriors fino a 6 minuti dalla fine della partita, quando dal -13 i Suns recuperano e si portano avanti. Un fallo dubbiosissimo su Shaq (da noi sarebbe "sfondo tutta la vita") chiude la partita. Pubblico in visibilio e contento. Anche noi siamo felici, e' stato un bello spettacolo di civilta'.

PS Le foto sono da telefonino, quindi fanno un po' schifo. Chiedo venia.

lunedì 14 aprile 2008

Tempe, AZ - IM day after (a mente fredda)

Innanzi tutto la certezza di aver fatto un'impresa. E io, che ce l'ho fatta, ne sono fiero, fierissimo. 1102imo (185imo su 310 M40-44) su 1689 arrivati, (2027 partenti). Da questa (ottava) esperienza, non posso fare a meno di rilevare alcune certezze.

Ad esempio che un Ironman non e' mai facile (lapalissiano). Al di la' della mera distanza, che con un buon allenamento, mentale e fisico, puo' essere alla portata di molti, l'elemento meteo puo' risultare determinante per la buona riuscita della gara (o festa, per come viene vissuta al di fuori dell'Italia). Il caldo, specie se in gara ti trovi 35 gradi dopo un inverno passato ad allenarti al freddo, ad esempio. O il freddo umido che entra nelle ossa. Il vento puo' rendere la frazione di bici un tormento. Figuriamoci poi se due o piu' elementi avvengono contemporaneamente.

Analizzando i vari IM che mi hanno visto finisher, non posso fare a meno di soridere perche' per quanto mi sforzi di iscrivermi ad un Iromnan facile non mi riesca proprio. Tranne Klagenfurt e in Florida (ma qui era piuttosto freddo) negli altri il vento mi ha accompagnato (non ricercato, ripeto) spesso, e se a Lanzarote ci si vota al martirio (lo sai che c'e': sempre e forte), meno scontato e' trovarselo in Brasileo qui, in Arizona. Poi i fattori sono troppi e troppo diversi per poter fare affemazioni certe.

Ad esempio qui, in Arizona, che pensavo di avere il fiato corto per via dell'approssimativa preparazione podistica (una sola mezza maratona dall'inizio della preparazione), dopo 30 km mi ritrovavo a correre, a 6.15 al km, ovvero poco piu' lento del passo standard dei miei medi o lunghi. E pensare che il dislivello era pure maggiore della frazione in bici! Mentre nella bici mi sono piaciuto (la gamba c'era, anche se chiaramente il risultato e' stato falsato), nel nuoto -per contro- non saprei proprio giudicare. Se non che per me e' ancora troppo presto (le 7) per fare una gran fatica... o impegnarmi per farla, meglio.

Una certezza pero' ce l'ho: pazienza, pazienza, pazienza. C'e' vento? Pedala piu' agile. Intanto vai e calera'. E se non cala pazienza. C'e' caldo? Prima o poi il sole scendera'... Certo, se tiri a fare il risultato, non e' questa la gara, ma se vuoi fare un esperienza, beh, allora pazienza, pazienza pazienza. Mezzanotte e' lontana.

E dunque questa settimana ho:
nuotato per 4500 m
pedalato per 230.52 km
corso (?) per 53.44 km

Tempe, AZ - IM day

Oggi era "il giorno". Ovvero oggi ho partecipato all'IM Arizona, finendolo in 14 ore, 24 minuti e 41 secondi. E sono state 14 ore di pura follia. Le previsioni parlavano di 35 gradi. E ci hanno azzeccato. Dicevano anche vento sui 14 kmh, e hanno toppato di brutto, perche' io non so che velocita ' avesse il vento, so solo che all'andata (3 volte per 30 km cadauna in leggera salita) procedavamo (tranne pro e pochi altri) ai 16/17 kmh, mentre al ritorno (sempre 3 volte x 30 km, stavolta in leggera discesa) io ho toccato i 55,6 kmh.

Non solo, ma era un vento caldissimo, tant'e' che moltissimi, fra cui il Mazzo purtroppo, si sono dovuti ritirare per i colpi di calore. Io mi sono salvato perche' non ho forzato, ho sempre bevuto e avevo la bandana tenta perennemente bagnata. Ho anche avuto molta pazienza. L'unica cosa che non sono riuscito a fare e' di non bruciarmi il collo, le braccia e le gambe. Sceso dalla bici alle 15 e 30 ho affrontato il percorso di corsa (3 giri da 14 km) con rassegnazione, perche' ero veramente distrutto. E poi oltre ai 35 gradi, il cemento su cui correvamo era bollente ed i piedi ben presto hanno cominciato a farmi male.

Anche qui con pazienza (il primo giro l'ho letteralmente camminato), ho aspettato che il caldo scemasse e gia' nel secondo ho potuto correre per lunghi tratti ed infine nel terzo mi sono un po' trascinato, ma oramai sapevo che stavo finendo. Ma alla fine sono Finisher per l'ottava volta.

Ilresto e' routine: solita sveglia alle 4 e 15, pasta in camera (cotta al microonde!) e poi colazione nella hall con Stefano gia' in fibrillazione. Con il pulmino delle 5 e 30 siamo in T-Zone alle 5.45 per predisporre le varie cose (liquidi e barrette sulla bici, vestizione della muta etc.). Un rapido saluto a Massimo Cigana e Sione e via alle 6 e 30 in acqua. Stranamente piu' calda di venerdi. I pro partono 15 minuti prima e noi alle 7, puntualissimi dopo l'inno ed un colpo di cannone che hanno sentito anche a Los Angeles.

Dopo 100m non ne volevo piu'. Anche se mi sembrava di nuotare bene e non avevo ricevuto troppi colpi il pensiero fisso era "Ma chi me lo fa fare?". Della bici e nella corsa ho gia' detto. Ma alla fine sono qui con la mente gia' a Francoforte...

Un po' di foto...

Con il Mazzo prima del via..


Appena uscito dalla zona cambio della bici...


Fronte maglia finisher (con i saguari) con cappello e medaglia (not for all, only for finisher)...


e retro...

SWIM: 1:18:24

T1: 6:09

BIKE: 6:54:58

T2: 5:55

RUN: 5:59:15

FINISH TIME 14:24:41


Il percorso di bici
Il percorso della maratona

sabato 12 aprile 2008

Tempe, AZ - Giorno 3 bis

Queste sono due immagini del percorso in bici...



...e queste del Pasta Party...


Tempe, AZ - Giorno 3

E venne il giorno dello swim e del bike course, volgarmente detti "nuotata per conoscere l'acqua" e "giro in bici del percorso". Ma prima ancora diciamo della corsa serale di ieri, in cui, temo, mi sono giocato le poche speranze di fare un'onorevole figura nelle maratona, poiche' i piedi mi hanno fatto pagare dazio anche oggi. In programma 45 minuti: sono diventati 37 ma gli ultimi 10 di sofferenza pura, per via dei neuromi, illuminati a festa.

Stamattina sveglia alle 6.45 per fare colazione alle 7 ed essere al laghetto entro le 10, anzi le 9 e 30 perche' dopo non si poteva piu' entrare. Intanto il Greguratt e' arrivato con famiglia al seguito e stamattina, per via del fuso alle 5 erano gia' in giro. E quindi da stamattina condividiamo questo IM, dato che siamo nello stesso motel. Non siamo riusciti a fare la nuotata insieme, ma almeno il giro in bici si'. Alle 9 e 28 mi butto in acqua dal pontile, la prima cosa che ho pensato e' che ci avrei lasciato le penne, tanto sembrava fredda (e la colazione pesante).

Poi e' torbida, giallastra e per arrivare alla boa di patenza bisogna fare almeno 200m, quindi siamo gia' a 4 km. Inoltre la prima meta' del percorso (un giro unico) sara' contro sole, appena levato, quindi dritto negli occhi: e sara' un delirio... Dopo tutti questi pensieri ero sempre piu' convinto che non era fredda, era gelata. Comunque ho nuotato un 15 minuti (scarsi...), e le sensazioni (a parte la temperatura) sono positive. La Orca 3.8 mi sostiene bene e mi sento a mio agio. Quando sono uscito ho aiutato il Greguratt (che di nome fa Stefano) alla registrazione, poi ci siamo accordati per il giro in bici.

La bici, invece, e' un giro di 60 km da ripetere 3 volte, abbastanza ingarbugliato, ma non come quello della maratona (3 giri da 14 km). Ne abbiamo fatto -io ed il Greguratt- una 50ina, di km, tanto per prendere nota che se c'e vento sara' dura. Se non c'e' vento e' una pacchia. Praticamente e' un piattone. Chiacchierando e senza mai far salire il cuore abbiamo tenuto i 30 di media, e abbiamo avuto anche un po' di vento teso. Certo, le ciambelle non sempre riescono con il buco e ho pure trovato il tempo di forare l'ennesimo tubolare, ovviamente il posteriore, che e' quello piu' complicato da smontare, ma soprattutto da rimontare.

Tentativo di salvataggio con bomboletta: nessuno risultato. Cercando la causa, quasi certamente un vetro, mi procuro un bel taglio all'indice destro. Niente da fare: devo procedere alla sostituzione del tubolare, per tornare in hotel. Sono nel panico totale: non ho un altro tubolare di ricambio (vai te a pensare di forare...) da portarmi in gara, e' venerdi pre IM, quindi un quasiasi negozio di bici nel raggio di 50 miglia ha la fila fuori, e ora sono terrorizzato di forare in gara, perche' ci sono parecchi vetri, per terra. Naturalmente oltre a tutto cio' fitte dolorose ed incredibili nei piedi mi costringono a fermarmi piu' volte.

Niente paura: da Tribe (1800 N Scottsdale RD, Scottsdale, AZ) sono di casa, e Kevin mi prende la bici subito e non solo mi mette un tubolare nuovo (cosi' il Tufo -gia' allungato- mi rimane di ricambio) ma mi aggiusta l'altezza del manubrio e mi mette il magnete per la cadenza, cose che mi ero dimenticato di segnalargli in un primo tempo.

Ma la giornata non e' ancora finita: prima del Pasta Party, ci concediamo un giro per Phoenix Downtown, e constatiamo che mai e poi mai ci verremmo a vivere. Praticamente non c'e' nulla, se non dei grattacieli (pochi, meno della media USA) strade larghe a 4 corsie e musei. Negozi? Quali negozi? Pero' qui sono di casa i Phoenix Sun. Il nostro Pasta Party e' durato una mezzora, giusto il tempo di mangiare un po' di pasta condita con pomodoro (non ketchup), un petto di pollo e un po' di verdura. Biscotti all'immancabile cinnamomo e intanto andavano in scena i soliti cliche': il saluto al piu' giovane, al piu' vecchio, a quelli che ci provavano per la prima volta, quanti venivano da... 50 donne in piu', quest'anno, quello che durante l'allenamento aveva perso piu' chili...

Ma l'immancabile soldato USA con storia strappalacrime (ma partecipante) era troppo: io e Carla ci siamo alzati e ci siamo goduti la Mills Road in fermento: drinking friday, il venerdi del bevitore, evento settimanale particolarmente sentito negli Usa.

Insomma, dopo oggi penso che la sfiga si sia sfogata, su di me e si rivolga a qualcun altro.

La corsa di ieri
Il percorso della bici fatto oggi

venerdì 11 aprile 2008

Tempe, AZ - Giorno 2

Superato con facilita' (grazie alla melatonina) il jet-lag, oggi ho proceduto alla registrazione, cosa che oramai necessita di pazienza biblica, dato l'alto numero di partecipanti e la non proprio professionale perizia dei volontari. Oltre un'ora e mezza per procedere a quelle poche operazioni che comportano il riconoscimento, la consegna del pacco e l'attivazione del chip francamente sono sembrate eccessive. Oltretutto oggi il caldo si e' fatto sentire. Sul fronte del peso non potrebbe essere meglio: 179 libbre sono 81,19 kg, alla bilancia ufficiale della registrazione.

In fila, per fortuna, chiacchiere a volonta', dapprima con il Mazzo, poi con l'amico che l'accompagna ed infine con Sione, atleta pro olandese che incontrai una prima volta all'aeroporto di Panama City, in occasione dell'IM Florida, poi a Lanzarote ed infine oggi. Ha apprezzato molto la mia presenza, ha detto che sono quasi un portafotuna per lei, perche' a Panama City fu la sua prima gara pro (5a donna assoluta, mi pare) e a Lanzarote ha preso lo slot per le Hawaii. Sono certo che anche stavolta riuscira' nell'intento di cogliere lo slot per Kona.

Ed eccomi di nuovo (e siamo ad 8) aspirante finisher di un Ironman.

Poi, recuperata la bici, io e Carla abbiamo fatto un giro di ricognizione del percorso bici, che si presenta bello assolato. quasi un drittone di 30 km da fare avanti ed indietro 3 volte, e ci sara' da soffrire, specie se sara' anche piu' caldo di oggi, ma anche mentalmente non sara' una passeggiata...

Infine abbiamo pranzato in camera con pollo arrosto (aromatizzato all'albicocca, roba da non credere) e Venti (misura, la piu' grande) Caramel Frappuccino Starbucks.

Ieri sera una corsetta di mezzora, per testare il clima secco (15% umidita').

giovedì 10 aprile 2008

Tempe, AZ

Ed eccoci al 1429 della North Scottsdale Road di Tempe, Arizona. Qui c'e' l'Hampton Inn & Suites, quartier generale di Ironfrankie per la settimana dell'IM Arizona. Siamo arrivati qui dopo un viaggio eterno: Bologna-Francoforte (4 ore fermi, ma mitigate dalla permanenza in una business longue) Francoforte-Washington (qui 3 ore di sosta anziche' l'ora e mezza prevista) e un altro volo di 5 ore (credo, oramai ero totalmente grogghi) per arrivare a Phoenix alle 22 locali (-9 dall'Italia) ed in motel a mezzanotte, dopo un viaggio totale di 27 ore.

Pero' ho sia le valigie sia la bike bag, che ci ha accompagnato ad ogni volo (cosa tutt'altro che scontata) e tutto sommato non siamo distrutti. Il van (un Dodge nonsoche') e' capiente e americano nelle dimensioni, il motel e' bello, peccato che la camera, bilocale, non abbia la cucina completa come pensavo (solo il microonde, frigo, lavello e coffe maker) ma ha 2 televisori (LCD 37", 16:9, naturalmente) e un impianto condizionatore che neanche i frigoriferi del macello comunale.

Stamattina (adesso sono le 16 e 40, circa) ho portato il valigione per il rimontaggio della bici: sara' pronta solo domani a mezzogiorno, sono l'ottavo. Il negozio e' spettacolare, Tribe, sempre sulla Scottsdale Road, ma a Scottsdale. Ha Cervelo', e Argon li' pronte per chi le vuole. Poi ci siamo dedicati a Starbucks, famosissimo caffe' USA: Caramel Frappuccino gigante. Sono gia' a quota 2. Infine Abercrombie, dove mi hanno chiesto di lasciare un po' di roba anche agli altri... Scherzo, ma un bel po' di dollari ce li ho lasciati. A proposito: siamo ricchi. Voi non avete idea di quanto valga l'euro. In termini di potere di acquisto, intendo.

Infine ne approfitto per ringraziare quanti mi hanno mandato in bocca al lupo, sia qui sul blog, sia tramite email e anche per telefono. Non vi deludero' (spero). E come direbbe qualcuno, ho male al piede, l'unghia ha fatto dei danni, ma fino a lunedi NON E' AFFAR MIO...


lunedì 7 aprile 2008

Partenza!

Ok, la bici e' invaligiata. La valigia con tutto l'occorrente (ed anche di piu') per finire l'IM e' fatta, il computer portatile pronto. I telefonini (2), e un bel po' di guide. L'evento ed il post-evento sono organizzati. La routine e' consolidata e non mi faccio prendere alla sprovvista. Ho una IM checklist oliatissima.

Questi 6 giorni (contando le 7 ore che recupero con il fuso orario) che mi separano dall'evento saranno eterne, ma le cose da fare sono tante. So long, Frankie. A domani notte, regaz.

domenica 6 aprile 2008

12a Granfondo Selle Italia (Via del Sale)

Oh! come mi sono divertito, oh! come mi sono divertito... percorrendo i 100 chilometri del percorso medio tiratissimi, con i primi ed ultimi 25 km piatti piatti a pestare sui pedali come matti ad oltre 37 all'ora. In mezzo un po' di su e giu' da Bertinoro (con un bello strappo al 14%) fino a San Mamante e poi la scalata al Monte Cavallo, anche qui con qualche tratto al 14% (ma anche qualche grado in piu').

Avevo scelto il percorso medio per non stressare troppo il fisico, dato che domenica prossima mi aspetta un Ironman, ma in effetti il percorso medio e' piuttosto facile (1305 m il dislivello positivo rilevato). Tuttavia essendo una prova del Prestigio le incognite erano tante, prima fra tutte il fatto che era la mia prima GF con 5000 (almeno) partecipanti, e poi vedere se i progressi dimostrati ultimamente (grazie soprattutto al calo di peso) erano effettivi o aleatori.

Ebbene si, progressi riscontrati e confermati, ad esempio negli ultimi 25 chilometri quando mi sono ritrovato in un gruppo che viaggiava a 37 /38 all'ora (e che rilanci dalle curve!) e ho tenuto bene. Niente volata finale per me (ma mi sono trattenuto a stento) ricordando le sciagure passate (Bardolino 2007).

Partenza ritardata di 10 minuti dal Lungomare di Cervia per un imbecille che aveva posteggiato un furgone proprio sulla rotonda della partenza, e grazie alla mia posizione in griglia (terza, dopo i big e quelli del pacchetto bike+hotel) riesco a partire abbastanza avanti. E' subito bagarre: nessuno molla di un metro, ma per fortuna la carreggiata e' ampia e tranne un po' di ciclisti aggrovigliati a terra arriviamo in massa a Bartinoro. 24 km scarsi in 39 minuti... Oltre 33 di media. Da li' i migliori salutano la compagnia e il ritmo si fa piu' umano. Il freddo e' pungente, ma io mi sono vestito bene.

Discesa pericolosa, da San Mamante, ogni curva era piena di sassolini, sembrava fatto apposta... Dopo Borello si risale per il Monte Cavallo, addirittura c'e' la cronoscalata, per chi vuole. Io mi limito a salire con il mio ritmo (che comunque e' superiore a quello di altri) e in cima al primo ristoro (comunque dopo 50 km!) non mi fermo: avevo preparato il "pranzo IM" e sono in autogestione alimentare. Altra discesa, meno impegnativa fino a Bartinoro dove si risale. Siamo all'ultima asperita', quella di Ca' Rossa e giu' in discesa dal bivio Panighina.

Poi, com'e' detto, 25 km piatti piatti, con la sosta al semaforo della Via Emilia come vera nota negativa. Arrivo 958imo (su 1596) in 3.40.27, soddisfattissimo per un tempo ed una media (27,2 kmh!) impensabile. E per una volta mi tocca aspettare a me! Carla infatti era andata a fare la Pedalata Gourmet di 40km che ha coinvolto circa 300 appassionati, coinvolti in due assaggi, uno alle Saline ed un altro alla Pineta. Partiti alle 10 sono ritornati oltre l'una.

Ho anche fatto a tempo ad assaggiare il Pasta Party, per una volta discreto, con risotto ai frutti di mare, eliche radicchio e panna fritto di pesce e piadina con salume. Peccato non aver salutato di persona Gianluca Rizzi, provetto triathleta del Surfing Shop e i miei compagni (quelli bravi) del Team Salieri, ma un "Brava!" di persona l'ho potuto fare a a Melissa Merloni, vincitrice del percorso medio.

Venerdi sera seduta di nuoto media, con esercizi di velocita' (progressioni e regressioni) a dorso e stile, ed infine un 300m+200m a stile.

12a Granfondo Selle Italia (Via del Sale)

Totali della settimana:
SWIM: 5300m
BIKE: 155,06km
RUN: 18,56km

venerdì 4 aprile 2008

Grigio o nero...

...vedremo sul momento.





Giorni frenetici

Si, i giorni che precedono la partenza sono frenetici non tanto per l'apprensione o l'ansia della gara, ma quanto per organizzare le varie cose che sono necessarie prima della partenza. Ad esempio c'e' da mettere la bici dentro la valigiona, operazione che per me rappresenta sempre un momento di emozione, e di grande concentrazione per gli accessori che mi serviranno la' (le brugole, i ricambi, le cartucce di CO2, no perche' in aereo non si puo') tanto che preferisco fare questa operazione in un negozio specializzato.

Quindi oggi faro' questo grande passo. Mercoledi, tanto per riassumere, dopo le cure di Ettore ho sgambettato 45 minuti, giusto per vedere che la gamba va sempre meglio. Ieri, invece ho forzatamente riposato, dato che il como' ordinato in gennaio era arrivato e andava ritirato e portato in casa. In serata, poi, visita podologica per aggiustare le unghie che (come gia' detto) dopo alcuni anni hanno deciso di prendere una strada diversa e di incunearsi nella carne.

Stamattina dopo alcune commissioni sono andato a Modena a ritirare i body (ancora i mitici Orca...) con le stampe della societa' e degli sponsor, appena posso posto le foto. E poi via, una bella corsa nel Parco dei Cedri, seguendo il letto del Savena fino ad arrivare alla Ponticella e Via Corelli. Campestre pura, e con grande sorpresa mia dopo un'ora il piede ancora non dava segni di dolore (il presunto neuroma) e di cio' mi rallegro. Un po' meno le caviglie le quali hanno sopportato un surplus di traumi, perche' la corsa campestre non e' la mia specialita' (e si vede).

Ottime sensazioni, dunque, che spero di riprovare domenica a Cervia nel percorso (forzatamente) medio della Granfondo Selle Italia - La Via del Sale, pettorale 2666, che mi godro' interamente, sperando anche in un caldo tepore primaverile, in attesa dei 30 gradi di Tempe.

La sgambettata di mercoledi'
La campestre di oggi

mercoledì 2 aprile 2008

1392

E' il numero del mio pettorale all'IM Arizona.

martedì 1 aprile 2008

Come andra'?

Continuano a pormi questo quesito, gli amici, come se avessi una boccia di cristallo dentro cui leggere il risultato. Non che non mi faccia piacere, ricevere questa domanda e dare una risposta (che ovviamente do positiva, perche' sebbene la mia preparazione fisica sia stata un po' altalenante, quella mentale e' altissima), ma un Ironman e' veramente una gara troppo imprevedibile, in cui fattori che in altre gare risultano insignificanti possono invece rovinare il risultato.

Tante volte ho visto atleti preparatissimi, asciutti come delle saracche, sverniciarmi a nuoto come Magnini, in bicicletta come Amstrong o come Baldini nella maratona e zacchete! arrivati al km tot (10imo, 20imo, 24imo, non c'e' regola) li ritrovo impietriti, seduti storditi o -peggio- attaccati ad una flebo ed incapaci di proseguire. Certo, magari io mi risparmio un po' troppo, e arrivo in fondo stanco, si' ma non esausto o allo stremo. Pero' arrivo in fondo. Cos'altro conta?

Non so, un IM ha troppe variabili per poter dire "faro' un gran tempo" in anticipo. Magari al 37imo km della maratona sei li' a lottare per uno slot per le Hawaii (non certo io, comunque) e all'improvviso ti si spegne la luce. E per fare 5 km ci metti un'ora. Anche se ho una discreta esperienza ogni IM fa storia a se'. Il caldo, il freddo, la salita, la discesa, la pianura, l'umidita', il secco... In una gara di 10....15 ore contano.

Ancora oggi (e da mesi) a Bologna non superiamo i 16 gradi... E a Tempe la temperatura segna 19 di minima e 30 di massima. L'impatto sara' devastante, per chi soffre il caldo. Il Greguratt e' molto preoccupato, io -in verita'- non vedo l'ora di andare al caldo. Ma in gara che faro'? Adesso bevo un litro e mezzo di acqua e sali per circa 3 ore di bici. Come minimo dovro' raddoppiare la quantita'...

Beh, tanto perche' non sono ancora in Arizona oggi ho riprovato gli SFR (in fondo domenica ho una granfondo con qualche salita...) e il polpaccio ha risposto molto bene, cioe' non mettendosi in mostra. La gamba va anche meglio. Tanto ha fatto anche la tacchetta che mi alza lo scarpino destro di 6 mm, perche' la gamba e' piu' corta. 4 salite in piedi e 4 sedute e per finire Via del Genio, per non smentirci. Buon ritmo e contento anche il coach. Il quale stavolta, in monopedale, se l'e' sudato il sorpasso. e stasera nuoto.