A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 18 febbraio 2011

Annoto


E' evidente che vivo in un mondo diverso. Raramente mi spingo in centro per lo struscio del sabato, raramente prendo i mezzi pubblici, dal bus al treno, non frequento uffici (dal di dentro), e quindi quando tocco con mano una certa realta' rimango basito.

Ne avevo gia' parlato un po' di tempo fa, ma oggi il fenomeno e' stato preoccupante. Tanto da sentirmi in imbarazzo (per gli altri). Mi spiego. Oggi ho passato la giornata a Milano, alla B.I.T., fiera per operatori professionali del turismo, a cui ogni anno partecipo per attingere alle preziose informazioni turistiche delle mie trasferte sportive.

Normalmente "espongono" tour operator, enti del turismo, (regionali, statali , italiani e stranieri) catene di hotel, siti web correlati al turismo. E i "clienti" sono le agenzie di viaggio, che ne piu' ne meno fanno come un negoziante: comprano prodotti (pacchetti turistici, in questo caso) che poi rivenderanno ai loro clienti, ovvero noi viaggiatori (comunque presenti, perche' il biglietto si paga e non si rifiutano mai i soldi, neanche in una fiera per operatori professionali).

Il prototipo dell'agente di viaggio e' normalmente donna, di mezza eta', con una certa indipendenza, spigliata. E fin qui... Pero' (ammesso che anche io, invecchiando, sia diventato piu' intollerante) che delle cinquantenni (ed oltre!) si presentino -non necessariamente in forma- ma con minigonne inguinali, stivaloni modello D'Artagnan, decollete' strarifatto, mi fa riflettere. Se poi queste amazzoni si abbarbicano al ballerino cubano (ma lo stesso e' stato con il mariachi messicano, il lungagnone etiope, lo steward brasiliano), mettendogli le mani dappertutto (visto, visto...) il sopracciglio si alza inconsciamente. Poi siccome l'ormone era al top andava benissimo anche l'italianissimo cuoco del Trentino, neanche belloccio, ma giovane il giusto: insomma bastava che respirasse, e le fusa partivano.

E molte -tuttavia- erano accompagnate dai mariti (alcuni divertiti), la cui maggioranza rispecchiava molto piu' fedelmente l'eta', con pance prominenti, trasandatezza generale, ed un aspetto "consono" per l'eta', almeno al mio immaginario.

Quindi occhi aperti e antenne drizzate. Sempre piu' raramente si vedono attempati vecchietti (piu' o meno in forma) che si accompagnano a trentenni procaci (con le eccezioni in cronaca..), ma bensi' attempate signore (in coppia ma anche in gruppo) che si mettono sulle tracce di un qualsiasi giovane maschio (fra i 25 ed i 45 anni) trasudando ormoni e voglia sessuale da tutti i pori. E (lo dico per il target) l'offerta supera di gran lunga la domanda....

Dal mio punto di vista (per fortuna sono fuori target e quindi invisibile per loro), la scena di queste donne rifatte, tiratissime, ma con gli evidenti segni del tempo, uno su tutto: le macchie sulla pelle, ma anche -ed e' una chicca- la gamba senza calza nello stivale da moschettiere di cui sopra con la pelle raggrinzita sul bordo di questo, e' da far passare qualsiasi "passione", ma sembra che la sfacciataggine (o la voglia di grande C.?) renda queste cacciatrici molto pazienti e insistenti.

Non mi chiedo il perche', non me ne faccio un problema, solo "annoto" (e vigilo...) Come il buon risotto vercellese (in combinazione con l'assaggio di panissa) offerto dal Piemonte (ma che battaglia per averlo!), il pane di Genzano tocciato nell'olio, il cous cous del Festival di San Vito lo capo, l'arancino di riso siciliano.

Ma annoto anche che alcuni anni fa si mangiava di piu' (e molto!) e i gadgets erano "infiniti", nello stand cubano offrivano rum, nello stand pugliese si rischiava l'indigestione, in quello toscano la ciucca e in quello calabrese il fegato. Oggi bisognava fare a cazzotti per un pezzetto di pane spalmato con l'nduja. Un risottin in Lombardia si scroccava sempre, oggi neanche quello. E in Svizzera -come in Francia- c'era sempre del formaggio. Oggi solo penne, biscottini e caramelle. Pochissimi key rings (portachiavi a laccio), solo tanti sorrisi e "oggi si entra solo con solo invito".

Come anche annoto che a Milano la bellezza media delle ragazze e' decisamente migliorata (togliendo le modelle che alzano la media), il Pirellone non sembra cosi' alto (per il Vertical limit....) e la Stazione (di Milano, sempre) e' un posto ancora frequentato da brutti ceffi, ma in minor numero.

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