A Fabio, 5 aprile 2009.

martedì 9 agosto 2011

Ci voleva...

Innanzitutto, finalmente una citta' semi vuota, anche se gli spaccamaroni sono rimasti, o forse sono io che ho una soglia di sopportazione minore. Meno auto, meno caos e lunghi momenti di silenzio. Inutile sperare che sia sempre cosi', la citta'.

Poi (mai lo faccio) vorrei sottolineare la "storica" decisione di S&P di abbassare il rating USA. Al di la' del fatto che non so bene (anzi, per nulla) di cosa significhi, di cosa ci costera', di cosa comportera', ma quello che mi fa godere e' il fatto che la spocchiosita' USA finalmente ha subito un bel bagno di umilte'. Ripetero' (all'infinito, a scanso di equivoci) che io adoro gli States, che tutte le volte che vado la' mi sento piu' a casa che a Bologna (o Riccione), che farei i salti mortali per avere la Green Card ecc. ecc., ma che quando vedo certe presunzioni mi domando quando avranno il contrappasso.

Ho avuto modo, in passato, iscrivendomi ad una mailing list (tra l'altro su loro invito), di cercare di spiegare a quei caproni che la "bolognese sauce" non esisteva, che l'aglio non e' un ingrediente fondamentale da mettere sempre e che i tortellini non di mangiano con il ragu'.

Per capirci, la "bolognese sauce" e' -secondo loro- ogni sugo con la carne ed il pomodoro (anzi, il ketchup, orrore!), l'aglio e' -sempre secondo loro- l'ingrediente che noi italiani usiamo sempre, e i tortellini sono al ragu' (bolognese sauce, ovviamente). Inutile dire che (dopo lunga discussione, sfociata nella mia espulsione dalla ML) io ero in errore che loro -gli americani- sapevano benissimo come fare una perfetta "bolognese sauce", che l'aglio era l'unico ingrediente che la cucina italiana mette sempre e che i tortellini sono solo al ragu'... E che io ero un italiano non italiano. Ho dovuto arrendermi a tanta supponenza.

Ora, voi capite bene che andare a discutere con un americano che afferma di essere il depositario della democrazia e che come tale si sente in dovere di esportarla e' una partita persa. Quindi, lasciateli pure cuocere nel loro brodetto (almeno finche' non ci bombardano -per sbaglio- o sempre per sbaglio non ci tirano giu' una funivia) e godetevi il resto. Perche' la loro cucina -non i fast food- e' ottima quanto puo' essere la nostra, la carne e' tenera, il pesce eccellente (basta dire, se vi chiedono la dressing, la salsa, no, thanks, just "dry"). Tranquilli, sono umani anche loro e pur con smorfie di disgusto vi porteranno il piatto senza salse epatoletali.


2 commenti:

Roberto G. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Roberto G. ha detto...

guarda che anche i Russi ti insegnano come si fanno i tortellini (pilimeni)
è la globalizzazione??
NO global...pasta amano fatta in casa e mangiata!!