A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 26 agosto 2011

Giro della Grande Guerra




Il post Manghen richiede riposo, e difatti venerdì mattina sono un'ameba. Nel pomeriggio andiamo a Riccione, e sabato abbozzo una nuotata in mare. La conferma che io ed il nuoto, al momento, siamo un po' distanti, lo dimostra il fatto che dopo pochi minuti torno all'ombra del fido ombrellone.

Di correre neanche a parlarne, l'alta pressione non da tregua e i 35 gradi sono la norma. La mattina presto -che la temperatura sarebbe anche sopportabile- non riesco piu': ho una peristalsi troppo sensibile.

Rimane, dunque, la bici. Così lunedì mi sono lanciato verso un classico di qualche anno fa: la Valsellustra, una microvalle che da Toscanella di Dozza si arrampica fino a Sassoleone. Ma, pur con tutta la volonta' del mondo, a meta' della salita, assaltato dai tafani e cotto dal sole, devo rinunciare. Senza togliermi comunque lo sfizio di "scalare" Dozza, che da questo lato si fa dare del lei.

Cosi' arriviamo a ieri, giovedì, quando con il nuovo Roberto partiamo alla volta del Trentino, obbiettivo Rovereto, da cui parte un percorso splendido. 75 km, 1900m di dislivello, "cima Coppi" a 1789m, Forcella Valbona. Giornata memorabile, soprattutto per la compagnia, perche' io e Roberto siamo diversissimi, direi agli antipodi, ma forse proprio per questo ci basta un'occhiata per intenderci, pur conoscendoci da pochi anni. Quel Roberto che per qualche tempo ha avuto dei problemi di salute, ma che ora sembra voler tornare agli antichi splendori. Quel Roberto cui non saro' mai riconoscente abbastanza per avermi fatto conoscere il triathlon.

Ma torniamo al nostro giro. Arrivati a Rovereto e (con un po' di difficolta') trovato il parcheggio già sulla strada per Terragnolo, pronti via cominciamo a salire.

Per 25 km non faremo altro, su una strada con pendenza abbastanza regolare al 6/7%. Fino a Serrada, da cui prenderemo a destra per Fondo Grande.

Tre chilometri in cui possiamo rifiatare un po', ma poi la strada ricomincia a salire, verso il Passo Coe.

1610m, ancora caldo, ma almeno si respira. Ma non e' finita, facciamo un paio di chilometri in discesa, poi ricominciamo a salire, e fino alla Forcella Valbona la salita non ci da tregua.

Capiamo di esserci solo perche' dall'incrocio cui arriviamo le strade scendono solo, dato che non ci sono cartelli che sanciscono la nostra impresa. Ridiscendiamo verso Folgaria da Fiorentini, ma per parecchi chilometri non scendiamo sotto i 1450m, ed anzi la strada e' vallonata.

Purtroppo non ci sono ne paesi ne fontane, e riusciremo a riborracciare solo a Folgaria. La discesa a rotta di collo verso Calliano ci riporta alla realtà: ora i gradi sono 38, ore 13 e 30. I 5 km che ci separano da Rovereto li facciamo con la forza della disperazione, come l'ultimo strappetto dalla piazza di Rovereto al parcheggio.

L'auto e' talmente calda che devo tenerla accesa per un bel po'. Cinque ore terribili, siamo sudati, accaldati distrutti, ma felicissimi. Ci consoliamo con 10 kg di mele (inimitabile il duetto alla bottega de La Trentina, uno dei colossi della raccolta mele, dove Roberto voleva essere rassicurato che le mele (gala e renette) fossero del nuovo raccolto. Uno spasso!

Una giornata cosi' non la cambierei per tutto l'oro del mondo....

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