A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 16 giugno 2008

Il medio, e mi e' bastato

A volte l'istinto bisogna seguirlo. Ieri era una di quelle. I primi segnali neanche alzato, alle 5.30: lo stomaco e' ancora un po' in subbuglio per i canederli e per la tensione dell'hotel. Poi alle 7.10, altro segnale: mentre entro in griglia quello davanti a me si tasta sotto il sellino per sentire il borsino porta ricambi. Meccanicamente faccio lo stesso: nulla. Avevo dimenticato a casa (neanche in hotel): tubolare di scorta, pompetta e cartucce di CO2. In compenso avevo barrette e gel per un Ironman e la schiumetta ripara rapido che a me non e' servita mai nulla in due volte che l'ho usata.



Cosi' gia' ero piuttosto propenso a non rischiare a fare 210 km. Quando poi le previsioni continuavano a dare pioggia (su Feltre, 276m slm) e la temperatura sarebbe salita al massimo sui 17 gradi, sempre a Feltre, i segnali sono diventati assordanti. Comunque parto senza aver preso una decisione definitiva. I primi chilometri, sono come al solito alla morte. Ma stavolta non mi faccio trasportare dai gruppi, li scalo mano a mano (sono veramente tanti...) fino a che riesco a tenere la ruota di uno che viaggia sui 35 kmh.

Fino a Cesiomaggiore si va in allegria, un mangia e bevi che serve a scaldare la gamba. A San Gregorio tutti fermi. Piede a terra e su per uno strappetto a piedi: in cima c'e' il controllo chip, naturalmente non si passa che in due affiancati e ovviamente si crea il tappo. Ancora mangia e bevi fino alla deviazione per la valle del Mis, qui gli strappi si induriscono, ma sono brevi e si viaggia ancora bene (la media oraria dice 24 kmh).

Poi, d'improvviso, finisce il lago Mis (e le gallerie) e inizia la Forcella Franche. E cominciamo a smoccolare. Undici km in cui nei primi sei (a parte lo strappo iniziale) non si va malissimo, poi s'impenna e sono due km e mezzo faticosi. Si rimane sul 6 per cento fino alla fine quando gli ultimi 200 metri fanno morire: una stilettata al 12% quando gia' vedi la cima e il ristoro. Ok, siamo alla divisione dei percorsi. Sono bagnato fradicio di sudore (la cerata ha tenuto, anche troppo), il freddo continua a pungere, ho ancora lo stomaco un po' in subbuglio (anche la colazione non ha aiutato...), ah, ecco: il sole e' andato via ed ora le nubi sono scure...

Carissimi, io non devo rincorrere il Prestigio (almeno per quest'anno), e come ultimo lungo pre ironman mi bastavano 5/6 orette piatte piatte. Per questa volta il Frankie non fa l'eroe (e dalle cronache raccolte sono stati veramente eroici i finisher del lungo) e gira a sinistra: percorso corto (sempre 110 km con 2418 m di dislivello, chiamalo corto...).

Si continua a salire, dunque (chi ha fatto il lungo scendeva per poi risalire sul Duran), per il Passo Cereda. Da qui sono 400 m di dislivello e al massimo (in un tornante) si vede il 10%, ma sono 14,5 km e mezzo. Infiniti. In vetta il cielo minaccia pioggia, ma ancora siamo asciutti. La discesa la faccio abbastanza a rotta di collo: tocco i 79 all'ora nonostante abbia sempre i freni un po' tirati: la caduta di Albenga ancora si fa sentire. Che qui ci sia gente scafata lo vedo dal fatto che non recupero molti ciclisti (qualche donna e qualche attempato) e che molti mi passano. Alcuni anche con manovre azzardate e ci fanculiamo reciprocamente.

Ecco, sono in fondo, neanche il tempo di respirare che si riparte. Il passo Croce d'Aune. Un primo chilometro all'8% fisso. Cosi', per spezzare le gambe. Poi migliora, e fino all'ottavo e mezzo si sale allegramente (certo con 95 km sulle gambe non proprio, ma meglio di chi ne ha 200!) quando (cito -e condivido quasi integralmente- da Il Giornale delle Granfondo) si passa sulla destra una chiesetta, pero' ci si para davanti il muro: negli ultimi tre km si sale all'impazzata. La rampa inizia al 9% per passare repentinamente all'11%. Un tornante a sinistra ci consente di respirare (se preso largo, ovvio), ma poi un'altra rampa, questa volta al 13% ci mette (quasi) davvero in ginocchio: il paesetto di Aune ci appare come un miraggio quasi irraggiungibile e ci consola solo il fatto che, dopo aver lasciato sulla destra la chiesa isolata, mancano solo 2 km alla meta.

Dopo un paio di tornanti la strada si infila strettissima in mezzo alle case e dobbiamo di nuovo lavorare sul cambio
(? io avevo il 34-27 fisso da giu'!) per adattarci alla pendenza che muta repentinamente: rampa al 12%, breve tratto al 4%, di nuovo all'11% e poi... discesa. Si' e' proprio una breve discesa quella che incontriamo in centro al paese, ma poi ancora in mezzo alle case, riprendiamo nuovamente al 12%. Raggiungiamo a fatica un paio di ravvicinati tornanti, e' il tratto piu' duro, ma all'uscita sentiamo sul volto una ventata di aria fresca (ieri e' stata la pioggia) che ci annuncia che la cima e' a due passi, oramai. Un ultimo sforzo e poco dopo l'undicesimo km la strada spiana e poi -dopo aver indossato la mantellina- giu' a tutta in discesa.



Sembra fatta, a Pedavena: in realta' saranno altri 4 km un po' mossi, fino in centro a Feltre, pave', curva secca a sinistra sotto l'arco e su per 500m fino al traguardo di Piazza Maggiore. Io che mi credevo chissa' chi sotto l'arco mi sono alzato sui pedali e ci sono rimasto, fino al traguardo, o meglio al cartello "Per oggi basta salita". Quando sono quasi caduto stramazzato per lo sforzo (cosi' imparo).

Quindi, contento molto, soddisfatto a meta'. Contento perche' ho fatto il mio compitino: 1194imo, 5.30.18 il tempo finale, 108,92 km totali, posti incantevoli. E peccato per il week end schifoso per il meteo: dopo una doccia, infatti, io e Carla siamo ripartiti volendo fare il percorso lungo in auto, per vedere com'era: dopo il Duran (in auto sono due palle cosi') abbiamo puntato su Cortina valicando anche il passo Cibiana e poi su per la statale Alemagna: una volta la' negozi chiusi, un freddo incredibile (8 gradi) e pioggia battente.

Soddisfatto a meta' per non aver fatto il lungo, ma a posteriori la cronache parlano di pioggia mista neve sul Valles e sul Rolle (4 gradi) moltissimi ritiri e ambulanze piene di ciclisti mezzi assiderati. Chi ha superato queste difficolta' ha preso nei restanti 70 km pioggia battente. Del resto parlano i numeri: quasi 4000 iscritti, al traguardo poco piu' di 1278 nel lungo e 1479 nel corto. Complimenti a quelli del lungo, io ho l'Ironman di Francoforte il 6 luglio e -per quest'anno- mi e' bastato il medio.

Il percorso della GF Campagnolo

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