A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 7 dicembre 2007

3 dicembre Hotel Beau Rivage, Mauritius “Nightmare day”

La giornata “incubo” di tutte le vacanze. Speriamo sia l'unica. Dopo l'accoppiata colazione passeggiata, verso mezzodi' (e dopo che un inserviente dell'hotel pulisse gli occhiali a Carla, perche' e' il suo compito al Beau Rivage, tra l'altro perfettamente eseguito) a Carla viene voglia di scoprire qualcosa in piu' dell'isola, cioe' Trou de l'Eau Douce. Vista la non incredibile distanza (saranno 5 km da qui) prima di partire a piedi facciamo comunque un pensierino al taxi e alla bici, e dopo aver constatato che sono pazzi da legare (17 euro in taxi per un tragitto che si e no i locali pagano 30 cents e 3.50 euro all'ora per la bici!) ci avviamo a piedi lungo la strada. Neanche al cancello i taxi ci offrono il tragitto, e dopo insistenti rifiuti (sembra incredibile che qualcuno voglia fare 2 passi a piedi??) riusciamo a fare qualche centinaio di metri senza essere disturbati.

Dura poco, perche' l'ennesimo taxista ci offre il passaggio gratis a Trou de l'Eau Douce, che accettiamo, perche' oggi gratis domani giro dell'isola. Poi per strada cambia idea e ci impiatta una proposta che non possiamo rifiutare. Oggi, per 20 euro, ci porta anche a Curepipe (famoso perche' ci sono “le fabbriche”: di che? Di tutto...) e domani per 40 euro il giro dell'isola con l'ovest Flic en Flac) e Chamarel, due delle maggiori attrazioni dell'isola mauriziana. E vabbe', in due giorni gli diamo lo stipendio minimo di un mese. Pero' la cosa si puo' fare, perche' i tour sono molto cari, con tutti.

Quindi Feroz (non so se sia il suo vero nome, nel biglietto vergato a mano il nome e' quasi illeggibile) punta su Curepipe, dove fa tre strade 3, sempre quelle per portarci prima in un negozio di imitazioni (che brutta roba e pure falsa), poi di diamanti (seee e io li compro qui!), e quando gli chiediamo prima un supermercato per della frutta, lui ci porta li' attorno dove al market non c'e' nulla (riusciamo a mangiare solo un caffe' e una briosche nel bar di fronte) e poi riparte: fabbrica di modellini navali (eh, ho tre gatti che ci andrebbero a nozze), altro abbigliamento taroccato (guaglio'!, so' italiano!) e infine un negozio di souvenir, ma anche qui, un pareo a 350 rupie (8 euro), che abbiamo pagato 175 (senza tirare sul prezzo) a Port Louis. Essu'. Feroz va la', torniamo in hotel che oggi butta male per te.

Al ritorno, evidentemente seccato fila veloce, con una guida che non vomito solo perche' non ho mangiato nulla. Era molto seccato perche' il tic appena percepibile all'andata si era improvvisamente fatto frequente e aumentato. Il gesto di staccare la mano dal volante come se bruciasse e restringerlo subito dopo. Chiaramente domani (e nel proseguo) non faremo altri giri “autogestiti” dai tassisti. Andremo (finalmente) a piedi (per la spiaggia, che li' mica ci sono i taxi!) a Trou de l'Eau Douce e forse ci imbarcheremo per l'isola dei Cervi, ma tutto in camuffa e da soli. Perche' qui i bianchi sono le vacche da mungere, se poi vengono dal Beau Rivage i prezzi da doppi si triplicano.

Ritornati in hotel dopo la spesa (4 banane, 1 arancio, 1 pacchetto di biscotti di manioca e un po' di filtri di te alla vaniglia autoctono, 112 rupie, meno di 3 euro, quanto i due caffe' e 2 briosche a Curepipe!) altra passeggiata sulla spiaggia per fare ora di cena, al Rive Gauche stasera il Gala Dinner, 5 piatti “alla francese” (microscopici assaggi) ottimi, comunque. Te omaggio acqua (un litro) 3,5 euro. Vabbe' che l'acqua costa, ma santa pazienza...

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