A Fabio, 5 aprile 2009.

giovedì 14 luglio 2011

Caldo, fresco, torrido


Lunedi a Corvara le gambe erano piuttosto provate, ma nonostante questo abbiamo provato il sentiero che porta (dai 1700m e spiccioli dell'Armentarola) al rifugio Pralongia'. Chiaramente noi non siamo di quegli escursionisti esperti che hanno tutto l'occorrente in uno zainetto di pochi grammi... Anzi, in verita' avevamo una borraccia in una sacca porta scarpe. Polo e bermuda io, canotta e shorts Carla. (in una tipica vestita da mare).

Nonostante questo siamo arrivati ad oltre 2000m (in circa 5 km), e solo una certa arierina nella schiena (la polo era intrisa di sudore) ci ha convinto a scendere quando finiva il bosco e il panorama si apriva in un pratone verdissimo. Alla fine saranno comunque 10 chilometri, che io -invano- ho cercato di barattare con il mio coach per il lungo che avrei avuto in programma. Comunque niente da dire, l'anno prossimo si replichera', sorteggio o pettorale gold che sia.

La cena era filata via liscia, senza eccessi culinari (solo un altro dolce, tra l'altro proprio mentre mi chiamava l'alimentarista pazzo), con i soliti piatti incredibilmente buoni e con un pesce migliore che in riva al mare.

Il ritorno a Bologna (martedi) e' stato choccante, dopo il passaggio sul Pordoi con 15 gradi (foto): i 34 gradi sono stati distruttivi, e solo mercoledi ho azzardato un'oretta di corsa, (tra l'altro in orario pranzo) con molte soste e un passo lentissimo. Di bici ancora ho un po'la nausea, percio' mi tuffero' in piscina. Ma intanto le foto sono gia' online, e dunque.... passerella!

domenica 10 luglio 2011

Maratona dles Dolomites

Rileggendo il post 2010, non ero convintissimo che lasciare l'auto nella piazza di La Villa fosse la soluzione migliore, visto che l'anno scorso ero comunque dovuto tornare in bici all'Armentarola, smoccolado furiosamente per la salita che dai 1400 de La Villa si deve fare per arrivare ai 1600 dell'Armentarola.

Ma proprio per questo, unito alla consapevolezza che -come minimo- avrei fatto il percorso medio, abbiamo -ieri sera- riportato l'auto nella piazza. Sapendo di metterci un bel po' pensavo che l'attesa non sarebbe stata eterna, in compagnia, oltretutto, di Carla che con spirito di iniziativa aveva deciso di venirmi a vedere arrivare.

Venerdi sera, al ristorante ci siamo tuffati nelle cultura ladina con cena tipica, abbondante e con il buffet di carni (e dolci). Ieri ci siamo goduti un bel sentiero che ci ha portato alla Capanna Alpina, ai piedi del Valparola, nel parco Fanes-Senes-Braies, che poi e' solo un antipasto alle decine di sentieri che da li' portano "in quota". Ed anche ieri sera i dolci erano a buffet. Oltre al resto, veramente sublime.

Cosi' stamattina alle 4.30 ero a fare una frugalissima colazione, secondo i dettami di Marino, l'alimentarista pazzo. Alle 5.42 in seconda griglia (grazie al pettorale gold), anche piuttosto vicino al cancello della primissima ed ambitissima griglia,


e difatti passo sotto lo striscione dei 25 anni della Maratona a soli 2 minuti dallo start.

Il Campolongo e' uguale a come lo ricordavo, tignoso ma fattibile, a meta' circa mi saluta Bacco, uno dei pochissimi iscritti che quest'anno conosco. Scollino bene, la gamba non e' affaticata e affronto allegro la discesa che porta ad Arabba. Da qui si gira a destra e si comincia il Pordoi. Anche questo me lo ricordavo uguale, lungo ma fattibile. Poco prima di scollinare ecco l'alimentarista pazzo, che partito con l'ottomilaottocento e qualche cosa (in ultima griglia) dopo aver giurato che l'avrebbe fatta in tutto relax e' li che sale ai 20/km all'ora. Io, ovviamente vado alla meta', ed anche meno.

La discesa e' (come l'anno scorso) piuttosto fresca, ma quest'anno mi sono fatto furbo, la ceratina super teconologica che tolgo quando faccio le salite e metto in discesa: mi costa qualche minuto ma mi salvo la salute. Il Sella e' duro di suo, ma quest'anno, che ho 7 chili in meno, sembra un po' meno duro. Cosi il Gardena, quasi una passeggiata, tant'e' che nel falsopiano che precede i due chilometri finali, mi concedo un po' di appendici. Quando sono a Corvara nessun tentennamento, a sinistra per il medio (o il lungo). Il secondo Campolongo sembra pure piu' facile, e una volta in cima mi compiaccio di me stesso scatto una foto e proseguo per la discesa.

Da Arabba, stavolta si va a sinistra, e sono quasi convinto per il lungo quando i piedi (anzi, solo il sinistro) decide che e' ora di dare la scossa. Mi fermo, e massaggio. Al bivio per il Giau purtroppo devo prendere il Falzarego, perche' il sinistro duole ancora. Nei 10 km del Falzarego succede di tutto, vengo tamponato (si si avete letto bene! Tamponato da un altro ciclista!), rischio di fare un incidente per arrivare ad una fontanella e ancora devo fermarmi per il piede dolente. Ma la sofferenza dei 2 chilometri finali al 10% del Valparola sono indicibili, superati solo dai 4 km che separano il traguardo di Corvara da La Villa, controvento ed in salita.

Alla fine, dopo quasi 6 ore e 50 minuti sono al traguardo, con Carla ad attendermi: soddisfatto e riempito di regali: cappellino, medaglia e gilet, tutto con il logo estremamente kitch che quest'anno caratterizza la 25ima edizione.


Anche quest'anno ho dovuto aspettare fino alle 16.15 per tornare in auto all'hotel, pero'....

venerdì 8 luglio 2011

Armentarola

Eh gia', anche quest'anno ho deciso di partecipare alla Maratona delle Dolomiti, granfondo mitica che da Corvara porta su e giu' per famosissimi passi dei dintorni. E -noblesse oblige- l'hotel Armentarola, anche quest'anno, sara' il nostro buen retiro. Vi avevo lasciato a lunedi con il dubbio della seduta di nuoto a cui invece mi sono sottoposto, arrivanda ad un compromesso di 3400m, con 2 x 400m, 6 x 200m 6 x 100m con il PB, e gli ultimi 400m anche con le palette.

Martedi ho corso un'ora (come da programma) e mercoledi alzatomi presto ho deciso di andare a fare il passo Redebus. Sono arrivato in un amen a Pergine Valsugana, ho messo la ceratina, le barrette, le bombolette di CO2 e la micropompetta nelle tasche, preparato le borracce, indossato le scarpe.........e parto. Qualcosa non va.... Il cambio e' morto. O meglio il super-fantascientifico-megagalattico cambio elettromeccanico Dura Ace Di2 e' fisso sul 50-11. Panico... Trecento chilometri "per l'anima del cazzo". Rido per non piangere. Poi dopo convulsa telefonata al Negro, mi indica il negozio Trentina Moto cicli a cui avrei potuto rivolgermi per salvare la seduta.

Il mitico Claudio prima mi sommerge di contumelie su come tengo la bici (ed era pure lavata) poi sullo stato della batteria (ossidata) poi, finalmente, mi dice che per un'ora e' li' e la mette sotto carica. Io ne approfitto per andare al Castello di Pergine, da cui si gode un'ottima vista.


Dopo un'ora ritorno e Claudio non si limita a rimontarmi la batteria, ma notando che la centralina non fa il suo dovere (ovvero le microregolazioni): vorrebbe smontarmi tutto, ma a fatica lo convinco che posso resistere almeno oggi, e che possa fare il mio passo.

Quasi all'una riesco a imboccare la Valle dei Mocheni e dirigermi verso il passo. Decisamente e' piu' semplice, come passo, sia pure con alcuni tratti impegnativi, resi ancora piu' duri dal sole che batte implacabile, a Pelu' del Fersina, prima del paese c'e' la deviazione che porta al passo. Quando oramai sono li' li' per mollare (mi sentivo particolarmente stanco, mercoledi') ecco che scollina, e vedo il cartello "Pelu' del Fersina" bardato di rosso che fa da segnale del passo.


Mi concedo un bel succo di frutta al Bar Redebus, prima di confrontarmi con un autista dell Onoranze funebri di Trento il quale mi consiglia di scendere dalla val Cembra e a Baselga di Pine' di prendere per "Faida" e la relativa discesa per Pergine. Mai consigli migliore: 15 km senza quasi mai frenare, una discesa fantastica! Alla fine neanche 40 km, ma visto come si era messo...

Ieri ed oggi a riposo, con la Maratona non si scherza, magari domani una sgambatina di corsa, ma senza impegno.

lunedì 4 luglio 2011

Riposo? Riposo!


Per me, 25 chilometri di corsa sono ancora uno sforzo sovrumano. Avrei preferito farmi altre.... 2/3 volte il Manghen in bici, piuttosto la corsa di ieri. Ma tant'e'. Il programma prevedeva un lungo, ed io, ligio ligio, me lo sono fatto. Perche' dopo le scampagnate in bici ero rimasto un po' indietro con la parte podistica, e allora giovedi 13 km con il "fondo misto classico" (3 x 2 km al medio + 1 km forte + 1 km di recupero) e sabato un'oretta sul lungomare di Riccione (verso Portoverde) all'ora di pranzo.

Oggi, pero', nonostante l'invitante idea di scalare il Passo Redebus (e vedere la Valle dei Mocheni), non ce la faccio. O meglio, non me lo godrei. Quindi preferisco dedicarmi ad uno sport piu' "normale": la spesa. E stasera al nuoto.

Comunque 25 chilometri su e giu' per la Val di Zena, partendo da Botteghino, 12,5 km a salire (per chi la conosce si arriva fino al casolare che fa da passaggio per i sentieri delle 5 valli) e 12,5 km a scendere. Accompagnato da Carla (in bici, con le borracce e come sostegno morale), posteggiata la macchina nello slargo prima dell'incrocio per Pianoro, a mezzogiorno in punto sono partito. Il solito via vai di ciclisti, incuriositi dal pazzo che corre, mi sono fatto tutto, Trabucco, Zena e numerosi barbecue, a cui regolarmente venivo invitato.

Io ringraziavo e passavo, ma mi sarei fermato volentieri, specie all'ultimo, al ritorno poco dopo il Trabucco, quando avevo parecchia fame. I piedi si sono comportati bene per oltre 18 km, e questo e' gia' il vero miracolo, il passo e' stato molto decoroso (sotto i 5.40/km, ma con progressione negli ultimi 6 km) e la fatica minore del previsto, sul momento.

Oggi pago tutto, e mi riposo dalla bici (e dalla corsa) ma stasera, grazie all' integrazione nuoto che ho chiesto al mio coach (ma perche' non mi faccio i fatti miei, certe volte?), mi aspetterebbe una seduta di 4000m (!).

giovedì 30 giugno 2011

Monte Corno

Meno tempo del solito, e quindi l'escursione "in alta quota" e' stata piu' ravvicinata. Ero incuriosito da questo Monte Corno, provincia di Vicenza, la cui partenza da Breganze prometteva 25 km ad una media del 4,5%. Lunga e con pendenza giusta, insomma. Poi dovevo recuperare un po' di forze dopo un Manghen devastante, anche se alla fin fine e' quello che mi "richiama", come una sirena faceva con Ulisse.

Per l'occasione mi ero scaricato il file da cycling.it, in modo da seguire l'itinerario giusto: io, pero', ero partito da un parcheggio nei pressi del palazzetto e per tutto il tempo voleva farmi tornare alla piazza di Breganze, per iniziare (giustamente) dallo start. Vabbe', nonostante questo impiccio ho comunque avuto problemi, perche' se in Trentino cartelli con su scritto "Bondone" o "Manghen" si leggono fin dall'autostrada, o quasi, qui in Veneto "Monte Corno" l'ho trovato solo in piazza a Lusiana, ovvero dopo 15 chilometri e mezzo, e poi in cartone scritto a mano.

Per il resto, abbondanza di cartelli "Azienda Vinicola" (questa e' zona del Breganze DOC, che non conoscevo, ma anche del Torcolato , vino passito DOC eccellente) e ben pochi altri cartelli. Comunque da Salcedo inizia la vera e propria salita, che dopo 20 tornanti (17 cartellonati, altri 3 nei 6 km finali) porta alla baita del Monte Corno.

Pochi i tratti veramente impegnativi, (oltre il 6%) ma ben poche le occasioni per rifiatare. Anche il tratto finale non e' durissimo. Il fondo stradale e' eccellente, tranne alcuni tratti verso la cima dove -specie in discesa- bisogna fare attenzione.

Immancabile, in serata la seduta finale del coach Marco (docciato, per l'occasione), cui pero' prendo parte per non piu' di una mezzora,: sono proprio cucinato!

martedì 28 giugno 2011

Manghen!


Dopo il Bondone, "conquistato" mercoledi scorso, pero', ero a pezzi (beh, la seduta serale di nuoto non aveva aiutato come speravo...). Quindi giovedi e' saltata un'altra seduta di corsa. Venerdi ho avuto la forza di farmi 2 orette di pianura, ma il caldo gia' si sentiva. Sabato a Riccione avevo pensato di nuotare, e il mare era grosso come raramente l'avevo visto. Saltata quindi anche la seduta in acque libere. Di correre non avevo certo la frenesia (prolungata fino a domenica), e quindi saltata anche la seduta di domenica.

Per rifarmi ieri, lunedi, mi sono lanciato alla conquista dello spauracchio Manghen. Di questo passo ne avevo sentito parlare da Lucone, affrontato da lui e dal Gira (non senza difficolta') in una lontana GF Campagnolo, e da allora mi e' sempre rimasta la curiosita' di questa salita tanto dura quanto lunga. L'idea era di salire da Borgo Valsugana 23,5 km, scendere a Molina di Fiemme (16,5 km), girare la bici e completare il percorso.

Chiaramente partito con molta calma da Bologna, riesco ad essere con la Trek sulla salita poco prima di mezzogiorno. La salita si presenta bastarda fin da subito. Alterna tratti al 2/4% a tratti al 12%... Chiaramente la statistica dice 7,5% medio. Fino a Calamonte ho anche un buon passo, perche' riesco a mettere il 50 nei tratti in falsopiano, una bella vallata davanti a me, ristorantini invitanti,


foreste di pini ed un certo fresco: poi capisco tutto. Ad un certo punto sono costretto al piede a terra da mandria di mucche belle tranquille in mezzo alla strada, ed infine mi ritrovo a 5 km dal passo, 500m di dislivello da fare e davanti una montagna. Enorme, chiusa.

Non saranno mica 5 km al 10% fisso? No, dai... Si! E' tutto vero: 5 km al 10% fisso, tanti tornanti che non leniscono per niente la salita e per finire, ciliegina pesissima, gli ultimi 300m al 15%.


Comunque sono quassu'. Tempo quasi da bradipo: 2 ore e mezzo, con la media che negli ultimi 5 km e' scesa da 11 kmh a 9,7... In certi punti era piu' un esercizio di equilibrio che non una scalata!

Chiaramente non sono sceso dall'altra parte, ma sono ritornato a Borgo, ed anche per scendere ci vuole un sacco di tempo, sia pure ai 36 di media. Asfalto fantastico, strade poco battute (a parte i primissimi chilometri), una sola fontanella (ma gelida!) in 23,5 km di percorso, in ogni caso le mie due borracce e la frescura non mi hanno fatto patire la sete.

Il versante da sud e' micidiale, devastante ed essere arrivato in cima e' un'impresa, vera e propria. E -come mercoledi scorso- a ben poco e' servita la seduta di nuoto, in cui il buon Marco ha inserito molte gambe. Ma io le avevo cotte su per il Manghen....

giovedì 23 giugno 2011

Bondone! (Monte, Trento)



Ieri mattina, tanto per far storcere il naso ai puristi, secondo i quali per certe cose bisogna alzarsi alle 5, ho messo la bici sull'auto alle 9 e mi sono diretto a Trento, sovrastata ad ovest dal Monte Bondone. Scalata resa celebre da Charly Gaul che vinse una tappa da tregenda al Giro d'Italia nel millenovecento e tanto. Quindi sono partito da Aldeno , proprio dove la strada si inerpica alle 11.45. Ma tant'e' la giornata era ideale per compiere l'impresa.

Tale si tratta, perche' nella scala di salite.ch il Monte Bondone da Aldeno e' dato a 155 e spiccioli, e per confrontare con salitelle nostrane, Quinzano e' valutato 30,47. Ma con buona dose di incoscienza ho deciso comunque di provarci per la facilita' di accesso (praticamente tutta autostrada e una volta usciti a Rovereto nord sono 5 km di strada scorrevole, e perche' no, aprire un capitolo di scalate fatte da un non scalatore.

Il giro era quello della granfondo Charlie Gaul, con prima scalata a Viote, discesa a ovest verso il lago Cavedine e ritorno in quota da Terlago. Mica tanto, un centinaio di chilometri, ma con un dislivello di quasi 3000m.

Attacco dunque la salita e mi pento subito di quanto sto facendo... La strada si inerpica con pendenze vicine (ed anche oltre) al 10% senza far dubitare che sara' durissima e non breve. Dai 139m in neanche 4 km sono ad oltre 400m, e la fatica viene (solo) un po' compensata dai panorami mozzafiato.


Passo paesini di montagna "d'una volta", incrocio pochissime macchine (meno di cinque in oltre 20 km di scalata) ma qualche moto di troppo. Alla fine solo un paio di ciclisti in discesa. La scalata, dopo 6 km, finalmente assume contorni piu' umani, con pendenze intorno al 5%, poi spiana un po' a Garniga Terme, per poi -ovviamente- inerpicarsi di brutto. Con una serie di tornanti dentro al bosco mi godo un po' di frescura: ad Aldeno c'erano 30 gradi, ed ora a 1200m ce ne sono 27. Infine, lasciato il bosco, dopo altri tornati assolati (ma qui siamo intorno ai 20 gradi) la piana di Viote, che fa da "cima Coppi".


Da Viote (1593m), cui arrivo intorno alle 14.00, decido di scendere, senza togliermi la "sella", ovvero la strada che arriva a Vason (niente di che, rispetto a quanto passato).


Da qui 20 km di strada discesa, oltretutto stanno asfaltando, e la strada e' "grattata" in molti punti, taglio ulteriormente la discesa a Sardagna. A Trento (ti pareva?) mi sono perso e a fatica ho ritrovato la strada per Rovereto (ero finito in tangenziale!!). In serata, non contento mi sono sparato la seduta a nuoto con i master, 2350m, ovviamente molti di gambe....

Monte Bondone

lunedì 20 giugno 2011

E io spingo...


Oramai e' un classico, se registro un allenamento su Training Peaks (ma anche su connect.garmin), il commento e' "Quanto spigni...", firmato dall'amico romano Mirco. E mi accorgo che certi ritmi di allenamento sono a me piuttosto sconosciuti. Questa settimana, ad esempio, dopo i 1900m a nuoto di Pescara (ok, niente di stancante, pero'...), lunedi 2 ore e 20 di bici, nel classico esercizio di progressivo a blocchi, martedi 70' di corsa, mercoledi un bel carico di SFR in quel di Riccione (30' di esercizio piu' 45' prima e dopo di contorno), e se giovedi "ho tirato il fiato", prendendo riposo, venerdi' mi sono sparato altre 2 ore in bici su per le colline forlivesi. Ovviamente seguite da una nuotata con i master alla piscina Record.

Ce ne sarebbe per godersi il week end, no? Macche'! Sabato mi sono contenuto, diciamo cosi', con l'esercizio di corsa che non avevo fatto giovedi (2 km al medio, 1 km veloce ed 1 al lento, ripetuto 3 volte) e domenica (mattina, sotto un discreto sole) sono partito senza troppe velleita' verso Cattolica. Chiaro che 20 km sembravano un'enormita', ma alla fine ero leggermente scontento dei miei 18km (14 al lento e 2+2+ in progressione).

Certo il triathlon -essendo composto di tre sport- necessita di molti allenamenti ma quest'anno riesco anche a recuperare egregiamente, come oggi, che senz'altro dopo 18 km di corsa (anche pimpante) mai e poi mai sarei riuscito a farmi 2 ore abbondanti di bici (per di piu' in salita come ho fatto oggi, da Garofano (dietro Vignola) fin su a Zocca. Ed ero rammaricato perche' non potevo continuare a salire, avendo perso troppo tempo stamattina in cazzeggio.


Pero' 2 ore sono ancora pochine, mi sa... Perche' a Lake Placid ho una previsione (beh, chiamiamola speranza) di stare nelle 7 ore in sella, e quindi un paio di lunghi intrno alle 4/5 ore ce li devo infilare. Speriamo in mercoledi nel bel tempo (e allora la bici salira' fino in Trentino), alla peggio venerdi e' gia' prenotato un lungo in pianura.

In tutto questo devo trovare (del) tempo. Sono indietro con i mensili, sono indietro con le emails, sono indietro con la casa nuova... Sono indietro. Avrei bisogno di una giornata di 48 ore, per trovare -anche- il tempo per riposare discretamente. Ammesso e non concesso che il gatto bianco stia buono. Perche' ha preso la pessima abitudine di cantilenare un "miao" odiosissimo e continuo intorno alle 3, poi ancora verso le 5 e mezzo. E sia io sia Carla siamo sull'orlo dell'esplosione. Stiamo diventando esperti di sonno disturbato.

In piu' ci mettiamo che a Bologna non sanno piu' guidare (non che prima fossero degli assi, al volante...) ma ora proprio stiamo arrivando al delirio, fra SMS in corsa, telefonate a piene mani (nessuna sul volante) motorini, bici, bambini, pedoni e cani ovunque tranne che sul marciapiede. E poi paghiamo fior di specialisti per farci dire che siamo sotto stress?

La Tanita, bonta' sua, continua a darmi mezze soddisfazioni, con il peso che si e' stabilizzato, al momento, fra gli 80 e gli 81,9/82, a seconda di quanto e come, probabilmente, mi alleno. Almeno ne sento i benefici (cioe' vado piu' forte, almeno in bici), anche se -come sapete- la fatica e' sempre tanta, troppa.

E intanto sono gia' in ritardo....

lunedì 13 giugno 2011

70.3 Pescara



Non mi andava di scendere fino a Pescara il sabato, tanto sapevo che partendo a mezzodi' avrei avuto tutto il tempo (da Riccione) per arrivare. Comunque io e Carla ci siamo alzati alle 5.45, e alle 9 e mezzo eravamo gia' sul lungomare di Pescara a respirare l'atmosfera IM. I miei co-staffettisti si sono fatti attendere un po' (avevano il mio braccialetto, fondamentale per accedere alla zona cambio), ed io amo respirare fino in fondo e fin dai primi momenti l'atmosfera, percio' ero un tantino agitato.

Finalmente con l'agognato braccialetto ho potuto accedere alla zona cambio, e se da una parte eravamo a Pescara (con la cadenza tipica abruzzese dei volontari), per alcuni versi sembrava di stare in Germania... (lo staff e alcuni referees era di lingua madre tedesca). Anche qua ho trovato molti amici, ed ho stretto molte mani. Compresa quella di Aldo Rock. Non ultima, e con una certa reverenza, anche quella di Alex Farolfi (staffettista con Linus e Nicola Savino).


Io ero il primo staffettista, e non ero proprio contento di vedere un mare un mare un po' troppo mosso, sebbene i frangiflutti calmassero molto l'onda. A mezzogiorno lo start, ad ondate, e per ultima la nostra, le staffette, alle 12.30. Molti nuotatori esperti nelle staffette, non c'e' dubbio (quale triathleta rinuncerebbe all'aiuto della muta?), e infatti pronti via! quelli con il costume partono in tromba. Io mi metto al mio passo, l'onda da fastidio, e quando si passa nel buco fra i frangiflutti si balla un bel po'.

In piu' la capitaneria di porto non ha concesso di uscire dai suddetti frangiflutti e quindi l'andata ed il ritorno e' poco differenziato e spesso devo evitare chi mi viene incontro. Cosi' come sono certo che qualcuno ha tagliato una o due boe, perche' io che ho virato giusto, li ho ripresi in poco tempo. Ho nuotato comunque alla grande, 36' 46" che e' solo di 26" sopra il mio personale (70.3 Elbaman 2010, con il mare a tavola), e una volta toccato terra ho cominciato a correre come un pazzo sulla sabbia, convinto che l'ingresso alla zona cambio fosse vicina.... In realta' dovevamo percorrerla tutta al di fuori, e solo una volta in fondo, entrarci. Quasi 600m corsi a perdifiato tanto che una volta giunto da Roberto, il ciclista, ero completamente esausto e per qualche minuto non riuscivo a stare in piedi.

Una volta ripresomi ho potuto vedere che non eravamo messi male, e la prima sfida era vinta, ovvero ero uscito dall'acqua davanti ad Alex (Farolfi). Poi la frazione di bici, piuttosto impegnativa (resa tosta da un nubifragio che ha colpito le ultime onde) ha visto Roberto avere la meglio su una foratura (dove ha perso circa 30 minuti) e una frazione di corsa, per Mirco, un po' sottotono (oltre 2 ore per i 21 km). Comunque alla fine ci siamo presentati al traguardo insieme a festeggiare il primo 70.3 italiano del circuito WTC, la prima staffetta ed anche il battesimo sulla distanza (sia pure in staffetta) di Roberto. Che ha gia' detto "Non finisce qui!"


Oggi nuova sgroppata verso Riccione, alla ricerca (stavolta fruttuosa) della non pioggia, che ha sferzato Bologna ma non la riviera. Cosi' esercizio "pieno" sulla bici (progressivo a blocchi), comunque pesante. Ne ho approfittato anche per ritirare il nuovo certificato elettorale ed anche per fare la famosa foto con la staffetta DeeJay (i suddetti Alex, Linus e Nicola), che ieri mi era sfuggita. Location Oltremare, in coda al loro programma del mattino. Atmosfera cordiale (ho sempre una certa ritrosia a chiedere alle persone celebri un autografo o una foto) e battute sulla gara di ieri. Li ringrazio nuovamente per la disponibilita'. Per la cronaca loro non sanno che Mirco li aveva sfidati, e -sempre per la cronaca- che abbiamo vinto la sfida.


sabato 11 giugno 2011

Peso forma in arrivo


Stamattina briefing con l'alimentarista (lo sapete che sono nelle mani di un pazzo?), che ha riscontrato un leggero incremento di peso (81,3 kg) ma un calo della circonferenza vita-addome-fianchi rispettivamente di 3, 2, 1 cm dall'ultimo check. In soldoni, nell'addome, che a gennaio ero 104 cm ora sono 92. Niente male, e come premio, "Non mollare, che ti bastono!" A suo dire (ed ora me ne sto convincendo pure io) i 75 kg non sono piu' una lontana chimera. Poi ci mettiamo una mia certa curiosita' nel vedermicisi, et voila' il Frankie non mollera'.

Intanto sono lanciato verso l'IM Lake Placid, e con la nuova serie di allenamenti le distanze si sono allungate. Nel mentre giovedi' 18 km di corsa, 12 km al lento e 2+2+2 in progressione, e ieri uscita in bici sulle colline forlivesi (statale del fiume Rabbi, la 9 ter): lasciata l'auto a San Lorenzo Noceto mi sono spinto verso la collina, ritornando indietro facendo il colle Centoforche (lato facile, ma non meno impegnativo!) e di nuovo (dalla "tosco-romagnola"), pocodopo il bivio per Castrocaro T. verso San Lorenzo, seguendo via Borsano con i suoi 13 tornanti ubriacanti. Un giro di una 60ina di chilometri, ma di quasi 2 ore e mezza.

Mercoledi, una prova da duro. Esercizio in bici (7 serie, alla fine fatte 4, da 3 x 5 minuti di aerobico-medio estensivo-medio veloce, sotto dapprima un timido sole, poi un cielo piuttosto nuvoloso ed in fine una pioggia decisa. Ha vinto la pioggia, ma solo perche' la nuova pedemontana tra Spilamberto e Vignola diventa piuttosto pericolosa con il traffico di camion (e test Ferrari) con l'asfalto bagnato. Ringrazio Gianni che mi aspettava alla macchina con il suo genere di conforto: un asciugamano... Ovviamente in serata seduta di nuoto (con la muta), e il coach mi ha intrattenuto con il video del mio cinquanta prima a stile e poi a rana: niente di nuovo sotto il sole: uso poco le gambe, respiro solo a destra, arrivo "spompato". Mentre a rana gestisco male la fase delle braccia.

Oggi riposo, perche' domani i Saragozza Boys (io, Roberto F. e Mirco M.) saremo grandissimi protagonisti (da vedere se nel bene o nel male...) al 70.3 Italy a Pescara, impegnati nella staffetta. Con Gianni solista a completare il gruppo di triathleti gialloblu. Mi cimentero' nei 1900m a nuoto, finalmente in mare, finalmente con la muta.


martedì 7 giugno 2011

Dobbiaco, andata e ritorno



Non potendo piu' cancellare gratuitamente la prenotazione fatta all'hotel Santer di Dobbiaco io e Carla ci sottoponiamo (non troppo a malincuore) al viaggio di quattro ore che da Bologna ci ha portato lassu'. Ma come fanno i bolognesi che hanno la casa a Cortina a prendere su il venerdi pomeriggio, farsi 4 ore di strada, sciare sabato e domenica mattina e poi tornare (altre 4ore!) la domenica sera?? Non lo capiro' mai.

Noi, in verita' avevamo una flebile speranza, non avendo nelle gambe 30 km, di poter fare domenica una sgambata di 11 chilometri e mezzo (la non competitiva che parte dal Lago di Landro e arriva a Dobbiaco) ma anche per questa (ripeto, non competitiva) i pettorali (1000! con tanto di chip!) sono andati esauriti.

Percio', sabato sera dopo aver salutato il pattuglione Saragozza, che aveva conquistato in toto l'hotel Moritz (gestito da un bolognese oramai piu' crucco di un crucco autoctono), un Luciano B. pimpante ed un Marco G. sotto massaggio, decidiamo di non fare i portoghesi intrufolandoci a scrocco, ma di rinviare a lunedi la sgambata di corsa, e di farci l'imperdibile ciclabile


che dalla stazione di Dobbiaco porta fino a Lienz (oddio, in verita' arriva fino in Slovenia, a Maribor...), Con tanto di ritorno prima ipotizzato sempre in bici, poi deciso in treno, lasciando le bici noleggiate al deposito in stazione.


Cinquanta km senza pensieri, in una ciclabile splendida, con sosta immancabile alla fabbrica Loaker (si, quella dei wafer...) dove con un eccellente caffe' ci offrono un waferino (l'unico che ho mangiato). Ritorno un po' piu' movimentato, dato che a San Candido, dove il treno da Lienz fa capolinea, pioveva e piuttosto forte. Nessuno problema, in fondo sono solo 3 chilometri e mezzo, fatti di buon passo ma tutti sotto una pioggia sferzante.

Cena al Winkelkeller (mentre sabato avevamo cenato all'hotel), con salumi misti, tagliatelle di segale con zucchine e speck abbrustolito e frittelle di mela. Come sempre dobbiamo avvertire che io sono allergico a frutti di bosco e noci, che usano in quantita'.

Lunedi, dunque, la sgambata di corsa (allenamento vero e prorpio), risalendo la ciclabile (sterrata, ma molto ben battuta) che porta Cortina (e che si percorre nella Cortina- Dobbiaco Run) per circa 6 chilometri e mezzo, e ritornando in discesa. Dopo una rinvigorente doccia e acquisti locali siamo ritornati a Bologna (cinque ore di viaggio).

Oggi giornata piovosa, niente bici, niente corsa.


giovedì 2 giugno 2011

12o Triathlon Sprint San Giovanni in Persiceto

"Da Miami a qui c'e' un po' di differenza, eh Frankie?" Cosi' la factotum del Pasta Granarolo Sabrina mi ha apostrofato al termine del primo giro di corsa. La mia pronta risposta e' stata "Venire qui e' un uguale piacere!", che e' vero. Perche' passo meta' tempo della pregara, della gara e tutto il dopo gara a salutare. Gli ex del Pasta Granarolo, i miei compagni di squadra, alcuni nuovi che dovevano essere "guidati" nei misteri della triplice. Poi saluto, in ordine sparso, amici di Bologna, di Farmville, lettori di questi sproloqui, e altri non identificabili. Insomma, potrei avere un attacco di boria eccezionale.

Quest'anno, poi, che mi sono un po' nascosto (e' un po' che non vado alle podistiche) e sebbene racconti che il mio peso e' calato, che ho perso una decina di chili dal 3 gennaio (beh, ad oggi 8, visto che un leggero rialzo c'e' stato dopo il 70.3) molti hanno detto di aver avuto difficolta' a riconoscermi (non esageriamo, dai...), e anche questo contribuisce all'effetto pavone, con tanto di ruota.

Poi dopo tutti questi preamboli, la gara. Un nuoto discreto, sia pure con il passo dei tempi belli, e per una volta sono uscito fra i primi di batteria, per una volta sono uscito dalla T1 con un gruppetto di ciclisti, per una volta ho tenuto il gruppetto (4, poi 2) per tutti e 20 in km, all'incredibile media di quasi 33 kmh, roba da sogno (vi ricordate, si, che non sono un ciclista?).

Sceso dalla bici le gambe erano dure dure, e i 5000 percorsi in quasi 29 minuti parlano chiaro. Passato da un bel po' di gente, ho anche tentato di accelerare un po', ma a quel punto anche il cervello era gia' in pasta (party). Comunque una gara in cui i tempi in passato si dilatavano verso l'ora e 30, siamo ritornati verso l'ora e 20, con il terzo tempo di sempre (su 7 edizioni cui ho partecipato).

A seguire il sempre eccellente pasta party (mi domando ancora se vengo qui per le amicizie o per la pasta.... Di certo non per la gara -intesa come distanza-, lontana anni luce dal mio triathlon) con pasta abbondante e cotta al punto giusto. Ancora una volta devo sottolineare la perfetta organizzazione del Team Pasta Granarolo, con la ciliegina del chip, quest'anno, per cui neanche tornato a casa avevo gia' tempo totale, parziali e -pure!- il diploma di "finisher".